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25 Aprile: I Crimini Partigiani...per non Dimenticare!!!

Post n°33 pubblicato il 24 Aprile 2010 da mcsar

 

 

Brigata Garibaldi
Questa storia, tratta da Il Triangolo della Morte
Ed. Mursia, di Giorgio e Paolo Pisanò, ripercorre una delle tante eroiche imprese della Brigata Partigiana per eccellenza: “La Brigata Garibaldi” ovvero il nucleo partigiano che ha combattuto con tenacia e sprezzo del pericolo per la libertà e la democrazia.

Ines Gozzi, una bella ventiquattrenne di Castelnuovo Rangone (MO), è una studentessa universitaria, laureanda in lettere. Conoscendo la lingua tedesca è diventata l’nterprete del locale Comando Germanico. Ciò ha significato la salvezza del paese quando i partigiani hanno ucciso due soldati tedeschi nella zona e questi volevano distruggere l’abitato. E’ stata proprio Ines Gozzi a interporsi e a battersi perchè la rappresaglia fosse evitata. Così, da quel giorno, tutti gli abitanti di Castelnuovo Rangone lo sanno e gliene sono grati.

Ma tutti sanno anche che la ragazza è fidanzata con un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana e questa è una colpa imperdonabile agli occhi dei “partigiani assassini -salvatori della patria- ed eroi coraggiosi pluridecorati“!

La notte del 21 gennaio 1945 una squadra di partigiani della brigata “Garibaldi” fa irruzione in casa Gozzi prelevando Ines e suo padre.

I due vengono portati in un casolare in aperta campagna e qui, davanti al genitore legato, la ragazza subisce le più atroci sevizie e le violenze più indicibili da tutti i “coraggiosi” componenti dell’”onorata” Brigata Garibaldi.

I partigiani garibaldini ubriachi la posseggono a turno, la picchiano, gli sputano addosso, le tagliano le unghie fino alla carne, gli spengono dei mozziconi di sigaretta negli occhi, poi le urinano addosso.
Tutto questo orrore davanti al padre legato, costretto ad assistere al martirio di quell’unica figlia nell’impotenza e nella consapevolezza che non ne sarebbero usciti vivi. Dopo essersi accaniti contro la povera Ines, i partigiani infieriscono su quel padre che oramai non si rendeva più conto di cosa stesse accadendo tanto era il dolore che gli avevano provocato quei porci stramaledetti!

All’alba del 22 gennaio 1945, dopo la lunga notte di baldoria, i coraggiosi partigiani garibaldini“  finiscono padre e figlia con numerosi colpi di pistola alla testa. Verranno ritrovati e riesumati alcuni giorni dopo. I
l corpo della ragazza è tanto straziato, tanto sfigurato da dover essere nascosto agli occhi della madre.
Sui muri di Castelnuovo Rangone qualcuno scrive: “Bestie, avete ucciso la nostra salvatrice“.

Bastiglia (MO) Era una notte calda e umida a Bastiglia (MO) quando la sera del 27 aprile 1945 alcuni partigiani (Brigata Garibaldi) si introdussero nell’abitazione di Walter Ascari, lo derubarono, fecero razzia di carni e salumi; lo prelevarono e lo trasportarono in aperta campagna.

Ascari non era fascista, ma neanche comunista, era un benestante e questa era una grandissima colpa durante le “Radiose Giornate” quindi colpendo Walter Ascari avrebbero colpito lo “Stato Borghese“.

Giunti in località Montefiorino alcuni partigiani estrassero dei bastoni e cominciarono a colpire il malcapitato come dei forsennati; altri con l’ausilio di una canna di bambù lo seviziarono fino a rompergli l’ano e parte dell’intestino. Ma era ancora ben poca cosa, una fine orrenda attendeva il povero Walter Ascari. “A morte!” “A morte!” Urlavano gli assassini… Per la sua mattanza finale, i gloriosi e pluridecorati eroi garibaldini pensano a qualcosa di diverso dalla solita raffica di mitra…  Qualcosa di speciale… Qualcosa che soltanto la loro mente perversa e assassina poteva immaginare, qualcosa che va aldilà dell’umana cattiveria.

