LA GRANDE "VITTORIA" DELLA SINISTRA RADICALE

Post n°394 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da hotcigar
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Alla fine, rispettando un copione ormai classico, il Governo Prodi è caduto per colpa della sua stessa maggioranza. O meglio, per colpa di una parte di quella maggioranza, formata da malpancisti e fulgidi esponenti del cretinismo di sinistra che vanno abitualmente sotto il nome di "sinistra radicale".

A Prodi sono mancati due voti, al Senato. E non sono - si badi bene! - i due voti dei senatori a vita Andreotti e Pininfarina (astenuti), sono i due voti dei senatori Franco Turigliatto (Rifondazione Comunista) e Fernando Rossi (Comunisti Italiani) che, con la loro demenziale astensione hanno di fatto buttato giù dalla torre il Governo.

Ognuno, ovviamente, è libero di votare secondo coscienza. Se a Turigliatto e Rossi non stavano bene le posizioni del Governo riguardo la politica estera del Paese e, segnatamente, l'Afghanistan (per tacere dell'annosa questione della base di Vicenza), liberissimi di votare contro (l'astensione, al Senato, vale come voto contrario). Però sia ben chiaro che adesso devono - loro e i loro partiti di riferimento - assumersi tutte le responsabilità di quanto è accaduto.

Non si può, infatti, continuare ad essere "di lotta e di governo", sperando che i loro eventuali voti contrari vengano sopperiti da una "stampella" dell'opposizione, salvando contemporaneamente l'Esecutivo e la propria coscienza personale. Non si può, quando si hanno delle responsabilità di fronte al Paese, perché il giochino potrebbe anche non riuscire. L'opposizione potrebbe anche non... "collaborare".

 E l'opposizione, questa volta, ha infatti risposto picche. Prodi ha immediatamente rassegnato le dimissioni e anche questa volta può ringraziare sentitamente l'infantilismo della sinistra radicale. Quest'ultima, invece, può a buon titolo ascrivere l'accaduto tra le sue vittorie morali. Peccato sia stata una vittoria di Pirro. O, più appropriatamente, una vittoria da pirla!

Un vittoria che, in caso di ritorno anticipato alle urne, riapre la strada ad un nuovo governo Berlusconi. Che forse è proprio quello che certa sinistra desidera ardentemente. Un governo da poter disapprovare ufficialmente e contro il quale poter votare sempre e comunque. Un governo che deresponsabilizzi, di fatto, questi eterni bambinoni, non chiamandoli - per forza di cose - a farne parte.

E la vittoria del centrodestra è quasi certa, in caso di elezioni anticipate, perché il Governo Prodi, in meno di un anno, ha infilato una "cappellata" dopo l'altra. Dalla Finanziaria "work in progress" di cui non ha capito niente nessuno, se non che ha di fatto penalizzato le fasce deboli, all'indulto-inciucio "salva-ladri-di-Stato", per finire ai grotteschi Dico: la legge Ad Frocionam di cui ho avuto modo di parlare in diverse occasioni.

Intanto, le leggi ad personam di Berlusconi sono ancora tutte in vigore, lo scandalo di Calciopoli è finito in una bolla di sapone (troppi interessi economici dietro!) e ha pagato solo la Juventus, la benzina continua ad aumentare anche quando dollaro e prezzo del petrolio calano... L'unica cosa positiva, in tutto questo tempo sprecato, è stata la "lenzuolata" di Bersani. Beh, sinceramente, mi sembra troppo poco!

Ho scempre votato e sostenuto il centrosinistra, anche perché - parafrasando Diliberto - Berlusconi mi fa vomitare. Ma questa manica di cialtroni, la prossima volta, non li voto più! Non posso, per questioni morali, votare la destra, almeno finché esiste Berlusconi (politicamente parlando) e Forza Italia, ma di sicuro non mi sento rappresentato da questi perfetti imbecilli.

Di solito le elezioni si tengono tra aprile e giugno... Alle prossime me ne andrò al mare!

 
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IL GIORNO PIU' BELLO

Post n°393 pubblicato il 19 Febbraio 2007 da hotcigar
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Sabato è stato, per me, il giorno più bello da un anno e mezzo a questa parte. Sono stato tutto il giorno a Milano, insieme alla mia vice figlia amatissima, che non vedevo dall'agosto del 2005. E' stato quasi uno choc, avevo lasciato una ragazzina (17 anni) e mi sono trovato davanti una donna (19). Incredibile quanto è cambiata in questo tempo.

Anche se per me, nel fondo del cuore, resterà sempre la ragazzina di 14 anni con l'apparecchio ai denti e gli enormi occhi azzurri (ce li ha ancora, ovviamente).

Siamo stati a pranzo in uno dei migliori ristoranti fuori Milano (per chi è di zona, si tratta del "Cacciatore" a San Bovio) e poi abbiamo passato il pomeriggio a fare shopping in centro.

Sono stato felice, Ale mi è mancata tantissimo, anche se ci sentiamo quasi tutti i giorni.  E' la figlia che ho sempre desiderato e, da quando esiste nella mia vita, anche se non è "mia", ma solo una figlia "affettiva", mi fa sentire veramente padre e riempie totalmente la mia vita.

Vorrei che fosse sempre felice e farei qualsiasi cosa per lei, come un padre vero. Non vedo l'ora di rivederla. Probabilmente a fine aprile, con il raduno 2CV di Lodi. 

 
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I "COMPAGNI CHE SBAGLIANO" 2

Post n°392 pubblicato il 15 Febbraio 2007 da hotcigar
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Come volevasi dimostrare, quel ricettacolo di marmaglia varia e di spostati di ogni ordine e grado che sono i cosiddetti "centri sociali", sono in subbuglio a causa degli arresti dei brigatisti operati dalla polizia ("caccia alle streghe", la chiamano loro).

Ma, mentre i centri sociali più antichi e smaliziati, come il Leoncavallo, si chiamano fuori, i due più "duri e puri" come il Vittoria di Milano (protagonista della guerriglia di corso Buenos Aires) e il Gramigna di Padova (nota malapianta da estirpare, la gramigna), si producono in proclami deliranti, degni dei migliori esempi di "cretinismo di sinistra".

