Creato da foglienere il 22/10/2006

Mens Insana

ciarlatano, venditore di sogni, mercante di nuvole

 

 

Follemente

Post n°29 pubblicato il 12 Dicembre 2006 da foglienere

- Folle?
- Mente!
- Mente?!
- Folle!!

 
 
 

Leggendo sul femminismo

Post n°28 pubblicato il 09 Dicembre 2006 da foglienere

Leggendo poche righe sul femminismo, sono ignorante al riguardo, lo so, ma mi sto informando, trovo che tra le frasi più usate c'è questa:

 La donna deve essere uguale all'uomo

in mille salse e con mille sfumature. Al che mi chiedo: Donne perchè dovete abbassarvi così tanto? Beh leggerò di più e mi informerò.

 
 
 

Io non ho mai sognato

Post n°26 pubblicato il 08 Dicembre 2006 da foglienere
 
Tag: Parole

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Sophie camminava, lenta per il quartiere di Saint Denis, il passo lento e gli occhi sgranati ad osservare le meraviglie che le passavano davanti. A scuola i suoi compagni la prendevano in giro, la chiamavano Sophie occhi-fissi. Non le piaceva all'inizio quel nome, ma aveva imparato ad accettarlo, se l'era lasciato cucire addosso, ora le calzava perfettamente non le dava più fastidio.
Come sempre pensava ai sogni, non riesce a contare le volte in cui ha parlato di sogni e ha chiesto spiegazioni. Fin dalla prima volta che aveva sentito quella parola da piccola era corsa dalla mamma e le aveva chiesto che cosa è un sogno. La madre guardandola un po' stranita, le aveva risposto che i sogni sono quelle immagini che si vedono da addormentati, quelle cose che sembrano reali fino a che non ti svegli. Aveva ripetuto la stessa domanda molte volte e a molte persone, tutte le avevano dato più o meno la stessa risposta, ma nessuno era stato in grado di rispondere alla seconda domanda: come faccio a sognare? quasi tutti provavano a risponderle qualcosa del tipo prova a dormire e vedrai che ti arrivano i sogni, qualcuno le consigliava di leggere, qualcuno di guardare la televisione, di bere un po' di latte o di te, ma nessuno sapeva darle la risposta esatta e tutti crollavano alla sua affermazione successiva, "io non ho mai sognato".
Ma il suo stupore non si fermò lì, rimase ancora più scioccata quandi si accorse di quanto fosse banale quello che vedevano le altre persone, quando chiedeva ai suoi genitori, a suo fratello, ai suo amici cosa vedevano indicando col suo dito riceveva le risposte più insulse: una casa, un uomo su una bicicletta, un albero, un cane, una nuvola, niente.
Capì perchè non sognava di notte, lei camminava nei sogni ad occhi aperti. Dal tetto della chiesa salpavano galeoni all'inseguimento delle fregate dei pirati; in mezzo alla piazza maghi e cavalieri affrontavano di volta in volta draghi, giganti, basilischi, gorgoni, meduse; astronavi e mostri extraterrestri si succedevano a fate e folletti, per essere sostituiti da deserti di sabbia e implacabili tuareg, mostri marini e dolci sirene, dinosauri, sfingi, uccelli leggendari e figure mitologiche, tutto passava davanti ai suoi occhi e non rimpiangeva certo che il sonno fosso solo un nero vuoto tra un giorno e l'altro.

Io invece invidio chi sogna, io sogno pochissimo (anche se dovrei dire che al risveglio non mi ricordo i sogni) più che addormentarmi mi sento scagliato tra le braccia di Morfeo e il risveglio è sempre uno strapparmi all'incoscienza profonda. Beati voi che sognate! I miei sogni cmq iniziano quando apro gli occhi, Scalda.

 
 
 

Perdere

Post n°25 pubblicato il 07 Dicembre 2006 da foglienere

Una perla salata scendeva dal suo volto senza tempo, la tristezza dipinta nei suoi occhi non aveva confine, superava le ere, andava oltre il tempo. Raccolte le ali sul suo corpo, sogna di scaldare il suo cuore gelato, mai le candide piume sentiranno la fredda carezza del vento. Le braccia mollemente appoggiate sulle ginocchia, la testa nascosta dentro la sconfitta. 

