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per mano al dolore
GIAN MARIO VILLALTA, IMMAGINO UN CAMPO APPENA ARATO
Immagino un campo appena arato, la terra fresca ancora
e l'ora del tramonto che si avvicina
con una nebbiolina sotto i pioppi,
un alito dai fossi, una carezza
che viene lenta e sente di selva,
lontananza e marzo.
Immagino che sono vestito di bianco
disteso nel solco, la terra tiepida,
l'orizzonte a raso,
grandi onde che il nero fa dove guardo.
Che sollevo una mano, immagino, muovo le dita
sullo sfondo del cielo e una nuvola non è più
lontana, non è più vicina, irraggiungibili
come se avessimo dove stare
perduta ogni naturalezza, e sapessimo
finalmente amare i prezzi
al minuto, gli interessi passivi, le date di scadenza.
VERSI TRATTI DA: QUADERNARIO - Ventisette poeti d'oggi
e un omaggio a Giuseppe Piccoli
a cura di Maurizio Cucchi
LietoColle, 2013
L'ASCOLTO? System Of A Down, Toxicity
ANCHE QUESTO? System Of A Down, Question!
note su solchi
accade che la critica o il condizionamento
mi privi del gusto di certa scrittura.
accade che le ragioni esterne a me, ragioni
altre, estranee, anche sragioni, stendano veli sulla
possibilità di comprensione o identificazione.
(non che questo sfatto sarebbe in grado di incidere significaticamente sulle
sorti del divenire, tuttavia.).
accadde anni fa,
con i versi di villalta, "riposti", affidati, appena sopra,
per la lettura di certa critica al testo, forse da parte mia
veloce e certamente poco attenta,
che con sovrabondanza di aggettivi, tra cui
uno nuovo e a modo suo interessante "bertolucciano",
mi ha indotto a prestare pochissimo interesse.
a me che leggo,
appassionata, sfrenata e sfrontata di carta scritta.
valuto
quanto una singola parola sia in grado di sviare...
quanto contino le parole... lo so.
eppure.
anni dopo mi ritrovo questi versi in altra raccolta
ed, evitando sistematicamente letture di pre e post fazioni...
me li sono fatti,
in pace, questi versi,
come il caffè solitario preso sui gradini di casa
la mattina presto, come le camminate alla
ricerca di prati dimenticati, come le nuotate a
larghissimo:
con piacere e con un po' di sfida.
stendersi sui solchi freschi d'aratro, in veste bianca,
pensare alla vita, alla morte, alle rate del mutuo,
e alla forma delle nubi in cielo, sfidare e sfidarsi,
cedere e prendere, questo, al fine, è vivere il presente, per
quel che si può, per quel che si è.
villalta non si fa temere, colto
e terragno, non ha problemi a utilizzare una cifra chiara per
dire di smarrimento, riflessione ed infinito,
disteso dentro solco d'aratro appena tracciato,
vestito d'albedo, lo sguardo alla volta celeste
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Inviato da: emma01
il 19/12/2023 alle 05:48
Inviato da: cassetta2
il 17/12/2023 alle 20:49
Inviato da: cassetta2
il 21/09/2023 alle 15:36
Inviato da: emma01
il 12/09/2023 alle 18:22
Inviato da: cassetta2
il 12/09/2023 alle 17:45