Scrivo domani

Percezioni, sogni e pensieri in ordine sparso

 

DIARIO IN TEMPO REALE

 

- Perché sono convinta di avere ragione 
- Luce pura incarnata
- L'incubo e il soccorso
- Matrimonio e sacerdozio, l'ultimo motivo per cui c'è ancora il rogo. E la caccia alle streghe
- Il mistero fisico-quantico dell'incarnazione della vibrazione divina per il ritorno nella dimensione della Luce
- I legami soprannaturali recisi dal corpo mistico cosmico e lo sconvolgimento universale
- Canalizzazione dell'energia cosmica: i gravi problemi di disconnessione nel corpo universale
- Carne pura in un corpo sano: l'opera di guarigione universale nelle nozze escatologiche dell'Agnello
- Contro l'infamia che vi ha prostrati, ricordate e pregate così
- Questa guerra non è uno scherzo. Vigilate
- La loro gloria sotto il segno del toro. La profezia del salmo 105: l'incarnazione divina e l'errore fisico
- Dalla pretesa superiorità della purezza sacerdotale, alla perversione della struttura organica del Corpo mistico universale
- Il mistero dell'ascensione alla vetta nasconde una verità molto semplice, che è per gli iniziati al mistero
- Quel volto sfigurato: un volto di carne accarezzato da mani di donna
- Il dio puro spirito non è il Verbo che si è fatto carne
- Nella croce Cristo si unisce alla sua sposa. BXVI: l'autosufficienza è un'illusione
- Unire Dio al corpo: questo è il sacerdozio
- La visione apocalittica della caduta di Babilonia e BXVI sulla liberazione dal male
- La casa della benedizione divina per attraversare la fine
- Da cosa si riconosce un'impostura anticristica
- Il sogno di fuggire da una casa dominata da una presenza maligna
- Se il celibato obbligatorio è anticristico, significa che non possiamo più fidarci nemmeno del magistero di Pietro?
- E' tutto nelle mani. E nel corpo
- La profezia biblico-liturgica: Dio ti sposerà

 

DIARIO

 
- La visione dell'uomo che sale dall'abisso
- Persone di luce, mandate per confortare, sollevare, liberare e guarire
- Non ci sono regole nella libertà dello Spirito di verità e d'amore
- La visione di uomini di grande valore
- La visione delle vestali del sole sorgente
- Un angelo mi ha detto: si sa, la donna è un mistero e l'uomo un grande filosofo...
- Cartoline dal futuro. Sciogli l'enigma
- Cartoline dal futuro. 'La dinamica universale' del ritorno
- E mentre pensavo più o meno queste cose, sentivo la voce che diceva: "Scrivi"
- Esagerato parlare di clero violento e infingardo?
- Tremebondi per il timore di finire nel mirino dei lupi travestiti da agnelli
- Gli stessi pensieri di Dio
- Remissivo e acritico di fronte al male, melliflui con i maligni?
- Il conflitto tra la verità interiore e la forma esteriore su scala globale
- La profezia di San Paolo 'dando retta a dottrine diaboliche vieteranno il matrimonio' e la voce di Dio
- I peccati occulti, un libro di memorie, chi sta con Dio e chi è superbo
- A immagine di Dio "maschio e femmina"?? Un dialogo con l'Osservatore Romano
- Senza il corpo della donna intimamente associato al suo sacerdozio, semplicemente Cristo non sarebbe mai venuto
- Errori dei sacerdoti per mancanza di intelligenza della fede, dicono gli angeli
- Visione della Tempesta magnetica universale e l'arcano fondamento scientifico teologico per attraversarla indenni
- Ratzinger: trasformazioni nella struttura della chiesa universale. 1 L'orientamento cosmico ascensionale nella liturgia
- L'ira di Dio per le fondamenta sconvolte dell'universo
- La moneta di Dio e quella dei tecnocrati del nuovo ordine mondiale
- BXVI: Non siamo ancora arrivati, ma sappiamo che andiamo verso la luce

 

PER L'ABITO NEGATO

Non fu il loro braccio a salvarli, ma la luce del tuo volto. (Salmo 43)

I nostri nemici ci hanno spogliati. L'infamia mi sta sempre davanti.
Perché nascondi il tuo volto,
dimentichi la nostra miseria e oppressione?
Il nostro corpo è steso a terra.
"Il Signore non vi nasconde il suo volto, se voi tornate a rivolgervi a lui."

(Per l'interpretazione dei significati attuali delle parole: spogliati, infamia, miseria e oppressione, nostro corpo, vedi complessivamente i post sull'abito infame.)

 

 

Il conflitto tra la verità interiore e la forma esteriore su scala globale

Post n°163 pubblicato il 02 Ottobre 2011 da scrivodomani

Diario in tempo reale. Riaprire la via della conoscenza superiore chiusa dalla clericalizzazione dell'istituzione religiosa. E' la missione estrema del Cristo Gesù dei Vangeli.

La verità superiore è di per se stessa una sola e universale, la pluralità delle forme religiose dell'umanità nasconde un centro profondo e assoluto, che è unico e perenne.

Il potere mondano (materiale e politico) delle caste sacerdotali umane è l'interesse, che mantiene la divisione e nasconde la verità della dottrina religiosa universale. Quali sono gli spiriti liberi, che lavorano all'unificazione della conoscenza superiore e del corpo cristico universale dell'umanità?

 

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BXVI, Il potere mondano dell'istituzione e l'adorazione cristiana che dovrebbe determinare la struttura della Chiesa. Il conflitto tra la verità interiore e la forma esteriore nell'istituzione ecclesiale

"Nello sviluppo storico della Chiesa si manifesta la tendenza di una Chiesa che si accomoda in questo mondo e dà così all’organizzazione e all’istituzionalizzazione un’importanza maggiore".

"Liberata dal suo fardello materiale e politico, la Chiesa può dedicarsi meglio e in modo veramente cristiano al mondo. Gli esempi storici mostrano che la testimonianza missionaria di una Chiesa “demondanizzata” emerge in modo più chiaro." "Può nuovamente vivere con più scioltezza la sua chiamata all’adorazione di Dio e al servizio del prossimo."

"Il compito missionario, che è legato all’adorazione cristiana e dovrebbe determinare la struttura della Chiesa, si rende visibile in modo più chiaro."

"La Chiesa si apre al mondo, non per ottenere l’adesione degli uomini per un’istituzione con le proprie pretese di potere, bensì per farli rientrare in se stessi e così condurli a Colui del quale ogni persona può dire con Agostino: Egli è più intimo a me di me stesso. Egli, che è infinitamente al di sopra di me, è tuttavia talmente in me stesso da essere la mia vera interiorità."

E' ora di togliere ciò che c'è di mondano nella chiesa e rende inaccessibile la fede per l'inadeguatezza dei messaggeri. Deporre tutto ciò che è soltanto tattica e di cercare la piena sincerità

"Non si tratta qui di trovare una nuova tattica per rilanciare la Chiesa. Si tratta piuttosto di deporre tutto ciò che è soltanto tattica e di cercare la piena sincerità."

"La fede cristiana è per l’uomo uno scandalo: che il Dio eterno si preoccupi di noi esseri umani, ci conosca; che l’Inafferrabile sia diventato in un determinato momento afferrabile; che l’Immortale abbia patito e sia morto sulla croce; che a noi esseri mortali siano promesse la risurrezione e la vita eterna."

"Questo scandalo, purtroppo, è stato messo in ombra proprio recentemente dagli altri scandali dolorosi degli annunciatori della fede. Si crea una situazione pericolosa, quando questi scandali prendono il posto dello skandalon primario della Croce e così lo rendono inaccessibile, dietro l’inadeguatezza dei suoi messaggeri."