 
 
 

Fuoco

Post n°24 pubblicato il 06 Dicembre 2006 da foglienere

Danza la fata sulla punta di un fiammifero con passi dolci e misurati: uno scatto d'ira incendierebbe il suo mondo

 
 
 

Cade una foglia di Ginko

Post n°23 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da foglienere


immagineIl ginko mi affascina, come potrebbe essere diversamente?
Un albero verde smeraldo in primavera che diventa oro acceso in autunno.
Non si copre di fiori colorati, non regala frutti succosi, non attira con soavi profumi.
Le sue foglie sono un piccolo ventaglio, con l'unico vezzo di una piccola V al centro, questo piccolo segno esprime tutta la sua semplice eleganza, senza clamori, senza esagerazioni, il suo buon gusto disegnato nello spezzarsi della linea dell'arco.
Una pianta che vive e sopravvive, nata prima dei dinosauri, sicura di se non si è modificata per adattarsi, fiduciosa si è mantenuta fedele a se stessa.
Ancora oggi ci regala le sue cascate di foglie d'oro raccontandoci la lunga sua storia.
E sotto di lui ho nascosto le mie gioie di bambino, fiducioso che lo spirito del Ginko le conservi e le protegga fino a che i miei figli non le ritrovino.

 
 
 

Fulmine

Post n°22 pubblicato il 03 Dicembre 2006 da foglienere
 
Tag: Parole

Sono le quattro e mezza, del mattino. Sono a letto e guardo fuori il nero, in trasparenza vedo il mio riflesso. Quello che mi ricambia lo sguardo dal vetro sporco della finestra è un uomo stanco, la pelle è tirata sul viso, i capelli sono fuori controllo e gli occhi sprofondati, ben nascosti sotto le sopracciglia con un leggero alone rosso. Non dovrei fumare a letto, ma chi se ne, non dovrei neanche bere a letto, se è per questo. Ho dormito? chi lo sa le utlime ore sono state tutto un continuo cadere dal sonno alla veglia. Non ce la faccio, fra un attimo mi alzo. Certo, non prima di aver finito la mia Lucky Strike e il mio bicchiere di Whiskey. Sigaretta e Whiskey: la colazione dei campioni, non c'è dubbio. Pacchetto e bottiglia sempre pronti sul comodino, ultimamente sono parecchie le mattine che mi sveglio così, da quel giorno...
Quel botolo rognoso! Non poteva starsene fuori?! Ogni momento ci ripenso.
Forse si sentiva in colpa, era per lui che sono uscito. Stavo facendo il solito giro serale, stavo portandolo fuori, quel bastardino era di mia sorella, mi ha lasciato un anno fa e mi ha lasciato questo cane, Fulmine. Ma si può chiamarlo Fulmine?! Forse mia sorella era veggente. Insomma sono lì, rincoglionito come poche altre sere e mi spunta fuori un tizio che sembra uscito dal più scontato clichè di un telefilm di polizia. Mi punta quella che sembra un pistola e mi sputa addosso un: "Fuori i soldi!" Io rido, non so perchè, ma la cosa mi sembra talmente assurda che non trattengo le risate, Fuori i soldi? A me? Cioè, Ciccio mi hai visto, sono qui con un bastardo di cane, vestito con un paio di jeans che anche un minatore disdegnerebbe di mettere per andare al lavoro, una maglietta con cui scoleresti la pasta che è uno spettacolo e mi chiedi dei soldi? L'improbabilità della scena mi prende come uno shock e non riesco a smettere di ridere. Ciccio si sente preso in contropiede, non capisce, farfuglia, non sa che fare. Mi biascica un altro "Fuori i soldi o sparisco!" Non trattengo più le risate, ormai al limite dell'isterismo. Non mi sembra carino rimarcare il suo errore dicendogli qualcosa tipo "Si, si sparisci pure!".
Mi spara.
Sento un incendio nella gamba e subito il fiume di sangue che scende. Cado in ginocchio. Stranamente ora non trovo più nulla da ridere. Sto guardando la canna della pistola da cui esce una sottile linea di fumo. Si sparami, finiscimi, sono un fallito, tanto non ho nulla da perdere, l'infinita retta del proiettile ha un punto di fine in me. Spara, non aspetto altro. Pensieri sconnessi mi passano velocemente in testa e ancora un sorriso mi si disegna sulle labbra. Vedo il dito che preme il grilletto, ma stavolta non sento il dolore. Rimango stordito un secondo mentre osservo una macchia bianca-grigia-marrone mi passa davanti e atterra l'uomo con la pistola, il tutto con la colonna sonora di un nitido bang e un miserevole plop.
Non ricordo, dicono che mi hanno trovato a dare calci a quello che rimaneva della faccia di quello scarto umano mentre insultavo quel cane bastardo che mi ha salvato la vita, beccandosi una pallottola al posto mio e morendo praticamente sul colpo. E ancora adesso quando ci penso mi chiedo chi te l'ha fatto fare? Ti ho sempre trattato male, ti bastonavo quando abbaiavi, ti legavo fuori quando ero stufo di vederti in casa, mi dimenticavo di darti da mangiare, ti scarpavo quando tornavo a casa dopo una giornata no, alle tue feste rispondevo a calci. Ma questa è la tua vendetta vero bastardo? Per me sarebbe stato più facile morire in quel momento, che affrontare la mia vita inutile e sopra il conto sapere anche di doverla a te! Bastardo! Beh alla malora tutto, ancora non riesco a dormire pensandoci. Vorrà dire che cercherò di essere un uomo milgiore, forse te lo devo, ma di sicuro la prossima volta mi compro un pesce rosso.

