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Autore: Mario Mazzanti Descrizione: In un paesino lombardo è una mattina di un freddo novembre quando Ami, una bambina di origine senegalese, esce di casa per andare a scuola. E non farà mai ritorno. Appena il padre dà l'allarme, inizia una frenetica ricerca. A coordinare le indagini è il commissario Sensi. I suoi uomini trovano immediatamente una pista da seguire, che presto si rivelerà però un buco nell'acqua. Passati tre mesi dal triste epilogo della vicenda, il commissario decide di recarsi dal dottor Claps, suo vecchio amico e rinomato criminologo, che da poche parole intuisce il reale motivo della visita. Non si tratta soltanto di Ami, lei non è l'unica bambina scomparsa e il suo non è l'unico caso irrisolto. Altri piccoli corpi mai identificati sono stati trovati negli ultimi tre anni. E tutti con la stessa identica firma... Commento: "Un romanzo a tinte forti degno della migliore tradizione del giallo, un vero capolavoro di scrittura ad alta tensione. Mario Mazzanti è la nuova voce del thriller italiano". Questo è quello che c'è scritto sulla pagina di presentazione di "Un giorno perfetto per uccidere". E' vero? L'autore scrive in modo scorrevole ma non banale e lascia il lettore dalle prime alle ultime pagine con la voglia di procedere nella lettura. Non mancano l'intreccio, l'analisi psicologica i colpi di scena e l'incisiva descrizione dei luoghi diversi in cui si sviluppa la storia. Mazzanti è stato in grado di farmi volare con l'immaginazione, certe scene è come se le avessi quasi viste da vicino. In questo libro, si parla di un serial killer di bambine di colore, di psicanalisi, di solidarietà e di vendetta, ma tutto è troppo incredibilmente facile. Tutto bene? Mica tanto. La vera delusione è il finale abbastanza prevedibile, che fa perdere mezzo voto alla valutazione finale del libro. Ho letto diversi thriller e non mi era mai capitato di "indovinare" il serial killer come in questo libro. Voto: 6½ |
Autore: Tiziano Terzani Descrizione: Nel 1976 un indovino cinese avverte Tiziano Terzani, corrispondente dello "Spiegel" dall'Asia: "Attento. Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare mai". Nel 1992 Terzani si sente stanco, dubbioso sul senso del suo lavoro. Gli torna in mente quella profezia e la vede come un'occasione per guardare il mondo con occhi nuovi. Decide di non prendere aerei per un anno, senza rinunciare al suo mestiere. Il risultato di quell'esperienza è un libro che è insieme romanzo d'avventura, autobiografia, racconto di viaggio e reportage. Commento: Una profezia di una indovino può influenzare le scelte di una persona? E' quello che ha fatto Tiziano Terzani nel 1993, quando decide di non prendere aerei per 13 mesi per colpa di una profezia di un indovino fatta 17 anni prima. Il grande giornalista non abbandona il suo mestiere ma trasforma il divieto in un'occasione per guardare al mondo da occhi diversi. Spostandosi in treno, in nave, in auto, e talvolta anche ai piedi, Terzani si trova a osservare paesi e persone della sua amata Asia da una prospettiva nuova, e spesso ignorata. "Un indovini mi disse" è un grandissimo reportage di viaggio in un paese che sta cambiando, purtroppo in peggio. Lo sfavillio della moderna economia, baluardo del popolo cinese, sta rovinando molti luoghi dell'Asia ricchi di cultura, misticismo e poesia. Terzani nel percorrere queste terre incontra vari indovini in cui trova ancora i resti di una cultura popolare che sta per svanire. Un ottima occasione per riflettere sulla splendida saggezza e semplicità della cultura popolare e sul destino dell'uomo gustando una scrittura comunicativa ed accattivante. Conclusioni? "Un indovino mi disse" è un libro del 1995 ma le osservazioni generali potrebbero essere ancora attuali? Terzani fa capire che la globalizzazione sta ammazzando la cultura e le tradizioni di ogni popolo. A differenza di ciò che scrivono alcuni media, diversità non vuol dire male ma solo un'altra prospettiva di vita. Il giornalista inoltre prende di mira la cosiddetta modernità dell'Occidente, che fa vivere le persone non più in armonia con se stesse. "Un indovino mi disse" è un libro da leggere assolutamente. Voto: 7+ |
Autore Wulf Dorn Descrizione: Un mazzo di bellissime rose rosse senza biglietto. Un inquietante disegno sotto il tergicristallo dell'auto. Lo psichiatra Jan Forstner è l'oggetto delle attenzioni insistenti di una sconosciuta. All'inizio pensa si tratti semplicemente dei sentimenti innocui di una paziente. Ma quando un amico giornalista, che stava per fargli delle rivelazioni sconvolgenti che lo riguardavano da vicino, viene trovato barbaramente ucciso, Forstner comincia a temere di essere il bersaglio finale di una pazza omicida. Una stalker che non si ferma davanti a nulla pur di ottenere ciò che vuole. Commento: "Follia profonda" è il terzo libro che leggo di Wulf Dorn. Già il titolo dà un'idea della trama del romanzo. Per leggere la terza opera dello scrittore tedesco bisogna mettere da parte la razionalità e addentrarsi nello sconosciuto e imprevedibile mondo della psichiatrica. I personaggi sono ben delineati: Jan Forstner, lo psichiatra che già conosciamo perché protagonista de "Il superstite", un prete e una misteriosa donna bionda. La storia cattura l'attenzione dopo una ventina di pagina e procede con il giusto ritmo e pathos fino all'inizio del parte finale. Il lettore è quasi ipnotizzato a leggere per scoprire chi possa essere lo stalker che perseguita lo psichiatra. Quando però il mistero si dipanava, ho iniziato a trovare la trama lenta e scontata. In poche parole si può dire che la storia ha molte cose in comune con quella de "La psichiatra". Conclusioni? "Follia profonda" è un buon libro che avrebbe beccato un bel 7 senza il finale, a mio avviso un po' frettoloso e molto irrealistico. Voto: 6½ |
Inviato da: elyrav
il 09/05/2017 alle 11:27
Inviato da: maxsof1
il 14/08/2015 alle 19:38
Inviato da: BibliotecaVirtualeM
il 09/08/2015 alle 10:46
Inviato da: maxsof1
il 01/04/2015 alle 17:29
Inviato da: gatta.sissi
il 25/03/2015 alle 14:37