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« Basta sfruttare i cittadiniUn cattivo e falso profeta »

Pregiudicati in Parlamento, mafiosi in carcere

Post n°403 pubblicato il 14 Novembre 2007 da albert.z
 

Falcone.jpg
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Dal 1992 ci separano 15 anni. La mafia è passata dalla stagione delle bombe a quella della pax sociale. In questo periodo i boss sono finiti in carcere con una certa regolarità. Ogni due/tre anni una cattura del boss dei boss. Nel frattempo i politici inquisiti sono rimasti sempre in libertà.
Paolo Borsellino disse: “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”.
E così fu, ma l’accordo firmato all’inizio degli anni ’90 tra mafia e una parte della politica non deve essere molto favorevole alle famiglie mafiose. A loro il carcere duro, agli altri ville, belle donne, Dom Perignon e passerelle televisive. E quando finiranno le famiglie?
Forse è ora che la mafia riveda il contratto e cambi alcune clausole. Non è tollerabile che il mafioso, dopo aver rischiato la vita e essersi esposto in prima persona, finisca in carcere per anni, mentre il politico la fa sempre franca. Ai politici pregiudicati e prescritti il Parlamento, ai mafiosi, se va bene, l'Ucciardone.
Lirio Abbate e Peter Gomez hanno scritto un libro: “I complici”. Abbate è sotto scorta. Non per essere protetto dalla mafia, ma per sfuggire agli intoccabili. Ha fatto troppi nomi e cognomi di politici, parlamentari, funzionari dello Stato. Quelli che in galera non ci vanno mai.
Riprendo alcune righe dall’introduzione del libro:
“Quando i giornali (pochi) e i cittadini scoprono, con ritardo di anni rispetto agli uomini del Palazzo, i nomi di parlamentari, deputati regionali, ministri, assessori, sindaci che frequentano o hanno frequentato non occasionalmente boss e condannati per fatti di mafia, la reazione dei loro colleghi è zero. O meglio una c’è: si grida al complotto. Il principio di elementare prudenza che porta, nelle democrazie mature, ad escludere ed emarginare chi ha amicizie discutibili in Italia non scatta mai”.

Il libro: "I Complici" di Lirio Abbate e Peter Gomez è edito da Fazi editore.

 
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Aldus_r
Aldus_r il 14/11/07 alle 23:24 via WEB
Caro Alberto, parliamo di mafia e di mafiosi. I capi mafia non sono i Riina, i Provenzano, i Lo Piccolo ecc..ecc..- Costoro sono stati i "burattini" manovrati dai "burattinai" del potere politico romano.Aveva ragione Paolo Borsellino quando disse: “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio, o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”. Invece, più ingenua e ottimista è stata la esternazione di Giovanni Falcone, il quale, pressappoco, dise così: "Il fenomeno mafioso è umano e come tutti i fatti umani ha avuto un inizio e avrà una fine". Niente di più sbagliato. Purtroppo non è e non sarà come previsto da Giovanni Falcone. Finchè in Italia ci saranno politici corrotti e corruttibili, i "burattinai" (Capi Mafia) risiederanno a Roma. Alberto, è grave ma è così!! Ciao, Aldo
(Rispondi)
albert.z
albert.z il 14/11/07 alle 23:55 via WEB
Penso anch'io che mafia e politica, spesso, vanno d'accordo. Se non è la mafia in senso stretto è la lobby, che richiede dei vantaggi per i soldi che dà ai partiti. Le lobby rovinano le democrazie, anzi le annullano asservendole ai loro voleri. GLi europei e gli americanoi credono di vivere in Stati democratici, in realtà vivono in Stati lobbycratici, o mafiocratici. In America le lobby delle armi e del petreolio hanno causaro la guerra in Iraq. In Italia le lobby ottengono leggi a proprio favore e anche quando le leggi sembrano a favore del popolo, in realtà non lo sono perché le lobby non le rispettano: vedi portabilità dei mutui, in quanto mancano le pene per la mancata applicazione della legge.
(Rispondi)
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