I fascisti rossi, gli sprangatori che chiamano se stessi "pacifisti", chiedono la scarcerazione immediata dei "compagni arrestati", compilando interessantissimi volantini a sostegno dell'eversione armata, con slogna da anni 70, come il seguente:

Terrorista è lo Stato della reazione, non i compagni che lottano per la rivoluzione. Libertà immediata per i compagni arrestati. Oppure: E' iniziata la caccia alle streghe. Libertà agli operai in galera. Libertà per tutti i comunisti rivoluzionari.

E altre consimili amenità, degne di un "come eravamo (coglioni)" di trent'anni fa.

 Accusano lo Stato di essere, lui, terrorista (ma per favore, l'avete vista la faccia di Prodi?) e concionano - more solito - di "oscure trame" volte ad infangare quel gregge di candidi agnellini che bazzicano i succitati luoghi di aggregazione per delinquenti e drogati.

Accusano il Governo di avere "inscenato" questa "farsa" per sabotare la "pacifica manifestazione di Vicenza" ("una provocazione politica della magistratura"). E per dimostrare quanto questo loro bizzarro teorema sia aderente alla realtà, hanno deciso di parteciparvi con la "sacrosanta" intenzione di menare le mani, sprangare poliziotti, incendiare e/o distruggere auto, negozi o bancomat. Tutto il repertorio, insomma, della tipica "manifestazione per la pace" in salsa no global. Perlomeno, no global all'italiana.

Inutilmente il premio Nobel Dario Fo, che in passato si è sempre dimostrato fin troppo comprensivo con questa feccia, ha esortato gli "agnellini" di cui sopra a restarsene a casa e non andare a Vicenza a rompere - tra le altre cose - anche le scatole a chi vorrebbe davvero manifestare pacificamente. Un appello accorato a cui si sono accodati anche i "reggibordone" di sempre dei centri sociali, ovvero Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani.

Nulla da fare, Vittoria e Gramigna saranno a vicenza, armati di tutto punto per manifestare, con il consueto garbo e l'usuale grazia, tutto il loro disappunto per l'ampiamento della base americana e - last but not least - per "gli ingiusti arresti di compagni da parte delle forze della reazione".

Prudentemente, la città ha deciso di "blindarsi". Scuole, uffici e negozi chiusi. Ospedali in stato d'allerta.

 
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I "COMPAGNI CHE SBAGLIANO"

Post n°391 pubblicato il 14 Febbraio 2007 da hotcigar
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Il terrorismo rosso, in questo Paese, è forse l'unica cosa che non è mai stato fatto "all'italiana". Questo nonostante i brigatisti fossero, nella maggior parte dei casi, figli di papà imbecilli e pseudointellettualini annoiati che giocavano alla rivoluzione. Il linguaggio delirante dei loro comunicati sarebbe un importantissimo esempio di satira involontaria, se questi non avessero anticipato o fatto seguito ad omicidi di persone inermi, ritenuti non si sa bene perché, dalle menti malate di questi rivoluzionari da due-palle-un-soldo, dei "nemici del popolo".

Discorso a parte, e doverosa parentesi, per il terrorismo "nero", che agli omicidi mirati ha sempre preferito le stragi di matrice - oggi diremmo - musulmana: ovvero il colpire nel mucchio, senza preoccuparsi di assassinare donne o bambini. E' il caso di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, dell'Italicus e della stazione di Bologna. Del resto, negli anni 70 e 80 i legami tra l'estremismo di destra e i gruppi arabi era fortissimo. I fascisti neri sono antisemiti da sempre, mentre i fascisti rossi - pur storicamente filopalestinesi - lo sono diventati solo di recente, forse per invidia dei "colleghi" che si trovavano da maggior tempo ad un livello più alto di idiozia. Chiusa parentesi.

Tornando al terrorismo rosso, gli intellettualini decerebrati dei salotti dell'epoca (e chi scrive ne ha conosciuti parecchi) hanno dapprima denunciato "oscure manovre dei servizi deviati" e, successivamente, dovendosi arrendere all'evidenza, li hanno classificati "compagni che sbagliano" e si sono comunque arrampicati sugli specchi per cercare di dare una giustificazione, anche stiracchiatissima, al loro operato. Solo in tempi recentissimi si sono ravveduti, fatto salvo un pugno di "irriducibili" del cretinismo di sinistra che ruotano intorno a Rifondazione e ai Comunisti Italiani, ma che stanno per essere isolati anche da quei partiti.

Nel frattempo, a quasi quarant'anni di distanza dalle prime seghe mentali (mortali) di Renato Curcio e compagnia, i "compagni" continuano a sbagliare. Dando in questo modo ragione al compianto Cesare Pavese che ammoniva: Gli errori ci servono esclusivamente per capire come sbaglieremo la prossima volta.

E sbagliano due volte, i compagni: una volta "sciaguratamente" e una "per fortuna".

Sciaguratamente sbagliano perché, non riconoscendo gli errori dei loro predecessori, ritengono che in Italia sia possibile sollevare le masse in una rivoluzione. Era impossibile trent'anni fa, quando ancora esisteva l'Unione Sovietica e molti comunisti credevano in buona fede al "Paradiso dei lavoratori" (nonostante i Fatti d'Ungheria e la Primavera di Praga avessero dovuto dare un violento scossone alle loro convinzioni). Lo è a maggior ragione oggi, che il comunismo reale non esiste - deo gratias - più e che, soprattutto, è stato finalmente riconosciuto a livello universale il suo vero volto: quello di una dittatura feroce alla pari, se non superiore, di quella nazista. E sciaguratamente sbagliano pensando di poter fare qualcosa di diverso - imbracciando le armi - da un sacco di danni.

Invece sono "compagni che sbagliano" per fortuna, perché sono talmente imbecilli che, nonostante tutte le precauzioni, si fanno sempre beccare. E questa volta li hanno presi prima di far fare al povero Ichino la fine di D'Antona e Biagi.

Avvertenza: fare il giuslavorista ed essere consulente del Ministero del Lavoro è un mestiere rischioso in questo Paese. E' molto più sicuro andare in curva sud all'Olimpico, durante il derby, e urlare "forza Lazio!"

