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Mens Insana

ciarlatano, venditore di sogni, mercante di nuvole

 

 

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Aspettando l'alba

Post n°76 pubblicato il 01 Marzo 2007 da foglienere

Ultimamente mi sono dedicato poco al blog, ho una buona scusa! Così per mettermi alla prova ho scritto un racconto horror per un concorso.
Perchè un racconto del terrore vi chiederete... beh perchè è il primo concorso che ho trovato... Avrei potuto scrivere indifferente una storia per bambini o un poliziesco, era solo voglia di scrivere. Probabilmente è rozzo, magari anche poco avvincente e non mette il benchè minimo terrore, ma visto che ormai l'ho scritto ecco a voi. Se avete voglia di lasciare un commento ve ne sarò eternamente grato (diciamo per qualche ora...)
Scalda

Sono le dieci del 15 Giugno. Sono due notti che non chiudo occhio e questa non sembra diversa. So che domani mattina riderò di queste poche righe, ma per combattere l'inquietudine e far passare il tempo ho deciso di scrivere questa storia.
Sono stato nell'esercito partecipando a parecchie operazioni sul campo, ma venni cacciato per insubordinazione. Fuori dall'esercito continuai a fare quello che avevo imparato: uccidere. Divenni un sicario. Le prime vittime erano lavori poco impegnativi, li portai a termine in breve tempo. Fucili e pistole però mi stancarono ben presto, libero dalla disciplina militare mi assalì la brama di sangue. Iniziai a seguire le vittime sempre più da vicino, donavo loro la morte con gioia folle. Quando la lama del pugnale accarezzava lentamente la gola, gioivo nel vedere il puro terrore sgorgare dai loro occhi mentre la vita erompeva con il rosso sangue.
Ma tutto è cambiato due giorni fa. Quel figlio di puttana.
Cazzo, ho visto ragazzi sgozzati, madri violentate con i figli ancora al seno, uomini torturati, insomma tutto l'orrendo campionario che la guerra può morbosamente offrire e l'ho affrontato impassibile.
Non aveva neanche vent'anni, mi avevano consigliato di portare a termine il lavoro in fretta e senza avvicinarmi più del necessario. Non ho resistito, togliere una vita così giovane non capita spesso. Iniziai il pedinamento, ma più mi avvicinavo più provavo repulsione per quel giovane uguale a mille altri. Mi dissi che dopo quel lavoro avrei preso una lunga vacanza, forse avevo lavorato troppo.
Due giorni fa ebbi l'occasione, lo avvicinai in un angolo scuro e lo colpii ad una tempia. Lo appoggiai ad un portone in ombra e con la delicatezza di una fata gli appoggiai la fredda lama sul collo. Un brivido mi percorse tutto il corpo, l'eccitazione mi scorreva per le vene come droga potente, ma stavolta c'era qualcosa di diverso. Non era il caldo e fremente vibrare, il sudore mi si gelava addosso. "Per fortuna è buio" mi dissi, ma l'acciaio lucido  della lama colse un riflesso.
Merda! ho appena fumato tre sigarette di fila e mi è rimasta solo mezza bottiglia di whiskey. Non vedo l'ora che venga domattina per ridere di queste stronzate. Giro a vuoto per la stanza, indeciso se uscire o meno, ogni volta che mi avvicino alla porta provo un repellente senso di freddo.
E' quasi mezzanotte, sono in un bagno di sudore. Ho trovato il coraggio di uscire in fondo alla bottiglia di whiskey, ne ho comprata un'altra. Insieme a qualche pacchetto di sigarette (Devo aver bevuto troppo, le righe iniziano a muoversi). Sono corso in casa, le persone per strada mi guardavano con occhi rossi, qualcuno mi sorrideva con un ghigno, mostrando lunghe zanne. Mi sentivo sempre osservato. Che cazzo di allucinazioni.
Niente, neanche infilandomi a letto riesco a prendere sonno, continuo a fissare questo soffitto scrostato. Così scrivo, aspettando che l'alba giunga presto, voglio proprio rileggere queste poche righe e ridere di tutte queste cazzate.
Unghie artigli denti graffi sangue sangue
Merda! Devo essermi addormentato! Mezzanotte è passata da poco.
È stato un sonno allucinato, queste parole devo averle scritte inconsciamente durante l'incubo. Sembrava così reale.
Qualcosa è entrato dalla finestra. Ricordo solo lunghi artigli che mi squarciano le carni, le mie interiora uscire, i suoi denti affondarmi profondamente nel collo, con grosse e forti mani mi disloca le braccia dalle articolazioni fino a strapparmi muscoli e tendini. Io urlo e urlo, mentre il sangue schizza tutto intorno rendendo la stanza simile ad un mattatoio.
La mia maglietta è zuppa di gelido sudore. Ha anche due gocce di sangue. Che non mi spiego.
Eppure la cosa più inquietante di tutto quell'incubo sono stati gli occhi. Occhi così antichi e profondi. Non riesco a dimenticarli.
Erano gli occhi di due giorni prima. Illuminati dal riflesso della mia lama non mostravano il solito terrore, non c'era l'angoscia dell'imminente morte. Erano colmi di sadico divertimento, il suo sguardo così colmo di maligna conoscenza era fuori luogo in quella faccia così giovane. Non mostrava traccia di paura, ma solo una ripugnante curiosità.
