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Post N° 56

Post n°56 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da mati33
 

...accadeva 40 anni fa....

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Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 un violento terremoto colpì una vasta area della Sicilia occidentale compresa tra la Provincia di Agrigento, quella di Trapani e quella di Palermo. Lo stesso 15 gennaio, dato che la zona interessata non era considerata critica dal punto di vista sismico, il terremoto venne trascurato nella sua entità, tant'è che molti quotidiani dello stesso giorno, riportarono la notizia di pochi feriti e qualche casa lesionata. La realtà si fece terribile allorquando i primi soccorsi arrivarono in prossimità del triangolo dell'epicentro, idealmente formatosi tra Gibellina, Salaparuta e Poggioreale: le strade erano praticamente state risucchiate dalla terra e molti collegamenti con i paesi colpiti furono praticamente impossibili sino alla notte tra il 15 e 16 gennaio, ovvero ventiquattro ore dopo il violento sisma. Tutto ciò creò ancora più confusione in quelli che erano soccorsi già poco coordinati e frammentari. Nei giorni seguenti arrivarono nella zona il presidente della repubblica Giuseppe Saragat e il ministro dell'interno Paolo Emilio Taviani. Furono impegnati nei soccorsi più di mille vigili del fuoco, la Croce Rossa, l'esercito. Un pilota di uno degli aerei impegnati nella ricognizione della zona dichiarò di avere visto "uno spettacolo da bomba atomica [...] Ho volato su un inferno". Restano nella storia della cronaca giornalistica gli articoli di Giovanni Russo, inviato del Corriere della Sera, che compì un vero e proprio viaggio attraverso tutti i centri colpiti, intervistando i superstiti e descrivendo senza alcuna enfasi il disastro che si era compiuto. Russo poté constatare che Gibellina, Salaparuta e Montevago erano stati rasi al suolo e che i superstiti, avendo perso le poche cose che avevano, vivevano in uno stato di totale indigenza. Tra le macerie delle povere case crollate furono faticosamente trovati centinaia di morti. I feriti furono migliaia e, con enorme difficoltà, furono trasportati negli ospedali di Palermo, Agrigento e Sciacca. Sempre dal Corriere della Sera - del 20 gennaio 1968 - possiamo capire lo stato in cui si trovarono a lavorare i medici impegnati nel soccorso ai feriti. L'inviato speciale Mario Bernardini poté arrivare a Sciacca e intervistare, per il Corriere della Sera, il prof. Giuseppe Ferrara, giovane primario chirurgo dell'ospedale, il quale - così come tutti i chirurghi di tutti gli altri ospedali in cui erano stati smistati i feriti - si trovò a fronteggiare una situazione d'emergenza che lo tenne in sala operatoria senza soluzione di continuità per più giorni, durante i quali, quasi senza sosta, continuarono le scosse di terremoto. Ferrara raccontava a Bernardini che "Stavamo operando, il pavimento ci ballava sotto i piedi. Sentivo accanto a me la suora assistente che recitava le sue preghiere mentre mi porgeva i ferri, attenta e precisa come sempre[...] Eravamo in sala chirurgica dalle 8 del mattino. Non c'era un momento di sosta fra un intervento e l'altro[...] Uno solo di tutti quelli che abbiamo operato è morto. Aveva perso le gambe ed ambedue le arterie erano recise[...] Gli altri, senza una gamba, senza un braccio, li abbiamo tutti salvati. L'intervento più difficile fu una trapanazione del cranio: era una bambina di quattro anni che i vigili avevano trovato a Gibellina, fra le braccia della madre morta". Egisto Corradi, altro inviato del Corriere della Sera, parlando della zona di Santa Ninfa, descrisse minuziosamente lo stato di assoluta precarietà in cui si svolsero i soccorsi