Sintomatico poi che gran parte degli arrestati si muovesse nell'ambito dei centri sociali, da sempre ricettacolo di spostati e di violenti, "tana" dei fascisti rossi, no global d'accatto e pacifisti alle vongole, specializzati nel trasformare le manifestazioni pacifiche in battaglie con la polizia e nel distruggere e/o incendiare auto, negozi e quant'altro. Più che pacifisti, nipotini degnissimi di quell'Autonomia Operaia dei vari collettivi delle varie vie dei Volsci, che tanto diedero, in personale, appoggio e coperture, alle Brigate Rosse storiche.

Claudio Latino, il capo della colonna milanese, ne aveva addirittura fondato uno, di questi covi di delinquenti: il Circolo Ilic, in viale Sarca. Ufficialmente specializzato in proiezioni, dibattiti e altre attività culturali, in realtà - come la maggior parte degli altri centri sociali - "ufficio di reclutamento" per gli imbecilli fascisti rossi di cui sopra, che volevano fare il "salto di qualità"  e passare dal teppismo da week end e/o da manifestazione alla lotta armata. Si sa che il fucile o la pistola sono vissuti, psicologicamente, come un prolungamento del fallo anche dai cretini di sinistra. E sono molto più funzionali dell'abituale spranga o del sanpietrino.... o dell'estintore, che portò una sfiga pazzesca al "povero martire pacifista (col passamontagna)" Carlo Giuliani e, pertanto, è stato bandito ufficialmente dall'elenco delle armi improprie utilizzabili. Elenco reperibile in qualsiasi centro sociale, insieme al manuale di guerriglia urbana e alla guida agli avvocati del "movimento".

Penso che la prima mossa di un governo assennato dovrebbe essere quella di chiudere questi maledetti centri sociali "senza se e senza ma". Trasferire la maggior parte dei frequentatori nelle patrie galere e - come si suol dire -  buttare via la chiave. Forse non sarebbe la sconfitta definitiva del terrorismo, poiché la madre degli imbecilli è sempre incinta, ma si eliminerebbe senza dubbio un magnifico terreno di coltura. E si potrebbe recuperare un buon numero di strutture okkupate e degradate, destinandole ad usi più civili che quello, umiliante, di ricettacolo di marmaglia che sono oggi.

E' invece un fatto nuovo e piuttosto singolare che stiano emergendo collegamenti tra i brigatisti e la criminalità organizzata. Segnatamente, si parla di contatti e accordi con la famiglia Belfiore, della 'ndragheta calabrese. Ovvero, quanto di più antitetico esiste rispetto alle istanze storiche della sinistra e anche del terrorismo di sinistra. E' evidente che gli opposti si attraggono e ci chiediamo, a questo punto, a quando un "gemellaggio" anche con gli ultràs pallonari?

Post Scriptum: Uno dei capi dei fascisti rossi, Luca Casarini, ha assicurato che la manifestazione antiamericana di Vicenza sarà assolutamente pacifica. Vedremo se saprà (o vorrà) veramente tenere a freno la sua marmaglia. Si accettano scommesse.

 
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LE LEGGI AD FROCIONAM SI NASCONDONO DIETRO A UN... DICO!

Post n°390 pubblicato il 12 Febbraio 2007 da hotcigar
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Con una mossa tanto clericale che italianesca, le ministre-minestre Pollastini e Bindi hanno partorito un disegno di legge raffazzonato che - come spesso accade in questo sciagurato Paese - farà infiniti più danni dell'assenza di una regolamentazione.

E' lampante, innanzitutto che - dopo le leggi ad personam del governo Berlusconi - ci troviamo davanti, questa volta, ad una legge ad frocionam. Ovvero creata su misura per la comunità gay. Per dare loro quel "similmatrimonio" ufficialmente negato, ma di fatto concesso se questo sciagurato provvedimento passerà la prova parlamentare.

"Clericale" e "italianesco" (crasi tra italiano e canagliesco) soprattutto nella faccia di tolla con cui le due ministre lo hanno presentato. La Chiesa tuona contro i Pacs? E loro lo hanno chiamato Dico. Cambia il nome, ma la sostanza è la stessa. E per dimostrare che non è un matrimonio di serie B, hanno previsto che in conviventi possano recarsi all'anagrafe anche separatamente.

Il resto è tutto un florilegio di cose in parte già previste, con le uniche novità del diritto di successione e del diritto agli alimenti. Ma di questo vorrei parlare più avanti, perché la cosa merita un ragionamento a parte.

Leggo con una certa sorpresa che i gay non sono soddisfatti: volevano di più. Più di così? Cosa diavolo volevano ancora? Il prete e la messa cantata con lo scambio degli anelli?

E su queste pretese bizzarre forse - se Dio vorrà - cascherà l'asino (e il DDL) in Parlamento. La lobby gaya presenterà tali e tanti di quegli emendamenti... "migliorativi"... che possiamo tranquillamente sperare che gli altri  parlamentari, quelli rimasti con un briciolo di buon senso, decidano di bocciare tutta l'operazione.

Ma se il matrimonio gay può essere all'orizzonte, la cosa ancor più "clericale" e "italianesca" di questa legge risiede nel fatto che, contrariamente a quanto sostiene la Chiesa, essa non dà una spallata alla famiglia. Al contrario: dà un colpo mortale alle convivenze more uxorio.

Forse per dare un contentino al Vaticano e fargli digerire meglio il rospaccio del similmatrimonio al sapore di finocchio.

E la polpetta avvelenata risiede nel fatto che, basta che uno dei due conviventi dia comunicazione all'anagrafe e lo comunichi all'altro con lettera raccomandata, che scattano automaticamente (e retroattivi!!!!) tutti i diritti e i benefici.

Fin qui, nulla di che, direte voi. Io stesso ho scritto in un mio precedente post che alcuni di quei diritti sono giusti e condivisibili. E lo confermo.

Però ci sono quei due articoletti al curaro, in grado di creare complicazioni tali da far recedere buona parte delle coppie di fatto dall'idea di convivere. O, almeno, alcuni componenti delle medesime.