Lo appesero per i polsi ad un grosso ramo in modo che il corpo del moribondo fosse ben teso assicurandolo per i piedi al terreno con una corda. Poi, con una grossa sega da boscaiolo a quattro mani, lo tagliarono in due! Da vivo! Il suo corpo fu gettato in seguito in una porcilaia. Quando lo ritrovarono, ben poco era rimasto di quel pover’uomo.

Nel Modenese la “giustizia proletaria” fu esercitata con particolare ferocia contro le donne, fasciste o presunte tali. Oltre alle violenze consumate sulle malcapitate già destinate a morte, subito prima della loro soppressione, non furono pochi i casi di sevizie e violenze d’ogni sorta.
Episodi di sequestro e di detenzione di prigioniere prelevate e tenute in vita fino all’inservibilità delle medesime come “oggetti sessuali” per i loro partigiani sequestratori, nella sola provincia di Modena, se ne contano circa duemila.

E’ noto il caso di Prima Stefanini Cattabriga e Paolina Cattabriga, di Cavezzo (MO) madre e figlia, quest’ultima di 15 anni, prelevate il 16 aprile 1945 dalla tristemente nota “banda di Cavezzo” il nucleo partigiano alle dirette dipendenze della Brigata Partigiana Garibaldi, e costrette ad un calvario di 12 giorni prima di ottenere la “grazia della morte“.

Azione di guerra“, naturalmente, così il C.L.N. commentò l’accaduto.

Un altro membro della famiglia Cattabriga, Angiolino, fratello di Paolina, in seguito alle percosse, mutilazioni, bruciature in quasi l’80% del corpo da parte dei sanguinari partigiani, impazzì e morì nell’ospedale di Mirandola.

Un altro caso conosciuto (sono assai di più quelli di cui non se ne sa niente…) è quello di Rosalia Paltrinieri, di Medolla. Ella aveva il “torto” di essere la segretaria del Fascio femminile locale, nel quale si era impegnata prodigandosi e mettendosi a disposizione di tutti i suoi concittadini.
Era convinta di non avere nulla da temere, perciò, nonostante nella zona si vociferava su quanto stessero combinando i partigiani, preferì rimanere al suo posto. Nonostante tutto, aveva fiducia nei propri simili… perchè aveva avuto la “sbadataggine” di considerare i partigiani appartenenti alla specie umana…

Ma pagò per la sua “colpa“: un gruppo di gappisti le invasero la casa, bastonarono a morte il marito così violentemente da fargli schizzare via il cervello dalla scatola cranica; poi la violentarono davanti ai suoi  tre bambini.
Alla fine, come da copione, le svaligiarono l’abitazione e la portarono con loro conducendola in un casolare in aperta campagna, dove nel frattempo era stata trascinata anche una certa Jolanda Pignatti.
Qui, le due sventurate ebbero modo di “espiare” ancora a lungo la “colpa” di essere fasciste (violenze d’ogni genere) finchè furono costrette a scavarsi la fossa.
Ma Rosalia Paltrinieri, la morte se la dovette proprio guadagnare: “non le fu fatta la grazia di un colpo alla nuca“. Venne legata e fatta stendere viva nella fossa che lei stessa aveva scavato; a questo punto i “coraggiosi partigiani patrioti” la ricoprirono accuratamente di terra.

Uno dei coraggiosi partecipanti a questa “eroica azione di guerra“, ebbe modo di vantarsene nei giorni successivi, insistendo compiaciuto e soddisfatto sul particolare che Rosalia Paltrinieri, mentre soffocava sotto le palate di terra che le venivano gettate addosso, invocava ancora i suoi bambini.