nei primi giorni successivi al sisma: "La pioggia ha ridotto la piana ad un acquitrino nel quale si affonda fino alle caviglie...Macchine ed autocarri si sono impantanati sia tra le tende che lungo la strada, continuamente bloccata da ingorghi". Nell'articolo veniva messa in evidenza la mancanza di coordinamento anche in merito alla distribuzione degli aiuti alimentari che arrivavano da tutta Italia. Di certo, il terremoto del 1968 mise drammaticamente a nudo lo stato di arretratezza in cui vivevano quelle zone della Sicilia occidentale, in primo luogo nella stessa fatiscenza costruttiva delle abitazioni in tufo, crollate senza scampo sotto i colpi sussultori del sisma. Le popolazioni di quei paesi erano composte in gran parte da vecchi, donne e bambini, visto che i giovani e gli uomini erano già da tempo emigrati per questioni di lavoro. Questo dato rappresentava il disagio sociale che lo Stato conosceva e trascurava, così come trascurò le conseguenze del sisma, che hanno rappresentato, in fatto di calamità naturali, uno dei primi, e tristemente celebri, 'casi italiani' nella storia del dopoguerra: l'impreparazione logistica, l'iniziale abbandono da parte dello Stato, i ritardi nella ricostruzione, le popolazioni costrette all'emigrazione, lo squallore delle baracche per coloro che restavano. Anche i successivi stanziamenti economici per la ricostruzione diedero luogo ad opere faraoniche spesso inutili, quali la città di Gibellina, issata a vessillo della ricostruzione in quanto progettata da famosi architetti e artisti ma assolutamente mal pensata in merito al fattore più importante che sta alla base della ripresa economica, ovvero l'occupazione lavorativa per gli abitanti e i luoghi di socializzazione degli abitanti. Si pensi che la ferrovia Salaparuta-Castelvetrano che collegava la maggior parte dei centri dell'area terremotata con la zona costiera, distrutta dal sisma non venne mai più ricostruita, nonostante avesse un buon traffico viaggiatori. Venne finanziata e costruita l'autostrada Palermo-Mazara del Vallo, che venne soprannominata da molti l'autostrada del deserto, al posto della viabilità ordinaria dissestata, invece di far fronte alla ricostruzione della viabilità ordinaria di collegamento tra i centri abitati, opera più essenziale ed urgente, che invece languì per lungo tempo. Gli anni che seguirono il terremoto furono costellati da appalti, buone intenzioni, proclami, stanziamenti. Fatto sta che ancora oggi non tutto è stato ricostruito; e tornano così attualissime le lotte che Danilo Dolci intraprese a favore della popolazione e contro il malaffare politico-mafioso. Leggendarie sono le frasi scritte da Danilo Dolci sui muri dei ruderi, quali ad esempio "La burocrazia uccide più del terremoto", "Qui la gente è stata uccisa nelle fragili case e da chi le ha impedito di riappropriarsi della vita col lavoro", "Governanti burocrati: si è assassini anche facendo marcire i progetti". Oggi, dopo decenni di interminabili lavori, gli antichi paesi della valle sono stati in gran parte ricostruiti in luoghi distanti da quelli originari interessati dal terremoto: abitazioni, infrastrutture urbanistiche e stradali hanno sì riportato condizioni di vivibilità ma hanno anche profondamente modificato il volto di quella parte della Sicilia. Tra i 14 centri colpiti dal sisma vi furono paesi che rimasero completamente distrutti: Gibellina, Poggioreale, Salaparuta, Montevago. Le vittime furono 370, un migliaio i feriti e circa 70. 000 i senzatetto. Si ricordano gli altri paesi e cittadine che hanno subito danni ingenti: Menfi, Partanna, Camporeale, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Sciacca, Santa Ninfa, Salemi, Vita, Calatafimi, Santa Margherita di Belice. (fonte wikipedia)

