Creato da: AngeloQuaranta il 10/02/2009
"fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza"
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Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo
Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901. Opera simbolo del XX secolo, rappresenta lo sciopero dei lavoratori ed è stata eseguita secondo la tecnica divisionista. Non solo raffigura una scena di vita sociale, lo sciopero, ma costituisce un simbolo: il popolo, in cui trova spazio paritario anche una donna con il bambino in braccio, sta avanzando verso la luce, lasciandosi un tramonto alle spalle. Il dipinto è lo sviluppo completo di questo tema, già affrontato dall'artista in dipinti come Ambasciatori della fame, Fiumana e un bozzetto preparatorio del 1898, Il cammino dei lavoratori. La composizione del dipinto è bilanciata nelle forme e movimentata nelle luci, rendendo perfettamente l'idea di una massa in movimento. È conservato a Milano nel Museo dell'Ottocento della Villa Reale (o Villa Belgiojoso Bonaparte). La versione preliminare, invece, è esposta sempre a Milano presso la Pinacoteca di Brera. A rendere celebre il dipinto contribuì anche il film Novecento di Bernardo Bertolucci.
TAMARA DE LEMPICKA
Post n°44 pubblicato il 10 Aprile 2009 da AngeloQuaranta
Tamara Gorska nasce a Varsavia e a 13 anni, assieme a sua nonna visita l'Italia e si appassiona all'arte. A 16 anni conosce Tadeus Lempicki, avvocato di Pietroburgo che sposerà due anni dopo. Assieme conducono una vita brillante incuranti degli stravolgimenti politici russi finché Tadeus non viene arrestato. Mentre la sua famiglia si era già trasferita Tamara rimane a Pietroburgo per aiutare il marito a fuggire dalla Ceka. Finalmente nel 1918 arrivano entrambi a Parigi, dopo una sosta a Copenhagen. In questo periodo nasce Kizette, mentre il matrimonio inizia a naufragare ed è questo il momento (per stessa ammissione dell'artista) che nasce il bisogno di esprimersi e dipingere. Prende così lezioni di pittura inizialmente da Maurice Denis e poi da Andrè Lhote inizialmente per motivi econmici, con l'intento di vendere i quadri. Nel 1933 sposa sotto consiglio della madre il barone Kuffner e assieme a lui si trasferisce nel '43 a NY. Questo è un periodo rado in cui le esposizioni sono meno frequenti e i critici meno attenti alle sue opere. Questo però è il periodo delle opere a carattere umanistico e pietistico, i corpi non sono più sottoposti alla memoria cubista bensì assumono forme più dolci spiegata da una crisi dell'artista nel periodo della seconda guerra mondiale che la costringe, appunto, a trasferirsi in America. Dopo una personale a NY, nel 1941 si tiene una mostra a Los Angeles data alla quale risale lo scritto di André Maurois che appare più volte nei cataloghi delle mostre successive. Di questo periodo si noti la perfezione formale della composizione, curata nei particolari con cura e preziosità tecnica che sembra discendere dai maestri fiamminghi e che verrà contrapposta al dilagante astrattismo. Con questo spirito vengono esposte le sue opere nel '57 a Roma. Intorno al 1960 lo stile nuta a vantaggio dell'arte astratta con l'utilizzo della spatola, contorni confusi e pochi accenni di colore. L'indifferenza della critica alla mostra del 1962, anno nel quale muore per infarto il barone Kuffner, a NY spinge l'artista a dichiarare che non avrebbe più partecipato ad alcuna esposizione. Tamara de Lempicka muore il 18 Marzo 1980 durante il sonno. Kizette ne spargerà le ceneri, come da sua volontà, nel vulcano Popocatepet.
Self-portrait in the Green Bugatti, 1925
Beautiful Rafaela, 1927
Le Chemise Rose
La pittura di Tamara de Lempicka ha un carattere molto particolare. E', se vogliamo, un Greuze 1930.
High Summer, 1928
Portrait de la Duchesse de La Salle, 1925 Il "Ritratto della duchessa della Salle" fu esposto per la prima volta a Milano. La pittrice ritrae la duchessa come se fosse un cavaliere, segno dell'appartenenza riconosciuta alle lesbiche. La camicia aperta, la posa di chi è sicuro di sé e il mostrare la coscia rafforzano la figura di chi ha una sensualità dominatrice. Il commento del catalogo della mostra alla quale fu esposto sottolinea le conclusioni di due saggi degli inizi del Novecento sul lesbismo: "Rifiuta abiti appropriati e assume modi mascolini. Pratica sport mascolini. Cavalca, gioca a palla, usa le armi. Compie atti di coraggio e si comporta in modo spavaldo, è invadente e ama viaggiare". The Two Friends, 1923 "Le due amiche" è il primo quadro ad essere menzionato dalla critica ufficiale del tempo. Non ebbe giudizi molto positivi principalmente per il tema saffico trattato, anche se era largamente diffuso in quel periodo come argomento. Le protagoniste sono due donne. Lo sfondo è ottenuto da una prospettiva urbana distorta. Una tenda si apre sulla sinistra quasi a dare l'impressione di essere su di un palco.
Andromeda, 1929
Adam and Eve, 1932
Le figure e i ritratti di Madame de Lempicka sono vivi fino a divenire allucinanti, tanto perfetto è il trompe-l'oeil. I suoi personaggi escono dai quadri. Le sue figure a grandezza naturale sono più che dei ritratti, sono l'immagine stessa del modello riflessa in uno specchio.
The Green Turban, 1930 Il "turbante verde" è uno dei lavori più affascinanti della pittrice. Lo sguardo intenso, l'abbandono estatico, l'abbraccio ambiguo tra le due donne fa toccare l'apice massimo della passione per questi soggetti.
“Tamara de Lempicka ha attraversato il Novecento storico e artistico in modo eccentrico e vitale. Fuggita dalla Russia a seguito della Rivoluzione bolscevica e dall’Europa a causa del nazionalsocialismo, questa donna, una delle prime bisex dichiarate, ha dedicato l’intera esistenza a se stessa, alla costruzione di una “vita inimitabile” intrisa di bellezza, eleganza, gusto.
I soggetti della sua produzione artistica sono diversi, variegati e spesso agli antipodi: nature morte, paesaggi urbani, soprattutto ritratti di ogni genere: bambini, aristocratici, prostitute, suore…Il suo tratto è geometrico nei volumi, smagliante nei colori, memore della grande arte del Quattrocento italiano che Tamara coniuga al cubismo in un impasto che la fa riconoscere subito. Collocata nel pieno dell’Art Déco, questa pittrice ha saputo tuttavia cogliere qualcosa di universale, il segreto freddo delle anime umane. “
La biografia di Tamara http://www.tamaradelempicka.it/biografia.php
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