Creato da Piero_Calzona il 14/03/2007

Verità...

Alla ricerca di soluzioni comuni per la pace e la libertà nel mondo

 

 

HOMO STUPIDENS. Una disamina storico-antropologica sull'uomo e sulle religioni

Post n°129 pubblicato il 22 Maggio 2014 da Piero_Calzona
 
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PIERO CALZONA

HOMO STUPIDENS
(Una disamina storico-antropologica sull’uomo e sulle religioni)

 

Prefazione di TELMO PIEVANI

 

Siamo sicuri che Homo sia sapiens? Siamo sicuri che le religioni abbiano un’utilità per l’umanità? Per rispondere a queste due domande l’Autore ha dovuto dedicare tredici anni di ricerca serrata attraverso la lettura di circa cinquecento libri di varie discipline. L’antropologia, la paleontologia, l’etnologia, la biologia evolutiva, la microbiologia, la genetica e tante altre discipline relative all’evoluzionismo gli hanno dato le risposte che cercava. In questa ricerca storico-antropologica l’Autore apre nuovi scenari sulla natura dell’uomo e sulle origini della religione, scenari che evidenziano le catastrofi causate dall’uomo e che ci fanno presagire un futuro incerto per la specie Homo.

 

 

 

I proventi di questo libro verranno devoluti all’ AISLA Onlus Genova

 

Scheda

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Introduzione di Piero Calzona

 

Ho dedicato parte della mia vita a pormi domande su come gira questo nostro Mondo. Proprio da questa  esigenza interiore nasce la mia ricerca. Ho iniziato da ragazzo a leggere libri e riviste di scienza, la curiosità era talmente grande che presto ho lasciato i concetti obsoleti della cultura dominante per entrare in un mondo nuovo: il mondo delle scienze. Il mondo delle scienze è scevro da pregiudizi e falsità perché è fondato su prove inconfutabili, secondo il modello galileiano della riproducibilità dei fenomeni. Inizia così il mio percorso culturale. Il mio primo approccio con la scienza è stato affascinante, perché ho iniziato con la fisica, l’astrofisica e la cosmologia; in seguito l’interesse di approfondire si è spostato verso la fisica delle particelle, la relatività generale e quella ristretta. È stato per me un modo per conoscere il grande libro della natura cosmica: galassie, nebulose, pulsar, quasar, buchi neri, ecc. Ma tutto questo non mi bastava. La mia mente curiosa cercava altre risposte. Perché esistiamo? Così, per anni, ho cercato di dare delle risposte alle mie domande. Inizia così un’altra avventura culturale. L’antropologia, la paleontologia, l’etnologia, la biologia evolutiva, la microbiologia, la genetica e tante altre discipline relative all’evoluzionismo mi hanno fornito le risposte che cercavo. Ma il mio percorso non finisce qui, strada facendo mi sono accorto di aver trascurato un fenomeno che interagisce con tutta la popolazione: la religione. Tempo fa mi è capitato fra le mani un libro che ha innescato la mia curiosità su questo fenomeno mondiale. Lo studioso del fenomeno religioso, Massimo Introvigne, ha calcolato che oggi esistono più di 20.000 religioni alle quali si devono sommare 30.000 confessioni che si definiscono cristiane. Nel solo induismo si contano 33.000.000 di divinità, anche se solo tre sono le principali: Brahma, Shiva, Vishnu. Perché ci sono così tante religioni? Questa domanda ha acceso in me la curiosità di indagare il fenomeno dal punto di vista storico-antropologico. Oggi, dopo aver letto circa cinquecento libri di varie discipline e dopo aver preso tantissimi appunti, ho deciso di scrivere questo libro per trasmettere la mia esperienza culturale.

 

La prima parte, dal titolo “Alle radici di una falsa cultura”, è  basata su una ricerca scritta nel 2000 e pubblicata sul mio sito ufficiale nel 2004, nella quale prendo in esame tutte le falsità culturali che abbiamo ereditato da civiltà arcaiche. Ho voluto inserire questa parte per evidenziare l’evoluzione del mio pensiero in merito alle religioni dopo tredici anni di altre letture più specifiche, come la storia delle religioni, le origini delle religioni viste anche attraverso discipline come la neurobiologia, la neuropsicologia e l’antropologia cognitiva. Queste letture mi sono state d’aiuto per capire il fenomeno religioso dal punto di vista storico-scientifico. Tra questa prima parte e le altre si evidenziano alcune contraddizioni concettuali, dovute principalmente alla mancanza di dati scientifici, che ho risolto negli ultimi tredici anni; difatti, attraverso lo studio dell’evoluzionismo, i concetti sulle origini della vita sono completamente cambiati. D’altronde, come già detto, ho voluto inserire queste pagine proprio per evidenziare l’evoluzione del mio pensiero Non vorrei aggiungere altro perché in questa prima parte c’è già la prefazione.

 

Nella seconda parte, dal titolo “Homo stupidens”, prendo in considerazione la natura dell’uomo vista da un’ottica storico-scientifico-evoluzionistica, supportata da prove tangibili.

L’Uomo è un essere dall’indole distruttiva e autodistruttiva: Non è una mia opinione o una mia tesi, ma il risultato di un’indagine paleoantroplogica che parte da circa 40.000 / 50.000 anni, basata sulla ricostruzione delle prime distruzioni di massa ad opera di Homo Sapiens. La storia ci racconta che ci sono state tantissime guerre ed altri fenomeni che hanno seminato terrore e morte tra i popoli. In tutti questi genocidi e olocausti non bisogna trascurare il peso delle religioni, che per la supremazia del proprio credo hanno operato (in nome di Dio) con una ferocia che neanche gli animali della natura hanno mai manifestato.

Mentre tutti gli animali seguono un processo evolutivo e di sopravvivenza, secondo un modello ecologico che segue le leggi della Natura, l’uomo è un caso a parte; pur essendo dotato di ragione e autoconsapevolezza, tende all’autodistruzione. Quando un Essere consapevole della pericolosità dei suoi comportamenti persevera in quella direzione, vuol dire che non ha controllo, vuol dire che l’autodistruzione è parte della sua natura.

Il problema dell’inquinamento esiste da tantissimo tempo, ma ciò non ha prodotto nell’uomo la minima presa di posizione dinnanzi all’evidenza dei fatti. Ho stilato un lungo elenco delle catastrofi che l’Uomo sta producendo, tale elenco è il risultato di una lunga, inesorabile corsa verso il potere e la ricchezza. Che cosa significa ciò? Che l’uomo, nonostante le grandi catastrofi, continua imperterrito il suo cammino di distruzione. E’ facile dire che la colpa è dei politici o di persone che hanno monopolizzato il Pianeta, questo è estremamente vero e degno di essere preso in considerazione; sicuramente i cosmocrati, le multinazionali, il potere politico ed economico hanno la più grande responsabilità, ma anche la diffusa indifferenza delle persone comuni ha il suo peso. In questo capitolo ho cercato di analizzare la natura di Homo sapiens e mi sono accorto che l’Uomo usa la ragione per fini egoistici; sono proprio queste caratteristiche peculiari di Homo sapiens a porlo sul gradino più alto nella classifica degli Esseri feroci e autodistruttivi. Oggi si parla di evoluzione del pensiero umano, ma visto le cose come stanno, finalizzato a che cosa?

 

Nella terza parte del libro cercherò di dare delle risposte al fenomeno religioso.

Il sentimento religioso umano sarebbe un sottoprodotto dell’evoluzione del cervello: New Scientist esplora gli ultimi risultati scientifici a sostegno di questa ipotesi. Il senso del divino è una conseguenza dall’abilità tutta umana di costruire mondi fittizi, di pensare a persone assenti o inesistenti.

La capacità di concepire una mente e una volontà in assenza di un corpo visibile è un grande vantaggio evolutivo: ha permesso ai nostri antenati di prevedere il comportamento dei possibili predatori e di acquisire un controllo maggiore sull’ambiente. Questa caratteristica, unita alla tendenza a trovare cause per ogni evento della vita - anche questa frutto dell’evoluzione -, avrebbe portato a una predisposizione del cervello umano per l’idea di dio.

Già a tre o quattro anni i bambini sono pronti ad accettare una visione soprannaturale del mondo. Sarebbe quindi il funzionamento della mente umana ad aver favorito la nascita della religione. La sua diffusione in quasi ogni cultura sarebbe dovuta al vantaggio che garantisce al gruppo: lo rende più compatto e solidale, e ne facilita quindi la sopravvivenza. Tanto che, speculano alcuni ricercatori, un gruppo di bambini lasciati a loro stessi svilupperebbe in modo autonomo una sua religione originale.

Dio, dunque, è nato dalla mente dell’uomo, attraverso un lungo processo evolutivo, per placare la paura della morte, le angosce, la paura dei cataclismi naturali e soprattutto la paura di perdere raccolti e allevamenti. Infatti la nascita degli dèi inizia a manifestarsi solo trentamila anni fa, quando Homo sapiens incomincia a formare le prime comunità. Prima di questo periodo non esistevano religioni, ma solo forme di totemismo, animismo, feticismo, magia, stregoneria e superstizione. Con l’avvento dell’agricoltura l’uomo ha inventato gli dèi per alleviare le proprie paure. Col tempo la magia si è trasformata in processi religiosi, attraverso la ierofania, la epifania, la cratofania, la teogamia e la cosmogonia. L’enorme numero di religioni e divinità spiega che dio è solo una pura illusione. Quasi tutte le religioni derivano da processi ritualistici arcaici assiro-babilonesi, sumeri, egiziani, iranici, ecc; difatti se andiamo ad analizzare le tre religioni monoteiste possiamo constatare che i culti sono simili. Dio non esiste! E se esistesse, cosa ce ne facciamo di un dio che non si preoccupa del male nel mondo? Cosa ce ne facciamo di un dio nascosto, indifferente, consapevole del male, ma inerte? È ormai accettato da tutti che la Bibbia è la trascrizione di racconti orali prei­storici, tramandatisi per secoli e le conclusioni cui giunsero i suoi redattori sono le stesse a cui giunsero i popoli contigui a Israele.

Nelle immediate vicinanze dell’antico Israele sono stati scoperti, alla fine del diciottesimo secolo, dei testi babilonesi in scrittura cuneiforme che raccontano la creazione e il diluvio in modo del tutto simile a quanto narrato nella Bibbia.

Nacque in proposito la disputa, definita “Controversia su Bibbia-Babele”, cioè su quale dei due testi fosse il più antico, la Bibbia o il testo babilonese dell’epopea di Enuma Elish, che tratta anch’esso della creazione. Il risultato fu l’ammissione che una dipendenza dei testi babilonesi da quelli biblici è impossibile, la dipen­denza dei testi biblici da quelli babilonesi è invece possibile e verosimile.

In realtà, i testi della creazione biblici traggono origine dalle primitive narra­zioni sumeriche, passate poi ai babilonesi, agli assiri e, infine, ai greci.

Vi sono anche testi egiziani, paralleli alla Bibbia, che trattano la creazione allo stesso modo, mediante la parola, come appare da un testo del santuario di Menfi. Questa è storia antropologica non leggenda teologica!!!

 

Nella quarta parte ho inserito parte delle lettere, riflessioni e risposte tratte dal mio blog che mi hanno consentito di approfondire ulteriormente i temi trattati. Il dibattito aperto a tutti ha consolidato la mia esperienza culturale in questi lunghi anni di affascinanti e costruttive letture. Sono profondamente convinto che la lettura abbia un ruolo determinante, se vogliamo veramente cambiare questo nostro Pianeta.