"Vi è una ragione in più per ritenere che sia nuovamente l’ora di togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa. Una Chiesa alleggerita degli elementi mondani è capace di comunicare agli uomini la particolare forza vitale della fede."

Chiesa istituzione clericale, o chiesa popolo dei battezzati? Necessità di cambiamento istituzionale 

"La Chiesa non sono soltanto gli altri, non soltanto la gerarchia, il Papa e i Vescovi: Chiesa siamo tutti noi, i battezzati. 

Dall’altro lato, essa parte effettivamente dal presupposto: sì, c’è motivo per un cambiamento. Esiste un bisogno di cambiamento. Ogni cristiano e la comunità dei credenti sono chiamati ad una continua conversione.
 
Come deve configurarsi allora concretamente questo cambiamento? Si tratta qui forse di un rinnovamento come lo realizza ad esempio un proprietario di casa attraverso una ristrutturazione o la tinteggiatura del suo stabile? Oppure si tratta qui di una correzione, per riprendere la rotta e percorrere in modo più spedito e diretto un cammino?" (BXVI, Viaggio in Germania, 22.9.2011)

Dalla «Regola pastorale» di san Gregorio Magno, papa
Spesso i pastori malaccorti, per paura di perdere il favore degli uomini, non osano dire liberamente ciò ch'è giusto e, al dire di Cristo ch'è la verità, non attendono più alla custodia del gregge con amore di pastori, ma come mercenari. Fuggono all'arrivo del lupo, nascondendosi nel silenzio.
Il Signore li rimprovera per mezzo del Profeta, dicendo: «Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare» (Is 56, 10), e fa udire ancora il suo lamento: «Voi non siete saliti sulle brecce e non avete costruito alcun baluardo in difesa degli Israeliti, perché potessero resistere al combattimento nel giorno del Signore» (Ez 13, 5). Salire sulle brecce significa opporsi ai potenti di questo mondo con libertà di parola per la difesa del gregge. Resistere al combattimento nel giorno del Signore vuol dire far fronte, per amor di giustizia, alla guerra dei malvagi.
Cos'è infatti per un pastore la paura di dire la verità, se non un voltar le spalle al nemico con il suo silenzio? Se invece si batte per la difesa del gregge, costruisce contro i nemici un baluardo per la casa d'Israele. Per questo al popolo che ricadeva nuovamente nell'infedeltà fu detto: «I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità, per cambiare la tua sorte» (Lam 2, 14). Nella Sacra Scrittura col nome di profeti son chiamati talvolta quei maestri che, mentre fanno vedere la caducità delle cose presenti, manifestano quelle future.
La parola di Dio li rimprovera di vedere cose false, perché, per timore di riprendere le colpe, lusingano invano i colpevoli con le promesse di sicurezza, e non svelano l'iniquità dei peccatori, ai quali mai rivolgono una parola di riprensione.
Il rimprovero è una chiave. Apre infatti la coscienza a vedere la colpa, che spesso è ignorata anche da quello che l'ha commessa. Per questo Paolo dice: «Perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare coloro che contraddicono» (Tt 1, 9). E anche il profeta Malachia asserisce: «Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l'istruzione, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti» (Ml 2, 7).
Per questo il Signore ammonisce per bocca di Isaia: «Grida a squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce» (Is 58, 1).
Chiunque accede al sacerdozio si assume l'incarico di araldo, e avanza gridando prima dell'arrivo del giudice, che lo seguirà con aspetto terribile. Ma se il sacerdote non sa compiere il ministero della predicazione, egli, araldo muto qual'è , come farà sentire la sua voce? Per questo lo Spirito Santo si posò sui primi pastori sotto forma di lingue, e rese subito capaci di annunziarlo coloro che egli aveva riempito. (
>Liturgia delle ore)

"Imperscrutabili sono le ricchezze di Cristo. Si manifesta per mezzo della Chiesa la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo nostro Signore." (cfr. Ef 3, 8-11)

 

 

 
 
 

I costruttori l’hanno giudicato nemico della legge e pericoloso per l’ordine pubblico

Post n°162 pubblicato il 02 Ottobre 2011 da scrivodomani

 

BXVI, La contrapposizione eterna tra Gesù e i sacerdoti di ogni epoca

(www.chiesadomestica.net - 2.10.2011) - BXVI: <<Monito di Gesù rivolto ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: "A voi sarà tolto il Regno di Dio". Parole che fanno pensare alla grande responsabilità di chi, in ogni epoca, è chiamato a lavorare nella vigna del Signore con ruolo di autorità.>>

 (Leggi Tutto... )

 
 
 

Remissivo e acritico di fronte al male, melliflui con i maligni?

Post n°161 pubblicato il 30 Settembre 2011 da scrivodomani


Diario in tempo reale. "Anche la loro polvere", scuotetela dai vostri piedi. Saranno trattati molto "duramente". E' la lettura di oggi. No, decisamente Gesù non è il tipo remissivo e acritico, che i preti ci hanno assuefatto a credere. Dal Vangelo e da tutta la Scrittura il Cristo risulta essere una persona forte, che dice sempre pane al pane e vino al vino. E si contrappone sempre, molto aspramente ai capi e agli anziani del tempio - che per lui sono "ciechi, guide di ciechi" - mentre forma i suoi contro ogni compromesso.

"Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città»." (>Vangelo di Luca, 10)

E come il Cristo, così anche coloro che hanno il suo spirito e perciò possono dirsi cristiani non sono mai accondiscendenti, o accomodanti, o ambigui, o melliflui di fronte al male e ai maligni. Per esempio, san Paolo: "Molti si comportano da nemici della croce di Cristo: la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi" (>Dalla lettera ai Filippesi di san Paolo, apostolo 3)

Era forse poco cristiano san Paolo? Mancava di carità? Giudicava? Ma i preti ci hanno voluto convincere che il consiglio evangelico di non giudicare il prossimo significhi di non avere mai un approccio critico verso la realtà, di non farsi mai un'idea precisa di ciò che è bene e ciò che è male e, se proprio quasta idea ce l'abbiamo, almeno di non esprimerla mai. Poi, ovviamente ci accusano anche di relativismo.

Il termine "giudicare" significa, invece, emettere una sentenza definitiva su una persona, ed è solo questo che è riservato a Dio, il quale può esprimere questo "giudizio", perché vede totalmente la persona. Ma ai cristiani è richiesto di avere gli occhi aperti e il discernimento dello spirito su ogni cosa per poter comprendere e scegliere il meglio secondo i valori assoluti.

Ma, giacché noi cristiani siamo diventati i ciechi buonisti a oltranza per bisogno di dimostrare a parole quanto siamo obbedienti a Dio, nel momento in cui cerchiamo alibi per poter fare poi quello che ci pare, allora la stessa liturgia di oggi così descrive la situazione esistenziale in cui si è ridotto il "fedele" e, di conseguenza, l'intero corpo ecclesiale, in primis il capo del corpo ecclesiale, che sono i sacerdoti:

"Putride e fetide sono le mie piaghe *
a causa della mia stoltezza."

