Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Maggio 2008

Età ingrata

Post n°89 pubblicato il 08 Maggio 2008 da middlemarch_g
 

Ogni tanto in palestra incrocio un ragazzetto che è un manifesto vivente della misura in cui la vita può infierire su un adolescente.

Avrà forse sedici anni. Sguardo abulico, prestanza bovina, andatura trasandata, capello riccio e scuro tagliato alla porca l’oca, assenza di riflessi interiori, vita emotiva ridotta ai soli impulsi essenziali. In più, 20 chili di troppo. Brufoli no, non ne ha. Ma si vede che il dio della sfiga si è mosso a pietà e ha ritenuto di non dover infierire. E’ una cosa a metà tra una versione sovradimensionata di Giacomo Leopardi, e una ridotta di Palla di Lardo in Full Metal Jacket.

La cosa che mi turba poi non è tanto il suo aspetto fisico, ma il senso di impotenza con cui se lo trascina dietro. Non posso dire che venga a fare atto di presenza. Si allena. In realtà si allena. Lo vedo passare da una macchina all’altra, afferrare i pesi e tirare. Ma quando lo osservo in pausa mi devasta la tristezza. Perché seguo il suo sguardo, che punta sempre verso un vuoto interiore profondissimo, e capisco bene che in fondo non ci crede neanche lui. Non crede nella possibilità che quello che fa possa migliorare il suo fisico infelice. Non crede che la qualità della sua vita possa evolvere in qualcosa di meglio. Non crede che le sue giornate finiranno per avere un senso prima o poi. Vorrebbe, altrimenti non sarebbe lì.  Ma con tutta la buona volontà proprio non ci riesce.

A ripensarci ora, quello che ho davvero odiato della mia adolescenza è stato prorio questo. Che per quanti sforzi facessi, avevo la netta sensazione che niente fosse davvero nelle mie mani, e che la mia felicità non dipendesse da me. La mia vita era catastroficamente eterodiretta. Chissà, magari era una questione di ormoni. Ho sentito dire che possono fare questo effetto.

Resta il fatto che non si cita mai abbastanza spesso Paul Nizan:

Ho avuto vent’anni, e non permetterò a nessuno di dire che è stata l’età più bella della mia vita.

 
 
 

Aloha guapa

Post n°88 pubblicato il 07 Maggio 2008 da middlemarch_g

Ieri prima di andare al lavoro ho fatto un salto a casa dei suoceri per portare qualche documento. Erano le sette. Data l’ora, ho trovato cognati e nipoti a tavola, coerentemente riuniti per la colazione. Non è che capiti spesso di vedersi a quell’ora, per cui l’incontro è stato celebrato con la doverosa percentuale di allegra sorpresa.

Mi fermo a chiacchierare dieci minuti, mollo i miei documenti, e riparto per andare al lavoro.

Nel pomeriggio mi arriva questa mail di mio cognato:

Oggi è proprio una splendida giornata e non solo per questo meraviglioso sole. Adoro le belle cose inattese e stamattina la tua bella faccia sorridente e la breve chiacchierata mi hanno davvero messo di ottimo umore (di buono lo
sono di default).
Se non fossi stata mia cognata magari ti avrei convinto a non andare al lavoro e passare la giornata insieme ma se non fossi stata mia cognata come ci saresti finita nel bel mezzo della mia colazione?
Beh insomma sei stata il piacevolissimo incipit di una gran bella giornata e, anche se trovo il tempo di scriverti solo ora che volge ad ovest, volevo semplicemente dirtelo perchè certe cose fa sempre piacere sentirsele dire ma troppo spesso ci scordiamo di farlo......ed è un vero peccato.

Aloha guapa

Vi ho mai detto che fra le motivazioni salienti della decisione di aprire il blog c’era quella di celebrare smodatamente  la mia vanità?

Ecco, ve lo dico ora. Nell’eventualità che a qualcuno di voi la cosa sfugga. Non me lo perdonerei mai.

 
 
 

Laura Palmer effect

Post n°87 pubblicato il 06 Maggio 2008 da middlemarch_g
 

Mio marito, che è di matrice campagnola, quando mi accompagna a Roma si sorprende sempre della facilità con cui si incontrano personaggi più o meno noti. Niente di hollywodiano, s’intende. E’ raro imbattaersi in un premio Nobel. Però in effetti, se passeggi blandamente nel triangolo piazza di Spagna-Montecitorio-Pantheon, è facile incrociare un nano, una ballerina, una mezza tacca parlamentare o un maître à penser un tanto al chilo.

L’unica cosa interessante di questo genere di attività è che ti permette di confrontare l’immagine televisiva di un individuo con la sua incarnazione reale, perché in tivvù pesa molto l’aspetto energetico. L’ultima volta, dietro Giolitti, abbiamo avvistato Giulia Bongiorno. Avrei detto che l'avvocato Bongiorno – palesemente un mastino dalla carica aggressiva fredda e letale – fosse più alta e incombente. Nella realtà invece è una signora magrissima, quasi diafana, di quelle che dimostrano dieci anni di meno dell’età che hanno. Se non avessi uno spiccato talento fisiognomico forse non l’avrei neppure notata quando mi è passata accanto.