NOVARA
Nel campo sportivo sono rinchiusi un centinaio di appartenenti a formazioni militari fasciste operanti nel vercellese. Vengono in seguito condotti all’Ospedale psichiatrico; una notte, i “partigiani” di Moranino, li uccidono nei modi più barbari. Molti furono schiacciati sotto le ruote di pesanti automezzi, e tutti subirono atroci sevizie.

SANTUARIO DELLA GRAGLIA (BIELLA)
Un gruppo di Ufficiali, 23, più cinque donne ausiliarie e due mogli di Ufficiali, che erano stati catturati dopo un aspro combattimento a Cigliano e che si erano arresi poiché era stata loro promessa salva la vita, sono condotti ai piedi del Santuario di Graglia nei pressi di Biella e rinchiusi in uno stanzone dell’albergo Belvedere; a piccoli gruppi furono prelevati e condotti in luoghi diversi nei dintorni del Santuario. Furono trucidati in modo bestiale, compresa la moglie di uno degli ufficiali che attendeva un bambino; terminata la strage, gli assassini si divisero il bottino composto da tutto quello che avevano addosso le vittime.

ODERZO (TREVISO)
Centodiciassette allievi ufficiali del Collegio Brandolini, nonostante le promesse fatte da parte del CLN di mantenere salva la vita ai militi fascisti, sono tutti fucilati sul Ponte della Priula. Uno degli scampati ha raccontato che i suoi camerati furono legati alle mani con fili di ferro, seviziati, raccolti in gruppo presso l’argine del fiume e falciati con il fuoco delle armi automatiche.

SCHIO (VICENZA)
Cinquantacinque fascisti o presunti tali, detenuti nel carcere di Schio sono uccisi in una delle più bestiali esecuzioni di massa. In due stanzoni sono rinchiusi novanta prigionieri, dodici partigiani armati di fucili mitragliatori, sparano all’impazzata sul gruppo di uomini e donne che, in un caos immaginabilmente incredibile, cadono gli uni sugli altri in un impressionante lago di sangue. 55 di questi risultarono uccisi e 31 feriti gravemente.

REVINE LAGO (TREVISO)
Ventuno militari fascisti furono trucidati in quella località in una zona in prossimità delle fornaci.
 

RECOARO TERME (VICENZA)
Diciotto persone sono trucidate il 21 Maggio, ma molte altre in quei giorni persero la vita in quella località: si può citare la sorte toccata a due militi prelevati dai partigiani, condotti sulle rive del Brenta e bastonati a sangue; nella sabbia del fiume fu scavata una buca e i due furono interrati. Solo le loro teste affioravano dal suolo. E su quelle teste alcuni di quei criminali si esercitarono al tiro a segno tra schizzante ed insulti atroci. Le urla dei due disgraziati non ebbero altro effetto che quello di divertire i loro carnefici. Poi gli spasimi dei due, oramai moribondi, furono soffocati dalle palate di terra con le quali ricoprirono le loro teste. Poi il Brenta si ingrossò, rimosse la sabbia e restituì alla luce i due volti deformati. I cani randagi banchettarono quel giorno con i miseri resti, e brandelli di carne umana furono disseminati lungo la riva. Poi gli “eroi” ritornarono e cosparsero quello che rimaneva dei due cadaveri, con benzina e vi appiccarono fuoco.
MONDOVI’ (CUNEO)
Dodici alpini della Divisione Monterosa sono massacrati dopo essere stati tenuti per tre giorni completamente senza alimenti.

ROVETTA (BERGAMO)
Quarantacinque giovani appartenenti alle formazioni della Legione camicie nere “Tagliamento”, sono fucilati in questa località; la loro età oscillava tra i quindici anni del più giovane e ventidue anni il più vecchio.

S. MARTINO D’ALBARO (GENOVA)
Trenta persone imprigionate nelle scuole di quel centro, sono prelevate dai partigiani e portate in località sconosciuta: di loro non si avrà più nessuna notizia.

