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Il Cio alla Cina: «Serve una soluzione rapida e pacifica della crisi in Tibet»

Post n°233 pubblicato il 07 Aprile 2008 da lifeinweb76
 
Foto di lifeinweb76

A Parigi fiamma olimpica «stop and go» tra bus e tedofori in mezzo alle protesteLe autorità hanno deciso di caricarla su un pullman per oltrepassare i gruppi di protesta

PARIGI - La corsa della fiaccola olimpica diventa sempre più a ostacoli tra le crescenti proteste anticinesi. La fiaccola, simbolo dei Giochi, è stata addirittura spenta a Parigi e portata per alcune centinaia di metri su un bus prima di riprende il percorso con i tedofori, ma dopo è stata di nuovo bloccata. Inoltre la bandiera nera di Reporter senza frontiere con i cerchi olimpici raffigurati come manette è stata issata al primo piano della Tour Eiffel, sul lato nord. La decisione di spegnere la fiamma è stata presa dalle autorità parigine e dagli organizzatori del Comitato olimpico francese, che avevano predisposto il percorso dei tedofori. C'erano timori consistenti di ritrovarsi con incidenti simili a quelli accaduti a Londra, visto che una grande folla con bandiere tibetane e cartelli pro Tibet si era radunata sul percorso, in particolare vicino alla partenza del primo tedoforo, l'ex campione del mondo dei 400 ostacoli Stephane Diagana. Come previsto la fiaccola olimpica era partita intorno alle 12,35 dalla Torre Eiffel ma ha interrotto la sua corsa dopo poche centinaia di metri. La polizia, che inquadrava con un eccezionale dispositivo di sicurezza i tedofori, ha deciso di spegnerla e di interrompere la staffetta a causa del numero di dimostranti che ne ostacolavano il passaggio.

CARICATA SU UN BUS - La prefettura della capitale francese ha comunicato che la fiaccola è stata «messa al riparo su un autobus ». Dopo circa mezz'ora, la fiaccola ha proseguito il suo percorso a piedi, portata da un tedoforo.Un dimostrante che teneva un estintore è stato inoltre fermato e poi rilasciato vicino alla Torre Eiffel. La vice presidente della regione parigina dell'Ile-de-France, la verde Mireille Ferri, è stata fermata dalla polizia, mentre si stava dirigendo con un estintore verso la Torre Eiffel. Lo hanno reso noto i Verdi, precisando che la Ferri è stata condotta in un commissariato di polizia. Quattro manifestanti sono stati arrestati. Agenti della sicurezza che scortano il tedoforo e poliziotti sui pattini a rotelle hanno fermato i quattro, tra cui due attivisti pro-Tibet, sul Lungosenna

IL CIO ALLA CINA: «SERVE UNA SOLUZIONE PACIFICA» - Il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Jacques Rogge, ha fatto appello a Pechino invitando le autorità cinesi a cercare una soluzione pacifica della crisi in Tibet e condannando l’uso della violenza che secondo Rogge è incompatibile con i valori olimpici.

L'APPELLO - «Facciamo appello per una soluzione rapida e pacifica della crisi in Tibet, che ha scatenato un’ondata di proteste nel mondo» ha dichiarato Jacques Rogge, che partecipa a una riunione con i responsabili dei comitati olimpici nazionali.

«Il passaggio della fiaccola olimpica è sotto mira. Il Comitato olimpico internazionale ha espresso la sua viva preoccupazione e fa appello per una soluzione rapida e pacifica in Tibet» ha detto Rogge. «Quale che ne sia la ragione, la violenza non è compatibile con i valori della fiaccola olimpica o dei giochi olimpici» ha aggiunto Rogge.

LA CONDANNA CINESE - Intanto la Cina ha condannato le «vili azioni» dei manifestanti filotibetani che domenica hanno disturbato il percorso della fiaccola olimpica a Londra. L'agenzia Nuova Cina cita un «funzionario» del Comitato organizzatore delle Olimpiadi di Pechino (Bocog) che «denuncia con forza» le dimostrazioni di domenica nella capitale britannica, nel corso delle quali almeno 35 persone sono state arrestate. Migliaia di persone hanno partecipato alle proteste, gridando «Cina, vergogna» e denunciando la repressione nel Tibet e la soppressione dei diritti umani. Pechino ha confermato la sua intenzione di far passare la fiaccola da Lhasa, la capitale del Tibet, teatro nelle scorse settimane di manifestazioni sfociate a volte in violenza. Nei disordini avvenuti a Lhasa e in altre zone del Tibet sono morte venti persone secondo il governo cinese a circa 150 secondo il governo tibetano in esilio. Almeno mille persone sono state arrestate. La fiaccola dovrebbe passare da Lhasa il 20 e 21 giugno, dopo essere stata portata da un gruppo di alpinisti sulla cima del monte Everest.

SAN FRANCISCO - Anche San Francisco, dove vive la terza comunità cinese del Nord America, si prepara ad accogliere, fra un paio di giorni, la fiaccola olimpica con manifestazioni anti-cinesi. La città californiana è la prossima tappa della fiamma olimpica, il 9 aprile, dopo Parigi e prima di Buenos Aires (11 aprile). E San Francisco è spaccata sul passaggio della fiaccola: i sostenitori del Tibet, del Darfur e la setta religiosa Falun Gong (duramente perseguitata dal governo cinese) vogliono approfittare dell'evento per manifestare il loro dissenso nei confronti della Cina. Promettono di protestare in modo non violento formando una staffetta di sei miglia in cui 80 volontari mimeranno il passaggio della torcia olimpica con striscioni e cartelli. Il sindaco di San Francisco, Gavin Newson, ha fatto sapere che ha lavorato duramente per fare in modo che San Francisco ricavi dall'evento la migliore pubblicità possibile e ha seguito attentamente il programma per il passaggio della fiaccola che si prevede attraversi il Golden Gate Bridge, raggiunga su una barca il porto e viaggi a bordo dello storico cable car, il piccolo tram tipico della città. «La gente - ha detto Newson - ha il diritto di protestare, ma non ha il diritto di impedire che la fiaccola passi da San Francisco. Così facendo si perde di vista il significato delle Olimpiadi». L'ex sindaco di San Francisco Willie Brown, che ha collaborato all'organizzazione dell'evento, ha inoltre sottolineato come chi intende manifestare il suo dissenso verso la Cina debba farlo in occasione di un evento che riguardi direttamente la Cina, «Le Olimpiadi non rappresentano la Cina - ha precisato Brown - i giochi riguardano tutto il mondo».

 
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