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Botti di Capodanno – L'Idea del Cavaliere

Post n°903 pubblicato il 19 Gennaio 2013 da antonello.mureddu

Berlusconi spara i botti e pensa ad una Commissione

d'inchiesta sul Complotto dei Tecnici e dell'Ue

Peccato che tra i principali sostenitori di Monti e

dell'Eurogabbia ci sia stato proprio lui

Roma – Digerito a fatica, con un provvidenziale amaro, il discorso di fine anno di Napolitano alla Nazione  anche se tale era la noia che ho cambiato canale dopo pochi minuti – a tenere banco sulla scena politica romana, dopo i botti di Capodanno, è il solito Cavaliere con i suoi colorati "botti" d'inzio anno. Un Berlusconi che – nel tentativo di raggranellare qualche voto in più – dismessa la maschera di fedele sostenitore del professor Monti, dopo oltre 40 fiducie accordategli, sembra aver dimenticato di essere stato, volente o nolente, il principale complice dei misfatti montiani, trasformandosi per ovvie ragioni di opportunismo nel suo peggior "nemico". Tra le priorità della sua agenda 2013 sulla scrivania di Arcore, infatti, vi sarebbe la  richiesta d'istituzione di unacommissione d'inchiesta sui fatti  e sul complotto internazionale che sul finire del 2011 portarono alle sue dimissioi "forzate". Dimissioni, come ricorderete, favorite ed auspicate dallo stesso Napolitano in seguito alla celeberrima letterina firmata Bce; sulla scia di uno spread (arma terroristico-finanziaria impropria) allora salito sorprendentemente ben oltre quota 500; nonché sotto la minaccia di possibili declassamenti in vista paventati allo stesso Silvio dai burattinai dell'alta finanza e delle lobby bancarie, contro alcuni tra i suoi gioielli di famiglia. Fininvest e Mondadori, giusto per fare due nomi.

 Le Ragioni del Cavaliere  Alle radici del complotto 

Certo, cari lettori, è ormai storia acquisita e scritta – e già denunciata in tempi non sospetti da "Qui Europa" – come le banche tedesche, prima dell'estate del 2011, vendettero d'un colpo miliardi di euro di Btp italiani, innescando un deleterio effetto a catena che finì per destabilizzare il sistema Italia e per creare l'alibi di successivi – quanto inoppotuni e fraudolenti – declassamenti da parte delle sorelle del rating ai danni del  Paese: fin ad allora tra i più robusti e ricchi d'Europa. All'epoca, giusto per ricordare qualche dato, il debito privatodelle imprese italiane era di appena 40 miliardi di euro, contro gli 8 mila miliardi di debito delle scombinate imprese private fancesi; per tacere sull'invidiabile livello dell'avanzo primario italiano (differenza tra entrate fiscali ed uscite). Ma questo non sembrò interessare né all'Unione Europea, né alla Bce, né alla Merkel, né al carissimo amico Sarkozy: protesi a giudicare a "senso unico" ed all'unisono la pagliuzza inventata nell'occhio altrui, anziché pensare alle proprie  enormi e putride travi.

 L'alibi imperfetto  e l'imbroglio calcolato 

I fatti di cui sopra rappresentarono l'alibi perfetto per la realizzazione di un vero e proprio saccheggio – stile Reaganomics Usa, Anni Ottanta – ai danni di oltre 50 milioni di Italiani: fatta eccezione per qualche migliaio di eletti e "protetti". Un sacco – con Equitalia a fare da sponda ideale – cui disastrosi effetti sono sotto gli occhi di tutti. Come cosa nota è il fatto che il debito pubblico italiano – gonfiato dal signoraggio bancario e dallo spread, ed in misura irrisoria dalla "cattiva politica" –  con la cura thathcheriana del professor Montisia lievitato (come i panettoni di capodanno) di quasi 100 miliardi di euro. Evidentemente – alla luce dei fatti – ha ragione Berlusconi nel dire – come l'Osservatorio "Qui Europa" sostiene da sempre – che dietro lo spread e l'avvento dei tecnici ci sia stato e c'è ad oggi un'enorme macchinazione, un colossale imbroglio internazionale: l'unico "rammarico" per il Cavaliere è quello di aver scoperto questa ovvietà in drammatico ed imperdonabile ritardo. Più credibile Berlusconi sarebbe stato se avesse staccato la spina al professore già fin dalla scorsa estate, magari prima dell'approvazione (e senza neppure confronto in aula)  del recessivo e distruttico "Fiscal Compact". Ma questo probabilmente faceva parte di un preciso copione deciso in qualche élitario club, e nei meandri più nascosti dei palazzi di Bruxelles, Londra, Berlino e Francoforte.

 Il Sacco Neo-liberal  Grinfie sul 1° sistema d'impresa europeo  

Ma – come accade ai tempi di Reagan e della Thathcher – il vero obiettivo dei compari dello spread e dei loro fedeli alleati anglofoni era quello di allungare le mani sulle aziende italiane indotte in crisi: cioè sul più robusto ed efficiente sistema di rete d'impresa del continente. Una roba che se fosse possibile rivendicare dinnanzi a leader e garanti costituzionali seri e coscenziosi – tirando le giuste conclusioni alle indagini portate avanti nel corso del 2012 dalla Procura di Trani, sugli inciuci del rating – e se su questa Terra esistesse ancora almeno un briciolo di giustizia, dovrebbe valere migliaia di anni di "reclusione con lavori forzati annessi" per l'élite della finanza internazionale e per molti leader. Ma su questo punto, nutro parecchie riserve. 

 Il cruccio dell'Eurogabbia   L'Occidentalizzazione del Medioriente 

Come riserve (per usare un eufemismo) nutro sul ruolo super-partes e "benevolo" dell'Europa dei tecnocrati (e di Mario Monti) verso quel che resta di un paese chiamato Italia. Un'Europa (o meglio Eurogabbia infernale) a trazione "Trilaterale" e "filo-Usa" protesa esclusivamente a favorie i giochi diBarack Obama nell'area mediorientale ed in Siria – e di quelli del Gasdotto statunitense Nabucco: l'antagonista "povero" del gigante russoGazprom – piuttosto che aver a cuore le sorti dell'Italia e dei suoi milioni di giovani "schiavi" senza futuro, ma – in compenso – freschi di brindisi e di "auguri" di Capodanno.

 Un buon inizio   L'addio ai discorsi d'inizio anno di Napolitano 

Ma una cosa è certa amici: l'unica consolazione, per il momento, è quella dinon ritrovarci l'anno prossimo a dover ricommentare la patetica scena del discorso di fine anno di Giorgio Napolitano. Per fortuna, infatti, presto il difensore della Costituzione andrà in pensione. Già, senza alcun dubbio, un buon modo di guardare al futuro! Anche se sulla bontà dei nomi che per il momento gravitano attorno al toto-Quirinale non ci giocherei neanche un centesimo! Auguri a tutti! Ne abbiamo bisogno davvero!

Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)

 
 
 
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Data di creazione: 19/07/2012
 

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