"La forza mi abbandona, *
si spegne la luce dei miei occhi.
Tende lacci chi attenta alla mia vita, †
trama insidie chi cerca la mia rovina *
e tutto il giorno medita inganni." (Salmo 37)

Da sempre, invece, chi ha lo spirito di Cristo, dentro lo stesso corpo di Cristo combatte e si dissocia ad alta voce dalle parti marce: "La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso". (>Dalla lettera ai Filippesi di san Paolo, apostolo 3)

E quale corpo Gesù trasfigurerà ai sacerdoti, se essi "si sono spogliati del corpo"? Se, studiando queste cose, e quindi sapendo che Gesù tornando vuole rendere glorioso il nostro corpo, i sacerdoti hanno scelto di conformarsi a Dio "spogliandosi del corpo", c'è da chiedersi: di quale Dio aspettano il ritorno?

 

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BXVI: "Essere nella Chiesa è essere nella rete del Signore, nella quale Egli tira fuori pesci buoni e cattivi dalle acque della morte alla terra della vita. Può darsi che in questa rete sono proprio accanto a pesci cattivi e sento questo, ma rimane vero che io non ci sono per questi o per questi altri, ma perché è la rete del Signore. Perché sono nella Chiesa, anche se ci sono scandali e povertà umane terribili? Rinnovare la consapevolezza della specificità di questo essere Chiesa, del popolo da tutti i popoli, che è Popolo di Dio, e così imparare, sopportare anche scandali, e lavorare contro questi scandali proprio essendo all’interno, in questa grande rete del Signore." (BXVI, Viaggio in Germania, 22.9.2011)

 
 
 

Gli stessi pensieri di Dio

Post n°160 pubblicato il 27 Settembre 2011 da scrivodomani


Diario in tempo reale. Ieri, pensavo alla tracontanza con cui i sacerdoti si sono opposti a quanto ritenevano che Dio stesse loro chiedendo con il Concilio Vaticano II: il matrimonio sacerdotale. E alla loro incrollabile ipocrisia nel trastullarsi per i decenni successivi a disquisire vanamente di 'apertura ai laici' e di 'attiva partecipazione dei fedeli', sapendo di avere occultato dietro queste formule di facciata il reale contenuto del disegno divino della reintegrazione del corpo ecclesiale, con l'associare la donna al sacerdozio di Cristo, mediante l'unificazione come 'una cosa sola' e 'in un solo corpo' del matrimonio con il sacerdote.

Mentre così pensavo, ho sentito la voce, che mi diceva che se i sacerdoti avessero adempiuto alle richieste di Dio, nel tempo ulteriore concesso dall'eccesso della sua misericordia, molti di quelli che vanno in perdizione sarebbero tornati in grazia.

Invece, essi si sono ostinati nel male, lasciando crescere sotto i loro occhi le conseguenze perverse delle loro scelte, lasciando dilagare vergogne come la pedofilia del clero e la sopraffazione violenta dell'istituzione sulle persone.

Oggi, la liturgia mi dice che questi sono gli stessi pensieri di Dio.

"L'empio spia il giusto *
e cerca di farlo morire."

"La bocca del giusto proclama la sapienza, *
e la sua lingua esprime la giustizia;
la legge del suo Dio è nel suo cuore, *
i suoi passi non vacilleranno." (Salmo 36)

"State saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo è per loro un presagio di perdizione". (>Dalla lettera ai Filippesi di san Paolo, apostolo 1,27)

"A noi il disonore sul volto. Non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, secondo tutte le parole dei profeti che egli ci ha mandato, ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha servito dèi stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore, nostro Dio. Così, come accade anche oggi, ci sono venuti addosso tanti mali." (>Prima Lettura, Bar 1, 15-22)

 
 
 

Tremebondi per il timore di finire nel mirino dei lupi travestiti da agnelli

Post n°159 pubblicato il 26 Settembre 2011 da scrivodomani

Diario in tempo reale. Mi sto chiedendo: ma come mai tutti i preti interpellati dal diario della mia esperienza di comunicazione interiore con Dio non mi hanno mai dato risposte e aiuti per camminare verso le Sue richieste? Non è questo il compito di un sacerdote, aiutare le anime a capire e realizzare il progetto divino nella vita? Oggi, che da sola e con il solo aiuto di Dio in persona sono arrivata a capire tutto ciò che Dio chiedeva ai preti di spiegare a me e a tutti, e di realizzare nella chiesa, posso solo supporre le loro motivazioni: trattandosi della richiesta divina di restaurare nella chiesa il matrimonio sacerdotale, i preti contrari si sono ben guardati dallo spiegarmi il significato profondo e concreto di ciò che Dio mi stesse chiedendo attraverso visioni, estasi e sogni, per la loro personale avversità a questa richiesta; mentre i preti favorevoli hanno taciuto e si sono tenuti a distanza per timore di finire nel mirino dei lupi travestiti da agnelli e per desiderio di sentirsi umanamente irreprensibili, secondo i criteri della loro mente.

Il nostro clero, messo di fronte ad una esperienza interiore di comunicazione di una volontà divina per tutta la chiesa, il cui contenuto era nascosto alla stessa persona che portava il messaggio, dietro simbolismi e concetti biblici e teologici, che soltanto i sacerdoti potevano capire - e cioè restaurare il matrimonio sacerdotale per l'edificazione della chiesa domestica e la realizzazione della nuova evangelizzazione - invece di analizzare ed accogliere ciò che essi hanno ritenuto corrispondendente a quanto sapevano che Dio aveva già a tutti loro chiesto di attuare nel Concilio Vaticano II, hanno pensato bene di >aggredire l'inconsapevole messaggera.

Ecco perché le parole eterne con cui Gesù descrive la situazione dei sacerdoti sono per me perfettamente comprensibili e credibili:

"Disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.»
E` venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli»." (>Vangelo di questa domenica)

Nel loro comportamento riguardo al mio caso, essi hanno idolatrato la loro irreprensibilità rispetto alla ricerca della verità divina, che andava loro incontro: "Tu detesti chi serve idoli falsi" (>Liturgia delle ore di oggi)

E hanno ignobilmente trattato chi, come me, chiedeva solo di poter capire e obbedire, di fronte alle richieste di Dio, sotto la guida dei sacerdoti. Oggi, la liturgia della chiesa dice: "Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, tutto questo praticate: * e il Dio della pace sarà con voi!" (>Liturgia delle ore di oggi)

Sarà per questo che Dio è molto lontano da loro. (1) E non è solo la mia sensazione e nemmeno solo la mia esperienza del loro modo di essere. E' la stessa cosa che hanno pensato e scritto gli ultimi due papi:

Giovanni Paolo II: "Ci siamo sviati: dobbiamo ritornare sulla Via; si sono oscurate le menti: si deve dissolvere l'oscurità con la luce della Verità; la morte ha preso il sopravvento: si deve far trionfare la Vita". Non è questo il programma del Concilio Vaticano II e del mio stesso pontificato? (>Messaggio 11.6.1999 per la Solennità del Sacro Cuore di Gesù)

Benedetto XVI: "Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Il tradimento dei discepoli è certamente il più grande dolore del Redentore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Signore, salvaci." (>Via Crucis 2005)

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(1) "Quando il peccato ha preso possesso dell'uomo, egli non può più vedere Dio. Mostra dunque te stesso. Fa' vedere se per caso non sei operatore di cose indegne, ladro, calunniatore, iracondo, invidioso, superbo, avaro, arrogante con i tuoi genitori. Dio non si mostra a coloro che operano tali cose, se prima non si siano purificati da ogni macchia.” (>Dal «Libro ad Autolico» di san Teofilo di Antiochia, vescovo)

 
 
 

Esagerato parlare di clero violento e infingardo?

