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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Parlamento pulito: no a impunita'

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PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

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« Craxi lancia Berlusconi ...ATTENTI AL NEOFASCISMO »

QUANTA NULLITA'

Post n°110 pubblicato il 23 Gennaio 2007 da albert.z
 

 

 
 
La storia politica del cavaliere
Riporto un sunto di ciò che ha scritto un amico.
Egregio Cavaliere, quanta nullità.
 «Silvio Berlusconi è entrato in politica per difendere le sue aziende», sono parole di Marcello Dell'Utri (28 dicembre 1994)che ammetteva così le diverse difficoltà affrontate da Fininvest nei primi anni novanta.«[...] la situazione della Fininvest con 5 mila miliardi di debiti. Franco Tatò, che all'epoca era l'amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d'uscita: "Cavaliere, dobbiamo portare i libri in tribunale" [...] I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l'inchiesta della P2, andò in carcere e perse l'azienda» l'intervista è stata pubblicata nel libro 'Saranno potenti?' (Spergling & Kupfer, 2003, ISBN 8820035014).Riguardo all'indebitamento, risulta dal tradizionale rapporto di Mediobanca, che ogni anno analizza le dieci maggiori aziende italiane, che le aziende del gruppo Berlusconi avevano nel 1992  7.140 miliardi di lire di debiti (4.475 finanziari e 2.665 commerciali), mentre il loro capitale netto ammontava a 1.053 miliardi. Essendo questa una situazione ad alto rischio di bancarotta, aumentata dal fatto che nel 1993 gli introiti pubblicitari televisivi registrarono crescita zero (dopo molti anni di aumenti elevati ed ininterrotti), le banche creditrici cominciarono in quel periodo a richiedere il saldo dei conti. Silvio Berlusconi ha più volte dichiarato che dopo il suo ingresso in politica è stato vittima di un persecuzione giudiziaria organizzata dai suoi oppositori. Ma certamente le false fatture di Publitalia, presunte tangenti (ai partiti per la gestione delle discariche lombarde e per le licenze del supermercato Le Gru di Grugliasco, a funzionari pubblici per la vendita dei "palazzi d'oro", e altre ancora per gli spot sull'AIDS, i finanziamenti ai congressi di partito e le frequenze televisive. Questa è anche tangentopoli. Silvio Berlusconi ha però più volte ribadito che le indagini hanno seguito la sua scesa in campo, e ha denunciato i magistrati milanesi, presso la procura di Brescia, per il reato di "attentato ad organo costituzionale"; la denuncia è stata archiviata, e nelle motivazioni si legge: risulta dall'esame degli atti che, contrariamente a quanto si desume dalle prospettazioni del denunciante, le iniziative giudiziarie [...] avevano preceduto e non seguito la decisione di "scendere in campo"» (Carlo Bianchetti, giudice per le udienze preliminari di Brescia, ordinanza di archiviazione della denuncia,15 maggio 2001).     La Corte d'appello di Venezia, già nel 1990 (quattro anni prima della sua entrata in politica), aveva infatti dichiarato Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona che indagava sulla sua iscrizione alla P2. Da questo reato venne salvato dall'amnistia del 1989. Altro che indulto. La mai abrogata legge n.361 del 1957 all'articolo 10 afferma: "Non sono eleggibili (...) coloro che (...) risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica". Dati i numerosi possedimenti in campo mediatico, edilizio e assicurativo della famiglia Berlusconi, Silvio Berlusconi risulterebbe perciò tuttora ineleggibile per la legge italiana. Tuttavia, la Giunta per le elezioni, anche grazie ad una parte degli esponenti del PDS del neo-segretario Massimo D'Alema, decide nel luglio 1994 di rigettare il ricorso presentato da alcuni esponenti di centro sinistra, permettendo l'ascesa politica di Berlusconi. Mai detto il grazie a D'Alema. Tuttavia secondo il rinomato settimanale britannico The Economist, Berlusconi, nella sua doppia veste di proprietario di Mediaset e Presidente del Consiglio, deteneva il controllo di circa il 90% del panorama televisivo italiano. Questa percentuale include sia le stazioni da lui direttamente controllate, sia quelle su cui il suo controllo può essere esercitato in maniera indiretta attraverso la nomina (o l'influenza sulla nomina) degli organismi dirigenti della televisione pubblica. Il vasto controllo sui media esercitato da Berlusconi è stato ricollegato da alcuni osservatori alla possibilità che i media italiani possano essere soggetti ad una limitazione delle libertà d'espressione. L'Indagine mondiale sulla libertà di stampa (Freedom of the Press 2004 Global Survey), uno studio annuale pubblicato dall'organizzazione americana Freedom House, ha retrocesso l'Italia dal grado di "Libera" (Free) a quello di "Parzialmente Libera" (Partly Free)sulla base di due principali ragioni, la concentrazione di potere mediatico nelle mani del presidente del consiglio Berlusconi e della sua famiglia, e il crescente abuso di potere da parte del governo nel controllo della televisione pubblica RAI. L'indagine dell'anno successivo ha confermato questa situazione con l'aggravante di ulteriori perdite di posizione in classifica.  Lo stesso Berlusconi, per rispondere alle crititche su un suo conflitto di interessi, pochi giorni prima delle elezioni politche del 2001, in un'intervista al Sunday Times annunciò di aver contattato tre esperti stranieri ("un americano, un britannico e un tedesco"), di cui però non fece i nomi, che lo consigliassero nel trovare una soluzione alla questione. Pochi giorni dopo ribadì al TG5 la sua decisione, specificando che: "In cento giorni farò quel che la sinistra non ha fatto in sei anni e mezzo: approverò un disegno di legge che regolamenterà i rapporti tra il Presidente del Consiglio e il gruppo che ha fondato da imprenditore" a cui fecero eco le parole del presidente di AN Gianfranco Fini e di altri politici della CdL, i quali nei giorni seguenti confermarono più volte che, in caso di vittoria alle elezioni, l'intenzione del governo era quella di presentare entro i primi 100 giorni un disegno di legge per risolvere la questione tramite un blind trust. Non vennero mai resi noti i nomi dei tre esperti stranieri che si sarebbero dovuti occupare della questione, nè vennero mai presentati disegni di legge del tipo di quelli annunciati prima delle elezioni. Anche questa è una favola...peccato che sia durata 1412 giorni. Una vita se confrontata alla situazione attuale.   DE LUCA FRANCESCO

 
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Commenti al Post:
shiondgl
shiondgl il 24/01/07 alle 17:52 via WEB
Il tuo blog mi piace, e mi piace quello che scrivi. Se non ti spiace, ti metto fra i miei blog amici. Buona serata.
(Rispondi)
 
albert.z
albert.z il 25/01/07 alle 09:57 via WEB
Grazie. Spero di continuare a piacerti. Alberto
(Rispondi)
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