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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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COMINCIAMO A PRENDERE LE DISTANZE
Credo sia il momento giusto, il momento più opportuno perché il nostro governo presentasse all'Unesco la legittima richiesta: attestare che la "Cucina Italiana" sia considerata patrimonio dell'Umanità, protetta e certificata. Stiamo parlando da tempo di vermi, grilli e farine non affini alla nostra tradizione e alla nostra cultura. Dopo l'approvazione della commissione, tutto l'incartamento approntato sarà trasmesso all'apposito ministero dell'UNESCO e per la fine del 2025, se non vi saranno intoppi e pregiudizi, dovremmo ottenere la giusta "citazione". Coldiretti esulta e mi sembra giusto: materie prime fondamentali prodotte nel nostro territorio, piatti esclusivi ispirati dalla nostra tradizione, dai nostri usi, costumi, consumi, dalla nostra cultura, sono connotati e identificabili come parte della nostra millenaria storia. Nel concorrere alla presentazione della nostra cucina, scendono in campo anche la gestualità e la manipolazione, oltre alla relazione tra chi appronta e chi condivide, confrontandosi su ciò che si mangia. Insomma, la nostra forte potenzialità è nelle nostre tante regioni: ognuna ha storie da raccontare, ricette antiche da presentare, lavorazioni artigianali e industriali rispettose di ambiente e territori. La terra poi, fornisce ciò che le spetta se trattata a dovere, se coltivata con amore, se curata con grande esperienza dai nostri coltivatori. Cibo e vino, sono i nostri assi vincenti: insieme sono la base della buona, esaltante e variatissima cucina italiana. Ogni zona del paese ha i suoi fiori all'occhiello e credetemi, quando c'è amore e rispetto per la terra e per il cibo, allora si vince...facile. Speriamo bene, noi valiamo!
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