La vista della faccia morente delle vittime era la mia gioia, ma maledico mille volte quel dannato sprazzo di luce.
Non riesco a ripensarci senza sentire il sangue gelarsi nelle vene, senza tentare di affogare il ricordo nell'ennesimo bicchiere di alcool, senza provare ad annebbiarlo con un altra sigaretta.
Cazzo! Di nuovo! Mi hanno bussato alla porta, quella stronza della vicina si è presa un bel colpo quando mi ha visto aprire. Non sono certo un bello spettacolo, sudato fradicio, con la maglietta insanguinata, per non parlare della mia faccia. Dopo tre giorni devo aver delle occhiaie da far invidia ad un teschio. Non so con che coraggio è riuscita a dirmi balbettando che aveva sentito delle urla disumane venire dalla mia stanza e voleva vedere se andava tutto bene.
Devo essermi addormentato di nuovo. Un altro incubo mi deve aver assalito. Sentivo il sangue bollire nelle vene, mi sentivo bruciare. Sentivo la pelle arricciarsi come in un incendio assieme all'odore della carne arsa dalle fiamme. Il dolore era insopportabile e in quel momento devo aver urlato.
Manca un quarto all'una, ho ingoiato pasticche di tranquillanti, eppure non riesco a prendere sonno. Ora ho quasi paura di addormentarmi, anche mentre sognavo il mio corpo che dolorosamente si inceneriva, avevo ben chiara la presenza di quella faccia che godeva del mio dolore. Quel figlio di puttana rideva, come due giorni fa, in quel portone, rideva di me mentre lo sgozzavo.
La mia maglietta è insanguinata, ora ha lunga una striscia di sangue. Assurdo, non ho nemmeno un graffio chissà da dove viene. Me la sono tolta e ho guardato allo specchio il mio corpo segnato dalle molte cicatrici, nessun taglio fresco. Indossandola di nuovo mi sono accorto anche del segno di una bruciatura. Dormendo devo averci appoggiato la sigaretta accesa, ecco anche il perché di quel sogno. Il mio stato alterato legato all'odore di bruciato ed ecco un bell'incubo in cui vengo arso vivo. Ma non mi sembrava di aver in mano una sigaretta, dev'essermi caduta. Me ne sono accesa un'altra per calmare i nervi.
I tranquillanti non stanno facendo effetto. Sono quasi le due, mancano poche ore all'alba. Ho riletto tutto quello che ho scritto. Sembra il delirio di un pazzo, mi sono messo a ridere. Nella stanza la mia risata risuonava con un eco distorto. Il sudore mi si è ghiacciato sulla pelle con la sensazione che un fredda mano mi graffiasse la schiena.
Sto ancora girando a vuoto per la stanza, guardando fuori dalla finestra la luna illumina di un pallore spettrale la città. Per le strade non passa anima viva.
Merda, ancora! Sono fradicio di wiskhey. Stavo bevendo l'ennesimo bicchiere e mi sono trovato disteso a terra. Fatico a scrivere tanto sto tremando, non riesco a tenere ferma la mano.
L'ho rivisto, era lui, è stato il peggior incubo che abbia mai avuto. Veniva verso di me ridendo, con il sangue che colava dalla gola. Il suo ghigno mi rimbombava nel cervello, i suoi occhi diabolici mi avevano pietrificato, i miei muscoli soffrivano dolori incredibili nella loro immobilità. Lui si avvicinava con satanica dolcezza, come un perverso amante.
Fatico a scrivere, ma voglio tenere fede al mio impegno, prego l'alba che arrivi presto. Fanculo, questa notte non finisce mai!
Mi ha appoggiato la mano alla guancia, scottava come brace, non riuscivo neanche ad urlare la gola mi pareva pietra. La sua mano scendeva lentamente.
Ah voglio dormire, voglio dimenticare il dolore, era solo un sogno.
La sua mano scendeva sul mio petto fermandosi all'altezza del cuore, non riuscivo a distogliere  lo sguardo dalle sue pupille, due pozzi aperti su abissi infernali.
Sentivo le sue dita al centro del mio torace lentamente affondare nella carne. Io ho urlato, chiedendo la morte, pregando che quel dolore cessasse in qualunque modo, senza che le mie orecchie cogliessero alcun suono.
La sua mano si è stretta attorno al mio cuore, ne avvertivo la vibrazione in tutte le membra. Ha iniziato a stringere, sentivo il tenero muscolo deformarsi e un insopportabile dolore diffondersi per tutto il mio corpo, la sua risata intanto mi perforava i timpani. Ero immobile, completamente in suo potere attendendo l'inevitabile.
Non riesco a descrivere l'orrore di questo incubo, sono le tre, l'alba è vicina.
Sole, voglio il sole! Cazzo quando arriva?
Si divertiva ad aumentare pigramente la stretta per prolungare la mia agonia e assaporarne ogni istante. Infine il mio cuore ha ceduto è scoppiato mentre il sangue mi schizzava su tutto il corpo e i miei sensi si annebbiavano.
Ho ripreso conoscenza con ancora la sensazione addosso del sangue caldo e appiccicoso.
Ti prego fa che l'alba arrivi, inizia a farmi male il petto
fatico a respirare
che dolore
il cuore
mi fa male il cuo