Post n°158 pubblicato il 23 Settembre 2011 da scrivodomani

Diario in tempo reale. "Sorgevano testimoni violenti, * mi interrogavano su ciò che ignoravo". Non saprei trovare parole più precise di queste per raccontare quello che mi è successo. Da quando i preti hanno ritenuto che, per mezzo della mia esperienza interiore, Dio stesse dando a loro l'ultimo avviso della sua volontà di restaurare nella chiesa il matrimonio sacerdotale.

Io, infatti, vivevo la mia esperienza interiore di comunicazione con Dio, scrivevo tutto nel mio diario privato per cercare di capire cosa fosse questo misterioso matrimonio, che nelle mie visioni e nei miei sogni percepivo essere atteso da tutto l'universo, e poi aspettavo che il mio direttore spirituale mi spiegasse secondo la dottrina della chiesa cosa Dio mi stesse chiedendo. Avevo anche una certa premura che queste spiegazioni mi venissero date dai sacerdoti, giacché non essendo una persona avvezza ad avere a che fare né con sacrestie, né con sospiri mistici, ma abituata a frequentare i quotidiani ambiti della ragione e della cultura di ogni persona normale, ci tenevo a sapere se la voce che sentivo e le presenze che vedevo fossero un fatto reale, oppure il sintomo di una malattia da curare.

Per tutta risposta, ciò che mi è invece arrivato dai sacerdoti è stata una aggressione inimmaginabile da ogni parte. Per ottenere che io da sola parlassi della richiesta di Dio di tornare ad avere nella chiesa il matrimonio sacerdotale per la chiesa domestica, i preti favorevoli mi hanno abbandonata a me stessa, senza mai rispondere alle mie più che legittime richieste di spiegazioni e approfondimenti. Mentre, per ottenere che io non parlassi mai più del matrimonio sacerdotale, i preti contrari hanno usato ogni più subdolo e maligno mezzo di minaccia e raggiro, commettendo reati in serie, tutti rigorosamente invisibili e non dimostrabili, come solo i servi di satana e figli delle tenebre possono saper fare.

Così, eccomi oggi a ritrovarmi completamente riflessa nello specchio della liturgia delle ore, pregando in prima persona la liturgia della chiesa:

"Giudica la mia causa, Signore,
difendimi con la tua forza.
Giudica chi mi accusa."

"Quando erano malati,
riecheggiava nel mio petto la mia preghiera.
Mi angustiavo come per l'amico, per il fratello.
Ma essi si radunano contro di me per colpirmi all'improvviso."

"Libera la mia vita dalla loro violenza, *
non strizzi l'occhio chi mi odia senza motivo."

"Hanno profanato il mio santo nome con tutti gli abomini che hanno commessi. Tu, figlio dell'uomo, descrivi questo tempio alla casa d'Israele, perché arrossiscano delle loro iniquità; e, se si vergogneranno di quanto hanno fatto, manifesta loro la forma di questo tempio, tutti i suoi aspetti, tutti i suoi regolamenti, tutte le sue forme e tutte le sue leggi: mettili per iscritto davanti ai loro occhi. Riferirai a quei ribelli: Così dice il Signore Dio: Troppi sono stati per voi gli abomini. Nessuno di tutti gli stranieri che sono in mezzo agli Israeliti entrerà nel mio santuario." (>dalla Liturgia delle ore di oggi)

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BXVI: "Quando l’uomo diventa brutale e aggredisce il fratello, qualcosa di animalesco prende il sopravvento in lui, sembra perdere ogni sembianza umana; la violenza ha sempre in sé qualcosa di bestiale". (Udienza, 14.9.2011)

 
 
 

Abusi del clero che la mia famiglia subisce dentro la propria casa. Denuncia alla CEI e risposta del portavoce

Post n°157 pubblicato il 13 Settembre 2011 da scrivodomani

Diario in tempo reale. Ieri ho scritto quello che era soltanto l'inizio di un discorso. Quel discorso grave e insistente che, da qualche giorno, ascolto direttamente dalla Sua voce e poi ritrovo nelle letture liturgiche del giorno. Il discorso biblico di Dio sulla storia di infedeltà e di violenza dei pastori sulle anime e contro di Lui. "Mi disse: «Guarda i grandi abomini che la casa d'Israele commette qui per allontanarmi dal mio santuario! L'iniquità di Israele e di Giuda è enorme, la terra è coperta di sangue, la città è piena di violenza.»" (>Liturgia delle ore, Dal libro del profeta Ezechiele 8)

Per quanto possa essere facile e - diciamocelo - anche comodo pensare che io sia una di quelli che ci provano gusto a 'parlare contro la chiesa', in verità io lo ripeto per chi riesce a sentirlo: la mia non è l'invettiva del laicista, né il compiacimento dell'iconoclasta, ma la fede del cristiano e la sofferenza del semplice che fa provare un profondo rigetto verso il modo di essere e di fare di un clero, che è ormai soltanto l'avida, parassitaria casta - e violenta -della scristianizzazione. E quanto violenta a me lo dice la sacra Scrittura, lo dice l'esperienza che ne sto vivendo e lo dice la voce che mi parla e mi chiede di scriverne. Violenza, la città di Dio, oggi, in mezzo a noi, è piena di violenza. Lo dico con le parole della profezia biblica sulla storia della chiesa e dell'umanità e lo dico per testimoniare l'esperienza che sto vivendo, come la Sua voce mi chiede di fare. E ogni volta che gli dico: "Spiegami a quale fine." La Sua voce mi risponde: "Leggi nelle letture di oggi." 

Così ieri ho letto: «riferisci loro le mie parole. Ecco io ti do una faccia tosta quanto la loro e una fronte dura quanto la loro fronte. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. Se tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato.» (>Liturgia delle ore)

Il fine per cui Dio ci parla e ci chiede di parlare è sempre la salvezza, nostra e di altri. Essere avvertiti degli errori che conducono alla morte dell'anima, perché possiamo porvi rimedio prima che sia troppo tardi. E rendere giustizia a chi opera violenza e a chi la subisce. Perché sia sempre più chiaro chi è di Dio e chi va in perdizione.

Per tutto questo, ecco qui di seguito quelle e-mail con cui a suo tempo ho denunciato direttamente alla C.E.I., vescovi italiani, nella persona del loro portavoce, l'inaudita violenza per abusi del clero che la mia famiglia subisce dentro la propria casa. E la risposta che ho ricevuto. 

 

Prima e-mail 

Da: simonetta <chiesadomestica@yahoo.it>
A: "don Domenico" <d.pompili@chiesacattolica.it>
Data: Mercoledì 22 settembre 2010, 12:22


Al portavoce. 
 
In quale considerazione pensi io debba ancora tenere le attività che possono essere ricondotte alla vostra istituzione? Quando filmate [...] [e registrate tutto ciò che accade dentro la nostra casa] vi domandate mai 'come abbiamo fatto ad arrivare fino a questo punto'?  Quando mia figlia sogna di essere assediata da grossi serpenti, vi domandate in che modo 'il potere della grazia di Cristo, il suo sacrificio di riconciliazione, porterà profonda guarigione e pace' alla sua vita?' [come scrive il Papa]. 
Quando una qualsiasi donna sogna serpenti che escono dai pani e cimici sulla tovaglia, dietro cosa pensate di potervi ancora nascondere? Quello che siete e che fate è ormai di una tale evidenza universale da raggiungere le persone nel loro inconscio.
 
'tristezza anche che l'autorità della Chiesa non era sufficientemente vigilante e non sufficientemente veloce, decisa, nel prendere le misure necessarie' [scrive il Papa], e sembra di vedervi, tronfi della vostra abilità di aver portato l'abuso al vertice dell'istituzione stessa.
 