VADO (SAVONA)
Undici persone sono prelevate dalle carceri, fucilati e sepolti in una fossa comune. Uno dei disgraziati è stato sepolto ancora in vita.

ONEGLIA (IMPERIA)
Trentun fascisti vengono prelevati dal carcere di Oneglia; con le mani legate dietro la schiena da filo spinato vengono bestialmente percossi, poi condotti al cimitero e dopo averne mutilati diversi, tutti vengono trucidati e sepolti a fior di terra, accanto ai cadaveri di alcune donne prima stuprate e poi fucilate.

BAJARDO (IMPERIA)
In questa località è trucidata la famiglia Laura, composta di sette persone. La madre ed un figlio di undici anni furono trovati in aperta campagna sepolti sino al collo con il capo spaccato in due.

BORGHETTO VARA (LA SPEZIA)
Ventitré militi della GNR, oltre ad un ufficiale ed un maresciallo sono prelevati dai partigiani: bastonati a sangue, sono condotti a Costa Cavallara, dove saranno fucilati e fatti precipitare dentro una caverna

BOLOGNA
Davanti alle macerie dell’Ospedale Maggiore sono massacrati decine e decine di fascisti assieme a parecchie donne.

DECIMA DI PERSICETO (BOLOGNA)
Dodici cittadini di Decima, rinchiusi in una stanza del Dopolavoro locale sono torturati per vari giorni, poi una notte caricati su di un camion sono portati in località sconosciuta. I loro corpi non furono mai ritrovati.
Altre 8 persone, tra le quali due sorelle di sedici e diciotto anni furono uccise in questa località.

SALA BOLOGNESE (BOLOGNA)
Trentanove furono i trucidati fascisti in questo piccolissimo centro.

FERRARA
Strage nelle carceri ferraresi; diciassette fascisti sono barbaramente trucidati all’interno di una delle celle.

COMACCHIO (FERRARA)
Undici persone sono prelevate dalle carceri per essere interrogati presso la sede dell’ANPI (Ass. Naz. Partigiani), due sono bestialmente percossi poi tutti vengono condotti a morte.

REGGIO EMILIA
Venticinque fascisti vengono prelevati dalle carceri e su di un camion condotti verso Bagnolo in Piano, per un’uscita di strada del camion, tre riusciranno a fuggire, gli altri verranno tutti trucidati.

NOVELLARA (REGGIO EMILIA)
Il Dott. Barbieri, per pochi mesi segretario del locale fascio repubblicano, dopo essere stato violentemente percosso, veniva rinchiuso in una gabbia di legno ed esposto agli insulti della plebaglia. Dopo alcuni giorni di torture veniva finito a colpi di arma da fuoco.

IMOLA
Diciassette fascisti appartenenti alla Brigata Nera, provenienti da Verona, vengono trucidati in questa località

CODEVIGO
Ventisette fascisti ravennati vengono condotti in questa località e fucilati.

SUSEGANA (TREVISO)
Venti appartenenti alla Guardia Nazionale Repubblicana di questa zona vengono brutalmente trucidati.

VITTORIO VENETO
Nel “bus de la luna”, baratro profondissimo del Monte Cansiglio, centinaia di catturati della Repubblica Sociale Italiana, vengono precipitati dentro dai partigiani; in un sol giorno vengono “infoibati” sessanta alpini del battaglione di Conegliano Veneto.

MIANE (TREVISO)
In località Combai viene esumata una fossa con quaranta salme irriconoscibili; erano stati prelevati dai partigiani a Cernaglia della Battaglia.

SALESINO (PADOVA)
Sei fascisti vengono trucidati; tra loro il segretario comunale di quel paese: venne ucciso dentro una cassa irta di chiodi che gli si conficcarono nella carne straziandolo sino alla morte.

CHIOGGIA
Venti persone vengono prelevate dalle carceri, alcuni appartenevano alle BB.NN.; vennero portati alle foci del Brenta e trucidati.