 

                                                                                                         Piero Calzona  10 / 6 / 2013

 

 

IBS

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LIBRERIA UNIVERSITARIA

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La mercificazione della donna

Post n°128 pubblicato il 24 Settembre 2012 da Piero_Calzona
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La mercificazione della donna
Violenze e discriminazioni contro le donne nel mondo contemporaneo

Violenze e discriminazioni contro le donne nel mondo contemporaneo

 

Le autorità occidentali, attraverso i media, denunciano spesso i comportamenti discriminanti e vessatori, contro la donna, presenti all'interno della cultura islamica. Queste denunce danno ad intendere che la cultura occidentale tutela i diritti delle donne. Ma siamo davvero sicuri che le donne siano rispettate nella cultura occidentale? Dai fatti sembrerebbe proprio di no.
Nelle zone occupate dalle truppe occidentali, il livello di disprezzo e di violenza contro le donne è massimo. L’arrivo degli eserciti occidentali (peacekeepers o Caschi Blu, missioni Nato ecc.) produce sempre, oltre allo sfruttamento economico e sociale dei popoli occupati, anche sfruttamento "missione" delle truppe occidentali.

 

Nei paesi del Terzo Mondo, molte sessuale di donne e bambini. Quasi mai i soldati subiscono processi per questi reati, nemmeno quando il crimine viene denunciato e provato. La violenza contro le donne e i bambini sembra fare parte della donne e bambini vengono ridotti in schiavitù a scopo di sfruttamento sessuale o lavorativo. Le violenze vengono perpetrate direttamente dai soldati occidentali, oppure dalle truppe mercenarie pagate dai governi. I gruppi di guerriglia in Congo, in Somalia, in Etiopia, in Nigeria, in Liberia e in molti altri paesi africani, pagati dagli Usa, quotidianamente attuano stupri e violenze di ogni genere contro le donne, come se ciò facesse parte dell'ingaggio.


Nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc), in particolare nella provincia del Nord Kivu, la guerriglia al soldo degli Stati Uniti pratica impunemente lo stupro da alcuni anni. Le organizzazioni umanitarie hanno rilevato, nel 2005, almeno 1292 casi di violenza sessuale e altrettanti casi nei primi mesi del 2006. 
Le violenze contro le donne, insieme ad altri numerosi crimini, vengono utilizzate per distruggere psicologicamente la popolazione, e spezzare ogni resistenza. Racconta l'organizzazione di Medici senza Frontiere che opera in Congo:

 

Lo stupro è usato come un mezzo per terrorizzare la popolazione, e il numero di casi aumenta con ogni nuovo scoppio di combattimenti e attacchi. Se le giovani sotto i 18 anni sono particolarmente esposte (quasi il 40% dei casi), il gruppo più colpito è quello delle donne tra i 19 e i 45 anni (53,6%). Queste sono le donne che lavorano nei campi per potere mantenere le loro famiglie. Gli atti di aggressione contro di loro hanno luogo principalmente in campi isolati ma anche lungo le strade percorse per arrivarvi. Di conseguenza, le donne limitano i loro spostamenti e nei centri nutrizionali nella missione di Kayna le madri preferiscono alloggiare nelle immediate vicinanze invece di tornare ogni settimana per prendere le razioni per i loro bambini.

 

Vedi nota: http://www.facebook.com/piero.calzona#!/notes/piero-calzona/la-mercificazione-della-donna/10151068746793695 

 

 
 
 

Le atrocità della Bibbia

Post n°127 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da Piero_Calzona
 

Le atrocità della Bibbia

Dio e il male nel Mondo

Com’è possibile che nella Bibbia, considerato il libro delle Verità rivelate da Dio, ci possano essere tante atrocità? Com’è possibile che un Dio possa essere così malvagio? Ma cerchiamo di ampliare questa nostra indagine. La domanda da chiedersi è: come mai ci sono così tante Verità rivelate? Perché se è vero che ogni religione possiede la propria Verità assoluta allora siamo proprio nei guai, nel senso che ci sarebbero tante Verità assolute per quante religioni ci sono al mondo!!! Ma è proprio vero che le religioni posseggono queste Verità assolute? Dalle indagini storiche, antropologiche, paleontologiche, etnologiche ed etnografiche, pare che le religioni siano nate per soddisfare le paure della morte, dei cataclismi, delle catastrofi naturali, del buio, insomma tutto è nato dall’angoscia e dalla paura. Se così non fosse come mai nel XXI secolo ci ritroviamo con 20.000 confessioni diverse? Come mai ogni popolo ha la propria etica, il proprio credo, il proprio Dio? E’ semplicemente assurdo che questo ipotetico Dio non si sia manifestato all’umanità intera come unica Entità. Fino adesso nessuna Entità Divina è intervenuta per eliminare il male nel Mondo.

Prendiamo in considerazione il Dio della Bibbia e facciamo una analisi con il male nel mondo. Emerge subito una considerazione importante: per quanto riguarda il problema della Teodicea, nessuno fino adesso è stato capace di risolverlo, anzi alcuni autori come Gerhard Streminger, nel suo libro: “La bontà di Dio e il male del mondo: il problema della teodicea” affermano che il problema è insoluto, non solo, ma se esiste il male nel mondo si tende ad affermare che un Dio così malvagio non può esistere ma siamo frutto di una lunga e cieca evoluzione per selezione naturale secondo il modello darwiniano. Vediamo il perché. Secondo la Bibbia Dio è onnipotente e onnisciente, quindi questo ipotetico Dio è consapevole del male. Ora, se è consapevole del male, come possiamo affermare che Dio è amore? Nel problema della Teodicea ci sono due argomenti molto importanti da mettere in evidenza, il primo è quello che prende in considerazione il monoteismo monistico, cioè un Dio che riconosce solo il bene, il secondo prende in considerazione il monoteismo dualistico, cioè un Dio che riconosce sia il bene che il male. In queste due ipotesi teologiche c’è un paradosso. Se Dio fa parte di un monoteismo monistico, che riconosce solo il bene, allora da dove viene il male? Nel secondo caso, cioè di un monoteismo dualistico, possiamo cercare di formulare questa ipotesi nel seguente modo: 1) se Dio esiste, grazie alla propria onniscienza e onnipotenza dovrebbe sapere dell’esistenza del male. 2) grazie alla sua onnipotenza e onniscienza, potrebbe eliminare il male. 3) dall’esistenza di Dio segue la non esistenza del male, e dall’esistenza del male segue la non esistenza di Dio. 4) il male esiste, quindi Dio non esiste. Il monoteismo non può essere né monistico né dualistico, perché nel mondo esiste il male.

Ecco alcuni episodi contenuti nella Bibbia che ci dimostrano la “bontà” di Dio.

Antico Testamento

Genesi, 34:13 – Sichem si unì carnalmente – in un atto prematrimoniale – a Dina, figlia di Giacobbe, destando la collera degli altri suoi figli. L’unione previa circoncisione era considerata da Giacobbe un disonore e, per questo, a Sichem, a suo padre Camor, e ad ogni maschio della città fu richiesta la circoncisione, che avrebbe reso ogni uomo idoneo all’unione con le altre sue figlie. Tre giorni dopo, mentre gli uomini ancora pativano i dolori dell’operazione, “due dei figli di Giacobbe, Simeone e Levi, fratelli di Dina, presero ciascuno la propria spada, assalirono la città che si riteneva sicura, e uccisero tutti i maschi.” – “Passarono a fil di spada anche Camor e suo figlio Sichem, presero Dina dalla casa di Sichem, e uscirono.” – “I figli di Giacobbe si gettarono sugli uccisi e saccheggiarono la città, perché la loro sorella era stata disonorata” – “presero le loro greggi, i loro armenti, i loro asini, quanto era nella città e nei campi.” – “Portarono via come bottino tutte le loro ricchezze, tutti i loro bambini, le loro mogli e tutto quello che si trovava nelle case.“

Genesi, capitoli 6 e 7 – Malcontento della malvagità dell’uomo, Dio sterminò ogni creatura del pianeta risparmiando soltanto la famiglia di Noè. Uomini, donne, bambini ed animali morirono annegati in una impensabile agonia.

Genesi, 19:6 – Una sera, Lot ospitò due angeli nella sua casa a Sodoma. Quella stessa sera la casa di Lot fu assalita da una folla di delinquenti omosessuali in cerca di esperienze carnali con gli angeli. Lot cedette volontariamente le sue figlie vergini alla folla, esortandola: “Vi prego, fratelli miei, non fate questo male!” – “Ecco, ho due figlie che non hanno conosciuto uomo: lasciate che io ve le conduca fuori, e voi farete di loro quel che vi piacerà; ma non fate nulla a questi uomini, perché sono venuti all’ombra del mio tetto.”

Genesi, 19:26 – Dio, impassibile davanti alla proposta di stupro delle figlie vergini di Lot, trasformò sua moglie in una statua di sale per aver commesso il nefando crimine di essersi guardata le spalle.

Genesi, 38: 8-10 – Giuda pregò Onan di dormire con la moglie di suo fratello – ucciso da Dio per la sua malvagità – incoraggiandolo: “Va’ dalla moglie di tuo fratello, prenditela in moglie come cognato e suscita una discendenza a tuo fratello.” Onan ottemperò, “ma ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello.” Dio ritenne questo un gesto malvagio e lo punì con la morte.

Esodo, 2:12 – Mosè scorse un egiziano che picchiava un ebreo. Si guardò intorno e, non trovandovi testimoni, “uccise l’Egiziano e lo nascose nella sabbia.“

Esodo, 7:2-4 – Dio “indurì” il cuore del faraone e pianificò i suoi “prodigi nel paese d’Egitto.“

Esodo, 7:20-21 – Dio trasformò l’acqua del Nilo in sangue. Tutti i pesci morirono e l’acqua divenne imbevibile.

Esodo, 8: 6-7 – Dio inviò una piaga di rane che “coprirono il paese d’Egitto.“

Esodo, 8:16 – Dio inviò una piaga di zanzare.

Esodo, 8:24 – Dio inviò una piaga di mosche velenose. “La terra fu devastata.“

Esodo, 9:5 – Dio, con l’ennesima epidemia, sterminò tutto il bestiame d’Egitto; “ma del bestiame dei figli d’Israele non morì neppure un capo.“

Esodo, 9:10 – Dio inviò una piaga di “ulceri che si trasformarono in pustole sulle persone e sugli animali.“

Esodo, 9:22-25 – Dio inviò una piaga di grandine che colpì uomini e animali, e che spogliò i campi.

Esodo, 12: 29 – Dio uccise il primogenito di ogni famiglia egiziana la cui casa non fosse stata contrassegnata da sangue d’agnello.

Esodo, 17:13 – Il bastone di Dio, retto dalle mani di Mosè sulla vetta del colle, permise a Giosuè di sterminare Amalec e la sua gente “passandoli a fil di spada“.

Esodo, 21:20-21 – Per la legge di Dio “se uno bastona il suo schiavo o la sua schiava fino a farli morire sotto i colpi, il padrone deve essere punito” – “ma se sopravvivono un giorno o due, non sarà punito, perché sono denaro suo.” – Dio approvava la schiavitù.

Esodo, 32:27 – Alla vista del vitello d’oro, Dio comandò ai figli di Levi: “Ognuno di voi si metta la spada al fianco; percorrete l’accampamento da una porta all’altra di esso, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l’amico, ciascuno il vicino.” – “In quel giorno caddero circa tremila uomini” e Dio ne fu compiaciuto.

Levitico, 26:7-8 – Dio ricompensò l’obbedienza assicurando che ogni nemico sarebbe perito per la spada.