'Per tutto questo siamo in un momento di penitenza, di umiltà e di rinnovata sincerità, come ho scritto ai Vescovi irlandesi', [scrive il Papa]:
e sembra di sentirle le vostre grasse, sguaiate risate.
 
'Mi sembra che dobbiamo adesso realizzare proprio un tempo di penitenza, un tempo di umiltà, e rinnovare e reimparare un'assoluta sincerità'[scrive il Papa]:
e allora diciamoci sinceramente la verità, gente capace di pervertire i mezzi e i fini dell'istituzione, capace di sventrare una casa familiare e filmare e registrare ogni respiro per un tempo illimitato, con la pretesa di giudicare e scoprire chissacché, gente capace di fingere che sia legittimo esercitare questa immane violenza su una famiglia intera, che cosa potrà fare come penitenza, come atto d'umiltà, come assoluta sincerità?
 
'Primo interesse sono le vittime, come possiamo riparare, che cosa possiamo fare per aiutare queste persone a superare questo trauma, a ritrovare la vita, a ritrovare anche la fiducia nel messaggio di Cristo. Cura, impegno per le vittime è la prima priorità con aiuti materiali, psicologici, spirituali' [scrive il Papa]. Purtroppo, il trauma lascerà segni perenni e soltanto chi lo vive può sapere a quali dolori è inevitabilmente condannato. Ma, certamente, sia per poter avere l'ardire di chiedere il vostro perdono a Dio, sia per restituire alle anime la possibilità di percepire di nuovo un senso di giustizia nel loro profondo è indispensabile una riparazione che sia commisurata all'enormità del danno alle persone, alla famiglia, all'istituzione, al sacerdozio e a Dio.
Per questo, una adeguata penitenza non può che consistere in un adeguato risarcimento pecuniario del danno, che essendo l'unico gesto concreto possibile, sarà anche l'unico atto che potrà avere il senso di un reale aiuto sui tre piani 'materiale, psicologico, spirituale'; un adeguato atto di umiltà non può che consistere in una lettera di pubblica contrizione e richiesta di perdono, come pubblica è stata o diventata la violenza, da parte di chi l'ha commessa, o in mancanza da parte di chi aveva la responsabilità di vigilare; e l'unica assoluta sincerità consiste nel non continuare a fare finta che tutta questa situazione non esista e che non ci sia nessuno che abbia il diritto di pretendere qualcosa da voi e di essere molto, ma molto legittimamente arrabbiato con voi.
 
'Una delle più grandi sfide che oggi dobbiamo affrontare è come parlare in maniera convincente della sapienza e del potere liberante della parola di Dio ad un mondo che troppo spesso vede il Vangelo come un limite alla libertà umana, invece che come verità che libera le nostre menti e illumina i nostri sforzi.' Basta parlare con i fatti e smettere di fare del Vangelo la vostra principale arma di oppressione e di impunità.
 
'Da una parte, la cultura che ci circonda si sviluppa in modo sempre più distante dalle sue radici cristiane, nonostante una profonda e diffusa fame di nutrimento spirituale.' Per sopravvivere al grado di pervasività e di perniciosità della vostra perfidia è ormai indispensabile restare il più lontano possibile da voi. E questo stato di lontananza a cui costringete le anime vi accusa davanti a Dio ogni giorno.
 
simonetta castellano

 

Seconda e-mail

Da: simonetta <chiesadomestica@yahoo.it>
Oggetto: perle ai porci
A: "don Domenico" <d.pompili@chiesacattolica.it>
Data: Domenica 7 novembre 2010, 16:36


Al portavoce.
 
BXVI: "Tra verità e libertà vi è una relazione stretta e necessaria. La ricerca onesta della verità, l'aspirazione ad essa, è la condizione per un'autentica libertà. Non si può vivere l'una senza l'altra." Quando l'avrete finita con la vostra aggressione a questa famiglia mi mandi anche un resoconto completo di tutto il male che ci avete fatto con nomi e cognomi, metodi, strumenti, procedure, organi e competenze, motivazioni e finalità, analisi, consulenze, e quanto altro siete riusciti a fare. Da ora in poi, oltre ad una condizione di giustizia, prima di fare un passo in qualsiasi direzione voglio avere le idee ben chiare. La verità sul male commesso non è un atto di liberalità, ma un atto dovuto.
 
simonetta castellano

 

E-mail di risposta del portavoce della C.E.I. 

Da: don Domenico Pompili <d.pompili@chiesacattolica.it>
Oggetto: RE: perle ai porci
A: "simonetta" <chiesadomestica@yahoo.it>
Data: Domenica 7 novembre 2010, 19:15

 
Cara Simonetta, son contento di ritrovarti "agguerrita" come sempre. Non penso però di avere molto da aggiungere alle parole di Benedetto XVI. Ti auguro ogni bene. A presto. Domenico

 

_____________

 

>Dalla Liturgia delle ore di oggi

Dal libro del profeta Ezechiele 8, 1-6. 16 - 9, 11 - Giudizio contro Gerusalemme peccatrice

Al quinto giorno del sesto mese dell'anno sesto, mentre mi trovavo in casa e dinanzi a me sedevano gli anziani di Giuda, la mano del Signore Dio
Stese come una mano e mi afferrò per i capelli: uno spirito mi sollevò fra terra e cielo
Mi disse: «Figlio dell'uomo, vedi che fanno costoro? Guarda i grandi abomini che la casa d'Israele commette qui per allontanarmi dal mio santuario! Ne vedrai altri ancora peggiori».

Mi disse: «L'iniquità di Israele e di Giuda è enorme, la terra è coperta di sangue, la città è piena di violenza.»

Seconda Lettura - Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno

Molti marosi e minacciose tempeste ci sovrastano, ma non abbiamo paura di essere sommersi, perché siamo fondati sulla roccia. Infuri pure il mare, non potrà sgretolare la roccia. S'innalzino pure le onde, non potranno affondare la navicella di Gesù. Cosa, dunque, dovremmo temere? La morte? «Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Fil 1,21).
Allora l'esilio? «Del Signore è la terra e quanto contiene» (Sal 23,1). La confisca de beni? «Non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via» (1Tm 6,7). Disprezzo le potenze di questo mondo e i suoi beni mi fanno ridere. Non temo la povertà, non bramo ricchezze non temo la morte, né desidero vivere, se non per il vostro bene. È per questo motivo che ricordo le vicende attuali e vi prego di non perdere la fiducia.
Non senti il Signore che dice: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro»? (Mt 18,20). E non sarà presente là dove si trova un popolo così numeroso, unito dai vincoli della carità? Mi appoggio forse sulle mie forze? No, perché ho il suo pegno, ho con me la sua parola: questa è il mio bastone, la mia sicurezza, il mio porto tranquillo. Anche se tutto il mondo è sconvolto, ho tra le mani la sua Scrittura, leggo la sua parola. Essa è la mia sicurezza e la mia difesa. Egli dice: «lo sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).
Cristo è con me, di chi avrò paura? Anche se si alzano contro di me i cavalloni di tutti i mari o il furore dei principi, tutto questo per me vale di meno di semplici ragnatele. Se la vostra carità non mi avesse trattenuto, non avrei indugiato un istante a partire per altra destinazione oggi stesso. Ripeto sempre: «Signore, sia fatta la tua volontà» (Mt 26,42). Farò quello che vuoi tu, non quello che vuole il tale o il tal altro. Questa è la mia torre, questa la pietra inamovibile, il bastone del mio sicuro appoggio. Se Dio vuole questo, bene! Se vuole ch'io rimanga, lo ringrazio. Dovunque mi vorrà, gli rendo grazie.
Dove sono io, là ci siete anche voi. Dove siete voi, ci sono anch'io. Noi siamo un solo corpo e non si separa il capo dal corpo, né il corpo dal capo. Anche se siamo distanti, siamo uniti dalla carità; anzi neppure la morte ci può separare. Il corpo morrà, l'anima tuttavia vivrà e si ricorderà del popolo. Voi siete i miei concittadini, i miei genitori, i miei fratelli, i miei figli, le mie membra, il mio corpo, la mia luce, più amabile della luce del giorno. Il raggio solare può recarmi qualcosa di più giocondo della vostra carità? Il raggio mi è utile nella vita presente, ma la vostra carità mi intreccia la corona per la vita futura.

