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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 02/05/2019
Non sono solito scrivere necrologi e/o epitaffi per persone note che ci lasciano e meriterebbero un estremo saluto. In questo caso tuttavia, devo farlo, non fosse altri per i sogni, per le risate e per la bellezza della attrice Alessandra Panaro. In Svizzera, presso una clinica privata dove era ricoverata da qualche tempo, si è spenta una delle ultime stelline del nostro cinema anni cinquanta. La Panaro raggiunge, destino curioso, la "cognatina" per antonomasia, la complice di tante avventure nei famosi film (bianco e nero) di "Poveri ma belli", "Belle ma povere" e "Poveri Milionari", tre film in serie, girati con Renato Salvatori e Maurizio Arena. Cognatine perché interpretavano entrambe i ruoli delle sorelle dei due maschietti molto seducenti, Salvatori e Arena che erano amici di pianerottolo. Insomma, il cinema che tutti volevamo vedere negli anni '50: storie molto vicine a noi, ambienti e contesti che vivevamo alla stemma maniera. I due si innamoravano delle due e le storie ricamate sulle loro relazioni, erano di gran successo. La Panaro ha poi lavorato con registi famosissimi all'epoca: da Risi a Visconti, con Totò e in altri film storici con le prime pellicole a colori. Un'epoca, un momento molto importante del nostro cinema che segnava il passaggio dal dopoguerra alla immediata voglia di vivere in cui il nostro paese cambiava faccia ed economia. Quanti di noi hanno amato le cognatine? Quante fantasticherie per loro e quanti patemi per le ragazzine che spasimavano per i due fusti: Arena e Salvatori. Addio Alessandra, sei con tutti loro adesso lassù, hai raggiunto amici e colleghi e quel vostro essere attrici di successo in quel tempo, anche se per pochi film e un po' di tv al "Musichiere", ha segnato la storia del nostro cinema del dopoguerra: neorealismo accennato che poi divenne arte completa con i grandi registi di quegli anni. Le vostre erano storielle che catturavano attenzione e sentimenti. Noi c'eravamo sempre e immancabilmente.
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Ipoteticamente possibile: tra meno di un secolo, la popolazione mondiale toccherà la vertiginosa cifra di 11 miliardi. L'eccessiva crescita della tecnologia "a tutti i costi" metterà in ginocchio e con le spalle al muro, una buona parte degli umani sul pianeta: si accentueranno le differenze sociali e la parte più ricca del mappamondo, probabilmente vivrà sotto gli oceani oppure su qualche pianeta ospitale. Tutti gli altri non potranno fare altro che dilettarsi con la esorbitante tecnologia. Orbene, vi sarà una possibilità per giungere almeno preparati alla grande sfida? Evitare gli eccessi ecologici sarà possibile? E superare l'accentramento esorbitante della ricchezza in "poche" mani? Saremo pronti culturalmente a progettare una vita oltre il consumismo eccessivo? Si dovrà passare dal "molto per pochi alla sufficienza per tanti": saremo in grado di portare avanti questa battaglia in tempo utile? Una decrescita economica, lenta e studiata a tavolino per l'intera economia mondiale, sarebbe una probabile soluzione. Saremo in grado di affrontarla? Noi non ci saremo, altri dopo di noi dovranno attivarsi per raggiungere scopi e benefici per adeguarsi al nuovo che incalza e che in meno di un secolo, potrà aggredirci. Io spero, lo spero per i miei discendenti, per il mio prossimo, per chi chiunque avrà voglia di affrontare la situazione poco allegra. Credo che si possa, bisognerà essere compatti e in tanti e si può fare! Ma vi avverto, se guardando l'ipotetica foto presumibilmente di "cattivo augurio", ma molto vicina alla realtà, qualcuno sentirà uno dei quattro augurare agli altri tre un sincero: "Buon Pranzo", allora significherà che il punto di non ritorno sarà giù passato!
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