Dal rapporto della polizia si legge:
[...]gli agenti chiamati da una vicina disturbata dal rumore all'interno dell'appartamento hanno dovuto sfondare la porta chiusa dall'interno [...] Il corpo è stato trovato già in rigor mortis, seduto al tavolo. Stringeva nella mano destra ancora la penna con cui probabilmente stava scrivendo fino al momento in cui la morte sembra averlo colto improvvisamente. [...] L'autopsia ha rivelato che la causa della morte è stato il collasso del muscolo cardiaco. Il cuore si presenta fortemente lesionato, con molteplici rotture che ne hanno provocato una grave emorragia interna e l’arresto. La morte è stata archiviata come infarto a seguito dell’assunzione di alcolici e psicofarmaci.[...] L'ora del decesso è stata stimata dalla temperatura del fegato e dall'avvenuto rigor mortis attorno alle 22.00 del 15 Giugno [...]

 
Rispondi al commento:
ardylness
ardylness il 02/03/07 alle 10:04 via WEB
interessante.... mi sembrava di ricordare che amassi EAP... richiami lo stile almeno...scorrevole, forse hai tagliato un po' troppo... nel senso che potevi aumentare un po' la tensione, facendo scorrere più lentamente lo svolgersi della notte, della non notte... ma è solo parere personale, per il resto, accattivante.
 
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