PORDENONE
Undici fascisti vennero prelevati dalle carceri e poi fucilati.

ISTRIA E VENEZIA GIULIA
Migliaia e migliaia furono gli italiani “infoibati” dai comunisti italiani e titini. Il loro numero non è mai stato stabilito con esattezza.


Mentre i reparti militari si andavano smobilitando e i loro uomini erano catturati, tanti si arrendevano ai partigiani, anziché attendere le truppe anglo-americane, poiché questi giuravano e spergiuravano che avrebbero avuto salvata la vita e non avrebbero torto loro un capello.

Moltissimi reparti, anche numerosi, che avrebbero potuto almeno contrastare le forze delle bande partigiane con possibilità di sopravvivenza sino all’arrivo di truppe regolari, caddero, invece, nei tranelli delle promesse dei partigiani.
Le formazioni comuniste si dedicavano al lavoro che chiamavano di “ripulitura“. Nelle case, nelle strade vi fu una battuta di caccia senza precedenti, condotta con accanimento, determinazione e programmazione.

Basti pensare che nella sola città di Milano. nelle giornate di fine Aprile 1945, si rinvenivano giornalmente nelle strade, in media, oltre duecento morti, generalmente abbandonati senza documenti che ne potessero rendere possibile l’identificazione.

Vi erano in giro, come al tempo dei monatti di manzoniana memoria, appositi automezzi che caricavano i cadaveri e li trasportavano negli obitori, dove vi era in continuazione un lunghissimo pellegrinaggio di parenti che, a rischio della loro vita andavano alla ricerca dei congiunti.

Le donne che non furono uccise, furono costrette a subire oltraggi degni delle orde barbariche di Gengis Kan.
Tutta la ferocia, il livore, l’odio e lo spirito di vendetta esplosero in un modo irresponsabile, alimentato da uomini della sovversione rossa che agivano con disposizioni ben precise.

Un’intera classe dirigente e politica fu eliminata in un gigantesco genocidio.
Fu una cosa selvaggia, che non si può spiegare solamente come l’esplosione della rabbia e della vendetta del periodo della guerra civile, in quanto uccisioni, ritorsioni e rappresaglie furono compiute da entrambi gli schieramenti, ma è appunto spiegabile solamente come vera e propria programmazione delle centrali moscovite in quanto si doveva eliminare il maggior numero tra coloro che, con tutta certezza, si sarebbero opposti con tutte le loro forze alla penetrazione comunista che cercava di prolungare la guerra civile in un’illusoria speranza di conquista del potere assoluto.

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Commenti al Post:
mcsar
mcsar il 25/04/10 alle 10:12 via WEB
Ho rimosso i commetti di quell'essere inutile di samurayvero , in quanto non è capace di commentare il post, ma trova becere giustificazioni alle numerose vittime fatte dai partigiani...
 
mcsar
mcsar il 25/04/10 alle 10:16 via WEB
Ricordiamo a tutti e ringraziamo le truppe americane che ci liberarono, perchè solo con i partigiani avremmo ancora i nazisti in italia, in quanto per il capo delle operazioni in italia, generale Alexander il supporto partigiano non fu altro che una puntura di spillo per i nazisti. Ringraziamo gli americani per il benessere economico di cui godiamo oggi... Pensate un pò se ci avesse liberato l'armata rossa in che paese vivremmo!!!
 