Perché dunque si va a convivere? Non certo perché si è contro il matrimonio ecclesiastico, visto che esiste quello civile. O si è contro l'Istituto del Matrimonio in sé e per sé o perché si desidera avere un rapporto più snello, libero da lacci e lacciuoli. Spesso si convive "per prova", perché ci si innamora ma non si è sicuri di aver trovato l'anima gemella e - quando lo si è accertato - solitamente, qualche anno dopo, ci si sposa.

Ma il concetto fondamentale delle libere convivenze, almeno allo stato attuale, è "se la va, va. Altrimenti amici come prima".

La mazzata dell'infausto DDL Pollastrini-Bindi fa piazza pulita proprio di questo sacrosanto principio!

Quanto può durare in media una relazione? Personalmente ho sperimentato - e questo è stato poi suffragato da studi di settore - che la durata media è di 2-4 anni. Bene, se questa sciaguratissima legge verrà approvata senza modifiche in meglio, sarà estremamente più opportuno che la durata scenda ad un massimo di 2 anni e 364 giorni. Perché se una coppia di fatto - come succede sovente - "scoppia" dopo il terzo anno, uno dei due si troverà a pagare gli alimenti all'altro!

Questo già basta per far dire a molti: "tu in casa mia non entri nemmeno per una cenetta veloce". O, come dice un mio amico fiorentino, con l'arguzia e la sagacia tipica dei toscani: "E si tromba, ma sul pianerottolo!"

Altra sciagura è l'articolo 11, quello che prevede al partner di accedere ad un terzo dell'eredità dopo nove anni di convivenza.

Questa, a mio avviso, è la porcata più grossa, perché lede diritti naturali dei figli, che dovrebbero essere intangibili. E la cosa ancora più oscena - permettetemi di dirlo - è il fatto che il terzo sia riconosciuto in caso di un solo figlio, mentre da due o più figli, diventa un quarto.

Meno male che le famiglie sono sempre meno numerose, perché se morisse in regime di Dico il padre o la madre di dieci figli, il suo partner (magari pure omosessuale!) si intascherebbe la fetta più grossa e agli eredi "veri", ai VERI aventi diritto, resterebbero solo le briciole.

E con queste belle novità in arrivo, pensate che qualsiasi individuo sano di mente penserebbe ancora ad inziare una convivenza? Complicazioni per complicazioni - finocchi a parte - tanto vale sposarsi!

 
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I TROGLODITI DELLA CURVA

Post n°389 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da hotcigar
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Credo che la violenza negli stadi sia un problema irrisolvibile, poiché anch'io, che sono una persona relativamente pacifica, quando vedo questi orridi e trucidi energumeni, volgari e semianalfabeti, violenti, prepotenti, indegni di essere parte di un consesso civile, sub-umani, ma forse anche sotto-scimmie, che credono di potersi permettere tutto in nome della loro squadretta di merda (scusate il francese!)... Beh francamente mi prudono le mani.

Non è vero, infatti, che la violenza non chiami violenza. A questa marmaglia, assimilabile (in peggio) solo agli avanzi da centro sociale, volgarmente chiamati urtràsse, andrebbero rotte la testa, le ossa e magari anche qualche altra parte abitualmente coperta, tutti i giorni. Da quando si alzano la mattina a quando si coricano la sera.

E questa pena dovrebbe essere loro comminata nongià per strada, o a casa loro. E nemmeno in un'istituto di pena. Dovrebbe essergli comminata nelle miniere di sale, di zolfo e di carbone dove - negli intervalli tra una scarica di bastonate e l'altra - questa lurida feccia dovrebbe essere costretta a lavorare ventiquattrore su ventiquattro per tutta la vita. Con la schiena piegata (e piagata) per sempre. E con la bandiera della loro squadra del cuore arrotolata e infilata lassù per dove tutti potete immaginare. Magari costretti, per sommo sfregio, ad ascoltare tutto il giorno l'inno della squadra avversaria.

E credetemi, sarebbe ancora poco, come compenso per questa masnada di delinquenti sottosviluppati che ha trasformato un gioco (già noioso) in una guerra, contribuendo largamente a coprire di strerco e di ridicolo l'immagine di questo Paese. Come se non fossero bastati cinque anni di Governo Berlusconi a farlo e non bastasse il Governo Prodi che si occupa più del matrimonio dei froci che delle questioni serie.

E con i tifosi, con gli urtàsse, laggiù nelle gallerie a spicconare alacremente, io metterei anche i dirigenti delle società di calcio, nessuna o quasi esclusa, complici e conniventi, che per interesse - per lo più economico - coccolano e vezzeggiano questi trucidi barbari schifosi, questa specie di gorilla (senza offesa per questa categoria di primati), che se ne fregano di adeguare gli stadi e di prevenire episodi di violenza "perché costa". Però i soldi per strapagare un altro sottosviluppato in mutande per farlo correre dietro ad una palla insieme ad altri 21 consimili soggetti, ce li hanno eccome!

E a spicconare con loro quei questori che ordinano alla polizia di non reagire alle provocazioni e alle aggressioni, di non caricare, di non usare gli idranti. Di non - per carità! - far rispettare la Legge Pisanu. Insomma, di prendere gli sganassoni e basta (quando va bene) e di crepare possibilmente in silenzio.

Se c'è ancora spazio in miniera, ci metterei anche quei giudici accondiscendenti, che spesso e volentieri scarcerano quasi subito i tifosi violenti che vengono arrestati, rimettendoli in condizione di nuocere alla comunità perché "son ragaaazzi!"

Bene! Scusate lo sfogo, ma quando ce vò ce vò!

 
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RIFORME NECESSARIE

Post n°388 pubblicato il 29 Gennaio 2007 da hotcigar
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Sciagurati Pacs a parte, è difficile non condividere la "lenzuolata" di Bersani di queste ultime ore. A cominciare dall'abolizione del costo di ricarica per i telefonini, passando per la liberalizzazione della vendita della benzina (prepariamoci allo sciopero e facciamo il pieno!), fino all'abolizione del Pra e ai limiti alla commissione sullo scoporto del conto corrente.

Ovviamente, alcune tra le più importanti tra queste riforme - come quella che riguarda le banche - non saranno operative da subito, ma mi sembra già un buon inizio per dare finalmente una spallata al alcuni corporativismi che hanno, fino ad ora, tenuto bloccato il mercato (minkia, parlo come il Sòla 24 ore).