Levitico, 26:22 – Dio ammonì la popolazione che, qualora non lo avessero ascoltato, avrebbe inviato loro le bestie feroci: “che vi rapiranno i figli, stermineranno il vostro bestiame, vi ridurranno a un piccolo numero, e le vostre strade diventeranno deserte.“

Levitico, 26:27-29 – “E se, nonostante tutto questo, non volete darmi ascolto, ma con la vostra condotta mi resisterete” – “anch’io vi resisterò con furore e vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati.” – “Mangerete la carne dei vostri figli e delle vostre figlie.“

Numeri, 12:9-14 – Dio si stufò della presenza di Maria e, per questo, la colpì con la lebbra, bandendola dall’accampamento per sette giorni.

Numeri, 15:32-26 – Un uomo raccolse della legna di sabato. Per ordine divino dato a Mosè, “tutta la comunità lo condusse fuori dal campo e lo lapidò, e quello morì.“

Numeri, 16:27-33 – Gli uomini si dimostrarono indocili, perciò Dio fece sì che la terra si aprisse ed inghiottisse uomini, donne e bambini.

Numeri, 16:35 – Il fuoco di Dio “divorò i duecentocinquanta uomini che offrivano l’incenso.“

Numeri, 16:49 – Con una piaga, Dio sterminò quattordicimilasettecento uomini.

Numeri, 21:3 – Il Signore affidò i Cananei ad Israele, che “votò allo sterminio i Cananei e le loro città.“

Numeri, 21:6 – Il Signore “mandò tra il popolo dei serpenti velenosi i quali mordevano la gente, e gran numero d’Israeliti morirono.“

Numeri, 21:35 – Con l’approvazione di Dio gli Israeliti si recarono nella città di Og, ne uccisero il re Basan – senza risparmiare i figli – sterminarono l’esercito senza lasciare superstiti, e assunsero il controllo del territorio.

Numeri, 25:4 – “Il Signore disse a Mosè: Prendi tutti i capi del popolo e falli impiccare davanti al Signore, alla luce del sole, affinché l’ardente ira del Signore sia allontanata da Israele.“

Numeri, 25:8 – Fineas, figlio di Eleazar, figlio del sacerdote Aaronne, si recò in una tenda occupata da un uomo israelita ed una donna madianita e “li trafisse tutti e due, l’uomo d’Israele e la donna, nel basso ventre.“

Numeri, 25:9 – Una pestilenza divina sterminò ventiquattromila persone.

Numeri, 31:9 – Su comando divino gli israeliti sequestrarono le donne ed i bambini madianiti, e “presero tutte le spoglie e tutta la preda.“

Numeri, 31:17-18 – Dio ordinò a Mosè di uccidere ogni maschio madianita tra i bambini, e “ogni donna che ha avuto rapporti sessuali con un uomo” – “ma tutte le fanciulle che non hanno avuto rapporti sessuali con uomini, lasciatele in vita per voi.” – Nota: sarebbe interessante scoprire l’astuzia con cui i soldati riconoscevano le donne vergini.

Numeri, 31:31-40 – Dio spartì il bottino di guerra tra i soldati, i sacerdoti e gli israeliti senza tralasciare il tributo al Signore: “seicentosettantacinquemila pecore, settantaduemila buoi, sessantunmila asini e trentaduemila persone, ossia donne che non avevano avuto rapporti sessuali con uomini.“

Deuteronomio, 2:33-34 – Sotto la guida di Dio, gli israeliti sterminarono completamente gli uomini, le donne ed i bambini di Sicon. – “Non vi lasciammo nessuno in vita.

Deuteronomio, 3:6 – Sotto la guida di Dio, gli israeliti sterminarono completamente gli uomini, le donne ed i bambini di Og. Saccheggiarono il bestiame ed i possedimenti.

Deuteronomio, 7:2 – Dio parlò ad ogni uomo d’Israele e, riguardo i nemici, proclamò: “Tu li voterai allo sterminio; non farai alleanza con loro e non farai loro grazia.”

Deuteronomio, 20:13-14 – Dio stabilì le regole della guerra ordinando il massacro di tutti gli uomini. Tralasciò le donne, i bambini, il bestiame ed i possedimenti che potevano essere tenuti come preda.

Deuteronomio, 20:16 – “Nelle città di questi popoli che il Signore, il tuo Dio, ti dà come eredità, non conserverai in vita nulla che respiri.”

Deuteronomio, 21:10-13 – Secondo la legge di Dio, se un uomo israelita, durante una guerra, avesse avvistato una donna attraente, avrebbe potuto catturarla e tenerla per moglie. La donna, quindi, avrebbe dovuto radersi il capo, tagliarsi le unghie e togliersi i vestiti che indossava al momento della cattura. Avrebbe dovuto piangere suo padre e sua madre per un mese intero. E qualora il soldato non fosse rimasto soddisfatto, avrebbe potuto lasciarla andare “dove vorrà.“

Deuteronomio, 28:53 – La punizione di Dio per i disobbedienti prevedeva che questi mangiassero “il frutto del proprio seno, le carni dei propri figli e delle proprie figlie.“

 

 
 
 

Estinzione Homo Sapiens

Post n°126 pubblicato il 11 Agosto 2010 da Piero_Calzona
 

«Esseri umani estinti entro cento anni»

La catastrofica previsione del biologo Frank Fenner.
Cause: esplosione demografica e consumi fuori controllo

Frank Fenner

«È una situazione ormai irreversibile e penso sia tardi per porvi rimedio»

MILANO - La razza umana si estinguerà nel giro dei prossimi cento anni e così pure un sacco di specie animali. A dirlo è nientemeno che Frank Fenner, 95enne professore di microbiologia dell'Australian National University, ma soprattutto lo scienziato che ha contribuito a debellare il vaiolo. Stando all’eminente cattedratico, a far precipitare gli eventi saranno l’esplosione demografica e i consumi fuori controllo, due fattori ai quali gli uomini non riusciranno a sopravvivere, mentre a dare inizio alla caduta sarebbero stati i cambiamenti climatici.

IRREVERSIBILE - «L'homo sapiens sarà estinto probabilmente nei prossimi 100 anni - ha detto Fenner al giornale The Australian - e lo stesso accadrà per molti animali. È una situazione ormai irreversibile e penso sia davvero troppo tardi per porvi rimedio. Non lo manifesto perché la gente sta comunque tentando di fare qualcosa, anche se continua a rimandare. Di certo, da quando la razza umana è entrata nell’era nota come Antropocene (termine coniato nel 2000 dallo scienziato Paul Crutzen per definire l’era geologica attuale, in cui le attività dell’uomo sono le principali fautrici delle modifiche climatiche, ndr), l’effetto sul pianeta è stato tale da poter essere paragonato a una delle epoche glaciali o all’impatto di una cometa. Ecco perché sono convinto che faremo la stessa fine degli abitanti dell’isola di Pasqua. Attualmente, i cambiamenti climatici sono ancora in una fase molto iniziale, ma già si vedono dei considerevoli mutamenti nelle condizioni atmosferiche. Gli Aborigeni hanno dimostrato che potrebbero vivere per 40 o 50mila anni senza la scienza, la produzione di diossido di carbonio e il riscaldamento globale, ma il mondo non può e così la razza umana rischia di fare la stessa fine di molte altre specie che si sono estinte nel corso degli anni». La catastrofica e pessimistica visione di Fenner non sembra, però, trovare grande rispondenza fra i suoi stessi colleghi. «Frank può anche avere ragione - ha spiegato il professor Stephen Boyden, oggi in pensione, al Daily Mail - ma alcuni di noi hanno ancora la speranza che si arrivi a prendere consapevolezza della situazione e che, di conseguenza, si mettano in atto i cambiamenti necessari a raggiungere un vero sviluppo ecosostenibile».

CRISI GLOBALE - «La razza umana - gli fa eco Simon Ross, vice presidente dell'Optimum Population Trust - si trova ad affrontare delle autentiche sfide come i cambiamenti climatici, la perdita della biodiversità (ovvero, l’estinzione di alcune specie animali, ndr) e una crescita senza precedenti della popolazione». Ma c’è chi all’agghiacciante previsione di Fenner mostra in qualche modo di crederci e se la scorsa settimana il principe Carlo aveva messo in guardia dai pericoli legati alla crescita così impetuosa della popolazione mondiale, un altro scienziato, il professor Nicholas Boyle dell’università di Cambridge, si è spinto anche oltre, ipotizzando il 2014 come la data del "giudizio universale", spiegando (nel libro "2014: Come sopravvivere alla prossima crisi globale") che il mondo si sta infilando in una crisi globale senza precedenti, che avrà influenze estremamente più vaste dell’attuale crisi economica internazionale. Nel 2006 era, invece, toccato all’esimio professor James Lovelock lanciare l’allarme circa una diminuzione della popolazione mondiale nel prossimo secolo, quantificabile in 500 milioni di unità, a causa degli effetti del riscaldamento globale, sostenendo che nessun tentativo di cambiare il clima avrebbe davvero risolto il problema, ma avrebbe semplicemente permesso di guadagnare del tempo.

Simona Marchetti

Tratto da un articolo di Simona Marchetti apparso sul Corriere della Sera il 20 giugno 2010

 
 
 

Chiesa e Pedofilia

Post n°124 pubblicato il 04 Maggio 2010 da Piero_Calzona
 

Chiesa e Pedofilia

Il nuovo crimine, che attualmente sta infangando la Chiesa Cattolica, riguarda le molestie e le violenze sessuali perpetrate da preti, suore e laici cattolici, su scolari e studenti, minori e non, di orfanotrofi, scuole, seminari e parrocchie da loro ge­stiti in Europa e in America. Si tratta di stupri e di torture si­stematici di bambini, avvenuti spesso col concreto tacito concorso di una gerarchia che, in piena consapevolezza, anzi­ché punire i colpevoli, li sposta in parrocchie dove sarebbero stati più al sicuro, consentendo loro così di iterare i loro abu­si.

 

Nonostante le molte denunce (solo negli Stati Uniti fino al 2003 ne sono state presentate 11.000), che riguardano i Paesi cattolici, queste, a detta dei conoscitori del fenomeno, rap­presentano solo la punta dell'iceberg, tenendo conto di quan­te vittime, per pudore, vergogna, ricatti e minacce (spesso appoggiate dall'opinione pubblica teocon), hanno subito i so­prusi in silenzio e senza reagire. Ma l'aspetto più grave di

questo fenomeno non riguarda solo la violenza sessuale che ha coinvolto, non solo preti e suore, ma anche decine di ve­scovi e qualche cardinale, quanto la copertura degli scandali da parte delle gerarchie ecclesiastiche, spesso appoggiate dai partiti politici clericali. La Chiesa, come una piovra ferita, si è battuta con ferocia inaudita per impedire che i suoi colpevoli ministri venissero incriminati e, se condannati, li ha imboscati in modo che non finissero in carcere. Per di più, con sommo cinismo, ha tentato in tutti i modi di non risarcire le vittime dei soprusi patiti.

 

A voler imporre il silenzio, anzi il "segreto pontificio" sui reati gravi commessi dai religiosi, compresi gli stupri di mino­ri, è stato proprio l'attuale papa Ratzinger quando, da cardi­nale, era a capo della Congregazione per la dottrina della fede (la vecchia Inquisizione). Con una ben precisa circolare "De Delictis Gravioribus", inviata ai vescovi di tutto il mondo il 18 maggio 2001, egli non solo ha imposto il segreto su questi orribili abusi, ma ha rivelato che a volere una tale sciagurata direttiva era il papa in persona, quel Wojtyla che il popolino vuole sia fatto santo "subito".