ilvecchiodelmare
ilvecchiodelmare il 25/04/10 alle 12:12 via WEB
Caro mcsar, conosco bene questi episodi tramite la testimonianza dei miei genitori: mia madre si salvò perchè a Bergamo le canaglie comuniste furono efficacemente contrastate dalla maggioranza della popolazione, non certo fascista ma neppure schifosamente bestiale. Mio padre, militare, fu soggetto a due tentativi di omicidio in quel di Camogli, da parte dei vigliacchi assassini comunisti..se ora io esisto è solo perchè mio padre fu in grado di difendersi mettendo in fuga con le armi gli "eroi" comunisti. Il 25 aprile non è solo il giorno della liberazione dal nazismo, ma è anche e soprattutto il giorno della memoria per le vittime dei "partigiani" comunisti. Memoria di quel che avremmo dovuto subire tutti noi se i comunisti fossero riusciti a prendere il potere. Solo la presenza delle truppe d'occupazione americane lo impedì: per questo dobbiamo essere doppiamente grati ai tanti ragazzi americani morti per liberarci dai nazisti e dai comunisti. Comunisti, nonni e padri (non dimentichiamolo mai) dei porci rossi che ancora oggi impestano il Nostro Paese.
 
Vince198
Vince198 il 25/04/10 alle 12:56 via WEB
Premessa: conosco benissimo gli orrori perpetrati dal nazi-fascismo, nel periodo 40-45, peraltro noti ai più come certa storia insegna..
Da me esiste, in vendita, una collana di un ricercatore pordenonese, Marco Pirina: ventuno volumetti molto ben organizzati, che ripercorrono certe fulgide gesta, specie nel dopoguerra, di fatti di sangue obnubilati ed avvenuti nel triveneto proprio ad opera di bande di partigiani che hanno semplicemente disonorato quello che poteva essere un fine più che nobile: salvare l'Italia dal giogo nazi-fascista aiutando americani e inglesi, gli alleati tutti. Ergo non faccio elenchi, chi vuole si metta in contatto con la casa editrice "silentes loquimur" a Pordenone etc. etc.
Tanti partigiani, moltissimi di loro ad onor del vero, sono comportati quassù in tantissime circostanze come dei veri e propri gabellieri, ladri e assassini impietosi, spesso a sangue freddo. Qui da me, nel mio paesino ad esempio, ne hanno fatte di tutti i colori fra cui brilla questa: hanno ammazzato quattro persone - un caso veramente da follia pura, perchè quei poveri diavoli non volevano dargli l'unica mucca in loro possesso e unico sostentanmento per quella famiglia!!!
Si sono macchiati di migliaia di morti inutili, volute solo per spirito vendicativo, per bramosia di potere e per vigliaccheria di fornte ad inermi. Han fatto tante cose semplicemente obbrobbriose esattamente come le fecero i nazi-fascisti negli anni delle seconda guerra. Solo che loro le nascondo, da decenni, per pura vergogna. La storia bisognerebbe riportarla esattamente com'è avvenuta, non come intendono fare i "vincitori"! Si potrebbe anche parlare dei 30mila eccidi compiuti dai comunisti dopo il 25 aprile 1945, fino al 1949, eccidi peraltro riconosciuti anche dal compagno Ercoli, ovvero Togliatti, quello che ebbe due sedi del partito comunista: una in italia, segretario Caprara, l'altra a Mosca, segretaria Nina Bocenina.
Chi vuol leggersi le memorie di quest'ultima, capirà che aria spirava in quel periodo..
Sarebbe tempo perso ragionare con costoro: con i trinariciuti è meglio non stare a discutere! Sono intimamente "collassati" nelle loro convinzioni e niente li smuove. Altro che "pietas" per i morti, TUTTI, come dovrebbe essere secondo i più nobili sentimenti umani! No, meglio far sempre propaganda, a prescindere. Pacificare gli italiani una volta per tutte? Verbo sconosciuto a quella gentaglia.. Ciao, Vince
 
 
Vince198
Vince198 il 25/04/10 alle 13:44 via WEB
Ho riguardato bene gli eventi da te citati e ce ne sarebbe qualche.. migliaio da trascrivere: li ho tutti in quei libri che ti ho citato nel mio precedente post. Qui da me è stato perpetrato un vero e proprio macello: Porzûs, nel comune di Attimis, il più tristemente noto (uccisi 20 partigiani bianchi della brigata osovana da quelli rossi della Garibaldi - comandati da quel delinquente e assassino di Mario Toffanin detto Giacca. Fra i trucidati lo zio del cantante sinistrorso De Gregori, soprannominato Bolla). Ovvio che scriverli tutti sarebbe impossibile.. Comunque ti lascio un link per "aggiustare" il doloroso evento di Codevigo.
 
