NON SAPERE
- Noi non sappiamo -
Noi non sappiamo da che anima nata
e sei da per tutto indifesa.
Io mi diffondo per obbliviosi porti
ed imparo di te l'azzurro e il sereno.
Lorenzo Calogero
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QUELLA
Sono quella che sono
Sono fatta così
Se ho voglia di ridere
Rido come una matta
Amo colui che m'ama
Non è colpa mia
Se non è sempre quello
Per cui faccio follie
Sono quella che sono
Sono fatta così
Che volete ancora
Che volete da me
Son fatta per piacere
Non c'e niente da fare
Troppo alti i miei tacchi
Troppo arcuate le reni
Troppo sodi i miei seni
Troppo truccati gli occhi
E poi
Che ve ne importa a voi
Sono fatta così
Chi mi vuole son qui
Che cosa ve ne importa
Del mio proprio passato
Certo qualcuno ho amato
E qualcuno ha amato me
Come i giovani che s'amano
Sanno semplicemente amare
Amare amare...
Che vale interrogarmi
Sono qui per piacervi
E niente può cambiarmi.
Jacques Prévert
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« Vania |
Lei se n’era andata senza nemmeno sbattere la porta. “Io non ci sto a colmare i tuoi vuoti. O almeno, non ci sto a colmare i tuoi vuoti se non posso colmare anche i pieni” aveva detto con quella voce chiara e distante dei suoi momenti peggiori. Sapeva simularla la freddezza, ma non con lui. Con lui non era mai riuscito l’algido inganno. Lui lo sentiva il fuoco covare sotto il gelo. E lei sapeva bene che non lo stava ingannando affatto. Semplicemente se ne stava andando. Con il cuore rotto e i sensi in subbuglio che lui sempre le lasciava. Se n’era andata senza nemmeno sbattere la porta, come al suo solito non sapeva perdere quella pazienza che lo sfiniva. Ché se avesse almeno sbattuto la porta lui avrebbe avuto di che incazzarsi, avrebbe potuto darle della stronza, dell’acida, dell’oca come sono sempre le donne. Sempre tranne le eccezioni. E lei era l’eccezione, ma non bastava lo stesso per lui. Lei aveva fatto centro andandosene: lui passava il suo tempo a riempire i vuoti, a farli diventare pieni occasionali e poco soddisfacenti cui seguivano vuoti peggiori dei primi. Non aveva mai imparato a convivere solo con se stesso. Si annoiava con se stesso, non ci trovava nulla di interessante in se stesso. E non aveva mai capito come lei potesse continuare a ripetergli che era bello. Non lo aveva mai neppure accettato. C’era poco da capire: lei era uguale a lui, passava il tempo a demolirsi e riempire i suoi vuoti, abbattersi e ricostruirsi, novella Penelope con la sua interminabile tela. Lei non aveva mai tentato di capirlo, non le interessava. Semplicemente lo aveva riconosciuto e quel che non aveva accettato era che lui non l’avesse riconosciuta. Allora non era vero quello che le avevano detto “le anime affini si riconoscono”!
Lui si sentiva spacciato. Lei ingannata. Entrambi odiavano le leggende che gli altri si raccontano per consolarsi.
Mentre mi volto indietro e svuoto la valigia |
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SUCCHIARE IN PROFONDITÀ
Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto. (Henry David Thoreau)
FALLING IN LOVE
sono innamorata
gridarlo al mondo
non si può
siamo clandestini
per necessità
di sentirci vivi
A TE, CHE NON TI PIACI MAI E SEI UNA MERAVIGLIA
A te, con cui ho pianto.
Piangere insieme è più difficile che piangere soli.
MI SONO DETTA
Al risveglio, mi sono detta che Driss era una trappola da cui dovevo scappare. Ero consapevole che, se avessi deciso di diventare il becchino di quell'amore, avrei dovuto anche accettare di caricarmi del suo cadavere, di errare per quarant'anni nel deserto, e alla fine ammettere, vinta, che stavo trasportando il mio, di cadavere.
NEDJMA, La mandorla
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FAMMI ARRENDERE
adesso sciolta da me raccoglimi
non per ridarmi forza
ma perché possa arrendermi
Patrizia Cavalli
MAESTRI
Nessun uomo può rivelarvi nulla, se non ciò che già sonnecchia nell'alba della vostra conoscenza.
Il maestro che cammina all'ombra del tempio tra i suoi discepoli non offre il suo sapere ma piuttosto la sua fede e il suo amore.
Se egli è saggio non vi inviterà ad entrare nella dimora del suo sapere, ma vi guiderà piuttosto verso la soglia della vostra propria mente.
L'astronomo può dirvi ciò che egli sa dei grandi spazi, ma non può dare a voi la sua conoscenza.
Il musico può cantarvi del ritmo che è nell'aria, ma non può darvi l'orecchio che ferma quel ritmo né la voce che lo riecheggia.
E chi è versato nella scienza dei numeri può descrivervi i mondi del peso e della misura, ma non potrà guidarvi colà. Poiché la visione di un uomo non presta le proprie ali a un altro uomo.
E come ognuno di voi è solo davanti all'occhio di Dio, così ognuno di voi deve essere solo nella sua conoscenza di Dio e nella sua conoscenza della terra.
G. K. GIBRAN