L'ampliamento della distribuzione di benzina potrebbe effettivamente far scendere di qualche centesimo il costo dei carburanti. Mai, comunque, in proporzione all'andamento del costo del barile, perché in quel caso l'adeguamento è solo al rialzo. Tuttavia noto che, vicino a dove abito, a ridosso della provincia di Viterbo, trovo la benzina da distributori "No Logo" come la Enerpetroli a 1.15 al litro, contro gli 1.20-23 della media capitolina.

I benzinai dicono che sono prezzi imposti dalle compagnie petrolifere, e probabilmente hanno ragione. Ma la Enerpetroli e le altre società "minori", la benzina dove la comprano? E' ovvio che questa situazione dà ragione a Bersani. Anche se pagare la benzina dieci centesimi in meno di media tra quando il petrolio stava a 70 dollari al barile e adesso che sta a 55 è comunque materia che dovrebbe interessare l'Antiturst. Ovvio, se quello italiano fosse degno di tale nome e non, per l'appunto, "all'italiana".

Anche la scomparsa del PRA è cosa buona e giusta. Si risparmierebbero circa 50 euro a passaggio (ne costa più o meno 400). Va tuttavia rilevato che prima dell'estate era stato abolito il notaio nei passaggi (altre 50 euro) e, misteriosamente - come per la benzina - i prezzi sono rimasti del tutto invariati. Altra cosa che l'Antitrust dovrebbe controllare.

Perché poi bisognasse pagare una "penale" per estinguere anticipatamente un mutuo è uno dei misteri di quelle associazione a delinquere chiamate comunemente banche. Per loro vale sempre l'interrogativo posto da Bertolth Brecht: "E' più criminale chi rapina una banca o che ne fonda una?" Idem con patate la questione della commissione (usuraia) sullo scoperto, che oltretutto viene addebitata per tre mesi anche se il "buco" è stato coperto nel giro di poche ore.

Anche le altre liberalizzazioni non mi sembrano fatte troppo male. Avrei qualche perplessità solo per i giornalai, ma unicamente per una questione romantica: per me, recarmi all'edicola dopo colazione è un rito. Ma vuol dire che continuerò a farlo anche se potrò trovare il giornale direttamente al bar. Non credo spariranno le edicole, comunque. Bar che vendono anche giornali ne esistono già, specie nelle piccole stazioni climatiche. Ma trovi 3 quotidiani e 4 riviste, mentre per l'assortimento completo devi per forza rivolgerti al giornalaio.

Positivo anche il costringere le compagnie aeree a pubblicizzare i prezzi dei biglietti comprensivi di tasse e oneri, al contrario di quanto succede adesso. Altrimenti un povero cristo è convinto di poter andare a Londra con 50 euro e scopre solo in aereoporto di doverne pagare altre 150 (perlomeno!) per potersi imbarcare.

Ridicolo invece il distinguo che i vari governi si rimpallano ad ogni legislatura, riguardo ai licei "tecnologici" piuttosto che gli istituti tecnici. Signori, è ora di piantarla. Decidete come accidente chiamare questi istituti una volta per tutte e smettetela di costringere, ogni cinque anni, i presidi a cambiare la targa sul portone. Oltretutto, le targhe non ter le regalano!

Cambiando ministro, apprendo che, finalmente!, Mastella vuol mettere mano ad alcune delle leggi ad personam di Berlusconi. Era ora che questo governo facesse qualcuna delle cose per cui lo abbiamo votato, invece di perdersi in litigi tra comari e consimili altre boiate.

Riguardo infine alla riforma del sistema televisivo di Gentiloni.... Nulla da eccepire finora. E il fatto che Berlusconi sbraiti mi convince ancora di più che la questione vada nella giusta direzione.

 
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SARA' UN "RIMPASTINO"....

Post n°387 pubblicato il 26 Gennaio 2007 da hotcigar
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Manderanno a casa qualche ministro sgradito a Prodi e alla Margherita. D'Alema sospettato di essere uno dei registi occulti. Si faranno molte riforme, ma nessuna a sfavore di Berlusconi.

Sarà un "rimpastino". I corridoi del Palazzo sussurrano sempre più insistentemente che l'ormai prossima caduta del Governo Prodi sarà l'occasione per una piccola resa dei conti all'interno della maggioranza. Sicuramente verrà mandato a casa qualche ministro "antipatico a Prodi" (così si è espressa la nostra fonte) o verrà spostato in un dicastero dove non potrà "nuocere" più di quel tanto. Tattica adottata anche a giugno, quando è stato affidato ad Antonio Di Pietro il Ministero delle Infrastrutture (volevano dargli quello delle Comunicazioni), lontano anni luce da quello della Giustizia o dell'Interno, dove l'ex Pm di Mani Pulite sarebbe stato senz'altro più indicato.

Uno dei ministri "a rischio" sarebbe Paolo Gentiloni della Margherita, titolare del Dicastero delle Comunicazioni e del tutto intenzionato a mettere seriamente mano alla riforma del sistema radiotelevisivo. Gentiloni, che vorrebbe una Rai di qualità, è propenso ad applicare le leggi vidgenti e sempre disattere mandando una rete Rai e una Mediaset sul satellite e vuole abbassare il tetto della raccolta pubblicitaria, dovrebbe essere uno dei primi ad uscire a razzo dalla compagine governativa. Questo, nonostante sia uno degli uomini più fidati di Francesco Rutelli. Tuttavia, il disinnesco della "mina-Gentiloni" sarebbe richiesto da più parti. Qualcuno ventila che, addirittura, dietro questa ed altre future sostituzioni eccellenti ci possa essere la manina di Massimo D'Alema, il ministro più filoberlusconiano che Prodi potesse desiderare.

Sarà anche l'occasione per regolare i conti con i ministri della sinistra radicale. Il Governo pare sia stufo di avere un'opposizione dentro casa molto più pressante di quella esterna. A casa, quindi, e salvo ripensamenti, i ministri "di lotta e di governo", che si dilettano a sobillare le piazze contro l'operato dell'Esecutivo che essi stessi rappresentano.