   
mcsar
mcsar il 25/04/10 alle 19:46 via WEB
Ciao vince, grazie per il tuo passaggio...anche qui nelle langhe, i miei nonni che erano contadini mi raccontano che dovevano difendersi sia dai nazisti che dai comunisti, che venivano nelle cascine e depredavano tutto quello che potevano e se non gli davi o trovavano nulla ti bruciavano la casa!!! dio ci salvi da simili "liberatori"...
 
deltascorpii
deltascorpii il 25/04/10 alle 19:41 via WEB
Il 25 aprile NON E? la festa degli italiani, per colpa di quei partigiani rossi che l'hanno trasformata in festa di partito. Unica cosa che gli è rimasta visto il fallimento di instaurazione del comunismo in Italia (grazie agli alleati), ossia il vero motivo della loro lotta partigiana. A dimostrazione di questo ci sono numerosi libri (Pansa ad esempio) e tutte le varie "feste" della Liberazione. Dove sono ammesse bandiere rosse ma mai bandiere di altro colore. Questa, per me, non è Libertà. Ciao
 
 
mcsar
mcsar il 25/04/10 alle 19:47 via WEB
Hai ragione...è una festa di tutti e vedere alle commemorazioni bandiere rosse con falce e martello è uno schifo!!!
 
   
jorges
jorges il 01/05/10 alle 16:46 via WEB
Ma nessuno ti vieta di andare con la tua bandiera verde... o sbaglio?
 
ROBERT62VR
ROBERT62VR il 27/04/10 alle 23:00 via WEB
Intanto ciao . Penso che siamo , e mi riferisco ad entrambi gli schieramenti perche' di questo si tratta , siamo pieni di demagogia . Io per primo , ma gli altri , anche te , non si salvano . Secondo me non puoi ridurre l'azione partigiana ad un qualcosa intesa come un semplice supporto delle armate Alleate . Non è così . I partigiani erano costituiti da reparti con componenti socialisti , comunisti , liberali , futuri democristiani ... e dovremmo ricordarci tutti che gente come De Gasperi non richiama esattamente alla memoria il marciume odierno . E questo lo dice uno come me che ha votato Pci per vent'anni , e che ricorda con un po' di nostalgia i tempi andati , quando la politica era composta da veri gentiluomini e veri ladri , non dalle mezzecalzette di oggi , occupanti entrambi gli scranni del Parlamento . Come sai , da un po' di tempo ho moderato la mia opinione politica ed anche il modo di ragionare e dialogare col campo avverso . Avverso , non nemico . Ti considero una persona intelligente e dopo la famosa mia seconda richiesta di amicizia dovresti saperlo che ci tengo ad averti come contraltare . Ma con rispetto . Rispetto le tue idee ma non le condivido . Ti dico il perche' : mio nonno , era un partigiano . Forse ha ucciso , io dico forse e forse lo so , ma non in questo momento , mi spiego ? Ha ucciso ( forse ) chi lo voleva uccidere . Ha ucciso i difensori di un' idea , consentimi , basata su di un presupposto sbagliato , cioè il dominio di qualcuno su qualcun ' altro . La Repubblica di Salo' difese un regime che mando' la gente a morire in Russia (ex-URSS ) con le divise leggere . Un regime che promulgo' le leggi razziali prima che in Germania . I partigiani erano tanti civili accecati anche dall'odio , lo ammetto , ma odio scaturito dopo quasi un ventennio in cui tutti i diritti civili , sindacali , sostanziali , furono abbattuti dal regime fascista . E' vero , e qui' hai ragione , che furono commessi eccidi , torture ,massacri ... ma da entrambe le parti . In ogni sollevazione popolare devi tener conto di questo : gli eccessi , che io non piu' giustifico . Ma da entrambe le parti , e fu la parte fino ad allora schiacciata a ribellarsi ed aprire la strada agli angloamericani . Sul fatto , poi , che per noi sia ancora conveniente e giusto avere la loro presenza qui da noi , in così alto numero , beh , questo è un altro discorso . Ma lo faremo , se vorrai . Mi tengo il 25 Aprile . Ciao .
 
