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Post n°14 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da ro.sheen
Macina e rulla il piatto fondo dell’indice mescola il vibrare di pensiero E’ immobile il petalo che silenzioso rimane nel caldo inizio di una stagione Ci sono segreti che portano via la terra come uragani senz'occhio la vestono di ombre rumorose ...sono tormenti che hanno bisogno di catene perchè non si facciano ancora ai piedi del respiro e non s'impossessino del giorno... Posso vestirmi di fiori che sorridono o spogliarmi alla pioggia che gioca e usignolo fingere la danza della primavera ma sprofondo nel bosco che non ha radici e senza ramo non trovo nido dove imboccarmi di briciole sicure In una scatola si racchiude l’impronta di volpe ma ha odore la sua corsa e punge il pelo in un'eco che rimane ...senti com'è fermo il ramo della gemma del caduco proseguo... Lento scorre il sentiero ti ascolta senza muoversi e pesa la sacca di ieri ad ossigeno di un passo quando occhi pungono suola e pelle e sono ovunque a spiarti in una mente che si perde nel male che si fa ragione ...ecco, a volte io cado nella buca del respiro dove s'introietta il pensiero e s'affanna come tangente a sfidare la linea piatta del comprendere Ho paura delle tempeste della mente, senza controllo filanti spinate schegge d'improvviso Si diletta il compasso del cuore per un cerchio senza raggio, senza centro e si concede la circonferenza alla morbidezza del tocco che non è sempre fissa la perfezione di un’anima ma sprofonda al pugno della disperazione e respira alla carezza del contorcere le forme Brevità di una soave circostanza che si fà asfissia... Scende la lacrima a ghiacciare sulla punta di naso e la prende la lingua a nutrirsi del sapore del cuore o la lascia cadere che s'assorba nel fango di un oblio dimentichi la sua corsa e la luce degli occhi Si mangia ingoiando tempesta che non hanno ragione le stelle a specchiarsi su un tavolo di male quando le mani non portano i segni della morbidezza e facile la bocca s'apre al vento della sbornia... ...quando gole secche, avide di vuoto strappano lembi e come carne d'animale ne gettano le ossa brandelli di pelle sputano ghigni stonati a rcihiamo di un silenzio che imbiancherà i capelli mentre si perdono le unghie a graffiare la ruggine di una verità... Gira la molla di una giostra senza seggiole cade la foglia sul guscio di una lumaca che lenta corre lo strisciare di muschio e disegna la sua via ... chissà se avrà pena nella tormenta della ruga la foschia d'occhi che arriverà ad oscurare misfatti e cervelli Gira la chiave e gira stride il minuto quando è rubato dal non respiro ed è fatica come grida di porco al rito del suo sangue lungo è il tempo della paura
rosheen |
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