Responsorio 2 Tm 2, 9-10; Sal 26, 1
R. A causa del Vangelo io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata! * Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti.
V. Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?
R. Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti.

 
 
 

BXVI, Necessità di ricondurre Ordine sacro e Matrimonio all’unica sorgente

Post n°156 pubblicato il 12 Settembre 2011 da scrivodomani

BXVI, Necessità di ricondurre Ordine sacro e Matrimonio all’unica sorgente

(www.chiesadomestica.net - 12.9.2011) - Il Papa si prepara a riaffermare l'essenziale connessione nella Tradizione della Chiesa tra il sacramento del Matrimonio e quello dell'Ordinazione sacerdotale: "Vorrei soffermarmi brevemente sulla necessità di ricondurre Ordine sacro e Matrimonio all’unica sorgente eucaristica. Entrambi questi stati di vita hanno, infatti, nell’amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell’umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità, per l’edificazione del Popolo di Dio." "Quanti insegnano a nome della Chiesa hanno l’obbligo particolare di trasmettere con fedeltà le ricchezze della tradizione secondo il Magistero."

(Leggi Tutto... )

 
 
 

E mentre pensavo più o meno queste cose, sentivo la voce che diceva: "Scrivi"

Post n°155 pubblicato il 12 Settembre 2011 da scrivodomani

Diario in tempo reale. E' innegabile siamo circondati dall'insipienza, assediati dall'ignoranza, soffocati dall'inutilità. Segno evidente, che chi doveva guidare ha disperso, chi doveva incrementare ha dissipato, chi doveva illuminare ha oscurato. Chi crede nella politica può attribuirne la responsabilità ai politici, chi crede alla scienza e alla tecnica può continuare ad immaginare un progresso risolutivo, chi crede nel Dio della Bibbia sa che il potere di far crescere la vita è nello Spirito e che Dio ne ha affidato l'amministrazione al clero. Perciò, non è l'invettiva del laicista, né il compiacimento dell'iconoclasta, ma la fede del cristiano e la sofferenza del semplice che fa provare un profondo rigetto verso il modo di essere e di fare di un clero, che è ormai soltanto l'avida casta parassitaria della scristianizzazione. E mentre pensavo più o meno queste cose, sentivo la voce che diceva: "Scrivi."  Io rispondevo: "Spiegami cosa e a quale fine." E la Sua voce: "Leggi nelle letture di oggi."

Ufficio delle Letture, >liturgia delle ore di oggi: "Vi sono dei pastori che bramano sentirsi chiamare pastori, ma non vogliono compiere i doveri dei pastori".

Inizio del «Discorso sui pastori» di sant'Agostino, vescovo - "Ogni nostra speranza è posta in Cristo. È lui tutta la nostra salvezza e la vera gloria. È una verità, questa, ovvia e familiare a voi che vi trovate nel gregge di colui che porge ascolto alla voce di Israele e lo pasce. Ma poiché vi sono dei pastori che bramano sentirsi chiamare pastori, ma non vogliono compiere i doveri dei pastori, esaminiamo che cosa venga detto loro dal profeta. Voi ascoltatelo con attenzione, noi lo sentiremo con timore. «Mi fu rivolta questa parola del Signore: Figlio dell'uomo, profetizza contro i pastori di Israele, predici e riferisci ai pastori d'Israele» (Ez 34,1-2) Abbiamo ascoltato or ora la lettura di questo brano, quindi abbiamo deciso di discorrerne un poco con voi."

Quando Dio parla nella Bibbia parla dei pastori come "ciechi guide di ciechi", come servi inutili e vignaioli omicidi e il suo giudizio profetico nel testo della lettura liturgica di oggi è "Eccomi contro i pastori" e la sua premura verso chi è stato sviato è "Io stesso condurrò le mie pecore. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte." (Ezechiele 34,15)

Per noi, dunque, di questa generazione senza padri, la prospettiva escatologica, ossia l'orientamento interiore dei sentimenti, della volontà e della mente verso gli scopi e i sensi ultimi, definitivi e permanenti, dell'esistenza umana è quella determinante per fondare nell'animo una motivazione profonda al superamento degli ostacoli e alla ricerca di ciò che ha maggior valore per poter rintracciare quel collegamento diretto con il Dio che ci sta cercando. Per rigenerare la nostra vita e il sacerdozio della salvezza universale.

La meditazione degli aspetti occulti dell'esistenza, la comprensione dei suoi piani invisibili di evoluzione delle forze, fornisce quella visione dall'alto, che è in grado di illuminare il cammino di chi possiede sufficiente libertà da se stesso e dalle cose da poter desiderare soltanto la Bellezza e la Verità. In questa prospettiva, non si ha tempo di perdere tempo, così ci si rende presto conto che la vetta della meditazione è nella Parola divina Incarnata, che soffia dove vuole e resta fissata per intero nella Bibbia.

Chi salirà il monte del Signore, *
chi starà nel suo luogo santo?

Chi ha mani innocenti e cuore puro,
Dio, tu ci hai messi alla prova; *
ci hai passati al crogiuolo, come l'argento.
ci hai fatto passare per il fuoco e l'acqua.

Versetto
V. Viva ed efficace è la parola di Dio,
R. più penetrante che una spada a due tagli.

Il piano di osservazione della realtà più concreto ed efficace è quello della profezia biblica. Per coloro che, avendo affinato vista e udito interiori, hanno occhi per vedere e orecchie per sentire. Perché quando Dio si muove e parla "non è linguaggio, non sono parole di cui non si oda il suono" (Salmo 18)

"Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell'Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto d'un accampamento. Quando poi si fermavano, ripiegavano le ali. Ci fu un rumore al di sopra del firmamento che era sulle loro teste.

Misericordia e giustizia. Essi pregano: "O Dio, che hai creato e governi l'universo, fa' che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio." L'immensità della misericordia in Dio è possibile a seguito del fatto che è perfetta in lui la sua giustizia. Invocare la misericordia per il disastroso fallimento raggiunto dalla perversione del nostro sacerdozio cristianamente significa chiedere a Dio di applicare la sua giustizia.

 

__________________

 

Splende nel giorno ottavo
l'era nuova del mondo,
consacrata da Cristo,
primizia dei risorti.