 
deltascorpii
deltascorpii il 30/04/10 alle 14:32 via WEB
Personalmente ritengo già buono che qualcuno dica "furono commessi eccidi, torture, massacri .. ma da entrambe le parti" .. fino ad ora sembrava (e per molti, ripeto, è ancora) che gli eccedi e le schifezze fosse state compiute solo dai neri. ------- interessante il link http://ricordare.wordpress.com/perche-ricordare/057-le-leggi-razziali/ ---------- CIAO
 
jorges
jorges il 01/05/10 alle 16:35 via WEB
I partigiani non erano dei santi, ma facevano quello che facevano tutti a quei tempi. Ricordiamo che erano tempi molto difficili, i miei mi hanno sempre raccontato che in giro non si trovavano cani e gatti e nemmeno topi da mangiare... ammazzare qualcuno per un pezzo di pane era semplice come pisciare, e un qualsiasi piccolo screzio tra due famiglie portava immediatamente alla faida. Se poi consideri che da una parte c'erano i contadini affamati e dall'altra i padroni che li sfruttavano puoi fare i tuoi conti... ti consiglio, se non li hai visti di guardare il film "Novecento" oppure "L'albero degli zoccoli". ...Se vuoi ti ricordo pure i "liberatori" magrebini del contingente francese che razziavano uccidevano e violentavano donne bambini e preti! Oppure le bombe angloamericane che radevano al suolo interi paesi e che hanno fatto più morti dei tedeschi!!! Rispetto a questi, i partigiani erano dei fiori. Ciao, buon Primo Maggio. Giorgio
 
 
mcsar
mcsar il 01/05/10 alle 19:36 via WEB
Certo, ma oggi troppe persone ce li vogliono vendere come santi senza macchia!!! E non trovo giusto ke certi crimini siano insabbiati o impuniti...ciao
 
mirellagiai
mirellagiai il 23/06/10 alle 22:10 via WEB
credo che non si posso parlare di santi o di demoni : di bianco e nero : l'uomo è l'animale più schifoso che esista : ho sentito PERSONALMENTE la storia di una signora , bimba durante la guerra in un paesino della Lombardia,in montanga che ammetteva sottovoce e con "imnarazzo" di avere un ottimo ricordo dei "terribili" nazisti che occuparono il piccolo paese dove viveva lei : quando se ne sono andati hanno lasciato dei soldi e giochi per i bimbi...ho sentito "personalmente " di un "terribile" ufficiale Nazista che alle Nuvoe ha dato del cioccolato ad un bimbo rinchiuso nelle carceri , liberando poi lui e la sua mamma. Ho sentito di partigiani buoni e cattivi...fascisti buoni e cattivi...: Uomini buoni o cattivi: Sciocco fare di un erba un fascio, facile parlare senza averlo vissuto sulla pelle ... inutile trascinare l'odio : occhio per occhio e il mondo diventa cieco ( Gandhi che senza violenza ha messo in ginocchio l'Inghilterra ... )Oggi stiamo diventando tutti ciechi.
 
claudiavirgili_2010
claudiavirgili_2010 il 08/12/14 alle 21:17 via WEB
ciao mcsar, leggo con interesse il tuo post.Volevo dirti che ci son anche numerosi libri del noto autore Giampaolo Pansa che parlano dell'argomento delle atrocità dei partigiani e a questo scopo te ne cito uno che ho letto il titolo è "SCONOSCIUTO 1945 " non vorrei sbagliarmi sul titolo. Ciao Claudia
 
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