Mi è tornata in mente perché l’ho vista ieri sera al tg2. E’ entrata anche lei nel collegio difensivo di Raffaele Sollecito, e subito l’inchiesta, già di suo piuttosto sovraesposta, ha subito un’impennata. Insomma ha detto così:

Dopo un’attenta lettura delle carte processuali mi sono formata il radicato convincemento dell’innocenza dell’imputato.

Di per sé, come commento, è impeccabile. Però qualcosa mi stonava. C’è una specie di falla epistemologica. Il tuo lavoro è fare l’avvocato, che significa difendere il tuo cliente, il quale ne ha diritto indipendentemente dalla sua eventuale colpevolezza. L'avvocato può conoscere la verità o ignorarla, può credere nell'innocenza del cliente o meno, in ogni caso ha il dovere di farlo.

Perciò, da come la vedo io, il tuo parere sulla questione è assolutamente irrilevante. Il radicato convincento che devi suscitare non è il tuo. Semmai quello dei magistrati. Tanto più che in una circostanza simile il tuo parere è leggermente inquinato dal sospetto di un conflitto di interessi. Quindi, perché lo dici, e perché al tg?

Magari perché è una tecnica di marketing efficace. Magari perché sai che in un processo simile, come in centomila altri prima di questo, il tribunale non sarà il luogo deputato all’accertamento della verità, ma il set televisivo di una fiction. O magari anche perché lo pensi e basta. Può essere, non dico di no.

In ogni caso è sempre sorprendente la misura in cui certe inchieste si impennano sviluppando un vortice fantaletterario che risucchia echi, interessi, personaggi dubbi in cerca di fama, chiacchiere, opere e  illazioni. Alla fine ti rimane una sensazione di appannata estraneità. Ti ritrovi in cima a una torre di Babele presa d’assalto da una corte dei miracoli di disperati, e non ti ricordi nemmeno più qual’era il punto di partenza. Cosa c’era all’inizio di questa storia?

Ah si, certo. Una ragazza sgozzata.

 
 
 

Magari la risposta vi sorprende...

Post n°86 pubblicato il 05 Maggio 2008 da middlemarch_g
Foto di middlemarch_g

Siccome un blog degno di questo nome non può esimersi dall'infilare un test da qualche parte, lo faccio anch'io.

C'è un modo semplice per sapere se le vostre modalità espressive sono più yin o più yang. Che non vuol dire naturalmente se siete più maschi o più femmine. Quello, auspicabilmente, lo sapete già di vostra cultura personale. Vi dice solo se le vostre maree empatiche hanno un andamento più prorompente e deciso di tipo maschile, oppure modulato e armonico di tipo femminile.

Incrociate le mani come nella foto del post. Ognuno di noi ha un solo modo naturale di sovrapporre i pollici. Se provate a invertirlo vi accorgete subito che l'incrocio opposto non viene spontaneo.

Il test è pronto: se il pollice destro si sovrappone al sinistro, in voi prevale l'energia  yin, se succede il contrario siete figli dell'energia yang.

Fate sapere a mamma com'è andata.

 
 
 

Oggi mi sento il tipo da ogni erba un fascio

Post n°85 pubblicato il 05 Maggio 2008 da middlemarch_g
 

Ogni tanto mi sveglio con qualche rigurgito di misoginia. Magari dopo un lungo ponte come questo, quando mi tocca rientrare in un ufficio che condivido con 6 femmine e so già che per tutta la giornata, fino a quando il mio ricambio cellulare non si sarà adeguato all’ecosistema, il tasso di energia yin esorbiterà ampiamente  la mia capacità di smaltimento.

Appena entro, sulla mia scrivania, l’occhio mi cade sul volantino che pubblicizza il ciclo di conferenze che si tiene qui, la sera, a biblioteca chiusa. Questa stagione ci sono un paio di incontri che vertono sul tema: perché le donne raramente raggiungono i vertici della carriera nelle professioni scientifiche e tecnologhiche?

 Fra le relatrici invitate a discernere la spinosa questione c’è una docente della nostra facoltà specializzata sul tema delle mutilazioni femminili presso le popolazioni africane.

Anni fa si fece notare quando, alla ricerca di laureande da reclutare per un suo progetto di ricerca, affisse un cartello nell’atrio che recitava così:

studentesse cercasi per mutilazioni genitali

Perché le donne raramente raggiungono i vertici della carriera nelle professioni scientifiche e tecnologiche, si diceva? Ehhh, sono quelle avverse alchimie del destino contro le quali non c’è vera spiegazione, né alcuna seria possibilità di difendersi.

Quanto detto per bilanciare la chiara inclinazione femminista del post precedente. Perchè io sono così: non mi diverto a camminare nel mezzo, e l'equilibrio mi piace conquistarlo come pratica zen di mediazione fra opposti e e inconciliabili estremi.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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