Creato da foglienere il 22/10/2006

Mens Insana

ciarlatano, venditore di sogni, mercante di nuvole

 

 

Sogni di farfalle

Post n°70 pubblicato il 13 Febbraio 2007 da foglienere

Come un piccolo arcobaleno, una farfalla vaga per il bosco posandosi pigramente sul tronco di un vecchio abete. Raccoglie gli ultimi caldi raggi di un sole rosso di tramonto, mentre lentamente passa dalla veglia al sonno, al sogno...
E il suo sogno è la mia vita, fatta di piccole gioie e dolori, di successi e fallimenti, di calde giornate passate con gli amici e fredde notti in solitudine, di avvolgenti amori e lancinanti tradimenti, fino a che non richiudo nuovamente gli occhi.
E sogno...
di una soffice e luminosa alba che annunzia un nuovo giorno...
di una farfalla che si desta lentamente e con un leggero battito d'ali riprende il suo erratico viaggio.

 
 
 

Silenzi

Post n°69 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da foglienere

Le parole si sono rispettosamente messe in disparte, mentre il tempo che abbiamo condiviso si misurava nei miei gesti.
Alla stanchezza si univa la speranza delle ore che trascorrevano lasciando lentamente il loro peso sulle mie spalle.
Forse la tua voce aveva ancora voglia di cantare, di arrivare alle mie orecchie, ma io ormai ti sono distante, per te non ci sono più.
Ti sei incamminato in una strada in cui non posso seguirti, eppure forse un giorno forse ci rincontreremo sorridenti come due vecchi amici e ricuciremo lo strappo.
Angelo, a presto!

 
 
 

Esperimento Linguistico

Post n°68 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da foglienere

Arte: ho semore ragione!
Scalda: semore!!!!
Arte: memole
Scalda: tremule
Arte: querule
Scalda: infule
Arte: insulae
Scalda: insultale
Arte: salutale
Scalda: salvale
Arte: levale
Scalda: leva le tele
Scalda: o lava le tele

Arte: to va glioli
Scalda: ma gli Oni?

Arte : E la Lana?
Scalda: Mai a Lino!

Arte: sonno l'Enza...
Scalda: L'è senza!

Arte: M'assenzio, Mari torno!
Scalda: Io Re Sto!

Arte: Re Sisto!
Scalda: Sistol è di Astole

Arte: E cia-oh, na sistole!
Scalda: A rive d'Erci

Arte: A ri Sederci
Scalda: Ari, senti RCI?!?

Arte: Ri Spettiamo Ci
Scalda: Aspe ti Amo!!!!

Arte: stiamo fuori di testaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Arte: ma io ero una persona normale primaaaaaaaa

Eh si, lettori cari, che ci volete fare quando due menti si incontrano succedonon anche queste cose (Il dialogo è, ahinoi, realmente avvenuto stamattina...)

 
 
 

Icaro (ancora)

Post n°67 pubblicato il 06 Febbraio 2007 da foglienere
 
Tag: Parole

La pioggia scroscia, la sento scorrere sulla faccia. Le nere nuvole nascondono il mio cielo azzurro, ma non basteranno a fermarmi. Le mie ali si aprono con uno schiocco poderoso. Il precipizio di fronte mi ricorda la follia che mi scorre nelle vene, potrei cadere, potrei non riuscirci. Non importa. Due passi. Tre. Il quarto passo è nel vuoto. Distendo le mie nere ali, cerco la corrente. Veloce, devo prenderla in fretta, sento già le piume bagnate sento il peso della pioggia. Eccola, la corrente, mi ci infilo, come un bimbo nelle braccia della madre, mi sostiene, mi coccola, mi solleva. Ed eccomi salire in alto dentro le nubi e ancora più su. E sopra splende il sole. Mi riscalda, scioglie il freddo dei muscoli intorpiditi, asciuga il mio corpo. Lo so che mi brucerà, so che non lo raggiungerò, so che scioglierà le mie ali e precipiterò di nuovo sulla grigia terra, ma perchè fermarsi? E' così bello il sole...

 
 
 

Icaro

Post n°66 pubblicato il 06 Febbraio 2007 da foglienere

Ho messo le ali in tasca, stringo i pugni e guardo basso. La grigia strada mi ricambia, mi osserva con noncuranza, come se non ci fossi, non gliene frega niente. Non ci sto, la osservo con occhi cupi, dev'essere lei a distogliere lo sguardo per prima! Non ce la faccio, distolgo io, lo fisso su un piccolo ciuffo d'erba che tende al cielo i suoi fili. Ormai il verde è solo un ricordo, la polvere grigia lo copre quasi interamente. Così mi metto al suo livello e inizio a prenderlo in giro. Lo canzono per la sua voglia di altezze, per la sua ricerca del cielo, mentre è li basso, tutto impolverato. Dovrebbe accontantarsi, di quel piccolo angolino senza pensare all'impossibile. Ma lui non mi ascolta, anzi, tende ancora di più i suoi fili verso cielo, lo insulto e me ne vado. Sulla schiena ho la fastidiosa impressione di una linguaccia verde

