Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
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Messaggi di Ottobre 2008
Dunque. Dice che chi manifesta ferite psichiche o eventuali patologie non può diventare prete. Poi dice che la tonaca deve essere negata a chi manifesta difficoltà a vivere la castità del sacerdozio. Epperò ragazzi, bisogna che vi decidete. Se li volete psicologicamente sani, va da sè che saranno piuttosto predisposti al sesso. Quelli che hanno facilità a vivere la castità sessuale infatti, di norma molto sani non sono, e non è una nozione particolarmente specialistica. Al contrario, direi che è cosa cògnita e trasversalmente condivisa. La sanno tutti, dal neuropsichiatra alla casalinga di Voghera. Altrimenti, se li volete poco predisposti al sesso, bisogna che guardate in faccia la realtà e aprite apostolicamente le braccia anche a quelli malati. Gravemente malati. Che è poi l'uso santificato dalla tradizione clericale. La terza opzione è quella di chiudere una volta per tutte baracca e burattini e andare ad esaurimento scorte. Si finiscono quelli che avete, e poi finalmente la piantiamo con questa grandissima camurria. Personalmente propenderei per l'ultima soluzione. Ma lo dico per pura accademia, perchè purtroppo non sono azionista di maggioranza della Cei, per cui in tutta onestà dubito che il mio parere verrà tenuto nella debita considerazione. |
Post n°328 pubblicato il 30 Ottobre 2008 da middlemarch_g
Quando ascolto la Mannoia cantare Io posso dire la mia sugli uomini finisco sempre per domandarmi la stessa cosa. La posso dire la mia sugli uomini? Devo dire che la trovo una domanda ansiogena. Secondo me arrivare alla fase in cui puoi dire la tua sugli uomini comporta un bel carico di rischi. E' una specie di punto di non ritorno. C'è un prima e un dopo. Quando hai detto la tua sugli uomini, è un po' come aver steso la costituzione. Prima di farlo ci pensi moltissimo, ma dopo che l'hai fatto non la cambi tanto facilmente, e allora bisogna fare attenzione. Quindi ho deciso. No. Per oggi non la dico la mia sugli uomini. Non la so. Devo ancora scoprirla. Ho troppa voglia di essere sorpresa. E, cazzo, questa cosa mi mette davvero allegria! |
Post n°327 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da middlemarch_g
Questo l'ha postato oggi ms.spoah. Prima di lei, non avevo mai sentito nominare i Kings of Convenience. Vuol dire una mazza, sia chiaro. Con quello che so io di musica, non è certo un titolo di demerito. Il testo della canzone dice così: Even though I'll never need her, Mi ha fatto molta impressione. Perchè non a tutti nella vita capita una storia così. Qualcuno viene risparmiato dalle fiere. C'è chi non incontra mai l'essere perfettissimo che ti strappa due etti di carne rossa dal centro del petto, se li butta sotto i tacchi, ci fa qualche passetto di danza tutto intorno tanto per dimostrare di essere disinvolto, e poi se ne va senza degnarti di un secondo sguardo, mentre tu te ne resti impotente a fissare il pavimento, pateticamente incapace di fare un solo gesto per difenderti. No. Mi dicono che c'è chi non lo incontra, e io ci credo. Fortunato lui. O lei. Però secondo me, anche se non lo incontri mai, può essere sufficiente innamorarsi per capire che certe cose possono succedere a chiunque. E non solo. Per sapere che possono succedere anche a te. Mi verrebbe voglia di ricordare a me stessa che è il caso di tenere alta la guardia. Se solo un certo genere di esortazione preventiva avesse mai dimostrato di saper essere utile a qualcuno. Ah, l'implacabile ironia della vita. |
Post n°326 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da middlemarch_g
Un bel giorno ho pensato: adesso apro un blog. Non se lo cagherà nessuno, va da se', ma chissenefrega. Ci butto dentro tutto quello che mi gira. E credetemi che se mi avesero detto allora che avrei avuto un solo lettore in un post in cui si citava Agnese di Boemia, mi sarei buttata sotto la sedia dalle risate. A chi vuoi che freghi una mazza di Agnese di Boemia al di fuori di certi circoli atrofizzati da sofismi iperculturali che a Dio piacendo io non frequento più da tempo, e che dal canto loro non si sognerebbero mai di frequentare un blog? E non è solo che leggete, che al limite sarebbe il meno. E' che tirate fuori delle considerazioni assolutamente pertinenti, spesso molto migliori di quelle da cui ero partita io. Ne parlate. Ne parliamo. E le rare volte in cui si finisce in homepage c'è perfino questa incalcolabile ricaduta positiva. Che confronto voi