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nel vento dell'anima

 

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Mensa di caverna

Post n°10 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da ro.sheen

 

 

 

 

 

Il biancospino

ha il sapore di una strada

spine parlanti si ramificano

in un eco che non conosce tramonto

striscia la pelle nella piega segreta

che ha scritto direzione e meta

... io prendo la rincorsa

tu fermi la terra...

Non ha età il passo che di sibilo ubriaca la zolla 

in un bicchiere di mani

giumenta succhio

l'aroma di cappio

Non mi tiene la collana al collo

di una seta senza provenienza

indosso zoccoli di ferro

battuto dal fuoco della pazienza

che s'inarca, mangia sè stesso

s'accarezza di lingua, ruota e fischia

della cenere è il suo racconto antico

Mensa di caverna

labbra assetate di parole

grigio di racconto nella brace

che si consuma per una storia

un disegno di fumo alla parete

... il visionario saltella sulla sua verità
si fa abito di un'anima che approda nel limbo delle domande
ma nulla qui abbia sentore di bruciato
che sia profumo di tracce nascoste
e s'allontani la serpe delle buone intenzioni
abbia pace la sua incurante giustizia
sotto il crine soffochi la sua voce di ruspa
come petrolio bruci del suo odore
e inghiotta la sua mala lingua ...

... qui cade la notte senza luna

si scioglie nell'acqua dell'occhio

e prende la forma del pieno...

ho fame di terre da annusare

di impronte leggere che costellano la pelle

perchè nel cuore s'oda lo strappo

di un incontro che oltrepassi la cresta della cima

e si lanci giù

precipiti in fondo alla valle del rintocco

sgretoli i macigni della gravità

ed evapori ...

Non si rinasce senza spezzarsi e rompersi
non ci si veste senza spogliarsi
non ha luce la luce sempre accesa
e si sfama la collina del cammino
se inciampa
se cade e rotola giù
in fondo, sotto la terra
legata alle radici che non lasciano fuga al ritorno

Ci si volge indietro a richiamare interruttori alternati

mentre s'impossessa del piede

la corrente continua di una direzione

la più buia del suo buio

che vesta della catena più stretta al cuore

che all'albero maestro di una nave visibile

perchè ho un urlo che si allunga

mentre s'allontana la mano

a prendere vento di lontananza

quando non basta più abitare il cuore

e dovrei cambiare musica

che mi sfami i capelli

che mi disseti lo sguardo

mentre si allungano ...sai...

i capelli

 

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