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32^ 2012-2013 Lazio - Juventus 0-2

Post n°999 pubblicato il 17 Aprile 2013 da resistenzabianconera
 

La squadra di Conte passa all'Olimpico contro la Lazio e porta a 11 i punti di vantaggio sul Napoli. Ora per la conquista dello scudetto è solo una questione di matematica. Finisce 0-2, decide Vidal con una doppietta (il primo sul rigore) nella prima mezz'ora di gioco



LAZIO-JUVENTUS 0-2

RETI: Vidal (rig) 8’ pt, Vidal 28’ pt

LAZIO
Marchetti; Gonzalez, Ciani, Cana, Stankevicius; Candreva, Onazi, Ledesma (23’ st Crecco), Hernanes (1’ st Kozac), Mauri (1’ st Ederson); Klose

A disposizione: Bizzarri, Strakosha, Serpieri, Antic, Cataldi, Saha, Floccari, Rozzi.
Allenatore: Petkovic


JUVENTUS
Buffon; Barzagli, Bonucci, Peluso; Lichtsteiner (22’ st Padoin), Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah; Marchisio (43’ st Giaccherini); Vucinic (41’ st Quagliarella)
A disposizione: Storari, Rubinho, Caceres, Marrone, De Ceglie, Isla, Matri
Allenatore: Conte

ARBITRO: Giannoccaro
ASSISTENTI:
Posado, Padovan
QUARTO UFFICIALE: Viazzi
ARBITRI D’AREA: Damato, Calvarese

AMMONITI: 7’ pt Cana, 14’ pt Vidal, 41’ pt Peluso, 8’ st Ciani

ROMA - Stesa anche la Lazio all'Olimpico con due gol di Vidal nel primo tempo, il Tir Juve corre a tutto gas verso lo scudetto. Undici i punti di vantaggio sul Napoli a sei giornate dalla fine, il titolo numero 29 (la società bianconera ne calcola 31) è ormai in cassaforte. Troppo forte la corazzata di Conte per la Lazio malconcia, stanca – questa sera ha giocato la cinquantesima partita stagionale – e con una retroguardia inguardabile. Prevedibile, peraltro, visto che a Petkovic mancavano sei difensori, tra squalifiche e infortuni: terza linea stravolta rispetto al bunker che aveva resistito all'andata a Torino (finì 0-0). A questi vanno aggiunti Cavanda e Diakitè, fuori rosa: il pugno duro della società con i “ribelli” - non hanno voluto firmare il rinnovo - alla fine si è trasformato in un suicidio strategico, al quale Petkovic non si è ribellato. Al di là di questo, alla lunga le assenze per infortuni e squalifiche – out Konko, Dias, Lulic, Radu, Biava e Pereirinha - si pagano. Tanto più che Klose e Mauri, schierati dall'inizio, sono ancora in condizioni precarie.

In questa situazione, alla Lazio serviva la partita perfetta. E invece l'irruente Cana si esibisce subito nel più imperfetto degli interventi: al 7' stende in maniera scellerata Vucinic da dietro. Rigore e ammonizione. Vidal porta in vantaggio i bianconeri, che prendono in mano la partita: da quel momento è un recital della squadra di Conte, affamata come nelle serate migliori.

C'era da riscattare la sconfitta interna con il Bayern: missione compiuta. Senza neanche faticare troppo. Il primo tempo è un massacro: due gol e almeno altre quattro nitide occasioni da gol, salvate da Ciani (due volte, su Marchisio e Vidal) e Marchetti. Straripante Pogba a centrocampo: neanche gli ululati razzisti di una parte della curva nord, peraltro coperti dai fischi del resto dello stadio, lo fermano e lui vince in scioltezza il duello con il coetaneo Onazi. Nella curva laziale anche un paio di striscioni contro Platini.

In campo, funziona l'idea tattica di Conte: un 3-5-1-1 con Lichtsteiner e Asamoah a spingere sulla fasce, Pogba, Pirlo e Vidal che dominano a centrocampo e Marchisio, imprendibile per Ledesma, schierato trequartista alle spalle di Vucinic. Se il montenegrino non fosse stato bloccato dalla febbre, è la formula che Conte avrebbe presentato a Monaco contro il Bayern: peccato, qualche problema in più a Ribery e soci avrebbe potuto crearlo. E' un'onda anomala che la Lazio non riesce ad arginare: l'unica occasione per l'1-1 capita a Cana, che cicca il pallone da due metri su azione di calcio d'angolo. Proprio una serataccia per l'albanese, tra i migliori nell'ultimo tremendo periodo: eliminata in Europa League, la Lazio ha racimolato la miseria di 12 punti su 13 partite nel girone di ritorno in campionato. E pensare che il 3 febbraio, quando si è infortunato Klose, i punti di svantaggio dalla Juve erano 6: ora sono addirittura 23. Archiviato il sogno Champions, la squadra di Petkovic è stata agganciata al quinto posto dalla Roma: sarà sfida con i rivali giallorossi per l'Europa League e forse anche nella finale di Coppa Italia, se gli uomini di Andreazzoli mercoledì elimineranno l'Inter.

Al 28' il raddoppio dello scatenato Vidal, che l'altra sua doppietta italiana l'aveva fatta alla Roma: il cileno sfrutta un altro pasticcio collettivo della difesa biancoceleste e da pochi passi fulmina Marchetti. Che a sinistra presenta il redivivo Stankevicius, alla prima partita da titolare dopo addirittura 14 mesi. A centrocampo, Pirlo detta i tempi senza problemi, mentre Hernanes arranca. A Conte il brasiliano della Lazio piace molto, ma il Profeta sembra ancora stordito da quell'errore dal dischetto nel derby. Così la difesa bianconera non fatica più di tanto a contenere la reazione dei padroni di casa, nonostante gli sforzi di Candreva, l'uomo più in forma di Petkovic.

Nella ripresa restano giustamente negli spogliatoi Hernanes e Mauri, sostituiti da Ederson e Kozak: la Lazio si schiera con il 3-4-1-2 (proprio Ederson è il trequartista). In apertura Buffon si allunga per deviare un bel colpo di testa di Ciani. Poi Cana rischia il secondo giallo per un fallo su Pogba e Pirlo sulla successiva punizione impegna Marchetti: Marchisio spedisce in curva il facile tap-in del 3-0. Al 16' Kozak può riaprire la partita ma il suo non-colpo di testa su cross di Ederson è raccapricciante. Nel secondo tempo è una Lazio più vivace, non rinuncia a lottare, ma il risultato non è mai in discussione. La Juve sembra appagata, punge solo in contropiede. Al 23' si fa male anche Ledesma – non è fortunata, la Lazio - ed entra Crecco, giovane centrocampista della Primavera. A metà ripresa la nord contesta Lotito – non succedeva da qualche settimana - e dedica un coro all'ex presidente Cragnotti, presente in tribuna. L'ultima occasione, nel recupero, la spreca Klose, a secco dal 15 dicembre. Alla fine gli oltre settemila juventini festeggiano la vittoria e lo scudetto a un passo.

 
 
 
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