 

Nel 2005, a causa di questa circolare, Ratzinger è stato in­criminato negli Stati Uniti per cospirazione contro la giustizia in un processo contro preti pedofili presso la Corte distrettu­ale di Harris County. Ma nel settembre dello stesso anno, il ministero della Giustizia degli Usa, per intervento di Bush e di Condolezza Rice, ha bloccato il processo contro di lui, in quanto, essendo diventato nel frattempo sovrano dello Stato pontificio, aveva diritto all'immunità riconosciuta a tutti i capi di Stato. Ciononostante, la giustizia statunitense, con somma lealtà, è riuscita a superare i mille ostacoli frapposti dai ve­scovi locali e dal Vaticano e far risarcire le sue vittime con circa un miliardo di dollari, portando alla letterale bancarotta

cinque diocesi (Tucson in Arizona, Portland in Oregon, Spo­lpane in Washington, Davenport in Iowa e San Diego in Cali­fornia).

 

Di fronte a questi fatti nasce spontanea la domanda: perché ciò avviene solo nella Chiesa Cattolica e non nelle Chiese protestanti o ortodosse? La risposta è lapalissiana: a causa del celibato imposto al clero. Gli apostoli erano sposati e così pu­re i fratelli di Gesù. Lo affermano apertamente le Lettere di Paolo, i più antichi documenti del Nuovo Testamento. E Ge­sù? Era sposato pure lui come lo erano tutti i rabbi ebrei. In­fatti la legge Mishnaica del suo tempo, molto esplicita a que­sto proposito, recitava: "un uomo non sposato non può esse­re un Maestro". E noi leggiamo che Gesù è sempre chiamato rabbi o Maestro nei Vangeli sia canonici, sia gnostici ed apo­crifi. Quindi al suo tempo il matrimonio era considerato la condizione naturale dell'uomo e tutti in Israele dovevano sposarsi, soprattutto i sacerdoti e i rabbini. Il Talmud, il libro dell'esegesi della Legge, raccomandava addirittura al rabbino di «accoppiarsi con la propria moglie ogni notte, al fine di mantenere sgombro il cervello per gli studi».

D'altra parte, quando mai nei Vangeli troviamo che Gesù abbia predicato in favore del celibato? Al contrario egli di­chiarò esplicitamente: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina, e disse: Per questo l'uo­mo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola?" (Matteo 19,4). Ma chi era la consorte di Gesù? Penso di aprire una porta spalancata di­cendo che era Maria Maddalena, sorella di Lazzaro, il disce­polo che Gesù amava.

Dai Vangeli sappiamo che Gesù, nell'ultimo periodo della sua vita, frequentava abitualmente Betania, un villaggio molto prossimo a Gerusalemme, e trascorreva la notte in casa di Lazzaro e delle sue sorelle. Quella era quindi la sua famiglia acquisita. In un Vangelo apocrifo, di tendenza gnostica, risa­lente al secondo secolo e conosciuto come il Vangelo di Fi­lippo, troviamo: "Erano tre le donne che andavano sempre con il Signore: sua madre Maria, sua sorella e la Maddalena che è detta sua consorte. Infatti si chiamavano Maria sua so­rella, sua madre e la sua consorte" (Vangelo di Filippo, ver­setto 32). Nello stesso Vangelo, come ulteriore conferma, leggiamo: "...la consorte di Cristo è Maria Maddalena..." (Ivi, 55).

Ci sono altri testi apocrifi che confermano il legame tra Ge­sù e Maria di Magdala, come il Vangelo di Pietro e il Vangelo di Tommaso.

Ma tutto questo fu cancellato quando i seguaci di Paolo, volendo trasformare Gesù da Messia javista, quale era stato nella realtà, nel Cristo "figlio di dio", quale doveva divenire nella loro costruzione teologica, dovettero avvolgerlo in un alone di misticismo incompatibile con il ruolo, troppo terre­no, del matrimonio. Ecco perché i tre Vangeli Sinottici hanno cancellato dalle loro pagine ogni riferimento a Lazzaro e alle sua sorelle, che noi possiamo conoscere soltanto attraverso il Vangelo di Giovanni, l'unico che ci illumina in questo campo.

 

Se Gesù e gli apostoli erano sposati come mai la Chiesa Cattolica, senza addurre un valido fondamento biblico né dottrinale, impone il celibato ai suoi sacerdoti? Durante i primi tre secoli del cristianesimo, preti, vescovi e papi erano regolarmente sposati. Paolo di Tarso, il vero creatore del cri­stianesimo, raccomandava nelle sue Lettere che i vescovi fos­sero sposati "con una sola moglie" e con figli ubbidienti. Fu il Concilio romano del 386 d.C. che stabilì che vescovi e sacer­doti sposati dovessero ripudiare le loro mogli e vivere celibi. La norma fu ampiamente contestata e disattesa, tanto che il IX Concilio di Toledo del 655, dovendo combattere la dila­gante lussuria del clero, decretò che tutti i figli generati dagli ecclesiastici, dai vescovi fino ai suddiaconi, diventavano per sempre schiavi della Chiesa. Pare però che, nonostante que­sto decreto, l'alto e il basso clero continuassero a vivere nella lussuria e nel concubinaggio.

 

Dal Medioevo fino a tutto il Rinascimento: papi, clero, mo­naci e monache, come ci raccontano le cronache del tempo, furono dediti a tutte le perversioni sessuali al punto che nel 1414 re Enrico V d'Inghilterra, per porre un freno a questa generale lascivia, tentò di introdurre la castrazione forzata nel rituale dell'ordinazione sacerdotale. Ma fu solo col Concilio di Trento (1547), convocato in seguito alla ribellione di Lute­ro, che la Chiesa riuscì a imporre ai suoi ecclesiastici una condotta meno scandalosa e a ribadire la necessità del celibato.

Da allora questa imposizione si è progressivamente impo­sta, suscitando sempre forti resistenze nel clero. Per la Chiesa, il celibato dovrebbe conferire al sacerdote un maggior cari­sma spirituale e concedergli maggior tempo da dedicare alle funzioni religiose. Viceversa, col matrimonio e con la nascita dei figli, sarebbe portato a pensare ai beni terreni e alla pro­sperità della famiglia. Ma questa imposizione ha determinato in molti dei suoi ministri delle frustrazioni sessuali, degenera­te spesso in perversioni vere e proprie, quali l'omofilia e la pedofilia, come abbiamo visto sopra. Infatti, la Chiesa Catto­lica è l'organizzazione sociale che, secondo molti ricercatori, conta, a tutti i livelli della sua scala gerarchica, la più alta con­centrazione di persone omosessuali. Preti, vescovi e cardinali, però, per camuffare le loro tendenze non tralasciano di sparare continuamente anatemi sulla "innaturalità" dei rapporti omosessuali, alimentando in questo modo l'odio e la discriminazione contro i gay. Al contrario della Chiesa Cattolica, quella Protestante, accettando o addirittura incoraggiando il matrimonio per i suoi ministri di culto, ha evitato perversioni, scandali e danni materiali.

 

Bibliografia:

La “mala” religione – di Leo Zen

 

 

 
 
 

Dio della Bibbia

Post n°123 pubblicato il 08 Marzo 2010 da Piero_Calzona
 

Dio della Bibbia

Se Dio è stato l’ispiratore delle Sacre Scritture allora siamo proprio nei guai!

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Tutta la Bibbia non è altro che una fusione di episodi fantasiosi, con aggiunte, correzioni, censure e contraffazioni cui furono costretti a ricorrere i religiosi per ovviare a tutte quelle inesattezze e contraddizioni che emerge­vano da una storia che era completamente inventata e improvvisata, e conti­nuamente soggetta alle continue critiche della ragione e del buon senso.

Sia il Concilio di Trento del 1545 sia il Concilio Vaticano I del 1870 hanno stabilito che il Vecchio e il Nuovo Testamento siano da ritenere sacri, canonici e divinamente ispirati.

Questi testi dovrebbero pertanto non solo essere esenti da errori, ma ispira­ti ai valori più autentici della fede cristiana: amore, salvezza e perdono. Sono tuttavia diffusi i passi in cui tali ideali sembrano disattesi. Questo Dio che vie­ne proclamato come essere perfetto, onnisciente e onnipotente, nei fatti risulta essere ben altro: un Dio che spesso sbaglia, partecipa alle battaglie, “visita” le donne sterili, fa a cazzotti con gli esseri umani, punisce con la morte.

 

Ecco solo alcuni episodi tratti dalle Sacre Scritture

 

Genesi 12,10

Abramo, insieme alla moglie e suo nipote Lot, scappati da Canaan per la carestia vanno in Egitto sperando di trovarvi condizioni di vita più accettabili. Entrando in Egitto, Abramo, convinto che l'avvenenza della moglie Sara avrebbe di certo conquistato il Faraone, le suggerisce di presentarsi agli Egiziani come sua sorella. Sara fu pertanto presa come com­pagna dal Faraone, con l'assenso di Abramo, che ricevette in compenso pecore, buoi, asini, cammelli e servitori.

 

Genesi 19,1-30

Rifugiatesi in una caverna presso la montagna di Zoar, le figlie di Lot fecero bere del vino al padre con l'intento di avere con lui rapporti di natura sessuale così da dargli una discendenza; perciò giacquero con lui, una per notte. A seguito di quel rapporto incestuoso col padre, concepirono due

figli. La maggiore partorì un figlio che chiamò Moab, che fu il padre dei Moa­biti, e la più piccola partorì un figlio che chiamò “Figlio del mio popolo”, che fu il padre degli Ammoniti. Tutto questo con la benedizione del Signore!

 

Genesi 29,18

Giacobbe chiese in sposa a Labano la figlia Rachele. Il padre Labano acconsentì a una condizione: Giacobbe avrebbe dovuto prima lavo­rare sette anni a suo servizio. Dopo che Giacobbe ebbe lavorato per sette anni, chiese ancora in sposa Rachele e stavolta vi riuscì. Fu celebrato il matrimonio e Giacobbe la stessa notte, preso dal trasporto amoroso, non si accorse che Labano aveva scambiato le figlie: Giacobbe si unì quindi non con Rachele ma con la sorella maggiore di questa, Lea. Al mattino seguen­te, accortosi di questo errore, infuriato si recò da Labano per reclamare la propria sposa Rachele, ma questi rispose che Lea, per diritto di età, doveva avere priorità su Rachele nel contrarre matrimonio: per avere Rachele avreb­be dovuto lavorare per altri sette anni. Giacobbe acconsentì e così dopo il tempo previsto poté finalmente avere Rachele come moglie, trovandosi in una condizione di bigamia. Da Lea ebbe 4 figli. Rachele era invece sterile; al fine di avere una discendenza accettò che il marito si unisse alla serva Bilia, da cui nacquero due figli. Anche Lea, divenuta nel frattempo sterile, desiderando avere altri figli diede a Giacobbe la propria serva Zilpa e da quest'unione nacquero altri due discendenti.

Cosa dire? Beato Giacobbe che si trovò due mogli e due amanti autorizzate.

 

Genesi 32,23

In questo passo tocchiamo l'apice delle assurdità: Giacobbe che fa a cazzotti direttamente con Dio.

Durante una notte Giacobbe prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici figli e partì; improvvisamente si trovò a lottare con uno sconosciuto. Poiché non riusciva a batterlo chiese almeno la benedizione. E questi lo benedisse per il fatto che si era comportato da guerriero e da uomo di lotta. Questo lottatore sconosciuto era Dio e questo passo fu inventato per infon­dere nello spirito degli Ebrei il culto della lotta e l'ansia del riscatto. Certo, siamo al colmo dei colmi. Questo passo potrebbe risultare un po' banale se non offensivo nei confronti di Dio a cui si fa recitare la parte di un pazzoi­de che va in giro di notte ad aggredire la gente.

