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Libertà e bellezza

Post n°313 pubblicato il 22 Novembre 2015 da riccardo081257
Foto di riccardo081257

L'editoriale di oggi nel quotidiano "La Repubblica" di Eugenio Scalfari, tratta la tematica della contrapposizione tra potere e guerra e amore e pace.

Scrive Eugenio Scalfari:

"La storia dell'umanità da quando esiste è dominata dal potere e dalla guerra; pace e amore sono sentimenti alternativi che di tanto in tanto interrompono i primi due ma sono interruzioni brevi, pause di riposo presto travolte.  Dentro di noi l'amore e la pace sono sentimenti permanenti, ma il potere e la guerra hanno sempre la meglio dovunque, in qualsiasi epoca, in qualsiasi paese e in qualsiasi tempo. E il motivo è semplice: noi, a differenza di altri esseri viventi, abbiamo l'Io. E quell'Io non appena ci nasce dentro ha bisogno assoluto di avere un suo territorio, ha bisogno di emergere a tutti i livelli sociali  e cerca di farlo come può. Che sia povero o ricco, di pelle nera, bianca o mulatta, uomo o donna".

L'Io appartiene alla disciplina della psicoanalisi ed è il termine con cui Freud distingue una delle tre istanze psichiche, Es e Super-Io (definizione ripresa da: Enciclopedia Garzanti di filosofia) mentre il vocabolario della lingua italiana Zingarelli minore così definisce l'Io: il proprio essere  nella coscienza che ha di sé.

L'uomo da sempre pone a più alto livello il proprio egoismo il quale dovrebbe essere controllato dalla ragione, una facoltà peculiare nell'essere umano la quale dovrebbe fare da filtro alle barbarie folli  come ad esempio le guerre,  la schiavitù - ancora oggi presente in varie forme: le condizioni impietose degli emigranti, la sudditanza finanziaria laddove "è stato favorito lo sviluppo senza limite delle attività speculative dei grandi gruppi finanziari" , (tratto dal libro "Il colpo di stato di banche e governi" Autore Luciano Gallino) poiché anche queste attività  - se incontrollate e prolungate nel tempo - portano ad uno squilibrio  che genera dissesto  e sperequazione nell'economia reale e quindi anch'esse, a mio avviso, producono una forma di moderna schiavitù; le prevaricazioni, le ineguaglianze, l'impoverimento delle popolazioni a livello europeo. Sono le schiavitù moderne che oltre l'anno 2000 è vergognoso possano ancora esistere  ma credo sia l'unico termine appropriato  nella descrizione di queste realtà  inconciliabili con il progresso  il quale esso stesso - quello tecnologico in particolare -  ha contribuito alla riduzione di posti di lavoro, a ridurre notevolmente le sicurezze.

Il rimedio, secondo Eugenio Scalfari, a queste sconsiderate predominanti sono la libertà e la bellezza.

Si legge infatti: "...L'antidoto non è l'amore o la pace che come abbiamo già detto sono intervalli brevi, pause di riposo ma è la libertà, la libertà consapevole. E la bellezza non come ideale romantico ma lirico e profondamente evocativo: la musica, la danza, la conoscenza. Libertà e bellezza, questi sono i valori dove l'Io non viene affatto spento ma anzi potenziato e allontanato dalla ricerca del potere, riscattato dalla turpitudine della guerra e guidato verso quell'oltreuomo che nello Zarathustra di Nietzsche è l'ultimo e più eccelso livello che la nostra specie può raggiungere e che dovrebbe mettere insieme tutti gli uomini di buona volontà".

La libertà è un simbolo e una condizione alle quali l'uomo dovrebbe saper interpretare, riconoscere e mantenere il suo significato più alto. E non più approfittarsi di questa condizione per trarre vantaggi a suo uso e consumo.

Conoscenza e bellezza, nella descrizione di Eugenio Scalfari, sono fondamenti che aprono mente e cuore e restano l'auspicio del vero e autentico cambiamento dell'essere umano.

Riportare l'eguaglianza, la solidarietà tra gli abitanti di questo pianeta, la giustizia sociale. Sono tutti temi dove la globalizzazione sarebbe dovuta intervenire se intesa come "bene comune globale" e non "eurocizzata" dalla quale è nata.

 
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