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« VIAGGI NEL TEMPO | MARCO PANTANI » |
LA MORETTA
Il vento gelato del nord si è portato via tutte le nuvole nere gonfie d’acqua e neve.
Fa freddo. Il cielo è terso, l’aria limpida.
San Ciriaco da Ancona veglia sull’Adriatico e sui capannoni in crisi della Fincantieri.
E già la crisi….la crisi perfetta.
Sociale ed economica, ambientale e finanziaria, politica e democratica.
Morde più profondamente di quanto dicano le statistiche sui redditi e sulla disoccupazione.
Aggredisce la volontà, la voglia di vivere, la speranza.
Crea una società depressa, abulica, cattiva, che ha la tentazione di fuggire altrove,
anche se la globalizzazione non regala altrove promettenti.
La sinistra italiana che abbiamo conosciuto è morta.
Possiamo pure consolarci con elezioni parziali o con una manifestazione,
ma le mobilitazioni da tempo non si trasformano più in forza contrattuale.
Così che la sinistra della quercia rotta, della margherita secca o dell' ulivo senza tronco è fuori scena.
Non è più una alternanza e neppure una opposizione, né tantomeno una alternativa.
Ha raggiunto un grado di subalternità e soggezione non solo alle politiche della destra,
ma al suo punto di vista e alla sua mentalità sul piano interno e internazionale.
Non credo che lo facciano solo per opportunismo o che ciò sia imputabile solo a singoli dirigenti.
Da anni, da molti anni, ha perso la sua collocazione storica e i suoi riferimenti ideali e culturali.
E così, semplicemente, è andata ad abitare dall'altra parte della strada.
Ma ci sono case che una volta abbandonate non si ritrovano più.
I suoi capi vogliono amministrare e governare
e pensano che questo dipenda solo dalle relazioni con i gruppi dominanti.
A vedere sempre gli stessi panorami però ci si stufa.
Poi è deprimente un lungomare dove non si vede quasi mai il mare,
ma solo capannoni, bar, pizzerie e locali chiusi e abbandonati.
È deprimente come il modello turistico che chi ci governa ha in testa.
Un modello senza geografia e senza storia dell’arte, materie abolite nelle scuole superiori.
I territori, le loro specificità, le loro culture e le loro storie: tutto abolito.
Basta Google Maps o un navigatore satellitare!
Cambio percorso ai miei tremilametri quotidiani. Voglio vedere il mare.
Dal parcheggio della stazione alla punta del nuovo molo,
andata e ritorno, sono anche più di tremilametri, il dottore sarà contento.
Dal comignolo del casotto degli AMICI DEL MOLO esce fumo.
Dentro Marcello e Sandro armeggiano con la stufa a carbone.
Marcello è un perito industriale genovese in pensione.
Lavorava alla Sit Siemens di Milano negli anni ’70.
È un romantico rompicazzo che sa di aver fatto parte dell’ultima generazione rivoluzionaria del Novecento.
Pensa un po', avvitare due bulloni e il terzo no…..
O il salto della scocca…. Un montaggio non effettuato su di un pezzo in transito.
Poi lo sciopero a gatto selvaggio…. senza preavviso, brevemente, a casaccio, imballando tutta la fabbrica.
Erano vere e proprie forme di sabotaggio della produzione.
Fu tra i primi ad essere licenziato nelle grandi ristrutturazioni degli anni ’80
E si trasferì qua nella città di sua moglie.
Vedi Guido, mio nonno è stato al congresso di Livorno,
fondò il PCI insieme a Gramsci e Terracini.
Per questo ho sempre avuto la tessera del PCI,
ma facevo politica con Lotta Continua e votavo Democrazia Proletaria.
Il ring della palestra di pugilato e il vecchio peschereccio del padre,
invece, erano i luoghi dove Sandro passava la maggior parte del suo tempo.
Poi a metà degli anni ’60 la chiamata della grande fabbrica.
Finalmente uno stipendio sicuro tutti i mesi.
Ristrutturazione della vecchia casa, matrimonio, tre figlie.
Ma della seconda un giorno seppe che si drogava.
Decise allora di licenziarsi, di comprarsi una barca per la piccola pesca costiera con tramagli e nasse,
e di imbarcare come aiutante sua figlia. Fu così che la strappò all’ eroina.
Le insegnò a pescare e a lottare contro la raffineria che inquinava il mare
e contro la pesca indiscriminata che lo impoveriva.
Così, quando i dottori gli dissero che la grande fabbrica gli aveva preso un polmone,
andò in pensione e sua figlia divenne il capitano e va ancora a pescare in mare.
Dai, mi urla Marcello, vieni a farti una MORETTA insieme ai rompicoglioni,
insieme a quelli che si rifiutano di capire come va il mondo.
Tecnicamente LA MORETTA è un punch fatto con caffè bollente
a cui si aggiunge cognac, rum e anice e una scorza di limone.
Il segreto sta nel dosaggio e nelle quantità e qualità dei tre liquori.
I marinai di Fano e Senigallia se la sparano nello stomaco a notte fonda prima di andare in mare.
La sua gradazione oscilla tra i 25 e i 35 gradi.
Sulla porta del casotto si affaccia il sindaco.
è venuto a controllare la sua barca in questi giorni di mare mosso.
rivoluzionari della domenica c’è una moretta anche per me?
No! Per te no!
Poi è meglio essere rivoluzionari la domenica che amministratori stronzi di tutti i giorni...
Se ne va scuotendo la testa, mentre ridacchiamo di cuore.
A proposito di morette, mi fa Marcello con la sua aria da eterno provocatore,
che faresti in macchina con la Boldrini?
Assolutamente niente. Scenderei. Va in una direzione dove non voglio andare.
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