 

Genesi 38,6

Giuda fece sposare il figlio Er con la bella Tamar. Essendo Er un perverso, il Signore lo fece morire. Allora Giuda invitò l'altro figlio Onan a unirsi con Tamar, affinché ci fosse una posterità per il fratello mor­to. Ma Onan, non volendo ingravidare Tamar, ad ogni incontro disperdeva il proprio seme; per questo il Signore decise di punirlo con la morte. Allora Giuda promise a Tamar che quando il terzo figlio sarebbe diventato adulto lo avrebbe avuto come sposo. Però Giuda non mantenne la promessa e Tamar per vendicarsi ingannò Giuda con un travestimento, facendosi ingra­vidare e dando alla luce due gemelli.

 

Esodo 13,1

II Signore ordinò a Mosè di consacrargli, oltre ai migliori capi di bestiame, anche i primogeniti: “Il primo parto di ogni madre tra gli Israe­liti, di uomini o di animali, esso appartiene a me”. Già Abramo, per obbe­dire a un ordine divino, era stato disposto a sacrificare il figlio Isacco, poi salvatosi perché sostituito con una vittima animale. Il sacrificio umano era pertanto contemplato nelle pratiche cultuali degli Ebrei (vedi anche Esodo 20: “Dirai agli Israeliti che chiunque tra di essi sacrificherà qualcuno dei suoi figli a Moloch, dovrà essere messo a morte per lapidazione”), probabile retaggio di culti preesistenti, quali il culto di Astarte e di Moloch. Al momento di imporre l'adorazione di una divinità unica gli scrittori della Bibbia non poterono non includere episodi che rassicurassero il popolo ebreo circa la possibilità di continuare a praticare gli antichi riti sacrificali.

 

Deuteronomio 22,13

Viene prescritta la lapidazione per qualunque donna trovata dal marito non vergine.

 

Numeri 5,11

“Se un uomo dubiterà della fedeltà della moglie, la condurrà dal sacerdote con un'offerta di due chili di farina d'orzo; se lei ha giaciuto con un uomo le si gonfi il ventre e avvizzisca il sesso.”

Se Dio avesse dato realmente quest'ordine avremmo chiese piene di fari­na e moltissime donne col ventre gonfio. Questa è la dimostrazione che non può essere stato Dio a far scrivere queste cose.

 

2 Samuele 16,22

II re David andò a letto con la moglie del suo capitano Uri. Per punizione, Dio fece morire il bimbo innocente, nato da questa relazio­ne, e lanciò contro le dieci mogli di David una maledizione: sarebbero sta­te stuprate da un parente prossimo. Così un mattino Assalonne, suo figlio, fece salire queste donne nude su un terrazzo e, in presenza della piazza affollata e sbigottita, le violò una dopo l'altra.

Cosa c'entravano queste sventurate con l'abuso fatto da David?

 

2 Samuele 7,16

Dio promette solennemente: “La sua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a lui e il tuo trono sarà reso stabile per sempre”. Ebbene, la storia ci insegna proprio il contrario: Dio nella Bibbia ci ripete che sterminerà i nemici d'Israele, invece questi si dimostreranno più forti di Lui, tanto da distruggere ripetutamente Gerusalemme e il suo tempio.

 

Levitico 1,14

“Non mi offrirete nessuna vittima malata o con i testicoli ammaccati, o tagliati. Se l'olocausto è fatto d'uccelli preferisco colombe o tortore e dopo che il sacerdote li pulirà saranno messi sulla brace dove sarà cotto a fuoco lento.”

 

Giudici 19-20

In questi versetti troviamo un altro episodio analogo a quello di Lot. Un viandante si recò con la propria consorte a Gàbaa, dove venne gentilmente ospitato da un vecchio levita del paese. Di notte la casa fu cir­condata da alcuni abitanti, i quali chiesero al padrone di consegnare loro l'o­spite perché abusassero di lui. Il vecchio rispose di lasciare in pace l'ospite, offrendo in cambio la propria figlia ancora vergine. Questi energumeni rifiu­tarono e il viandante offrì la propria concubina. La donna subì violenza tut­ta la notte e al mattino il marito la caricò sul mulo e la portò via. Giunti a casa, il marito si munì di coltello e, afferrata la concubina, la tagliò membro per membro in dodici pezzi, che poi spedì per tutto il territorio di Israele.

Poiché gli israeliti rimasero sbigottiti da questo delitto, chiesero spiega­zioni dell'accaduto al vecchio levita. Questi rispose: “Io ero giunto con la mia concubina a Gàbaa di Beniamino per passarvi la notte. Ma gli abitanti di Gàbaa insorsero contro di me e circondarono di notte la casa dove stavo; volevano uccidere me; quanto alla mia concubina le usarono violenza fino al punto che ne morì. Io presi la mia concubina, la feci a pezzi e li mandai per tutto il territorio della nazione d'Israele, perché costoro hanno com­messo un delitto e un'infamia in Israele.”

Il popolo, preso per buono quanto sentito, adirato mosse guerra contro Gàbaa. Gli ebrei subirono oltre cinquantamila morti e decisero di ritirarsi dal­l'assurda guerra. Ma il Signore Iddio disse loro di continuare la guerra, per­ché lui era dalla loro parte.

E c'era proprio bisogno di far morire cinquantamila esseri umani?

Il vecchio levita disse una bugia agli Israeliti, quando spiegò loro che non era stato lui a offrire la propria concubina, ma che questa era morta per mano degli assalitori. Dio si è fatto complice di questa bugia e per di più ha incitato alla guerra il suo popolo, stremato dalle difficoltà e dalle perdite umane.

 

Può mai essere questo l'atteggiamento di un Dio buono? Si può concepire un Dio così crudele? Possiamo credere ancora a queste favole?

 

Bibliografia:

L'invenzione delle religioni - di Nello Spirosa

La Bibbia - Edizioni Paoline

 

 

 
 
 

COLLASSO

Post n°122 pubblicato il 23 Febbraio 2010 da Piero_Calzona
 

COLLASSO

Quando finirà il petrolio quali saranno le conseguenze?

Introduzione

I combustibili fossili sono un dono unico della storia geologica che ha permesso agli esseri umani di ampliare artificialmente e temporaneamente la portata del nostro habitat sul pianeta Terra.

Prima che i combustibili fossili, cioè carbone, petrolio e gas naturale, entrassero nell'uso corrente, meno di un miliardo di esseri umani popolava la Terra. Oggi, dopo circa due secoli di questi combustibili, e con la loro estra­zione che ha raggiunto il massimo storico, il pianeta sopporta una popolazio­ne di sei miliardi e mezzo d'individui. Toglietele i combustibili fossili e la razza umana sarà nei guai.

 

In genere, il petrolio e il gas sono stati così economici e abbondanti per tutto il XX secolo che persino gli appartenenti agli strati più bassi dell'ordinamen­to sociale ne hanno beneficiato: abitazioni dotate di energia elettrica, automo­bili, televisori, aria condizionata. Il petrolio è una sostanza straordinaria. Contiene un'enorme quantità di energia per peso e volume. È facile da trasportare. Si conserva facilmente a temperatura ambiente in serbatoi metallici non pressurizzati dove può rimanere a tempo indeterminato senza degradarsi. Lo si può pompare attraverso un tubo, lo si può mandare in tutto il mondo I sulle navi, lo si può trasportare su treni, automobili e camion, lo si può persi­no far volare su aerei cisterna per rifornire altri aerei in volo. È infiammabile, ma si è dimostrato sicuro se maneggiato con un minimo di attenzione. Si può raffinare mediante distillazione diretta in diversi gradi di combustibile - benzina, diesel, cherosene, combustibile avio, petrolio per riscaldamento - e trasformare in innumerevo­li prodotti utili: plastiche, vernici, farmaci, tessuti, lubrificanti.

 

Il futuro

A memoria storica, il mondo non si è mai trovato in circostanze così perico­lose come all'inizio del XXI secolo. Le nazioni del mondo si trovano a dover affrontare la lotta per la sopravvivenza per il possesso di risorse energetiche. Questo è un periodo ben più oscuro del 1938, vigilia della Seconda Guerra Mondiale. L'attuale popolazione mondiale di sei miliardi e mezzo di indivi­dui non ha alcuna speranza di mantenere l'attuale tenore di vita e le condi­zioni fondamentali di vita sulla Terra richiederanno presto una qualche deci­sione. Le sole domande sono: che forma assumerà l'inevitabile attrito, e come, in quali luoghi, quando? La risposta ad alcune di queste domande sarà deter­minata dalla calamità incombente dei cambiamenti climatici e delle implica­zioni ambientali associate ad essi, soprattutto la fame, la mancanza di acqua dolce e l'aumento delle epidemie. Nel frattempo, il mondo si trova di fronte manovre e atteggiamenti pericolosi di alcune nazioni per il controllo e il possesso del petrolio.

Al centro di tutto questo c'è la morbosa dipendenza dell'Occidente dal mondo islamico. Le nazioni islamiche possiedono gran parte del petrolio rima­sto sul pianeta. Noi dipendiamo da quel petrolio. Con la nostra disattenzione, il nostro narcisismo e un autocompiacimento di una stupidità quasi incredibi­le, abbiamo permesso a noi stessi di diventare ostaggi di quella dipendenza. Abbiamo arricchito le classi dominanti del Medio Oriente al di là delle più folli fantasie mai sognate da un emiro, uno sceicco, un pascià o un califfo in tutti i secoli di sogni. Quella ricchezza ha trasformato una religione poetica e pudica nell'agente virulento di una potenziale conflagrazione mondiale.

 

Il petrolio è la risorsa più cruciale del mondo. Senza di esso, nulla funzio­na in una civiltà industriale così come si configura attualmente. Pochi conte­stano l'idea che alla fine il mondo resterà senza petrolio e in molti ammetto­no che ciò accadrà entro questo secolo, ma quasi nessuno ha idea di cosa acca­drà da adesso ad allora, quando la spia indicherà "vuoto". L'opinione pubbli­ca americana presume di solito che per quando il petrolio sarà esaurito l'uma­nità avrà compiuto la transizione al successivo sistema energetico - attual­mente il candidato preferito è quello basato sull'idrogeno - e che questo arri­verà appena in tempo, per posta prioritaria, perché così vuole il libero merca­to e il libero mercato non ci tradisce mai, ma per produrre l’idrogeno c’è bisogno di energia, se non ci sarà più petrolio dove prenderemo questa energia? Inoltre le fonti di energia alternative, come l’energia eolica, energia solare, energia nucleare, energia idroelettrica, energia geotermica, saranno sufficienti per il fabbisogno mondiale? Le auto potranno funzionare? La ricerca scientifica sarà in grado di trovare e perfezionare fonti di energia alternativa? L’Uomo non doveva pensarci molto tempo fa per cercare altre forme di energia alternativa?

 

La Cina

Nei prossimi anni, la Cina avrà disperatamente bisogno del petrolio alme­no quanto gli Stati Uniti. La Cina non ha molti giacimenti ed è stata esplorata inesorabilmente, acro per acro, come una pura impresa statale, senza alcun limite imposto dalle normali considerazioni sui costi. Il partito comunista ha inviato squadre di perforatori assolutamente dappertutto, con risultati delu­denti, e non rimane più nulla da esplorare, ad eccezione del Mar della Cina meridionale, una regione contesa da molte altre nazioni. La Cina ha perfino meno petrolio di quanto ne rimane agli Stati Uniti, con una popolazione quat­tro volte più vasta, e ha sviluppato un'economia industriale che ne fa ora il secondo consumatore di petrolio al mondo, avendo sorpassato il Giappone nel 2004. Anzi, si potrebbe dire che la Cina ha avviato l'ultima economia indu­striale dell'era petrolifera, ma è entrata in gioco troppo tardi. Le sue importa­zioni di greggio sono raddoppiate negli ultimi cinque anni e aumentate di quasi il 40% nella prima metà del 2004. All'attuale tasso di crescita della domanda, la Cina da sola, tra tutte le nazioni del mondo, consumerà il 100% delle esportazioni mondiali ora disponibili in dieci anni, presupponendo che la domanda non cresca altrove nel mondo e che non si verifichi un calo della produzione globale.

