Passeggiando

Ore che passano

Mi sono rotta, rotta, rotta e quando non mi rompo ne ho piene le scatole.

Diceva una cosa del genere Wanda Sykes in "Quel mostro di suocera". Ahhh e mai frase fu così azzeccata.

Mi sono rotta.

Rotta di tante di quelle cose che mi dà noia persino elencarle. Mi sono rotta anche di essermi rotta. Pensa un po'.

Sembro la spugna degli altri. Malumori e gioie tutti su di me.
E poi cos'è questa cosa che tutto ciò che posso dare lo si dà per scontato?
E se dico che è arrivato il momento di pensare anche un po' a me mi sento rispondere che sono egoista.

Bene: voglio essere egoista.

E mi sono rotta pure di questo cavolo di mal di gola, petto e di questa tosse.

Un totale casino

Pare che niente stia andando per il verso giusto..

Sto perdendo le parole.

Voglio andare via.

Il tempo

C'è che dice che aiuta, chi che serva a stare meglio..

Io dico che, in certi casi, serve solo a ricordare
quanto certe cose non le potrai mai dimenticare,
quanto il dolore è ancora vivo
e fa male.
Fa male un numero, fa male persino una determinata ora.
Il ricordo che tutto questo ti scatena.
Può alleviare, forse.
Può aiutare a non pensare, a volte.
Ma poi arriva il tempo in cui il ricordo ti colpisce dritto in faccia
hai modo di dire che poi passa
che quest'illusione ti colpisce ancora, più cattiva.
Non passa, questo non passerà mai.

E mi ripeto che forse è meglio per Te se è andata così,
che era arrivato il tempo che tutto cambiasse,
che si risolvesse.
Che alleviasse il tuo dolore, il tuo soffrire.
E provo a togliere l'egoismo.
L'Amore per Te ha il sopravvento. 
E forse è vero, ora non soffri
e dove sei stai sicuramente meglio.
Intanto oggi sei qui e mi sorridi.
Le mie lacrime smettono di bruciare..
Ingoio il magone.

Quattro anni fa,
esattamente dopo le 10, il mio telefono squillava
ed iniziavano le ore più brutte della mia vita.

Una strana ossessione.

Una cosa non risolta, non chiarita. Chissà solo se tu pensi lo stesso.
Non rispondendo alle chiamate dopo quella volta, ho perso il tuo saluto. Non mi piace granché ma probabilmente me la son cercata.
Mi ritrovo tuoi amici a farmi il terzo grado. Persone che a malapena mi salutano mi ricoprono di domande per sapere dove vado, cosa faccio e tutto il resto.

Tu mi guardi spento e ti rigiri dall'altra parte. O addirittura fai finta di non vedermi.

Io non ti ho mai capito e mai ti capirò.
Avevi tutto di me e hai lasciato che mi allontanassi per poi riprendermi. E poi ti ho lasciato andare io. Non ci siamo trovati.

Non che io abbia mai gli stessi tempi delle persone a cui tengo. E' solo un gran ripetersi di situazioni ed emozioni. Sempre. Chissà mai se mi fermerò.

E' tutto così assurdo. Mi ritrovo a sognarti, a cercarti con lo sguardo e resto delusa se non ti vedo dove vorrei, se non ti trovo nei tuoi luoghi, o nei miei.
Un anno fa, in questi giorni, ci siamo visti più volte per parlare, per chiarirci. Per salutarci da persone mature. Per non far si che quando ci trovavamo uno di fronte all'altro ci comportassimo da estranei. Tutto in fumo.
Ti ho ritrovato una notte sotto casa mia per un ennesimo ed inutile chiarimento. Ti ho mentito per non averti più tra i piedi.
Ora mi sembra di volerti. E' davvero una cosa che non mi dà tregua.

Mio cugino passano mesi che se non ci diamo appuntamento non ci vediamo mai nemmeno per sbaglio. Oggi ti ho visto cinque volte in cinque punti diversi della città. L'ultima ti ho sorriso.
Tu mi hai guardato ed hai aspettato fossi io a distogliere lo sguardo.

Questi giochi strani del destino non mi aiutano, non mi aiutano per niente. Eppure sono certa, io per te non provo nulla. Assolutamente.
Però ti vorrei, ti vorrei qui con me. Non so nemmeno perché.
I tuoi amici, questi sogni assurdi, il caso che ci fa incontrare e gli sguardi che si incrociano che sanno di parole non dette ma volute.. Di voglia di parlarsi e il sapere di non poter farlo. Mi sto perdendo. Diventa sul serio una specie di ossessione.
Non ci capisco, sinceramente, nulla.