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I cosiddetti giorni della merla sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31). Sempre secondo la tradizione sarebbero i tre giorni più freddi dell'anno. Alcune leggende e tradizioni ne specificano come variante gli ultimi due giorni di gennaio e il primo di febbraio: "du ghe l'ù e vun l'imprestarù" ("due li ho ed uno le prendero in prestito"). Queste tradizioni concordano con altro detto milanese "a la candelora de l'invern semo fora" ("alla Candelora, 2 febbraio siamo fuori dall'inverno"). L'origine della locuzione "i giorni della merla (o Merla)" non è ben chiara. Sebastiano Pauli espone due ipotesi:
Secondo altre fonti la locuzione deriverebbe da una leggenda secondo la quale, per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini, in origine bianchi, si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale emersero il 1º febbraio, tutti neri a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli furono neri. Secondo una versione più elaborata della leggenda, una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata daGennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni, la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che allora aveva solo ventotto giorni. L'ultimo giorno del mese, la merla, pensando di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio se ne risentì così tanto che chiese in prestito tre giorni a Febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo, e così essa rimase per sempre con le piume nere. Come in tutte le leggende, esiste un fondo di verità; anche in questa versione possiamo trovarne un po'; infatti nel calendario romano il mese di gennaio aveva solo ventinove giorni, che probabilmente con il passare degli anni e della trasmissione orale si tramutarono in trentuno. Sempre secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.
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