Post n°70 pubblicato il 13 Febbraio 2007 da foglienere
Come un piccolo arcobaleno, una farfalla vaga per il bosco posandosi pigramente sul tronco di un vecchio abete. Raccoglie gli ultimi caldi raggi di un sole rosso di tramonto, mentre lentamente passa dalla veglia al sonno, al sogno... |
Post n°69 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da foglienere
Le parole si sono rispettosamente messe in disparte, mentre il tempo che abbiamo condiviso si misurava nei miei gesti. |
Post n°68 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da foglienere
Arte: ho semore ragione! |
La pioggia scroscia, la sento scorrere sulla faccia. Le nere nuvole nascondono il mio cielo azzurro, ma non basteranno a fermarmi. Le mie ali si aprono con uno schiocco poderoso. Il precipizio di fronte mi ricorda la follia che mi scorre nelle vene, potrei cadere, potrei non riuscirci. Non importa. Due passi. Tre. Il quarto passo è nel vuoto. Distendo le mie nere ali, cerco la corrente. Veloce, devo prenderla in fretta, sento già le piume bagnate sento il peso della pioggia. Eccola, la corrente, mi ci infilo, come un bimbo nelle braccia della madre, mi sostiene, mi coccola, mi solleva. Ed eccomi salire in alto dentro le nubi e ancora più su. E sopra splende il sole. Mi riscalda, scioglie il freddo dei muscoli intorpiditi, asciuga il mio corpo. Lo so che mi brucerà, so che non lo raggiungerò, so che scioglierà le mie ali e precipiterò di nuovo sulla grigia terra, ma perchè fermarsi? E' così bello il sole... |
Post n°66 pubblicato il 06 Febbraio 2007 da foglienere
Ho messo le ali in tasca, stringo i pugni e guardo basso. La grigia strada mi ricambia, mi osserva con noncuranza, come se non ci fossi, non gliene frega niente. Non ci sto, la osservo con occhi cupi, dev'essere lei a distogliere lo sguardo per prima! Non ce la faccio, distolgo io, lo fisso su un piccolo ciuffo d'erba che tende al cielo i suoi fili. Ormai il verde è solo un ricordo, la polvere grigia lo copre quasi interamente. Così mi metto al suo livello e inizio a prenderlo in giro. Lo canzono per la sua voglia di altezze, per la sua ricerca del cielo, mentre è li basso, tutto impolverato. Dovrebbe accontantarsi, di quel piccolo angolino senza pensare all'impossibile. Ma lui non mi ascolta, anzi, tende ancora di più i suoi fili verso cielo, lo insulto e me ne vado. Sulla schiena ho la fastidiosa impressione di una linguaccia verde |
Mancava un minuto all'Una. Povera Una non riusciva a stare chieta. Si sentiva persa senza quel minuto. Iniziò a cercarlo in ogni luogo, chiedeva e cercava. Era in ansia per quel povero minuto tutto solo. Intanto mentre vagava disperandosi capitò vicino ad un piccolo gruppo, mancava un quarto alle tre. |
Libri acquistati |
Post n°63 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da foglienere
Ieri, mentre mi recavo a piedi ad un appuntamneto in città, sono stato attirato da un piccolo negozietto. L'insegna era ovale, di quelle ancora in lamiera e presentava un po' di ruggine ai bordi. Lo sfondo era di un verde smeraldo un po' scolorito, ma le parole erano di un rosso brillante, ombreggiate in oro, probabilmente da poco ridipinte. La scritta diceva "Dal buon Remigio, il bello e il cattivo tempo" |
Mi raccontava mio nonno che nel mio paese, quando lui era giovane, erano tutti scorbutici. Nessuno ruisciva ad essere gentile con gli altri, ma senza capire perchè. Nemmeno a provarci si riusciva ad essere cortesi. Finchè un giorno, arrivò un omino con un grosso carro e sul carro c'era una grossa macchina. L'omino si fermò in piazza e chiese del sindaco. Ma tutti gli rispondevano in malo modo, nessuno gli sapeva indicare dov'era il sindaco senza aggiungere qualche parola maleducata. Allora l'omino esclamò: "Ohibò, ma qui c'è proprio bisogno del mio lavoro! Domani resterete senza parole!" Detto questo si avvicinò al grosso macchinario e iniziò a tirare leve, premere bottoni, girare manopole, la macchinà diede prima qualche sussulto e poi iniziò a far uscire un fumo nero. Andò avanti tutta la notte e oltre, neppure i più curiosi resistettero per vedere l'effetto di quell'enorme trabiccolo. Ma alla mattina accadde proprio come aveva detto quel buffo omino, rimasero tutti senza parole. Nessuno riusciva a parlare, invece delle parole uscivano delle grosse bolle di sapone. I grandi dapprima si preoccuparono mentre i bambini giocavano allegri per tutta quella meraviglia. Pian piano tutti ricordarono le parole dell'ominio e a mezzogiorno tutto il paese era in piazza a fare cerchio attorno al piccoloo forestiero. Questi, un po' intimorito da tutta quella gente, continuava a lavorare alla sua macchina dicendo "State tranquilli, domani sarà tutto a posto. Lasciatemi lavorare se no per domani non riesco a finire." Così la gente visto che non c'era soluzione cominciò a giocare con le bolle, si giocava a chi la faceva più grande, a chi la faceva più piccola, a chi ne faceva di più, a chi la mandava più lontano e ogni minuto si inventava un gioco nuovo. Così senza accorgersene e senza una parola venne la notte e tutti tornarono a letto stanchi e felici. Il mattino dopo la gente si alzava e diceva "Buongoiorno!" ma quel "Buongiorno" brillava, aveva anche una luminosa scintilla sulla O. E tutti correvano fuori a parlare, le parole uscivano erano talmente colorate che non riuscivano a smettere di parlare. Tutti corsero in piazza a fare grande festa all'omino. Lui un po' imbarazzato di tanta festa disse che aveva fatto semplicemente il suo lavoro di Lavaparole. Aveva anche messo in un grosso sacco tutte le brutte parole e le avrebbe portate via. Li salutò ammonendoli che avessero cura ora delle loro parole perchè non sapeva quando sarebbe ripassato. LA gente del paese prima di lasciarlo andare però fece una gran festa in suo onore e i bambini poterono mangiare dolci fino a notte fonda senza che nessuno li sgridasse! L'omino però era un tipo distratto e si dimenticò del sacco con le brutte parole il quale una notte si aprì senza che se ne accorgesse e di nuovo tornarono anche quelle, ma la gente ora sa che bisogna tenerle pulite e quando ne vede qualcuna un po' sporchina corre suibito alla fontana della piazza per lavarla! |
Post n°61 pubblicato il 28 Gennaio 2007 da foglienere
Ho preso coraggio e sono salito in pedana come avevo scritto qui |
PERCHè SCALDA?
Jessica
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