Dal libro del profeta Ezechiele 1, 3-14. 22-28

La parola del Signore fu rivolta al sacerdote Ezechiele. Qui fu sopra di lui la mano del Signore. Io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinìo di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente. Al centro apparve la figura di quattro esseri animati, che avevano sembianza umana e avevano ciascuno quattro facce e quattro ali. Mentre avanzavano, non si volgevano indietro, ma ciascuno andava diritto avanti a sé.
Quanto alle loro fattezze, ognuno dei quattro aveva fattezze d'uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d'aquila. Ciascuno si muoveva davanti a sé; andavano là dove lo spirito li dirigeva e, muovendosi, non si voltavano indietro.
Tra quegli esseri si vedevano come carboni ardenti simili a torce che si muovevano in mezzo a loro. Il fuoco risplendeva e dal fuoco si sprigionavano bagliori. Gli esseri andavano e venivano come un baleno.
Al di sopra delle teste degli esseri viventi vi era una specie di firmamento, simile ad un cristallo splendente, disteso sopra le loro teste, e sotto il firmamento vi erano le loro ali distese. Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell'Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto d'un accampamento. Quando poi si fermavano, ripiegavano le ali. Ci fu un rumore al di sopra del firmamento che era sulle loro teste.
Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve qualcosa come pietra di zaffìro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l'elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore il cui aspetto era simile a quello dell’arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia. Tale mi apparve l'aspetto della gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra e udii la voce di uno che parlava.
 
Responsorio    Cfr. Ez 1, 26. 24; 3, 12; Ap 5, 13
R. Vidi in alto, come su un trono, una figura d'uomo, e udivo come il tumulto di un accampamento: * Benedizione e gloria al Signore del cielo!
V. A Colui che siede sul trono e all'Agnello, lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli. 

Seconda Lettura
Inizio del «Discorso sui pastori» di sant'Agostino, vescovo

Ogni nostra speranza è posta in Cristo. È lui tutta la nostra salvezza e la vera gloria. È una verità, questa, ovvia e familiare a voi che vi trovate nel gregge di colui che porge ascolto alla voce di Israele e lo pasce. Ma poiché vi sono dei pastori che bramano sentirsi chiamare pastori, ma non vogliono compiere i doveri dei pastori, esaminiamo che cosa venga detto loro dal profeta. Voi ascoltatelo con attenzione, noi lo sentiremo con timore.
«Mi fu rivolta questa parola del Signore: Figlio dell'uomo, profetizza contro i pastori di Israele, predici e riferisci ai pastori d'Israele» (Ez 34,1-2) Abbiamo ascoltato or ora la lettura di questo brano, quindi abbiamo deciso di discorrerne un poco con voi. Dio stesso ci aiuterà a dire cose vere, anche se non diciamo cose nostre. Se dicessimo infatti cose nostre saremmo pastori che pascono se stessi, non il gregge; se invece diciamo cose che vengono da lui, egli stesso vi pascerà, servendosi di chiunque.
«Questo dice il Signore Dio: Guai ai pastori di Israele che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge?» (Ez 34,2), cioè i pastori non devono pascere se stessi, ma il gregge. Questo è il primo capo di accusa contro tali pastori: essi pascono se stessi e non il gregge. Chi sono coloro che pascono se stessi? Quelli di cui l'Apostolo dice: «Tutti infatti cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo» (Fil 2,21).
Ora noi che il Signore, per bontà sua e non per nostro merito, ha posto in questo ufficio — di cui dobbiamo rendere conto, e che conto! — dobbiamo distinguere molto bene due cose: la prima cioè che siamo cristiani, la seconda che siamo posti a capo. Il fatto di essere cristiani riguarda noi stessi; l'essere posti a capo invece riguarda voi.
Per il fatto di essere cristiani dobbiamo badare alla nostra utilità, in quanto siamo messi a capo dobbiamo preoccuparci della vostra salvezza.
Forse molti semplici cristiani giungono a Dio percorrendo una via più facile della nostra e camminando tanto più speditamente, quanto minore è il peso di responsabilità che portano sulle spalle. Noi invece dovremo rendere conto a Dio prima di tutto della nostra vita, come cristiani, ma poi dovremo rispondere in modo particolare dell'esercizio del nostro ministero, come pastori.

Ezechiele 34

1 Mi fu rivolta questa parola del Signore: 2 «Figlio dell'uomo, profetizza contro i pastori d'Israele, predici e riferisci ai pastori: Dice il Signore Dio: Guai ai pastori d'Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? 3 Vi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. 4 Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza. 5 Per colpa del pastore si sono disperse e son preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. 6 Vanno errando tutte le mie pecore in tutto il paese e nessuno va in cerca di loro e se ne cura. 7 Perciò, pastori, ascoltate la parola del Signore: 8 Com'è vero ch'io vivo, - parla il Signore Dio - poiché il mio gregge è diventato una preda e le mie pecore il pasto d'ogni bestia selvatica per colpa del pastore e poiché i miei pastori non sono andati in cerca del mio gregge - hanno pasciuto se stessi senza aver cura del mio gregge - 9 udite quindi, pastori, la parola del Signore: 10 Dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: chiederò loro conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così i pastori non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. 11 Perché dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. 12 Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. 13 Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle valli e in tutte le praterie della regione. 14 Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in un buon ovile e avranno rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. 15 Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. 16 Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
17 A te, mio gregge, dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri. 18 Non vi basta pascolare in buone pasture, volete calpestare con i piedi il resto della vostra pastura; non vi basta bere acqua chiara, volete intorbidare con i piedi quella che resta. 19 Le mie pecore devono brucare ciò che i vostri piedi hanno calpestato e bere ciò che i vostri piedi hanno intorbidato. 20 Perciò dice il Signore Dio a loro riguardo: Ecco, io giudicherò fra pecora grassa e pecora magra. 21 Poiché voi avete spinto con il fianco e con le spalle e cozzato con le corna le più deboli fino a cacciarle e disperderle, 22 io salverò le mie pecore e non saranno più oggetto di preda: farò giustizia fra pecora e pecora.
23 Susciterò per loro un pastore che le pascerà, Davide mio servo. Egli le condurrà al pascolo, sarà il loro pastore; 24 io, il Signore, sarò il loro Dio e Davide mio servo sarà principe in mezzo a loro: io, il Signore, ho parlato. 25 Stringerò con esse un'alleanza di pace e farò sparire dal paese le bestie nocive, cosicché potranno dimorare tranquille anche nel deserto e riposare nelle selve.
26 Farò di loro e delle regioni attorno al mio colle una benedizione: manderò la pioggia a tempo opportuno e sarà pioggia di benedizione. 27 Gli alberi del campo daranno i loro frutti e la terra i suoi prodotti; essi abiteranno in piena sicurezza nella loro terra. Sapranno che io sono il Signore, quando avrò spezzato le spranghe del loro giogo e li avrò liberati dalle mani di coloro che li tiranneggiano. 28 Non saranno più preda delle genti, né li divoreranno le fiere selvatiche, ma saranno al sicuro e nessuno li spaventerà.
29 Farò germogliare per loro una florida vegetazione; non saranno più consumati dalla fame nel paese e non soffriranno più il disprezzo delle genti. 30 Sapranno che io, il Signore, sono il loro Dio e loro, la gente d'Israele, sono il mio popolo. Parola del Signore Dio.
31 Voi, mie pecore, siete il gregge del mio pascolo e io sono il vostro Dio». Oracolo del Signore Dio.

Salmo 18

1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2 I cieli narrano la gloria di Dio,
e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento.
3 Il giorno al giorno ne affida il messaggio
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
4 Non è linguaggio e non sono parole,
di cui non si oda il suono.
5 Per tutta la terra si diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la loro parola.
6 Là pose una tenda per il sole
che esce come sposo dalla stanza nuziale,
esulta come prode che percorre la via.
7 Egli sorge da un estremo del cielo
e la sua corsa raggiunge l'altro estremo:
nulla si sottrae al suo calore.
8 La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice.
9 Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi,
danno luce agli occhi.

10 Il timore del Signore è puro, dura sempre;
i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
11 più preziosi dell'oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante.
12 Anche il tuo servo in essi è istruito,
per chi li osserva è grande il profitto.
13 Le inavvertenze chi le discerne?
Assolvimi dalle colpe che non vedo.
14 Anche dall'orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro dal grande peccato
.
15 Ti siano gradite le parole della mia bocca,
davanti a te i pensieri del mio cuore.
Signore, mia rupe e mio redentore.