Ovviamente, queste sono solo voci prive di qualsivoglia verifica. Ma sono voci che arrivano direttamente dai "piani alti" e sono sempre più insistenti.

 
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PRODI VA A CASA!!!!

Post n°386 pubblicato il 25 Gennaio 2007 da hotcigar
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La notizia mi arriva dai "piani alti" e non so ancora tutti i particolari, ma pare che a giorni cadrà il governo Prodi.

Appena so qualche notizia in più la pubblico!

 
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LA FAMIGLIA DI... SINISTRA?

Post n°385 pubblicato il 23 Gennaio 2007 da hotcigar
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L'Unione e il centrosinistra in generale vivono una singolare contraddizione (una delle tante!), che questa volta rischia di farmi pentire seriamente di aver voltato, alle passate elezioni, per questa manica di cialtorni e incapaci. Non che fossero meglio quelli del centrodestra, specie Forza Italia, ma avevano la peculiarità di rendersi ridicoli in maniera leggermente meno drammatica.

Mentre da una parte si cerca di equiparare le convivenze ai matrimoni e di legittimare socialmente e legalmente le convivenze tra omosessuali, con tanto di diritti ereditari e reversibilità della pensione (per tacer degli alimenti), è proprio dal centrosinistra che arriva la solenne bocciatura di un emendamento di Rosy Bindi volto ad equiparare i diritti dei figli nati al di fuori dal matrimonio (ma comunque "di sangue") a quelli nati all'interno del matrimonio stesso.

La Bindi ha cercato di far abrogare la discriminazione contenuta nell'articolo 258 del codice civile nei confronti dei figli naturali. Questo articolo sancisce infatti che il figlio nato al di fuori del matrimonio e successivamente riconosciuto, risulta di fatto giuridicamte privo di parentela. Insomma, non ha zii, non ha nonni... Se non più figlio, resta comunque "nipote di n.n."

Mentre invece, a parere del ministro (e, oserei aggiungere io, a parere di qualsiasi persona civile) la nascita di un figlio produce effetti non solo sul genitore ma anche sui parenti.

Questa elementare considerazione, oltretutto "di sinistra", si è rivelata invece un grosso scoglio politico. Il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Scotti, avrebbe addirittura commentato: "Ma che rapporto ho io con il figlio naturale di mio fratello?" E, sollevando questa "perplessità", ha deciso di non sottoporre l'emendamento a votazione.  Uguali riserve dal senatore D'Ambrosio dell'Ulivo.

Oltretutto, la questione del diritto alla parentela per i figli "illegittimi" non è solo politica o giuridica, ma è addirituttra sancita dalla Costituzione della Repubblica Italiana (art. 30), secondo cui la legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.

Insomma, la Bindi - cattolica e quindi, per definizione, "conservatrice e retrograda" secondo il comune sentire -  ha cercato di far abrogare un articolo del codice civile sostanzialmente anticostituzionale - oltre che "incivile" - e il centrosinistra "progressista" le ha risposto "picche", continuando a difendere un'ingiusta discriminazione.

Uno scivolone veramente rimarchevole per la compagine politica che, in nome dei diritti civili, sta cercando in tutti i modi di far legalizzare - di fatto - una sorta di mini matrimonio a totale uso e consumo degli omosessuali (le coppie conviventi etero sono solo una scusa). Se questi sciagurati Pacs dovessero quindi passare, ci troveremmo nell'assurdo che il compagno del signor Rossi avrebbe più diritti del figlio nato al di fuori del "conservatore" e "retrogrado" istituto del matrimonio.

 
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GLI ALTRI NO GLOBAL

Post n°384 pubblicato il 22 Gennaio 2007 da hotcigar
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Echi dal Social Forum, tradizionale meeting annuale dei No Global che, questa volta, si tiene in Kenia, a Nairobi.

Dopo la tradizionale "marcia della pace", le danze, i concerti, eccetera, i convenuti hanno tenuto e assistito ad una serie di seminari per studiare "l'altro mondo possibile". Tra i titoli dei convegni: Fermate il lavoro dei bambini, la scuola è meglio; Valutazione dei vaccini contro la febbre gialla (endemica da quelle parti) su soggetti sieropositivi; Come usare i media digitali per scambiare le idee e cambiare le menti; Ricostruzione della provincia dell'Itruri, in Congo; Imprenditorialità giovanile.

Non sono mancate le denunce, come quella dell'arcivescovo Desmond Tutu che ha puntato il dito sul grave problema del diritto alla salute. Secondo il presule, gli Stati africani, rinnegando l'impegno a devolvere il 15% del bilancio alla sanità, hanno provocato 40 milioni di morti. Una cifretta!

Si è parlato ovviamente anche delle multinazionali del farmaco, che si tengono stretti i brevetti e rifiutano di produrre medicine a basso costo per curare le popolazioni africane. Specialmente i vaccini e i farmaci per l'Aids, che da quelle parti è endemico quanto la febbre gialla e la malaria.

Curiosamente, finora non si lamentano scontri con la polizia, episodi di guerriglia urbana, vetrine infrante, auto e cassonetti dati alle fiamme, McDonald devastatati e quant'altro.

E' evidente che i No Global italiani devono essere rimasti a casa.

 
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MISSILI IN GIARDINO

Post n°383 pubblicato il 19 Gennaio 2007 da hotcigar
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Qualcuno ricorderà senz'altro il gustoso film del 1958, interpretato da Paul Newman, Joan Collins e Joanne Woodward per la regia di Leo McCarey. In realtà era tratto da un romanzo altrettanto divertente, falcidiato senza pietà dagli sceneggiatori di Hollywood.

Comunque, il plot (come si dice oggi) era più o meno questo: sollevazione popolare di una cittadina americana per l'installazione nel suo territorio di una base missilistica. Era, oltretutto, il periodo della guerra fredda, quindi avere dei missili... in giardino, non doveva essere considerato il massimo della vita.

Se la vicenda vi ricorda qualcosa vuol dire che avete quantomeno orecchiato i notiziari in questi giorni. Infatti, anche noi, qui in Italia, abbiamo la nostra Putnam's Landing. E l'abbiamo anche molto più ricca di storia, trattandosi di Vicenza.