 
 
 

Timore e Paura

Post n°21 pubblicato il 01 Dicembre 2006 da foglienere
Foto di foglienere

Scrive Antonio Manciolino, bolognese, nella sua Opera Nova:

Timore si fa al nemico tirandoli colpi da mezzo in su, che da mezzo in giù, perchè li occhi et conseguentemente il core de li non molto valorosi si lasciano di abbagliagine vincere.

Si deve esser occhiuto che’l nemico non habbi pontino di vantaggio ne l’armi: o in altra cosa, perciò che quello li potrebbe dar vittoria.
Non deve mai scoprire uno la sua fantasia de li colpi a l’altro: ma ben intender quella del aversario. Il perchè contrastando di piano animo deve far buoni li altri disegni: ma conducendosi al gioco ove ha l’honore: ivi è cosa lodevole mostrar la sua fantasia al opposito.

Quante volte abbiamo paura di cose che abbagliano? che facciamo così grandi eppure in fin fine si riducono a poco.
Già il Manciolino nel 1531 nel suo trattato di scherma (o meglio di combattimento visto che spazia in tutte le armi, non solo la spada) insegna ai suoi allievi come sfruttare la paura innata dell'uomo: un colpo vicino agli occhi incute molto più timore che un colpo portato al ventre o alle gambe. E ancora consiglia di portare il gioco sul terreno dove siamo più avvantaggiati, quante volte anche a scuola durante le interrogazioni si cerca di portare il discorso sulle cose che si sanno cercando di evitare le trappole che ci portano verso argomenti sconosciuti?
Dunque cerchiamo vivere conducendosi al gioco ove ha l’honore: ivi è cosa lodevole mostrar la sua fantasia al opposito.
E per il resto cerchiamo di imparare quello che ci difetta, prima che qualcuno se ne accorga!
Insomma detto a parole è fantastico! Metterlo in pratica forse un po' meno...

 
 
 

Libri Novembre

Post n°20 pubblicato il 30 Novembre 2006 da foglienere
 

Libri Acquistati

La fata Carabina, Daniel Pennac
Il Paradiso degli orchi, Daniel Pennac
1984, George Orwell
Manga, Fast Food e Samurai, Peter Cafrey
Una vita da lettore, Nick Hornby
La strategia dell'aquila, Danilo Mainardi
In una lontata città, Jiro Taniguchi

Libri Letti
La Prosivendola, Daniel Pennac
La fata Carabina, Daniel Pennac (bello e improbabile)
Manga, Fast Food e Samurai, Peter Cafrey (mi ha un po' deluso)
Dal Big Bang ai buchi neri, Stephen Hawking (iniziato)
Le ragazze che seguivamo, Charles Bukowsky (iniziato)
Discorso intorno alle cose della guerra con un oratione della pace, Girardi Antonio (1558) (Letto solo la parte sulla guerra, l'orazione della pace era pallosa)
Opera nova chiamata duello, Achille Marozzo 1536 (Lettura pressochè
obbligata...)

 
 
 

In attesa...

Post n°19 pubblicato il 27 Novembre 2006 da foglienere

e penso
e fatti e persone mi scorrono davanti
e ricordi e memorie riemergono
e...
facce, gesti,lettere, parole, colori, profumi, gusti, suoni, mi sommergono come nel mare del mio essere.
immagine
Chi sono?
Sono quello che ha vissuto la mia vita fino ad ora? Sono un altro perchè oggi è un altro giorno? E quello di ieri dov'è? C'è un posto dove finiscono i me stesso esauriti? Quelli che hanno vissuto la loro giornata mi passano il loro testimone di gieie e dolori come io lo passerò a quello di domani. Esiste un cestino dove verrò obliato, dove tutto quello che sono oggi verrà dimenticato? Oggi vivo questa giornata con i carico che mi è stato affidato e con il compito di vivere questa giornata nel migliore dei modi.
Accetto la sfida, fino a stasera gioco, domani non è affar mio.

 
 
 

PERCHè SCALDA?

Sono The Crow, il corvo del cimitero di Pére Lachaise. E tu sarai un angelo, un giorno. La tua anima camminerà nella notte per giocare ancora con il Mondo...
Ti aspetterò, ragazza.

Jessica
 

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eh eh eh ^________^ un salutino!!!!!
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