Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
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Messaggi del 22/12/2011
Post n°742 pubblicato il 22 Dicembre 2011 da middlemarch_g
Più o meno ogni Natale che dio manda in terra - e a maggior ragione questo che, stando alle stelle maya, è proprio l'ultimo che resta - mio marito ed io ci guardiamo Love, actually, che ha proprio tutto quello che ci vuole per celebrare le feste in allegria. Tra l'altro da qualche anno abbiamo anche il divvidì dove ci sono alcune scene tagliate dal montaggio finale che quelle da sole farebbero sfracelli al botteghino. Tanto per capire di cosa parlo, guardatevi un po' questa e ditemi se non ho ragione. Love, actually è uno di quei film che non ti spieghi. Perché preso per singole unità di sequenza è carino, ma niente di più. E' quando le metti insieme che si trasfigura in qualcosa di diverso, in cui ogni episodio assume un significato perché si connette a tutti gli altri amplificandone l'effetto. Che poi in buona sostanza è la stessa cosa olistica che si può dire di ogni relazione che funziona. Se prendi ognuno di noi come singolo individuo, in linea di massima non vai mai troppo lontano dal vero dicendo che hai tra le mani solo un isolato coglione che si porta dietro buchi di un passato vissuto male e superato peggio. Ma quando li metti insieme - a due, a tre, a gruppi - e le cose funzionano, allora l'alchimia fa quella cosa che wow, e ho detto wow. E certe volte anche una sola cosa che wow, è capace di dare peso specifico e spessore a un'intera esistenza, lasciando anche una bella mancia sul tavolo per la gioia delle maestranze Ogni volta che lo rivedo c'è qualcosa di diverso che mi fa pensare. Ieri per esempio è stato questo dialogo tra Liam Neeson e Thomas Sangster: Daniel: So what's the problem, Sammy? Is it just Mum or is it something else? Maybe... school - are you being bullied? Or is it something worse? Can you give me any clues at all? Ma quello che mi piace soprattutto è verso la fine del film, quando Sangster dice a Neeson che ormai la donna dei suoi sogni sta per partire e Neeson lo convince ad andare all'areoporto per dirle che la ama. E non importa il fatto che lei ormai stia per andare via. Non importa che non sappia nemmeno il suo nome e ignori tutto del suo amore. Non importa sapere che tutto questo non approderà a niente. L'unica cosa che importa è quello che Sangster risponde dopo essersi fatto convincere ad andare: massì, andiamo a sputtanarci per amore. Ecco, le ultime parole che vorrei pronunciare appena prima di lasciare questo mondo, se avrò la fortuna di farlo in modo consapevole e cosciente, sono proprio queste. Al limite, se per caso mi prende il coccolone fulminante, me le potete scrivere sulla lapide, che comunque mi fa piacere. Qui giace Middle. Aveva i suoi limiti. Ma non si tirò mai indietro ogni volta che la vita le offrì un'occasione di sputtanarsi per amore. |
Mi chiedevo se fra voi c'è qualche esperto del settore marketing in grado di spiegarmi con che criterio si sceglie di approvare una campagna pubblicitaria piuttosto che un'altra. Specie a posteriori quando devi decidere se reiterarla nel tempo. Perché mi pare evidente che non può trattarsi solo di una logica di profitto. Voglio dire: quale genere di persona può essere indotta all'acquisto di un pandoro Bauli guardando quello straguglione orrido coi bambini sul palco talmente fake ed edulcorati che a confronto quelli dello Zecchino d'Oro sembrano dei punkkabestia? E che oltretutto va avanti dai tempi di Annibale e fa cagare il cazzo esattamente come quando lo trasmisero la prima volta millemila anni fa? E i bomboloni siliconati al petrolio di Giovanni Rana chi li compra? Intendo dire: chi li compra perché li pubblicizza Giovanni Rana? Perché se non avessi mai visto gli spot, per errore, o per distrazione, magari anche a me potrebbe capitare di infilarmene una confezione del carrello. Ma lo spot con quel faccione laido da esibizionista io non riesco a dimenticarlo, e poi al supermercato mi regolo di conseguenza. Non passo manco vicino a quel settore del banco frigo, per dire. Atro che infilarmene una confezione nel carrello. Insomma voglio sapere se in pubblicità esistono studi comparativi al negativo. Cioè: con questa campagna hai venduto così. Ma se non l'avessi fatta, quanto di più avresti portato a casa? |
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