 
 
 

Mancava un minuto all'una

Post n°65 pubblicato il 01 Febbraio 2007 da foglienere
 
Tag: Parole

Mancava un minuto all'Una. Povera Una non riusciva a stare chieta. Si sentiva persa senza quel minuto. Iniziò a cercarlo in ogni luogo, chiedeva e cercava. Era in ansia per quel povero minuto tutto solo. Intanto mentre vagava disperandosi capitò vicino ad un piccolo gruppo, mancava un quarto alle tre.
Ognuna delle tre diceva: "io ho preso solo il mio quarto" e le altre "Anch'io! Anch'io!". "Allora dov'è il quarto che manca?"  ma nessuna sapeva trovare una risposta e anche loro iniziarono ben presto a cercare.
Ma si sa il tempo perso non lo si ritrova più...

 
 
 

Libri Gennaio

Post n°64 pubblicato il 01 Febbraio 2007 da foglienere
 

Libri acquistati

Nick Hornby, Alta fedeltà
Andrea Bocconi, Viaggiare e non partire
Sergej Luk'janencko, I guardiani del giorno
Terry Pratchett, Eric
Matsuo Basho, Poesie
Paul Christopher, Dossier Michelangelo
Gianni Rodari, Favole al telefono
Otomo Katsuhiro, Akira (6 volumi)

Libri letti

Sergej Luk'janencko, I guardiani della notte - un'ottima gueraa tra bene e male con gli uomini ignari protagonisti
Daniel Pennac, Il paradiso degli orchi - continuo a leggere il ciclo di Pennac ancora a ritroso...
Goethe, Faust (iniziato...) - uff bello e impegnativo... mi porterà via parecchio tempo ancora
Gianni Rodari, Favole al telefono - bellissimo, favolette per bambini che mi hanno fatto sognare, vorrei tanto che il mio blog assomigliasse anche solo lontanamente alla bellezza di questo libro!
Otomo Katsuhiro, Akira (5 su 6 volumi) - un classico dei manga, finalmente ho trovato il tempo di prenderlo e leggerlo, merita, eccome!

 
 
 

Dal buon Remigio, il buono e il cattivo tempo

Post n°63 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da foglienere

Ieri, mentre mi recavo a piedi ad un appuntamneto in città, sono stato attirato da un piccolo negozietto. L'insegna era ovale, di quelle ancora in lamiera e presentava un po' di ruggine ai bordi. Lo sfondo era di un verde smeraldo un po' scolorito, ma le parole erano di un rosso brillante, ombreggiate in oro, probabilmente da poco ridipinte. La scritta diceva "Dal buon Remigio, il bello e il cattivo tempo"
Sulla porta era appesa una bella lavagnetta in legno, un po' consunta ai bordi. Recitava, con la bella calligrafia che aveva anche mio nonno:

Raggi di sole al metro
Nebbia fitta in sacchetti (aprire con cautela)
Chicchi di grandine al chilo (usare con attenzione)
Venti in barattolo (per gli uragani chiedere in negozio)
Ampolle di buona pioggia primaverile
Brina sottile (solo su ordinazione)
Foschia in soffi

Guardo dentro e un simpatico vecchietto con un gran sorriso mi fa cenno di entrare. Io gli sorrido a mia volta, ma sono un po' in ritardo quindi gli faccio segno che tornerò dopo. Lui mi guarda un po' rattristato e scuote la testa. Mi saluta con la mano e un dolce sorriso.
Al ritorno non c'era più neanche il negozietto, perchè certe cose le trovi solo quando non le cerchi.

 
 
 

Arriva l'omino

Post n°62 pubblicato il 30 Gennaio 2007 da foglienere
 
Tag: Parole

Mi raccontava mio nonno che nel mio paese, quando lui era giovane, erano tutti scorbutici. Nessuno ruisciva ad essere gentile con gli altri, ma senza capire perchè. Nemmeno a provarci si riusciva ad essere cortesi. Finchè un giorno, arrivò un omino con un grosso carro e sul carro c'era una grossa macchina. L'omino si fermò in piazza e chiese del sindaco. Ma tutti gli rispondevano in malo modo, nessuno gli sapeva indicare dov'era il sindaco senza aggiungere qualche parola maleducata. Allora l'omino esclamò: "Ohibò, ma qui c'è proprio bisogno del mio lavoro! Domani resterete senza parole!" Detto questo si avvicinò al grosso macchinario e iniziò a tirare leve, premere bottoni, girare manopole, la macchinà diede prima qualche sussulto e poi iniziò a far uscire un fumo nero. Andò avanti tutta la notte e oltre, neppure i più curiosi resistettero per vedere l'effetto di quell'enorme trabiccolo.