 

Il benessere e la paura

I combustibili fossili ci hanno permesso di volare, di andare dove vogliamo rapidamente e di spostare facilmente le cose da un posto all'altro. I combustibili fossili ci hanno salvato dall'oscurità dispotica della notte. Hanno reso comuni ovunque le dimensioni faraoniche dei nostri edifici. Hanno consentito a una percentuale minuscola delle nostre popolazioni cresciute a dismisura di produrre quantità massicce di cibo. Ci hanno permesso di sviluppare industrie d'insuperabile ingegnosità e di spingere i limiti di ciò che significa essere umani fino alla strana frontiera dove l'uomo s'immagina in una sorta di immortalità meccanica.

Tutte le meraviglie e i miracoli del XX secolo sono stati resi possibili dal nostro accesso a forniture abbondanti di combustibili a buon mercato. Persino la tecnologia applicata della fissione nucleare, giunta a metà del secolo, sareb­be stata impossibile senza i combustibili fossili e forse non potrà continuare a lungo in futuro senza di essi.

L'era dei combustibili fossili sta per finire. Non abbiamo sostituti a portata di mano. Questi fatti sono scarsamente compresi dalla popolazione globale, presa negli ingranaggi della vita quotidiana, ma, quel che è tragico, neppure dalle classi colte degli Stati Uniti, che continuano a essere di gran lunga i mag­giori scialacquatori di combustibili fossili. È della massima importanza che ci sforziamo di capire cosa sta per succederci perché si ripercuoterà come un ter­remoto sul nostro modo di vivere, sull'ordinamento mondiale e sulla possibi­lità che il preziosissimo carico della cultura umana possa avanzare sano e salvo verso il futuro.

 

Il picco globale

La chiave per comprendere ciò che sta per succederci è contenuta nel con­cetto di picco della produzione globale di petrolio. È il punto in cui abbia­mo estratto la metà di tutto il petrolio esistente nel mondo, la metà più faci­le da ottenere, la metà raggiungibile più economicamente, la metà di qua­lità migliore e meno costosa da raffinare. Il petrolio residuo è quello che si trova in posti proibitivi di non facile accesso, come l'Artico e le profondità dell'oceano.

Molta della metà restante è difficile da estrarre e potrebbe richiedere, in effetti, così tanta energia per estrarla da non valerne la pena; se, per esempio, ci vuole un barile di petrolio per ottenere un barile di petrolio, sarebbe inuti­le. Se ci vogliono due barili di petrolio per ottenerne uno, sarebbe addirittura folle. Molta della metà restante si presenta sotto forma di greggio ad alto con­tenuto di zolfo, difficile da raffinare, o sabbie bituminose e catrame di scisto, che non sono liquidi ma solidi che devono essere scavati e poi liquefatti per la raffinazione, aggiungendo altre due voci ai costi per il loro recupero. Una parte notevole della metà restante delle scorte originarie di petrolio mondia­li non sarà mai recuperata.

Oltrepassare il picco della produzione petrolifera significa che tutte le nazioni della Terra messe insieme non potranno mai più estrarre dal terreno tanto petrolio quanto ne estraevano al momento del picco, quale che sia la domanda. Ciò ha implicazioni straordinarie per la civiltà industriale fondata sul petrolio, basata sull'espansione costante e regolare di tutto: popolazione, prodotto interno lordo, vendite, profitti, nuovi alloggi, e chi più ne ha più ne metta. Il superamento del picco della produzione petrolifera rappresenta una crisi economica senza precedenti che sconvolgerà le economie nazionali, rovescerà governi, altererà le frontiere nazionali, provocherà conflitti militari e metterà a repentaglio il proseguimento della vita civile. Al momento del picco la razza umana avrà generato una popolazione incapace di sopravvive­re con meno della quantità di petrolio prodotta in quel momento... e una volta superato quel punto l'offerta di petrolio diminuirà inesorabilmente. Quando ciò accadrà, complessi sistemi sociali e di mercato saranno sollecitati fino al punto di rottura, annullando la possibilità di una discesa indolore dal picco.

 

Conclusione

Com'è possibile che una simile catastrofe sia così imminente e persone civi­li e colte in paesi liberi con mezzi d'informazione liberi e istituzioni trasparen­ti siano così disinformate in merito?

La maggioranza degli occidentali sembra convinta che il  petrolio sia superabbondante, se non illimitato. Crediamo che il mondo sia pieno di enormi quantità di giacimenti petroliferi ancora da scoprire e che le "nuove tecnologie" di trivellazione ed estrazione faranno miracoli nel pro­lungare la vita dei giacimenti esistenti. Nell'immediato futuro, dovremo affrontare la fine dell'era del combustibile fossile a buon mercato. Non è un'esagerazione affermare che forniture affidabili di petrolio e gas naturale a basso costo siano alla base di tutto ciò che identifichiamo come i vantaggi della vita moderna. Tutti i beni di prima necessità, i comfort, i lussi e i miracoli del nostro tempo riscalda­mento centralizzato, aria condizionata, automobili, aeroplani, illuminazione elettrica, indumenti poco costosi, musica registrata, cinema, supermercati, elettrodomestici, operazioni di protesi dell'anca, la difesa nazionale, e chi più ne ha più ne metta, devono la propria origine o la loro esistenza protratta, in un modo o nell'altro, al combustibile fossile a buon mercato.

Perfino le centrali nucleari dipendono da ultimo dal petrolio e dal gas a buon mercato per tutte le procedure di costruzione e manutenzione e per l'e­strazione e la lavorazione dei combustibili nucleari. Le lusinghe del petrolio e del gas a basso costo erano così seducenti e hanno suscitato tali slanci di entusiasmo che abbiamo smesso di prestare attenzione alla natura essenziale di questi doni miracolosi della Terra, al fatto cioè che esistano in scorte limi­tate e non rinnovabili, distribuite in modo ineguale per il mondo. Per quel che ne sappiamo oggi, nessuna combinazione di cosiddetti com­bustibili o procedure energetiche alternative ci permetterà di continuare a condurre in Occidente un'esistenza quotidiana come quella a cui ci siamo abi­tuati nel regime del petrolio. Né alcuna combinazione di combustibili alterna­tivi ci consentirà di far funzionare una parte consistente dei sistemi che gestiamo attualmente in ogni settore, dalla produzione alimentare, all'indu­stria manifatturiera, alla produzione di energia e ai grattacieli, fino alle nor­mali attività domestiche e familiari che richiedono molteplici tragitti in auto ogni giorno, e al funzionamento di giganteschi istituti scolastici centralizzati con la loro flotta di scuolabus gialli. Siamo nei guai!!!

Le alternative note al petrolio convenzionale comprendono il gas naturale, il carbone e le sabbie bituminose, il catra­me di scisto, l'etanolo, la fissione nucleare, l'energia solare, eolica, idrica e delle maree, e gli idrati di metano. Ricorreremo sicuramente a molte di que­ste cose, e ai vari sistemi che comportano, per quanto potremo, ma non potranno compensare l'esaurimento delle nostre riserve petrolifere. In un certo grado, tutte le fonti di energia non fossili dipendono in realtà da una sottostante economia dei combustibili fossili. La colpa di tutta questa catastrofe annunciata ricade sull’Uomo e la sua politica miope, che non ha saputo prevenire, attraverso la ricerca scientifica, un evento che riporterà le società in uno stato di involuzione senza precedenti.

Bibliografia:

Collasso (sopravvivere alle attuali guerre e catastrofi in attesa di un inevitabile ritorno al passato)

di James Howard Kunstler

 
 
 

In Nome di Dio!

Post n°121 pubblicato il 29 Gennaio 2010 da Piero_Calzona
 

In Nome di Dio!

Il rapporto fra violenza e religione è antico e generalizzato. Tutte le mitologie sono caratte­rizzate dalla presenza di dèi "specializzati" in guerre, come Assur a Babilonia, Thor nel mondo germanico e Marte in quello romano. E’ noto che l'Antico Testamento gronda sangue: «Fu volere di Dio che quelle città si ostinassero a combattere affinché gli Israeliti potessero stermi­narle senza usar loro pietà» si legge nel Libro di Giosuè.

 

Guerre giuste

Anche dopo la svolta cristiana, il pacifismo del messaggio evangelico cedette ben presto il passo a un atteggiamento belligerante. «Basta che si tratti di una guerra giusta» sosteneva Sant'Agostino nel IV secolo. Per arrivare alla "guerra santa", però, bisognerà attendere San Tommaso, che per primo parlerà di «una spada sguainata come per ordine di Dio».

 

Crociate

Quando Tommaso scriveva queste parole, nel XIII secolo, la guerra che si pretendeva voluta dall'alto aveva già prodotto otto crociate, con la spianata del tempio di Gerusalemme inondata dal «sangue che arrivava sino alle ginocchia» e un milione di morti. Duecento anni di guerre forse con obiettivi più di tipo socio-economico, ma comunque caratterizzati da un'esplicita chiamata in causa della divinità ("Dio lo vuole!") e dalla partecipa­zione di monaci-guerrieri (templari, fratelli di Calatrava, cavalieri teutonici). Logiche non solo da Medioevo, se si pensa alle guerre di religione fra cattolici e protestanti nell'Europa del XVI e XVII secolo.

 

Sforzo

La jìhad islamica (letteralmente "sforzo", sottinteso "per percorrere la strada di Allah") citata nel Corano, indica sia la lotta contro l'infedele, sia il pacifico impegno missio­nario, sia lo sforzo interiore per prestare a Dio la dovuta ubbidienza. L'ultima jìhad "della spada" fu quella lanciata dal sultano di Costantinopoli all'inizio della I guerra mondiale, e da allora mai più utilizzata da qualcuno con l'autorità religiosa sufficiente per proclamarla. Eppure, come si vede dalla cartina (sotto), il tempo delle guerre a sfondo (o pretesto) religioso non è tramontato.

