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33^ 2012-2013 Juventus - Milan 1-0

Post n°1000 pubblicato il 22 Aprile 2013 da resistenzabianconera
 

I bianconeri superano di misura gli uomini di Allegri con un rigore di Vidal e la prossima settimana, nel derby, potrebbero festeggiare il 31° tricolore. Ambrosini e compagni dicono forse definitivamente addio al secondo posto e devono iniziare a guardarsi le spalle dai viola distanti ora un solo punto

JUVENTUS (3-5-1-1): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (36'st Padoin), Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah (47'st Peluso); Marchisio; Vucinic (45'st Quagliarella). In panchina: Storari, Rubinho, Caceres, De Ceglie, Bendtner, Giaccherini, Matri, Isla, Marrone. Allenatore: Conte
MILAN (4-3-3): Abbiati (14'pt Amelia); Abate, Zapata, Mexes, Constant; Montolivo, Ambrosini (1'st Muntari), Boateng; Robinho (26'st Bojan), Pazzini, El Shaarawy. In panchina: Narduzzo, Zaccardo, Antonini, Bonera, De Sciglio, Yepes, Traore', Nocerino, Niang. Allenatore: Allegri
ARBITRO: Banti di Livorno
RETI: 13'st Vidal (rig)
NOTE: Spettatori: 40 mila circa. Ammoniti: Amelia, Zapata, Mexes. Angoli: 7-0 per la Juventus. Recupero: 2', 2'+1'

TORINO - Chi di rigore ferisce, di rigore perisce. Così come all'andata è un penalty a decidere il big match tra Juventus e Milan, solo che questa volta ad uscire dallo stadio con le braccia alzate al cielo sono i campioni d'Italia a segno dagli undici metri con Vidal e sempre più vicini al secondo scudetto consecutivo (già domenica nel derby potrebbe arrivare la matematica certezza, ndr), il 31/esimo nella storia. Per Ambrosini e compagni, che non vincono da tre giornate, si tratta del primo ko in campionato dopo quindici turni. 

MILAN, OCCHIO ALLE SPALLE - Una sconfitta pesantissima sul piano della classifica per i rossoneri che vedono allontanarsi, probabilmente in maniera definitiva, il secondo posto difeso dal Napoli e sentono il fiato sul collo di una Fiorentina distante ora una sola lunghezza. C'è da dire, però, che la squadra di Allegri, con la gara di questa sera, è reduce da un trittico di partite infernale (Fiorentina, Napoli e Juventus, ndr) dal quale sono usciti fuori solo due punti. Quello visto questa sera allo Juventus Stadium è un Milan in linea con le ultime uscite: provato fisicamente dopo l'enorme fatica fatta per risalire fino in zona Champions e privo di idee in attacco dopo l'appannamento di El Shaarawy in fase realizzativa e l'assenza per squalifica di Balotelli. Ora Allegri dovrà cercare di tirar fuori dai suoi le ultime energie per non buttar via una rincorsa che durava ormai da 20 giornate.

ORA SOTTO COL DERBY - Onore ai campioni della Juventus capaci di dominare un campionato senza mai metterlo in discussione, se non all'inizio del girone di ritorno col Napoli che sembrava l'unica antagonista. "Sembrava", perché gli azzurri si sono sgretolati nel momento di maggiore pressione e ora navigano a una distanza abissale: sono 11, infatti, i punti che separano le due compagini in classifica. Tornando alla gara di questa sera, Conte può essere soddisfatto dei suoi. I bianconeri non hanno rischiato praticamente nulla costringendo il Milan al tiro da fuori. Non è certo stata una gara memorabile con l'unico vero acuto arrivato su un calcio di punizione a inizio partita. Se non fosse stato per il rigore trasformato da Vidal avremmo parlato di uno 0-0 privo di enfasi. Ora sotto col Torino per un derby che può valere il tricolore.

LA GARA - Nel posticipo della 33/a giornata Juventus e Milan non vogliono perdere e questo le costringe a star chiuse nella propria metà campo in attesa del varco giusto. Non è un caso che l'unica vera emozione del primo tempo arrivi da un calcio di punizione dal limite di Pirlo sul quale Abbiati (costretto poi a lasciare il campo per infortunio, ndr) deve superarsi. Il resto è solo tattica con i rossoneri più propensi a fare la gara e a farsi vedere con qualche tiro da fuori: Buffon blocca centralmente due volte su El Shaarawy. Il risultato si sblocca al quarto d'ora della ripresa quando Amelia stende in area Asamoah e manda dal dischetto Vidal: il cileno dagli undici metri è implacabile. Allegri prova allora a dare vitalità all'attacco rossonero togliendo un mediocre Robinho per Bojan, ma l'effetto non è poi tanto diverso da quello precedente, così i rossoneri provano a pungere solo dalla distanza con Montolivo e Muntari (entrato al posto di Ambrosini, infortunato), ma servirebbe ben altro per sorprendere un attento Buffon.

Conte, mai dire scudetto: “Mancano ancora 4 punti"
Il tecnico esalta la squadra dopo il successo sul Milan: «Abbiamo aggiunto un altro tassello per il titolo ma non ancora decisivo»

Antonio Conte incolla un altro frammento di scudetto: «Sto ripetendo ai ragazzi, partita dopo partita, che ogni volta è un pezzo di scudetto. E loro mi chiedono: “Ma questo scudetto quanto è grande?”». Quello incollato ieri sera contro il Milan è un pezzo un po’ più grande: «Sicuramente è un bel passo, non decisivo però. Vado a ritroso e dico che se di queste ultime sei partite ne avessimo pareggiate anche solo due, avremmo il Napoli a sette punti. Chi sta davanti ha il vantaggio di non dover guardare gli altri perché basta vincere, però bisogna vincere». Come sta facendo la Juve: «Siamo al 110% concentrati sull’obiettivo perché sarebbe straordinario conquistare il secondo scudetto a questi ritmi. Per questo ringrazio i ragazzi, perché stanno facendo veramente qualcosa di importante: vincere non è mai facile, diventa facile se lavori con abnegazione, voglia e i miei ragazzi lo fanno quotidianamente». 

Conte si tiene stretto la vittoria, anche senza fuochi d’artificio, di una partita decisamente resistibile: «Ma era una partita importante, e per il Milan lo era anche di più, per le vittorie di Napoli e Fiorentina. Così è stata una partita molto tattica, non entusiasmante. Ma abbiamo un grande merito, siamo stati i primi a battere il Milan nel girone di ritorno. Bravi a non rischiare nel primo tempo, e nella ripresa a trovare il gol». 

Ma scudetto, appunto, non si può ancora dire: «Mancano quattro punti, anche se con questa vittoria abbiamo fatto un passo molto importante. Ma non dimentico che sono sei partite che vinciamo, e che avevamo un calendario tosto, come pure il derby, domenica prossima». Dunque, calma, sottolinea il tecnico: «Sento parlare di scudetto già vinto con il Catania, invece dopo sei vittorie consecutive. Però, quando lavori sempre, con serietà, i risultati devono arrivare». 

 
 
 
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