Se chi scrive amerebbe molto, idealmente, vivere in un mondo che non ha bisogno di basi militari (diceva Victor Hugo: "Non volete più guerre? Abolite gli eserciti"), bisogna tuttavia precisare che tra la vicenda raccontata nel libro e nel film e quanto accade nel Veneto c'è qualche piccola differenza.

A differenza di Missili in giardino, infatti, non si tratta di installare una base militare ex novo, ma di allargarne una che già c'è, per poter ospitare la 173a brigata aviotrasportata al completo. Parte di essa già è presente da anni sul suolo vicentino, mentre un'altra parte era di stanza in Germania.

Ciò che provoca i peggiori mal di pancia ai "pacifisti" è innanzitutto il fatto che si tratti di militari "amerikani" (se era un campo di addestramento di Al Quaeda, forse, avrebbero protestato di meno. O magari per nulla!) e, in seconda istanza, che si tratti della brigata impegnata in Iraq e Afghanistan.

Prodi, nel dare via libera all'ampliamento della base, ha ovviamente dato la colpa al precedente governo (Berlusca). Tuttavia, mi sento di poter affermare con una certa serenità che - nonostante la mia notoria antipatia verso il personaggio - questa volta il Cavaliere è innocente. Il colpevole, infatti - se "colpevole" vogliamo definirlo - è il povero Alcide De Gasperi, che nell'immediato dopoguerra riuscì a fare entrare l'Italia nella Nato, salvandola probabilmente da un meno piacevole ingresso nel Patto di Varsavia.

Fatto questo che ha procurato sonori mal di pancia anche ai "pacifisti" dell'epoca, che come tradizione italiana vuole, sono sempre stati "alle vongole".

La presenza dell'Italia nell'Alleanza Atlantica ha dato qualche benefit allo scassatissimo stivale, ma ha comportato anche qualche dovere. Come quello, ad esempio, di ospitare basi militari americane sul suo territorio. Ne abbiamo ad Aviano (non lontano da Vicenza), a Pisa, a Sigonella (famosa per lo scazzo tra Craxi e Reagan riguardo al terrorista palestinese Abu Abbas), a Napoli, sede della quinta o sesta flotta, eccetera.

L'obiezione avanzata da alcuni, secondo cui da Ederle 2 (la costruenda base vicentina)  potrebbero partire gli aerei per andare a bombardare qualcuno è stupida e pretestuosa. Infatti, quegli aerei partono già adesso da Aviano e da Sigonella. Mentre da Napoli partono le portaerei dirette nel Golfo.

Possiamo, per converso, giustificare le perplessità di alcuni vicentini che temono di essere ulteriormente assordati e inquinati dai jet, come già accade per i malcapitati abitanti dei dintorni di Malpensa. Oltre al fatto che, con i terroristi arabi a spasso per tutto il territorio nazionale, data la risibilità dei controlli e dei sistemi di sicurezza italiani, una grossa base diventa obiettivo molto più appetibile di una "basetta".

Un altro motivo che ha spinto il governo a dare il benestare per la base, oltre agli accordi internazionali firmati oltre cinquant'anni fa, è il fatto che già adesso all'interno della preesistente struttura lavorano centinaia di civili italiani. Allargare la base significa anche aumentare i posti di lavoro disponibili, oltre al giro d'affari di tutto quello che sta al di fuori: negozi, ristoranti, locali......

Se per converso Prodi avesse detto di no, gli americani si sarebbero trasferiti (è proprio il caso di dirlo!) "armi e bagagli" in Germania, abbandonando anche la base Ederle 1 (quella che già è in funzione da decenni) e causando danni all'indotto per - stimano gli esperti - circa 200 milioni di euro all'anno.  Ovviamente le centinaia di cittadini italiani che lavorano oggi per gli americani avrebbero perso il posto e questo non è un Paese in cui si trova un lavoro ad ogni angolo di strada.

Probabilmente anche questo fattore è stato tenuto in considerazione da Prodi, magari pensando a quante persone non avrebbe più potuto tassare perché diventate indigenti. Ed è un fattore, parlando in linee generali, di cui dovrebbero tenere conto tutti i pacifisti "d'accatto" che pullulano in Italia, perché una cosa è certa: non si possono fare battaglie ideologiche (per quanto in parte condivisibili) sulla pelle della gente.

E forse è per questo - oltre che per strenuo attaccamento alla poltrona -  che Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi, nonostante strillino come luxurie isteriche, alla fine hanno ingoiato anche questo rospo. Non è il primo né l'ultimo di una serie di batraci belli grossi che hanno mandato giù in questi mesi. Mi permetto di ricordare che per molto meno, nel 1996, Bertinotti fece cadere il governo.

 
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IL "CULENDARIO"

Post n°382 pubblicato il 16 Gennaio 2007 da hotcigar
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Ieri sera, complice una carissima amica (che è stata preventivamente "punita", perché le ho tamponato inavvertitamente la Smart con lo scooter), ho fatto dopo tanto tempo un "bagno di mondanità".

L'occasione era la presentazione del culendario... pardòn, del calendario di una signorina misconosciuta e di cui - per carità di patria (e per evitare querele) - tacerò il nome. L'evento si svolgeva in un locale del centro di Roma ed era - come sempre in questi casi - la mera occasione per scroccare una cena. Devo premettere, a questo proposito, che si è mangiato bene.

La misconosciuta signorina di cui sopra aveva posato, con pochi o punti veli, per una rivistina patinatina alla "voglio-ma-non-posso". Una di quelle in distribuzione gratuita, perché a doverle pagare non le prenderebbe nessuno, e perennemente pregne di vuote ed insulse superficialità. A Roma ce ne sono un paio.

La protagonista della serata era quanto di più antitetico ci fosse rispetto al concetto di avvenenza e classe. Infilata in un vestito nero di Gattinoni che, addosso a lei, sembrava acquistato dai cinesi al mercato (con tutto il rispetto per i cinesi) e con le zampe porcine ("piedi" non si potevano definire) infilate in un paio di sandali azzurri che sarebbero stati meglio a corollario di ben altre estremità.

