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« LAMPEDUSA | LETTERA A MIA FIGLIA » |
Marco, soprannominato "Marchello" era un commerciante ambulante ebreo di 27 anni. Dopo l'armistizio del 8 settembre si era dato alla macchia ed era entrato a far parte della banda partigiana dei Castelli Romani. Il 18 ottobre 1943 Marco ebbe notizia della retata degli ebrei nel Ghetto di Roma, avvenuta due giorni prima. Nonostante il rischio di essere catturato, decise di tornare nella capitale, per avere notizie dei suoi, e venne a sapere con quale ferocia i nazisti avessero caricato sui camion gli ebrei romani, compresi i bambini, le donne incinte e i vecchi ammalati. Tornato ai Castelli, Marco riprese l'attività partigiana, partecipando a numerose azioni. La più famosa fu la distruzione della linea ferroviaria Roma-Cassino all'altezza del Ponte Sette Luci (19-20 dicembre 1943), che causò ai tedeschi la perdita di circa 400 uomini tra morti e feriti, la cui storia venne immortalata da Nanni Loy nel film "UN GIORNO DA LEONI". Nel marzo '44 alla vigilia dell'azione di via Rasella Marco fu arrestato, probabilmente su delazione, sulla scalinata di Trinità dei Monti. Si era recato presso un'officina meccanica in piazza Panico, nelle vicinanze di piazza di Spagna, per ritirare un piccolo carico di armi per la sua formazione partigiana. Dopo essere stato interrogato e torturato in via Tasso, il carcere delle SS, fu trasferito a Regina Coeli, dove aveva potuto incontrare il fratello Emanuele anche lui detenuto. Il 24 marzo 1944 Marco fu prelevato dalle SS dal carcere e portato, con suo fratello Emanuele, alle Ardeatine. Un altro fratello, Davide, appena diciassettenne, fu arrestato dai Carabinieri il 12 aprile 1944 e, dopo un periodo di prigionia al campo di raccolta di Fossoli, fu deportato ad Auschwitz, dove morì il 10 luglio 1944. Marco, Emanuele e Davide Moscati erano ebrei di Albano Laziale. La sezione ANPI di Albano Laziale porta il loro nome. A Marco Moscati è dedicata la piazza di Albano Laziale.
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