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« E TU ?GABRIELLA FERRI »

IL PRIMO BACIO

Post n°781 pubblicato il 23 Aprile 2008 da aidanred

“Accidenti! Chi ha acceso la luce? Il disco non è ancora finito, non facciamo scherzi idioti!” - uno del gruppo, abbracciato ad una ragazza, si era giustamente lamentato. Quel lampo di luce mi indusse ad alzare, imbarazzata, lo sguardo per scoprire con chi stavo ballando, e ai miei occhi apparve un angelo di bellezza, dai capelli lunghi, biondi, occhi chiari.., quelli a dire il vero li notai più tardi, e un sorriso aperto e luminoso.

Non ci potevo credere! Mi era apparso il principe azzurro che da tempo abitava nei miei sogni. Magica visione, insperata apparizione, ero sveglia o stavo sognando? Era lui, da non credere! Era lui quella macchia di colore in mezzo al grigio della folla anonima che mi viveva intorno: il biondino che avevo notato il primo giorno di scuola nel cortile, dove i bidelli ci avevano fatto sostare nell’attesa di essere divisi per classi. E ora, mi regalava i suoi abbracci e il suo profumo.

“Hai visto il biondino là in fondo? Speriamo che lo mettano nella nostra classe.” - l’avevo indicato subito anche a Monica, la quale probabilmente aveva gusti diversi e commentò con un semplice sorriso e un’alzata di spalla disinteressata. L’avevo rivisto di sfuggita alla fermata dell’autobus in un giorno di pioggia, s’era riparato sotto l’ombrello di una ragazza e non ero riuscita a guardare bene la sua faccia. Ci avevo fatto qualche pensiero ad occhi aperti ed anche ad occhi chiusi.

Allora sognavo solo grandi abbracci, carezze e lunghe passeggiate nel parco, mano nella mano. Nel mio immaginario desideravo ascoltare sempre le stesse parole, ripetute sino alla nausea, perché io non mi sarei mai stancata di sentirmi dire ‘ti amo’.

“Ti va di ballare ancora?” – si rivolse a me dolcemente e a bassa voce.

“Sì.” – risposi, e non riuscii a pronunciare altre parole; in quel momento non servivano.    

E così, tra le note delle canzoni più belle della mia giovinezza, quelle che lasciano un segno e intramontabili emozioni, trascorsi ballando abbracciata ad un bellissimo ragazzo la mia prima domenica nel club di via Mazzini, convinta che il sogno fosse divenuto realtà. I Procol Harum, i Bee Gees, i Dik Dik - quanti ne potrei ancora nominare! - divennero poesia, brividi elettrici, carezze infinite per chi come me scopriva quanto più grande del sogno fosse il calore di un corpo che mi teneva stretta a sé. Sentivo la sua mano che mi accarezzava la schiena, salire su, sul collo e sulla nuca. Non volevo pensare, non era quello il momento di porsi domande. Mi baciò sulla bocca, mi lasciai guidare, e fu bellissimo.

Non so quanto durò il mio primo bacio, e se fui all’altezza della situazione, ma gli altri che seguirono non mi crearono imbarazzo. Mi ritrovai naturalmente disponibile, col cuore in gola ma disinvolta, come se quella parte di me sapesse da sempre cosa fare. Avevo baciato un ragazzo bellissimo sulla bocca e quel bacio l’avrei ricordato per tutta la vita, perché la prima volta di tutto ciò che ci succede non si può scordare.

 

Quando io e Grazia lasciammo il club, nello scendere le scale ci rendemmo conto che fuori era già buio. Gli scalini si lasciavano dietro di noi il ritornello di ‘Piccola Ketty’ dei Pooh.., e io ero felice! Ce l’avevo fatta, anch’io avevo baciato un ragazzo, ed era stato stupendo. Ora non ero più una ragazzina, qualcosa di grande stava succedendo nella mia vita.

Con lui mi ero lasciata con la promessa di ritrovarci nel cortile della scuola l’indomani, nei ritagli di tempo tra una lezione e l’altra, all’entrata o all’uscita, giù in cortile o nei corridoi, in realtà non ci fu un appuntamento preciso.

Per strada io e Grazia affrettammo il passo per non perdere la filovia, e durante il percorso mi lasciai dondolare con la mano aggrappata alla sbarra di sostegno. Guardavo le luci della città che si accendevano alla sera e sottovoce canticchiavo ‘Nel cuore e nell’anima’ dell’Equipe 84. Anche Grazia mi pareva soddisfatta. Non affrontammo nessun discorso, capitava raramente di rimanere in silenzio, e quel silenzio era musica per il cuore.

UN SALUTO DA NADIA.

 
 
 
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