Il viso e l'espressione richiamavano alla mente i canoni classici della... prostituta albanese. Anche se la signorina in questione pare sia di Latrina (pardòn... di Latina!). Un inconveniente che il fotografo, immortalandola sul culendario aveva cercato in tutti i modi di ovviare... ma con scarso risultato.... Facendola rassomigliare sinistramente ad un travestito brasiliano. Insomma, un disastro degno di una cialtronaggine da commedia all'italiana.

La scarsa avvenenza della tipa in questione (non a caso, ribadisco, di Latrina) faceva risaltare ancora di più la bellezza di alcune ospiti. Non tutte, in verità. Erano presenti anche alcune amiche (o colleghe?) della festeggiata. Anche loro riconoscibili da un look che non le avrebbe fatte sfigurare sui viali.

La domanda sorge biscardianamente spontanea: se una non se lo può permettere, cosa lo fa a fare un culendario? E se proprio lo deve fare a tutti i costi, almeno lo faccia ironico e autoironico. Cosa che il "papiello" che ho visto ieri sera non era affatto.

 
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LA FORTUNA E' CIECA.....

Post n°381 pubblicato il 15 Gennaio 2007 da hotcigar
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...Ma la sfiga ci vede benissimo! Chi legge saltuariamente il mio blog è a conoscenza della mia passione per le auto d'epoca e del fatto che ne possiedo tre. Rispettivamente: due 2CV e una Dyane. Di queste tre vetture, al momento, quella di "rappresentanza", l'ammiraglia della flotta, è una 2CV del 1977, color beige gazelle, battezzata "Carlotta".

Carlotta, per l'appunto, ai primi di dicembre è uscita di carrozzeria dopo un accurato maquillage. Il bravissimo artigiano che l'ha avuta in cura ha fatto un lavoro con i fiocchi, soprattutto sul cofano che era quasi da buttare, riportandolo a vergine, ribattendolo con cura e riverniciandolo poi con vernici originali.

Uscita dalla "beauty farm", Carlotta è stata messa sotto un telone e parcheggiata in un'area privata. Posto tranquillo, posizione strategica. Niente bambini che giocano al pallone, lontana da traettorie possibili di errori di manovra di altre auto. Insomma, meglio che nel caveau della Banca d'Italia.

Almeno così credevo.....

Fatto sta che ieri pomeriggio, dopo un mese che non la usavo, ho deciso di farci un giretto. Ho sollevato il telone di protezione.... e ho scoperto che un gatto, presumibilmente delle dimensioni di un cinghiale, aveva eletto il cofano di Carlotta sua cuccia. Il poverino (non il gatto, il cofano) presentava infatti un vistoso "avallamento" proprio al centro.

L'ho aperto e gli ho dato un cazzotto da sotto, riportandolo in buona parte alla foggia originale. Purtroppo sono rimasti tre o quattro bozzettini, dove evidentemente il felino maledetto si era particolarmente incarognito, e in un punto la vernice è graffiata (ci si è fatto pure le unghie!).

Tutto da rifare per il mio carrozziere, con una cifra che sarà certo inferiore ai 500 euro che ho speso un mese fa, ma che potevo spendere senz'altro in maniera più divertente e/o appagante.

Nella foto: Carlotta e il sottoscritto nel 2003, quando "l'ammiraglia" doveva essere ancora finita di restaurare e il suo padrone aveva ancora i capelli.

 
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ANCORA SUI PACS E SUI DIRITTI NATURALI IN PERICOLO

Post n°380 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da hotcigar
Foto di hotcigar

 

 Come mio costume quando ricevo un commento particolarmente interessante, pubblico oggi quello inviatomi ieri da Silverdart.


Inviato da Silverdart il 10/01/07 @ 00:13 via WEB 

Ciao Nick… A proposito di pacs, le mie feste di fine anno sono state agitate dalla lite intercorsa, proprio il giorno di Natale, con mio padre e la sua compagna, spudoratamente esultante per la ormai (secondo lei) sicura approvazione della legge sui pacs, che a parer suo le assicurerebbe il diritto di successione al patrimonio del compagno, al pari di una moglie. Premetto che la signora non ha voluto sposarsi per non perdere la differenza di un centinaio di euro al mese della pensione di reversibilità del suo defunto coniuge, ma era eccitatissima all’idea di poter entrare nell’asse ereditario di mio padre, tanto che era già informata delle parti spettanti a ciascuno, neanche fosse giunta l’ora!!!…
Il patrimonio familiare, attualmente indiviso e del quale ne posseggo 1/8, fu costituito, oltre che da mio padre, anche grazie all’apporto maggioritario della mia defunta madre. Alla morte di mio padre, se la sua compagna, come ardentemente spera, ereditasse veramente al pari di una moglie, al sottoscritto e a mia sorella rimarrebbero 5/16 ciascuno, mentre alla sua compagna andrebbero i 6/16 del totale!!!….
Se mio padre 82enne e in non buone condizioni di salute, si fosse accontentato di farsi accudire dalla solita ma più utile badante polacca, invece di accompagnarsi solo due anni fa ad una aitante 70enne, il patrimonio familiare, frutto dei sacrifici e dei risparmi di una vita dei miei genitori, ma soprattutto di mia madre, finirebbe in parti uguali a me e a mia sorella, suoi unici figli e quindi ai suoi nipoti che daranno seguito al nome e alla famiglia. Invece i 6/16 eventualmente ereditati della sua compagna sarebbero già destinati alla sua unica figlia, che pur estranea alla nostra famiglia, otterrebbe la fetta più grande dell’eredità dei miei genitori.
 
Mi domando se questo sarebbe il riconoscimento di un diritto o la legalizzazione di un furto. >>> Riguardo al messaggio odierno, è di incredibile chiarezza e lo sottoscrivo integralmente, soprattutto entusiasmante per la parte riguardante gli “insipidi ortaggi”. >>> Nonostante io sia concettualmente avverso al mondo musulmano e al loro tentativo di colonizzazione culturale dell’Europa e del mondo, per quanto la loro cultura non sia priva di barbarie, non posso fare a meno di pensare che il loro apporto possa essere l’unico possibile per reinserire alcuni valori nella nostra società, così deteriorata e confusa, che di valori è sempre più priva, e contrabbanda come diritti il caos e l’anarchia come appunto si evince dal commento precedente. Saluti, Sd

 
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