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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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La classica goccia ha fatto traboccare il vaso di Pandora e come da copione ormai liso e consunto, ciò che emerge sono le prime conferme a ciò che si sia sempre sospettato. A Milano, per ciò che avverta a pelle da un po' di tempo a questa parte, non tira più una bella aria: sarà che la metropoli si allarghi a dismisura, sarà che ci sia sempre più gente al lavoro, certo è che per strada o in ufficio v'è una discesa agli inferi. Le donne impiegate nelle agenzie in genere, sono vittime di attenzioni e molestie varie da parte dei colleghi. Intendiamoci, non in tutti i luoghi di lavoro, uffici e affini, ma se non parlano e non denunciano per la paura di perdere il lavoro, questa commedia dell'arte, durerà per molto, molto tempo. Ora che è saltata fuori una intervista di un noto esponente che opera in un campo molto prolifico, Massimo Guastini ha raccontato a Monica Rossi (è uno pseudonimo) di una creator attiva nel settore. La società sotto scacco è la "We are Social" e sembra accertata la presenza di una chat specifica dove in tempo reale, i maschietti dipendenti si scambiano commenti, frizzi e lazzi sulle dipendenti femminili e sulla loro "scopabilità". Un nome ricorre spesso P.D., costui sembra essere il più attivo e il più...facinoroso! Pertanto, tra molestatori seriali, tra adepti e insistenti e provocatori, passano in rete storie e riferimenti troppo al di là dei normali rapporti d'ufficio. Ora c'è solo da spingere le impiegate a denunciare, a sputtanare questi maschi obbrobriosi ed esponenti di quel mondo maschilista e becero che stiamo cercando di cancellare per sempre. Speriamo sia la volta buona!
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