 
 
 

Fondamenti biblici, patristici e catechistici del matrimonio del vescovo nella tradizione della chiesa

Post n°154 pubblicato il 01 Settembre 2011 da scrivodomani

Diario in tempo reale. Il commento che ho trovato oggi nella posta era questo: "quando leggo le cose che scrivi su sacerdozio e matrimonio mi sembrano film a luci rosse." Che rispondere... Io scrivo di Sacra Scrittura e di dottrina dei Padri della chiesa, si vede che - come dice Benedetto XVI - il cristianesimo doc 'è molto erotico'. Perciò tanto per togliere ogni residuo dubbio, rimettiamo anche qui insieme i tasselli del quadro della Scrittura, raccogliendone i frammenti sparsi circa il corpo della rivelazione.

 

 

Fondamenti biblici, patristici e catechistici del matrimonio del vescovo nella tradizione della chiesa delle origini. Fonti alla mano, senza troppe chiacchiere e sofismi.

 

Cristo sacerdote e sposo-marito: «Vieni e ti mostrerò la moglie dell'Agnello». In Apocalisse 21,9 secondo l'ultima versione della Bibbia C.E.I. "Poi venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò, dicendo: «Vieni e ti mostrerò la sposa, la moglie dell'Agnello»." (Apocalisse 21,9)

Il grande mistero matrimoniale in una sola carne tra Cristo e la chiesa. San Paolo agli Efesini: "L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola”. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!"

La chiesa, moglie dell'Agnello, un solo corpo con Cristo Capo: "789 Il paragone della Chiesa con il corpo illumina l'intimo legame tra la Chiesa e Cristo. Essa non è soltanto radunata attorno a lui; è unificata in lui, nel suo corpo. Tre aspetti della Chiesa-corpo di Cristo vanno sottolineati in modo particolare: l'unità di tutte le membra tra di loro in forza della loro unione a Cristo; Cristo Capo del corpo; la Chiesa, Sposa di Cristo." (Catechismo Chiesa Cattolica)

BXVI: Importante infine notare che in queste Lettere la Chiesa comprende se stessa in termini molto umani, in analogia con la casa e la famiglia. Particolarmente in 1 Tm 3,2-7 si leggono istruzioni molto dettagliate sull'episcopo, come queste: egli dev'essere “irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro.”. Si devono notare qui soprattutto l'importante attitudine all'insegnamento, di cui si trovano echi anche in altri passi, e poi una speciale caratteristica personale, quella della “paternità”. L’episcopo infatti è considerato padre della comunità cristiana. Del resto l'idea di Chiesa come “casa di Dio” affonda le sue radici nell'Antico Testamento e si trova riformulata in Eb 3,2.6, mentre altrove si legge che tutti i cristiani non sono più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari della casa di Dio. Preghiamo il Signore e san Paolo perché anche noi, come cristiani, possiamo sempre più caratterizzarci, in rapporto alla società in cui viviamo, come membri della “famiglia di Dio”. E preghiamo anche perché i pastori della Chiesa acquisiscano sempre più sentimenti paterni, insieme teneri e forti, nella formazione della Casa di Dio, della comunità, della Chiesa.” (>Udienza del Mercoledì, 28 gennaio 2009)

[Lettera a Tito - 1,5 Per questo ti ho lasciato a Creta perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato: il candidato deve essere irreprensibile, sposato una sola volta.]

BXVI: Egli è il buon pastore, che offre la sua vita per le pecore. Così il Pallio diventa il simbolo della missione del pastore. Il simbolismo del Pallio è ancora più concreto: la lana d’agnello intende rappresentare la pecorella perduta o anche quella malata e quella debole, che il pastore mette sulle sue spalle e conduce alle acque della vita. La parabola della pecorella smarrita, che il pastore cerca nel deserto, era per i Padri della Chiesa un’immagine del mistero di Cristo e della Chiesa. Il primo segno è il Pallio, tessuto in pura lana, che mi viene posto sulle spalle. Questo antichissimo segno, che i Vescovi di Roma portano fin dal IV secolo, può essere considerato come un’immagine del giogo di Cristo, che il Vescovo di questa città, il Servo dei Servi di Dio, prende sulle sue spalle. (>BXVI, 24 aprile 2005)

 
 
 
 
 

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RESURREZIONE E SALTO QUANTICO DIMENSIONALE

L'energia della Resurrezione: irradiazione elettromagnetica al massimo livello vibrazionale e salto quantico di dimensione, che crea il paradosso temporale di una umanità eterna. Confronto della visione mistica olistica con la visione teologica di BXVI e convergenze scientifiche


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L'energia della Resurrezione: irradiazione elettromagnetica e salto quantico dimensionale. Fisica, Vangelo e BXVI
- Resurrezione: BXVI, è la 'mutazione decisiva' dell'umanità. Vangelo, fisica quantistica e integrazione emisferica cerebrale
- Energia della Resurrezione e quinta dimensione: integrazione universale delle forze cosmiche, piena manifestazione dell'identità umana e compimento della creazione nello stato di gloria

 

CRISTIANESIMO: RELIGIONE DEL CORPO GLORIFICATO

Perché dividere il corpo dallo spirito è anticristico - L'illusione che spogliarsi del corpo avvicini a Dio

Pentecoste: uomini pieni di Spirito Santo -
Al cinquantesimo giorno dopo Pasqua si trovavano tutti riuniti nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, come un soffio di vento impetuoso, e riempì la casa: tutti furono pieni di Spirito Santo. (Atti degli apostoli, 2)

>BXVI: Dio ha assunto il corpo, la carne è assunta e redenta e diventa sempre più piena di Spirito e Dio continua a offrire un cammino di redenzione del corpo quando uomo e donna si uniscono in una sola carne. La liturgia dell'Ascensione canta questa storia della carne, che diventa sempre più piena di luce e di Spirito, piena di Dio.

>GPII: la perfezione non può consistere in una reciproca opposizione dello spirito e del corpo. Nella risurrezione il corpo tornerà alla perfetta unità ed armonia con lo spirito, nel comunicarsi di Dio non soltanto all’anima, ma a tutta la soggettività psicosomatica dell’uomo. In un perfetto sistema di forze nei rapporti reciproci tra ciò che nell’uomo è spirituale e ciò che è corporeo.

>Lettera di Giovanni: chi non riconosce che Cristo è venuto nella carne ha lo spirito dell'Anticristo e BXVI conferma. Molti falsi profeti sono comparsi nel mondo, insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. In Cristo abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte alla sua pienezza. In lui voi siete stati anche circoncisi, di una circoncisione però non fatta da mano di uomo, mediante la spogliazione del nostro corpo di carne, ma della vera circoncisione di Cristo. Nel battesimo.

>Una diversa generazione è apparsa, la nostra stessa natura ha subito un cambiamento: il Battesimo rigenera corpo e anima. E dal nostro stato di imperfezione ci riporta alla primitiva bellezza e ci riempie della sua grazia. (Liturgia delle Ore)

“I testi biblici indicano che l’eros fa parte del cuore stesso di Dio: l’Onnipotente attende il 'sì' delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa. Purtroppo fin dalle sue origini l’umanità, sedotta dalle menzogne del Maligno, si è chiusa all’amore di Dio, nell’illusione di una impossibile autosufficienza." (>BXVI, Messaggio per la Quaresima 2007)

 

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