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Commenti al Post:
occhi_di_gatto5
occhi_di_gatto5 il 14/01/08 alle 09:29 via WEB
Buona giornata e buon inizio settimana! ^_^
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 14/01/08 alle 09:36 via WEB
BUONGIORNO GATAMATA..SAYU
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 14/01/08 alle 10:04 via WEB
Grazie anke a voi! baci -mati-
 
 
mati33
mati33 il 14/01/08 alle 16:13 via WEB
E' doveroso ricordare certi eventi, soprattutto se poi come mi confermi le persone rimangono disagiate a vita!E' la vergogna del paese in cui viviamo purtroppo.ricambio l'abbraccio.Mati
 
guradonecs
guradonecs il 14/01/08 alle 17:01 via WEB
me lo ricordo come se fosse un sogno... ero piccolo.. ma ricordo le scene strazianti alla tv in bianco e nero... tristissimo...
 
YORNON
YORNON il 14/01/08 alle 17:12 via WEB
Mati, grazie del tuo commento... io che la vivo questa cosa, se qualcuno me la avesse raccontata anche io direi... ma dai... ma purtroppo, accade davvero... sai ho postato adesso, se ti va di leggerlo il mio ultimo post, mi piacerebbe sapere da te, se sblio o meno... a presto Fausto.
 
carlitos1972
carlitos1972 il 14/01/08 alle 18:00 via WEB
Buon pomeriggio a tutti... bravissima mati, post bellissimo, è fondamentale non dimenticare. un bacio.
 
natalibera67
natalibera67 il 14/01/08 alle 18:05 via WEB
non sapevo di questo terremoto. hai fatto bene a ricordarlo. un ba1cione neroazzuro...!!!!forza inter!! ;))
 
 
mati33
mati33 il 14/01/08 alle 18:27 via WEB
...e va bene....oggi sono buona! :))
 
sabvit
sabvit il 14/01/08 alle 18:11 via WEB
ciao mati..scusa l'assenza..ma sono incasinatissima!un pò lunghino il post...eh ??appena possibile lo leggo.Bacio
 
 
mati33
mati33 il 14/01/08 alle 18:26 via WEB
ciao sabri, tranquilla...tanto il post da qui non si muove! baci
 
Orckidea
Orckidea il 14/01/08 alle 22:00 via WEB
ciao .. a dire il vero non sapevo di questo terremoto. Hai fatto bene a scriverne .. una cosa mi vien da pensare. Qui non cambia mai niente!
 
JuventinoaVita
JuventinoaVita il 14/01/08 alle 22:44 via WEB
Dolce notte! A domani! Marco
 
magicjuves
magicjuves il 14/01/08 alle 23:27 via WEB
matiiiiiiiiiiiii ti voglio un sacco di bene........sei grande un bacione immenso stefy
 
magicjuves
magicjuves il 14/01/08 alle 23:40 via WEB
mati ed io mi sono presa le tue frecce tricolori......troppo belle...le ho messe nel profilo ti abbraccio stefy
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/01/08 alle 08:15 via WEB
Buongiorno a capobat&carlitos. I soldi della ricostruzione sono finiti nelle tasche sbagliate, omaggi e regalie a tal signorotto o talaltro hanno fatto sì che a 40 anni di distanza, ci sia gente che vive in condizioni fatiscenti. Ho visto un servizio al tg2 nel periodo delle feste, si sa a Natale siamo tutti più buoni e ci ricordiamo dei meno fortunati, ma il 27 dicembre è già un nuovo giorno e la vita personale quotidiana, riprende senza chiedersi se per una volta babbo natale abbia davvero fatto anche un solo regalo dove sarebbe indispensabile. Le poltrone ritornano ad essere comodissime e alzarsi dal posto di potere per guardare i bisogni altrui, beh come dire: "chi me la fa fare, ora bisogna pensare a me, alla legge elettorale che è giusta, ma, senza eliminare la Gentiloni non passa!". Si lo fanno anche per quei poveri disagiati, che forse nelle baracche non potrebbero seguire il cavaliere mascherato nella soap della sua vita pubblica che se non arrecasse tanti danni sarebbe addirittura comica. Ma come disse un illustre premio Nobel discendente di quella terra martoriata " Così è se vi pare".
Mati, se considerassi questo commento troppo politicizzato e/o lesivo di immagine, puoi tranquillamente censurarmi, ma sono davvero disgustata da certe assurdità. Corina
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/01/08 alle 08:58 via WEB
censurarti? ma come ti viene in mente??? Buona giornata :) -mati-
 
sayuri2dgl
sayuri2dgl il 15/01/08 alle 15:26 via WEB
Grazie mati del tuo commetno.. ma che musica ci abbino??
 
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