Ma alla mattina accadde proprio come aveva detto quel buffo omino, rimasero tutti senza parole. Nessuno riusciva a parlare, invece delle parole uscivano delle grosse bolle di sapone. I grandi dapprima si preoccuparono mentre i bambini giocavano allegri per tutta quella meraviglia. Pian piano tutti ricordarono le parole dell'ominio e a mezzogiorno tutto il paese era in piazza a fare cerchio attorno al piccoloo forestiero. Questi, un po' intimorito da tutta quella gente, continuava a lavorare alla sua macchina dicendo "State tranquilli, domani sarà tutto a posto. Lasciatemi lavorare se no per domani non riesco a finire." Così la gente visto che non c'era soluzione cominciò a giocare con le bolle, si giocava a chi la faceva più grande, a chi la faceva più piccola, a chi ne faceva di più, a chi la mandava più lontano e ogni minuto si inventava un gioco nuovo. Così senza accorgersene e senza una parola venne la notte e tutti tornarono a letto stanchi e felici.
Il mattino dopo la gente si alzava e diceva "Buongoiorno!" ma quel "Buongiorno" brillava, aveva anche una luminosa scintilla sulla O. E tutti correvano fuori a parlare, le parole uscivano erano talmente colorate che non riuscivano a smettere di parlare. Tutti corsero in piazza a fare grande festa all'omino. Lui un po' imbarazzato di tanta festa disse che aveva fatto semplicemente il suo lavoro di Lavaparole. Aveva anche messo in un grosso sacco tutte le brutte parole e le avrebbe portate via. Li salutò ammonendoli che avessero cura ora delle loro parole perchè non sapeva quando sarebbe ripassato. LA gente del paese prima di lasciarlo andare però fece una gran festa in suo onore e i bambini poterono mangiare dolci fino a notte fonda senza che nessuno li sgridasse!

L'omino però era un tipo distratto e si dimenticò del sacco con le brutte parole il quale una notte si aprì senza che se ne accorgesse e di nuovo tornarono anche quelle, ma la gente ora sa che bisogna tenerle pulite e quando ne vede qualcuna un po' sporchina corre suibito alla fontana della piazza per lavarla!

 
 
 

Combattere

Post n°61 pubblicato il 28 Gennaio 2007 da foglienere

Ho preso coraggio e sono salito in pedana come avevo scritto qui
Ma non c'era la voglia di vincere, c'era solo la voglia di essere vivo. Attaccavo, paravo, mi gettavo contro. Nella mente mi passavano i versi del Cyrano
"Oplà pavido allocco
la ballata è finitaio tocco"
e in quel momento partivo con l'affondo ad ottenere il punto. La scena è stata solo mia, ma porto con me la gioia di quell'attimo riuscito. Scontro comunque perso...
Altro scontro, vantaggio di due punti, posso tranquillamente attendere di vincere facendo scadere il tempo.... ma chissenefrega, è la mia prima gara faccio quello che mi pare!!! Così attacco, provo le cose più assurde, la mia spada percorre le traiettorie più strane. Le mie gambe si muovono per i cavoli loro, dal vantaggio iniziale finisce che perdo... amen.
A metà del combattimento successivo non c'è storia, ne prendo di santa ragione anche perchè continuo a folleggiare. Alla mia ennesima azione folle l'arbitro (una donna... si dice arbitra?) mi guarda storto, poi guarda il mio maestro a bordo pedana che ricambia con uno sguardo a metà tra "Che ci posso fare? è fatto così!" e "Io quello non l'ho mai visto!"
Così finisce che perdo anche quello.
Ultimo combattimento, devo dare il meglio di me.
E accade!
Siamo 4 pari: chi fa punto vince.
Eccolo il momento lui parte con un affondo, ma non più un brufoloso adolescente biancovestito, la palestra diventa un campo da torneo sotto gli occhi di un potente gruppo di nobili e una folla di rozzi villici. Io sono al centro della competizione e vedo partire il colpo. La mia è un'azione magistrale (in fondo sono Magistro ehehehe), salgo in posta di donna e, sentendo cozzare le lame, repentinamente afferro la lama avversaria e rispondo con un rapido fendente alla testa, la vittoria è mia.
Il fischio dell'arbitro mi riporta nel 2007. Ammonizione, mi viene sventolato davanti un bel cartellino giallo. Non si può assolutamente afferrare la spada avversaria! L'avversario mi guarda allibito da dietro la maschera, anche l'arbitra mi guarda storto, sicuramente non le era mai capitato qualcosa del genere, vabbè io me la rido della grossa sotto la maschera. Ci rimettiamo in posizione e sull'assalto purtroppo la mia punta scivola sulla sua divisa, la sua risposta invece è semplice e perdo anche questo incontro.

immagine

Bene non mi resta che farmi una bella doccia cambiarmi e tornare a casa. Perse tutte, ma credo che continuerò a combattere così per un bel po'... almeno finchè posso usare la scusa "ho cominciato solo da pochi mesi eheheh"
Decisamente i combattimenti seri non fanno per me!

 
 
 

PERCHè SCALDA?

Sono The Crow, il corvo del cimitero di Pére Lachaise. E tu sarai un angelo, un giorno. La tua anima camminerà nella notte per giocare ancora con il Mondo...
Ti aspetterò, ragazza.

Jessica
 

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