 

1. Irlanda del Nord: tensioni tra nazionalisti cattolici e unionisti prote­stanti;

2. Bosnia: tensioni tra mag­gioranza musul­mana e minoranze cattolico-croate e serbe-ortodosse;

3. Kosovo: maggioranza albanese islamica contro minoranza serbo-ortodossa;

4. Ucraina: scontri tra cattolici uniati e ortodossi;

5. Repub­bliche asiatiche ex Urss: scontri tra ortodossi e musulma­ni;

6. Cipro: naziona­listi turco-musulmani contro greci-ortodossi;

7. Libano: tensioni tra cristiani, musulmani e drusi;

8. Armenia turca e irachena: eserciti nazionali contro minoranza cristiano-armena;

9. Iran-Iraq: tensioni tra sciiti e sunniti;

10. Israele-Palestina: violenze tra fondamentalisti ebraici e islamici;

11. Egitto: attentati di fondamentalisti islamici;

12. Algeria: violenze di gruppi del fondamentalismo islamico;

13. Guinea: tensioni tra cristiani e musulmani;

14. Nige­ria: scontri tra musul­mani e cristiani;

15. Ciad: tensioni tra musulmani e cristiani;

16. Sudan: regime islamico contro cristia­ni e animisti del sud;

17. Etiopia: violenze tra cristiano-ortodossi e guerriglieri musul­mani;

18. Kenya: tensioni tra musulma­ni e cristiani;

19. Tan­zania: tensioni tra islamici e cristiani;

20. Afghanistan: milizie islamiche dei talebani contro i mujaheddin;

21. Paki­stan: scontri tra mag­gioranza musulmana e cristiani;

22. India-Pakistan: scaramucce tra un Paese induista e uno islamico;

23. India: indù contro musulmani e cristiani; sikh contro indù;

24. Sri Lanka: scontri tra buddisti e indù;

25. Cina: repressione dei buddisti in Tibet;

26. Cina: repressioni dei cattolici e della setta Falun Gong;

27. Bangladesh: tensioni tra musulma­ni e buddisti;

28. Birmania: tensioni tra maggioranza buddista e musulmani;

29. Thailandia: vio­lenze tra buddisti e musulmani;

30. Filip­pine: scontri tra mag­gioranza cristiana e fondamentalisti isla­mici;

31. Indonesia: violenze tra musul­mani e cristiani cinesi;

32. Timor Est: scontri tra musulmani e cristiani;

33. Isole Figi: tensioni tra cristiani e induisti.

 

 
 
 

Homo Sapiens "la Catastrofe"

Post n°120 pubblicato il 10 Dicembre 2009 da Piero_Calzona
 

HOMO SAPIENS:

"La Catastrofe dell’evoluzione"

Se Dio ha creato l’Uomo a sua immagine e somiglianza allora possiamo dedurre che Dio è malvagio e distruttore. Cos’è che mi spinge a fare una simile affermazione? E’ il risultato aberrante di un Essere che da quando si è staccato, circa sei milioni di anni fa, dalle scimmie antropomorfe ha iniziato la sua autodistruzione e la distruzione dell’ambiente in cui vive. La storia è lunga e complessa, cercherò di fare una breve sintesi per circoscrivere le cause di questo singolare e terribile fenomeno. Secondo alcuni etologi, come Konrad Lorenz, Danilo Mainardi, Desmond Morris, Eibl Eibesfeldt, gli animali hanno un comportamento che risponde alle necessità della loro sopravvivenza, c’è la preda e il predatore, questa è la dura legge della natura, ma tutto si svolge secondo precise leggi naturali senza alterare l’equilibrio ecologico e senza provocare catastrofi irreversibili. Nella storia del mondo abbiamo assistito, invece, a molte catastrofi naturali, quindi indipendenti dagli animali, come l’estinzione dei dinosauri, circa 65 milioni di anni fa, con la caduta di un asteroide di grosse dimensioni che ha provocato uno sconvolgimento ecologico a tal punto da oscurare la Terra per la grande nube di polveri e un abbassamento della temperatura con la conseguente estinzione di circa il 70% degli esseri viventi. Altre catastrofi di natura climatica si sono abbattute sulla Terra ed altre difficoltà di sopravvivenza si sono manifestate su molte specie animali, molte si sono adattate altre si sono estinte. Ma ecco che arriva l’Uomo! La grande "Catastrofe" dell'evoluzione.

Vediamo in sintesi il comportamento dell’Uomo nella storia.

Amministrare le risorse ambientali per un tempo prolungato è sempre stato un compito difficile, a partire dal momento in cui l’Homo Sapiens ha sviluppato l’inventiva necessaria per cacciare in modo efficiente, circa 50.000 anni fa. A cominciare dalla prima colonizzazione umana del continente australiano circa 46.000 anni fa, e dalla conseguente rapida estinzione della maggior parte degli antichi marsupiali giganti e di altri animali di grossa taglia, ogni nuovo arrivo dell’essere umano in un territorio, fosse l’Australia, l’America del Nord o del Sud, il Madagascar, le isole del Mediterraneo, le Hawaii, la Nuova Zelanda e dozzine di altre isole del Pacifico, è stato seguito da un’ondata di estinzioni di animali di grossa taglia. L’Uomo ha iniziato così il suo percorso di distruttore della natura fino al punto in cui molte volte ha rischiato la propria autoestinzione. Dove arrivava la mano dell’Uomo faceva stragi di ogni tipo.

Purtroppo questa caratteristica distruttrice, che è nell’Uomo, non solo è rimasta ma in questi ultimi decenni si stanno verificando degli episodi di declino ambientale di proporzioni enormi e irreversibili. L’Uomo è dunque un essere brutale e catastrofico? Pare proprio di si!!!

Se l'uomo del Terzo Millennio non porrà un freno allo sfruttamento del Pianeta e dell'ambiente, in 20 anni diventerà una specie in via di estinzione. Inquinamento, distruzione ambientale, globalizzazione, supremazia di una civiltà che non si ferma di fronte a niente pur di conseguire un utile immediato. L'uomo è diventato un elemento sconvolgente per la natura e quindi, per ricaduta, per l'uomo stesso. Vuole la globalizzazione, senza capire che l'appiattimento delle diversità porterà alla banalità e distruggerà importanti patrimoni culturali. Oggi siamo alla vigilia della sesta estinzione. Ci sono stati altri momenti nell'evoluzione umana con pericoli di annientamento per i generi viventi terrestri. Oggi però la situazione è totalmente nuova: potrebbe succedere non più in 100 mila anni ma in un solo anno. Le tracce ci sono ovunque: la quasi totale scomparsa delle rondini, degli storioni nel Po e di molte altre specie animali. Il rischio di estinzione per oltre 50 culture umane, la supremazia di una specie, quella umana, che sta distruggendo l'ecosistema planetario. E l'incapacità di pensare soluzioni lungimiranti che salvaguardino il futuro dell'intero pianeta. Sulla Terra vivono ora circa sei miliardi di uomini. Per tre miliardi di anni il pianeta si è evoluto secondo i ritmi biologici adeguati alla sua struttura. Poi è arrivato l'uomo che in diecimila anni si è evoluto in un modo tutto suo, con meccanismi totalmente diversi.

Si parla di evoluzione culturale dell'uomo, ma finalizzata a cosa? Per lo più a profitti di breve durata e senza alcuna considerazione verso le ricadute negative a lungo termine. Certo, predatore e preda sono sempre esistiti, chi dice il contrario? Ma se il predatore si arma di auto, fucile, cellulare, la coevoluzione non sarà più possibile. La biologia insomma non tiene più il passo della cultura. E gli squilibri sono già enormi. Ma c'è di peggio: con il diffondersi della cosiddetta "globalizzazione" l'intero mondo umano si sentirà in dovere di comportarsi così e di utilizzare lo stesso scriteriato modello. La nostra cultura è troppo distruttiva. Serve un nuovo pensiero, un pensiero che scivoli via dall'antropocentrismo per finire al biocentrismo dove non l'uomo ma la vita sta al centro di tutto. E non si tratta di un fine da conseguire per pura generosità. Il futuro dell'uomo del Terzo Millennio è dunque incerto. Non è disfattismo, terrorismo o pessimismo. I segnali sono evidenti. Lo attendono disastri naturali, squilibri culturali che già sono iniziati in tutto il mondo, nonché banalizzazione, tendenza all'uniformità, sovrappopolamento, povertà, scelte miopi. "Risolviamoli con la globalizzazione" dice l'uomo contemporaneo. E vediamola questa globalizzazione. Avrebbe dovuto evitare il razzismo. Invece è anche peggio di prima. Purtroppo ha introdotto invece il nuovo termine di pulizia etnica, dove razze che prima convivevano pacificamente sembrano ora non tollerarsi più. E intanto qualcuno manovra sopra di loro fili invisibili che portano solo a denaro e profitto. Razze intere scomparse solo perché per sfamarsi rubavano pecore ai bianchi, cinquanta culture nel mondo a rischio di estinzione perché non sanno adattarsi alla globalizzazione.

L'uomo del Terzo Millennio deve allora fermare la sua sfrenata corsa verso l'autodistruzione, contare umilmente i danni provocati e porvi subito rimedio, progettando il futuro, è l'unico modo per salvare quanto ancora si può salvare, la nostra cultura si è sempre imposta come la migliore. Per questo le conseguenze delle sue azioni non avevano alcuna importanza. I risultati invece sono evidenti: perdite irreparabili di patrimoni consolidatisi per milioni di anni. Non resta molto tempo, ma si può fare ancora qualcosa: la cultura ecologica deve divenire centrale, entrare nelle scienze economiche e politiche e dare il giusto scossone all'umanità che decide.

Per avere governanti migliori, bisogna avere una popolazione preparata. E' questa la sfida del Terzo Millennio.

I responsabili dell'ambiente in cui viviamo insomma non sono "gli altri", siamo noi: noi con le nostre scelte che devono essere lungimiranti, con le nostre azioni che buone o cattive devono sempre essere consapevoli delle ricadute che avranno sugli altri e sull'ambiente, con la nostra capacità critica che nessuno deve toglierci, con il nostro coraggio di essere coerenti e di andare fino in fondo a quello in cui crediamo, ma soprattutto con la nostra capacità di ragionare per conto nostro, impedendo a chiunque di prepararci già preconfezionato il nostro destino, il nostro cibo, la nostra giornata, il nostro pensiero. Uno per tutti, tutti per uno, questa è la strada da seguire.

____________________________________

Catastrofi causate dall’Homo Sapiens

Sovrappopolazione

Deforestazione

Inquinamento culturale

Inquinamento luminoso

Inquinamento acustico

Inquinamento elettromagnetico

Inquinamento nucleare

Inquinamento industriale

Inquinamento atmosferico

Inquinamento fognario

Inquinamento da rifiuti urbani

Inquinamento idrico

Inquinamento del suolo

Inquinamento agricolo

Inquinamento biologico

Inquinamento oceani

Buco fascia dell’ozono

Effetto serra

Estinzione specie animali

Distruzione biosfera

Riduzione combustibili (petrolio, carbone)

Guerre (teocratiche e civili)

Politica, sulla politica ci sarebbe da scrivere un intero libro dirò solo (malgoverno)

Scientismo, tecnologia speculativa

Edonismo

Fame nel mondo

Privatizzazione dei beni pubblici

Genocidi

Traffici di esseri umani

Traffici di organi umani

Traffici di armi

Traffici di stupefacenti

Prostituzione

Mala sanità

Terrorismo

Criminalità

Microcriminalità

Torture

Razzismo

Xenofobia

Tossicodipendenza

Analfabetismo

Chi è ricchissimo chi poverissimo (disuguaglianze sociali)

Mutamenti climatici

Scioglimento dei ghiacci

Malattie e salute

Esaurimento risorse

 
 
 

In principio era Dio, poi venne Darwin…

Post n°119 pubblicato il 23 Settembre 2009 da Piero_Calzona
 

In principio era Dio, poi venne Darwin…

EVOLUZIONISMO E CREAZIONISMO

Dall’alba della civiltà ogni gruppo umano si è posto le grandi domande sull’origine del mondo e della specie umana. Molte e molto diversificate sono state le risposte date, soprattutto dalle religioni.

Ovviamente, queste risposte non avevano alcuna base scientifica, ma erano invece il frutto delle condizioni sociali, economiche e culturali delle comunità in cui venivano elaborate. La narrazione contenuta nella Bibbia è nota a tutti: Dio avrebbe creato l’intero universo in soli sei giorni: cominciando la sua opera il 23 ottobre 4004 a.c. (secondo il calcolo, basato sullo stesso testo biblico, che il pastore anglicano Usher fece nel Seicento). Nel Corano non esiste una descrizione vera e propria della creazione: i pochi accenni sembrano rifarsi alla Bibbia ebraica. Nel mondo indiano, la narrazione inclusa nei Rig Veda, il quarto libro dei Veda, (una raccolta di libri scritti in sanscrito e inerenti alla religione induista), ne riconosce esplicitamente l’inconoscibilità, mentre lo smembramento dell’uomo primordiale, Purusa, (dalle mille teste, mille occhi, mille piedi) avrebbe dato origine alle odierne caste: le quattro ere cicliche dell’universo, con minor fallacia rispetto alle religioni abramitiche, ammonterebbero a 4.320 milioni di anni umani. Altre religioni non credono in nessun Dio, ma professano discipline trascendentali basate sulla meditazione, come la New Age, e le religioni naturali.

