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Carlo Molinaro

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Someone's sister

Post n°918 pubblicato il 18 Luglio 2010 da molinaro
Foto di molinaro

In un sito americano contro la pornografia offrono «etichette» da applicare sulle immagini porno per censurarle. Sulle etichette c'è scritto: «That's someone's sister» oppure «That's someone's daughter»: questa è la sorella di qualcuno, questa è la figlia di qualcuno. Mi è venuto in mente un professore salesiano che qualche decennio fa mi spiegò che, per dissuadere i ragazzini dallo sfogliare giornaletti porno, diceva loro: «Pensa se questa fosse tua madre» oppure «Pensa se questa fosse tua sorella».

Mi sorgono spontanee tre considerazioni.

1) Nelle immagini o filmati porno, se sono veramente porno, partecipano, di solito, anche uomini: e saranno ben figli e fratelli di qualcuno pure loro, no? No, per gli uomini è diverso...

2) La libertà di ciascuno/a di fare quel che vuole della propria vita e del proprio corpo è ben lungi, ancora, dall'essere accettata e rispettata.

3) Da quando sulla Terra esistono le religioni (ebraismo, cristianesimo, islam) la musica non sembra proprio cambiare: la donna può essere soltanto o puttana (attrice porno) o madre/sorella/figlia. Che sia liberamente soltanto donna no, non è previsto.

Certo, mi auguro che oggi molti NON la pensino così. Però il fatto che ci siano associazioni, formate anche da donne (il sito delle «etichette» si chiama «Girls against porn»), che si muovono su questi princìpi maschilisti-schiavisti, mi dà un senso di profondo sconforto. Jean-Paul Sartre, in un celebre aneddoto, sostiene che il cameriere che gli serve il caffè non «è» il cameriere, ma «fa» il cameriere, ed «è», sempre, un uomo e basta. Quando si capirà che, analogamente, nessuna donna «è» attrice porno o puttana o madre o figlia o sorella o fidanzata, ma ogni donna può «fare» queste cose, una o nessuna o anche tutte insieme, così come può fare la cameriera, l'avvocata, la paracadutista, la giornalista, la pizzaiola e qualche altro milione di cose, ed «essere», sempre, una donna e basta?

P. S. In quel sito bigotto manca l'etichetta, che pure sarebbe prevedibile, «That's someone's wife». Ma già: nella loro testa bacata, chi sposerebbe mai una che fa del porno?

 
 
 
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Queste tortuose specie di poesie, questo appigliarmi a...
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