Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi del 08/12/2008

Once were warriors

Post n°372 pubblicato il 08 Dicembre 2008 da middlemarch_g
 

Pio XII, papa Giovanni, Paolo VI, Giovanni Paolo II: fatti. Padre Pio, Maria Goretti, Paolo di Tarso, Francesco d'Assisi, Lourdes e Fatima, archiviati. Poi si va di antico e nuovo testamento: Gesù, Giuseppe, Mosè, Abramo, Salomé, Sansone e Dalila, Geremia, Davide e Giacobbe. Dice: cos'è? Il programma dell'ora di religione? No, è l'elenco parziale delle fiction religiose di rai e mediaset di questi ultimi 15 anni. Parziale perché di sicuro me ne sono dimenticata qualcuna, ma tant'è, il panorama mi pare comunque piuttosto esaustivo.

Al passaggio in tivvù del trailer dell'ennesima replica – le mandano e le rimandano, hai visto mai che qualcosa ci entri in testa, se non per intimo convincimento almeno per ripetizione ossessiva? - mi è venuto in mente Gregorio Magno, che fu un papa a modo suo piuttosto attrezzato contro le vicissitudine dell'epoca, tant'è che non si capisce come non gli abbiano ancora dedicato una fiction. Salì al soglio nel 590 e morì all'incirca 15 anni dopo. Le difficoltà di concetto per un papa vissuto a cavallo tra il VI e il VII secolo erano legate al fatto che tutto quel che era compreso all'interno di ciò che era stato l'impero romano, ormai era cristianizzato. Il paganesimo era essenzialmente scomparso. Si apriva quindi la stagione della Nuova Frontiera: restavano da convertire tutte quelle popolazioni barbariche del nord e dell'est dell'Europa che con i romani avevano avuto poco o niente a che fare. E si poneva la necessità di riconfigurare le strategie di marketing. Perché i barbari erano personcine piuttosto alternative rispetto alle popolazioni gallo-romane. Non erano esattamente molto avanzati sul piano degli studi filosofici, non possedevano una cultura scritta, regolavano le questioni di elementare giustizia a mani nude e roncolate, avevano quei nomi dalle belle sonorità gutturali celtiche che tradotti suonavano tipo: colui che sradica una quercia con la sola forza di un rutto, e via discorrendo. Insomma, mancavano delle raffinatezze speculative che erano invece piuttosto diffuse tra i romani. Immaginate che tipo di impatto si poteva sperare di avere, mandando qualche solerte missionario a cercare di far entrare nella zucca di un norreno che faceva colazione con una coscia di capra cruda un concetto un po' astruso come il mistero della santissima trinità. Non c'era da aspettarsi un'accoglienza benevola.

Per cui Gregorio fece una cosa molto furba, forse addirittura poetica. Convertì il cristianesimo nel linguaggio universale del racconto, lo tradusse in una miriade di storie favolose, un po' come le Mille e una Notte. Scrisse e riscrisse infinite vicende di santi trasformati in supereroi che in nome del signore Gesù passavano attraverso tutte le peripezie, schivavano pericoli, affastellavano improbabili miracoli, uscivano sempre più forti e sempre vincitori contro ogni nemico, non importa quanto crudele o potente. Per certi santi rimaneggiò pesantemente materiale preesistente, altri se li inventò di sana pianta con assoluta libertà creativa, e lavorò così efficacemente che certe storie ce le raccontiamo ancora oggi. Prendete Maria Maddalena, per esempio, che è una pura invenzione. Nel Vangelo non c'è. Ci sono diverse donne, chiaramente distinte una dall'altra, che Gregorio fuse insieme facendone un personaggio unico e aggiungendo anche l'epilogo della storia sulla quale i Vangeli non dicono una parola. Maddalena, per tradizionale iconografia bionda ed efebica, parte da una terra straniera, arriva in Francia, diventa eremita, e muore ai massimi livelli di santità lasciando in deposito ai francesi le sue reliquie. Se sostituite l'esperienza dell'eremitismo con la pubblicazione di un paio di CD, praticamente è la storia di Carla Bruni con un po' meno glamour. La deriva culturale più notevole di quest'ultima vicenda sono i soldi che è riuscito a farci Dan Brown scrivendo quella vomitosa cazzata del Codice da Vinci. Con la differenza che il Codice da Vinci sappiamo tutti quel che vale. A Gregorio Magno invece tenderesti ad attribuirgli più credito. Chissà perché poi.

E insomma funzionò. Onestamente i barbari non avrebbero mai potuto capire la santissima trinità, ma le storie si. Le storie le gradiscono tutti, non c'è civiltà che non abbia elaborato il suo rito narrativo di fronte al fuoco. Piacquero anche a loro, e attraverso quelle si fecero piacere il cristianesimo.

Certo c'era una controindicazione, specie per una religione filosoficamente complessa come quella. Si correva il rischio di banalizzare un po', ridurre una rete di significati estesa e pervasiva a due o tre concetti di massima un po' superficiali. Il cristianesimo al tavolo di briscola.

Per questo la fiction mi ci ha fatto pensare. Perché è la stessa cosa. Il grado zero di ogni significato spirituale. Il manga del signore Gesù e dei fantastici 12. Il talento per le sfumature di un trinciapolli. La qualità drammaturgica di una parmigiana di melanzane.

E questo vuol dire diverse cose, tutte parecchie significative. Tra le tante quella che mi colpisce di più forse è questa: adesso i barbari siamo noi.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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