Non tutti gli uomini sono stati prigionieri di questi miti: il filosofo greco Anassimandro, ad esempio, riteneva che gli uomini discendessero dai pesci. E il filosofo romano Lucrezio scrisse che nella natura non vi era traccia di alcun intervento divino, ma solo del continuo divenire della natura stessa. Ma resta il fatto che, almeno fino al XVIII secolo, l’idea dominante nel mondo occidentale fu quella del fissismo, secondo cui le specie erano immutabili. Il naturalista Buffon fu il primo a formulare una proposta evoluzionistica, seguito da altri studiosi.

Vediamo come stanno veramente le cose

Darwin

Fu solo con Charles Darwin (1809-1882), e con la pubblicazione nel 1859 del suo trattato L’origine delle specie, che la teoria dell’evoluzione prese definitivamente forma. Darwin sostenne la tesi della selezione naturale: un meccanismo che favorisce i caratteri genetici che meglio si adattano all’ambiente, eliminando invece quelli svantaggiosi. In seguito, lo sviluppo degli studi sull’ereditarietà di Mendel permisero di affinare ulteriormente la teoria: la comparsa di alcune variazioni casuali vantaggiose, rispetto agli altri individui di una stessa specie, possono essere ereditate dalla propria discendenza, fino alla nascita di un nuovo gruppo di individui, diverso da quello di provenienza. È questo il processo detto di “speciazione”.

L’evoluzionismo sostiene dunque che le specie animali e vegetali discenderebbero tutte da specie più antiche (antenato comune), da cui si sarebbero, per l’appunto, “evolute”. L’evoluzione non è predeterminata: le mutazioni sono casuali e anche il tempo e il modo in cui insorgono sono imprevedibili. Il processo di speciazione è quindi sempre in corso.

Ricerche

Negli ultimi decenni la scuola neodarwinista ha visto i suoi esponenti privilegiare diversi aspetti. L’ipotesi degli “equilibri punteggiati”, sostenuta da Niles Eldredge e Stephen Jay Gould, ha proposto un modello evolutivo a salti. Richard Dawkins, invece, ha invece formulato l’ipotesi del “gene egoista”, in cui l’evoluzione è vista come un meccanismo per la trasmissione di geni.

Nonostante i differenti accenti, la quasi totalità del mondo scientifico odierno ha fatto propria la teoria dell’evoluzione. Non mancano del resto le prove: lo studio dei resti fossili, le somiglianze e le differenze tra specie simili in diverse aree geografiche, le evidenze prodotte dall’anatomia e dall’embriologia comparata, le notevoli somiglianze nella composizione chimica e nelle strutture del corpo. Una teoria concorrente dovrebbe essere in grado di produrre altrettante evidenze. Al momento non vi è riuscito ancora nessuno.

Evoluzione Umana

L’età del nostro Pianeta è stimata in circa 4,5 miliardi di anni. Si ritiene che le prime forme viventi siano comparse dopo un altro miliardo di anni: si trattava di semplici organismi monocellulari, i procarioti. Ci vollero quasi altri tre miliardi di anni per vedere la diffusione degli eucarioti, i primi organismi pluricellulari. I primi vertebrati marini comparvero circa 500 milioni di anni fa, i primi pesci 440 milioni di anni fa, i primi anfibi 400 milioni di anni fa, i primi rettili 250 milioni di anni fa. Per i mammiferi, discendenti dei rettili terapsidi, bisognò attendere ancora, e solo con la scomparsa dei dinosauri (circa 65 milioni di anni fa) si poterono aprire degli spazi per la loro diffusione.

60 milioni di anni fa apparvero i primi primati da cui, per successive speciazioni, si sarebbe arrivati all’antenato comune di scimpanzè ed esseri umani, la cui definitiva separazione avvenne circa 7-8 milioni di anni fa. Il genere Homo si è evoluto attraverso l’australopiteco (4 milioni di anni fa), l’homo abilis (2,5), l’homo erectus (1,7), l'homo sapiens (150.000 anni fa). Quest’ultimo è l'unico sopravvissuto del genere dopo l'estinzione (circa 25.000 anni fa) dei "suoi cugini", gli uomini di Neanderthal. Circa 13.000 anni fa si sarebbe estinta una specie di ominidi evolutivamente ancora più distante dall'homo sapiens: l'homo floresiensis, la cui esistenza è documentata nella sola isola indonesiana di Flores.

L’origine “scimmiesca” dell’uomo trova una conferma nell’analisi del DNA: il nostro e quello dello scimpanzè sono identici per più del 98 per cento.

Il Creazionismo

L’ipotesi che l’uomo discendesse dalla scimmia suscitò uno scandalo immediato già all’epoca di Darwin. Le polemiche non si placarono nemmeno in seguito: negli anni Venti, nel Tennessee, si svolse il famoso Processo della scimmia (Monkey Trial), che vide come imputato un insegnante “colpevole” di insegnare il darwinismo a scuola.

Con le evidenze a proprio favore che l’evoluzionismo può vantare oggi, però, desta perplessità che vi siano ancora così tante persone legate alla concezione creazionista classica, basata su un’interpretazione letterale del testo biblico. Negli USA, la maggioranza della popolazione non crede tuttora alla validità della teoria evoluzionistica. Non solo: il movimento creazionista gode di un ampio supporto politico e di notevoli sostegni economici. La principale organizzazione impegnata in questa campagna di retroguardia è l’Institute for Creation Research.

Cotanto impegno ha portato dei risultati concreti: dal 1999, nelle scuole del Kansas viene insegnato il creazionismo al posto dell’evoluzionismo. Altri stati (come l’Alabama, il Nebraska, il New Mexico, l’Ohio) presentano l’evoluzionismo come una delle tante possibili spiegazioni. E in altri Stati ancora, che affidano la scelta dei programmi alle autorità scolastiche dei vari distretti, il creazionismo comincia a essere insegnato.

Nel Regno Unito, dove le scuole religiose sono finanziate dallo Stato, i problemi stanno cominciando solo ora: alcuni istituti, legati a organizzazioni religiose creazioniste, hanno infatti eliminato l’evoluzionismo dai propri programmi, un episodio così drammatico che neutralizza la possibilità di acquisire delle nozioni scientifiche determinanti per l’evoluzione socio-culturale, soprattutto nei giovani.

 

Il Disegno Intelligente (I. D.)

La teoria del Disegno intelligente viene presentata come “oggettivamente” credibile, e scientificamente documentabile. Secondo questa ipotesi, la complessità e la bellezza dell’universo possono essere spiegate soltanto con l’intervento diretto di un essere divino. In realtà, anche i sostenitori di queste tesi non riescono a portare evidenze concrete a proprio favore: è difficile vedere molta intelligenza nella creazione di un universo quasi completamente invivibile, nell’estinzione del 99 per cento delle specie apparse sul nostro pianeta da quando vi è vita, nell’attesa di miliardi di anni per vedere finalmente apparire la specie umana. È difficile non concepire questa teoria come una versione “riverniciata” del creazionismo. E, come il creazionismo, è una teoria non testabile, e quindi fuori dall’ambito dell’indagine scientifica.

Anche questo movimento, tuttavia, è dotato di potenti supporter, proprio perché si presenta come un’alternativa sia al creazionismo che all’evoluzionismo. Nel luglio 2005 il presidente George W. Bush in persona ha speso delle parole a favore dell’insegnamento scolastico della teoria del disegno intelligente, mettendo in seria difficoltà l’affidabilità delle ricerche scientifiche sull’evoluzionismo.

 

La posizione della Chiesa Cattolica

La Chiesa cattolica ha impiegato molto tempo per giungere a patti con l’evoluzionismo. Ancora nel 1950, l’allora pontefice Pio XII, all’interno dell’enciclica Humani Generis, metteva sullo stesso piano creazionismo ed evoluzionismo, attaccando duramente quest’ultimo e ribadendo, nel contempo, l’esistenza storica di Adamo e il suo ruolo di progenitore, e quindi di diffusore del peccato originale.

Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica, diffuso nel 1992 per impulso di Giovanni Paolo II, ha glissato brillantemente su tutte le questioni scientifiche. Vi si ribadisce tuttavia che “la creazione è destinata, indirizzata all’uomo, immagine di Dio. La creazione, infatti, è voluta da Dio come un dono fatto all’uomo, come un’eredità a lui destinata e affidata”.

Passi avanti sono stati fatti solo con il messaggio che Karol Wojtyla inviò, il 22 ottobre 1996, alla Pontificia Accademia delle Scienze. Pur partendo dalla Humani Generis, il pontefice riconosceva che l’evoluzionismo era diventato ormai qualcosa di più che una mera ipotesi: anche se accennava a “teorie” dell’evoluzione, anziché di una sola teoria, e questo perché esistono «letture materialiste e riduttive e letture spiritualistiche. Il giudizio è qui di competenza propria della filosofia e, ancora oltre, della teologia». Il papa non specificava come i teologi potessero fornire giudizi competenti in materie scientifiche.

Recenti dichiarazioni del cardinale Christoph Schönborn hanno rinfocolato le polemiche. L’arcivescovo di Vienna, che pure viene considerato uno degli esponenti più “moderni” delle gerarchie cattoliche, ha infatti definito il messaggio di Giovanni Paolo II «vago e poco importante», indicando in pratica la teoria del disegno intelligente come la più coerente con l’insegnamento cattolico, poiché non ammette alcuna mutazione casuale.

 

Situazione in Italia

Secondo un’indagine sociologica, circa il 25% della popolazione italiana ritiene che la Bibbia riporta la vera parola di Dio e va presa alla lettera. La percentuale scende sotto il 10% tra diplomati e laureati, ma sale oltre il 50% tra coloro che non possiedono nemmeno il titolo di studio elementare. È probabilmente a questo bacino elettorale che si è rivolto l’onorevole Pietro Cerullo (AN), promotore nel 2003, insieme ad Alleanza Studentesca, di una “Settimana antievoluzionistica”. L’iniziativa suscitò molti commenti ironici. Non ne suscitò alcuno, invece, il decreto legislativo del 19 febbraio 2004, con cui il governo cancellava dai programmi d’insegnamento delle scuole medie ogni riferimento alle teorie evoluzionistiche. Non a caso, i programmi per le scuole medie erano stati elaborati da una commissione presieduta da un cattolico di ferro, Giuseppe Bertagna.

Vi fu una levata di scudi da parte di diversi scienziati, anche cattolici, contro la decisione. Il ministro Moratti fu costretto a nominare una commissione di saggi, presieduta da Rita Levi Montalcini, incaricata di studiare il problema. Quasi un anno dopo, la commissione fornì il proprio parere, chiedendo che il darwinismo fosse reinserito tra gli argomenti di studio.

Conclusioni

Il creazionismo, secondo i suoi critici, non è soltanto un attacco alla biologia evoluzionistica, ma un attacco a tutte le scienze e al metodo scientifico nel suo complesso. Se i creazionisti avessero ragione, sarebbero errate gran parte delle acquisizioni della cosmologia, dell'astrofisica, della biochimica, della geologia, e di tutte le scienze naturali, discipline che invece hanno dato prova, in misura enorme, di convergere a conclusioni credibili, e compatibili tra loro.

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BIBLIOGRAFIA

http://www.impressionisoggettive.it/bibliografia_ricerca.htm

 

 
 
 
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"...Se nel mondo si potesse comunicare solo con le immagini, forse vivremmo in un mondo magico, costituito prevalentemente da sensazioni bellissime. Forse l'umanità avrebbe una dimensione diversa, una dimensione dove prevarrebbe di più l'amore, la comunicazione espressiva, le emozioni, il senso dell'estetica, forse anche un pizzico di buon senso, cosa che attraverso la comunicazione verbale a volte manca...".

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