con quelli che passano solo in quell'occasione - generalmente episodi piuttosto isolati perchè si vede che c'è anche un Dio dei blog e che io gli piaccio - il che mi obbliga a far mente locale sul fatto che voi non corrispondete alla media dei frequentatori di questi posti desolati. Non vi ci avvicinate neanche. Insomma. Ogni tanto qualcuno di voi mi fa incazzare. Ogni tanto qualcuno dice cose che mi intristiscono. Ma ci tenevo a farvi sapere che come redattori di commentario siete tutti favolosi. Non me ne frega una mazza se non siete qui per gli effetti di luce riflessa. Finchè continuate a farmi compagnia così, potete intristirmi o farmi incazzare nella misura che ritenete più opportuna. Del resto questo è un Circolo. Me ne rendo conto ogni giorno di più. |
Quando cominci a studiare un po' di storia del cristianesimo è difficile evitare di restare ammirati. Perchè non ce ne sono tante di istituzioni che siano state capaci di rimanere in piedi così a lungo e in un contesto così profondamente mutato. L'impero romano d'Occidente - tanto per dire una cosa qualsiasi, tirata su con una certa accuratezza e determinazione, e supportata da un'ideologia di potere piuttosto articolata - ha resistito molto meno della metà del tempo. Quello d'Oriente un po' di più, ma insomma anche Costantinopoli è caduta da un pezzo. Per tentare davvero un confronto serio bisogna chiamare in causa, chenesò, i faraoni d'Egitto. Che credo abbiano tirato dritto per 3000 anni circa. Tecnicamente molto più della Chiesa. Ma onestamente quanto è cambiato il mondo dal primo faraone all'ultimo? Cambiamenti seri, intendo. Non parlo di rotazione di cariche al potere. Parlo della qualità della vita delle persone. Un contadino ai tempi della prima dinastia, e uno all'epoca dei tolomei, facevano una vita diversa? Macchè. Se poi fate mente locale sulla radicalità dei cambiamenti di questi ultimi 50 o 60 anni - che sono più travolgenti di quelli intercorsi tra la fine dell'alto medioevo e la rivoluzione industriale - allora capite che per resistere ci vuole talento. Un talento sfrenato. Per cui quando leggo cose così mi viene sempre da pensare: recognosco stilum romanae curiae, per citare un altro dei rari cattolici simpatici, Paolo Sarpi, che infatti finì accoltellato sotto i ponti di Venezia (per inciso, la citazione è un giochetto di parole piuttosto sottile ma comprensibilissimo in italiano anche senza essere Natalino Sapegno). Perchè è in questo che la Chiesa è davvero geniale. Nell'adattare a se stessa il teorema del Gattopardo: cambiare tutto per non cambiare niente, e sempre secondo un complesso algoritmo che metta in conto il mutamento più conservativo possibile, nell'ultimo momento utile prima che la protesta interna si faccia implacabile rischiando di far tremare le fondamenta, e sempre studiato nei termini di qualche codicillo fariseo che consenta la scappatoia normativa per rimettere tutto in discussione non appena si calmano le acque. Questa cosa che vi ho citato, il sinodo che propone la lettura del Vangelo anche da parte delle donne - che poi non è manco questo, chè le donne lo fanno da anni, è l'istituzione formale della carica, la legittimazione di una tradizione già in uso, l'ufficializzazione dell'incarico di lettore - dovrebbe star lì come segnale luminoso di grande apertura nei loro confronti. Capirai che svolta epocale. Che miracoloso apertura dei cieli. Allora mi è tornata in mente Agnese di Boemia, disperata regina piena di fede, che nel XIII secolo chiese al papa ripetutamente rispetto per sè e le sue consorelle. Desideravano vivere la regola francescana, cosa che molti ritenevano sconsigliabile per le donne. Sicuramente lo credeva il papa. Che le negò la sua autorizzazione fino all'ultimo. Ho conservato questa citazione tratta dall'ultima risposta del papa. Diceva così: tu itaque, columba pacifica, filia virtuosa, quiescas et da finem mentis tuae fluctibus, ut ne similia postulandi de cetero resumas affectuum. Che sarebbe più o meno: sarà meglio che non ti sfiori più l'idea di tornare a rompermi i coglioni con questa storia. Perchè va bene che sei regina, ma t'avverto che c'è un limite a tutto. Mi ricordo che all'epoca pensai che come presa per il culo era talmente sottile (da finem mentis tuae fluctibus...) che forse avrebbe meritato un applauso. E insomma le decisioni del sinodo all'incirca mi fanno lo stesso effetto. Prese per il culo. Riconoscimenti inesistenti. Legittimazioni del nulla. Però, ragazzi, che classe. |
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