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Berlusconi e il vizietto: norma per salvare Rete4

Post n°628 pubblicato il 22 Maggio 2008 da albert.z
 
Tag: RETE4

DA l'Unità


Pochi giorni di governo e Berlusconi è gia a lavoro per tutelare i propri interessi. Questa volta si tratta di salvare Rete4 dalla sentenza della Corte Europea di Giustizia che il 31 gennaio ha condannato l’Italia per aver permesso alla rete Mediaset di trasmettere illegalmente dalle frequenze terrestri.

Vittima di turno del cronico conflitto d’interessi del cavaliere è Europa7. La televisione di Francescantonio Di Stefano, da anni si batte per poter trasmettere sulle frequenze ottenute dopo un bando vinto regolarmente nel luglio 1999 e sempre occupate da Rete4. Martedì il governo ha presentato un emendamento per aggirare la sentenza della Corte Europea e per evitare che il canale di Mediaset sia costretto a passare sul satellite.

«L'emendamento del governo in materia di frequenze televisive è un rimedio peggiore del male». Lo dichiara Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Partito Democratico. «Col pretesto di rispondere alla procedura di infrazione europea sulla legge Gasparri il governo ha appena presentato un emendamento al "decreto salva-infrazioni" che, da un lato, ignora buona parte dei rilievi della Commissione e, dall'altro, propone una nuova sanatoria per tutti gli attuali titolari di frequenze», sottolinea l'ex ministro delle Comunicazioni. «In sostanza - prosegue Gentiloni - si finge di fronteggiare l'infrazione Ue mentre, in realtà, si tenta di aggirare la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 31 gennaio scorso».

L’epopea di Europa7 comincia nel 1999 quando ottiene dallo Stato la concessione per una rete nazionale. Il Governo D’Alema, allora in carica però non le assegna le frequenze per iniziare a trasmettere. Nel novembre del 2002 la Corte Costituzionale con la sentenza n. 466 stabilisce che Retequattro deve dismettere definitivamente le trasmissioni terrestri entro il 31 dicembre 2003. Il 24 dicembre 2003 Silvio Berlusconi firma un decreto legge (“salva Retequattro”) per superare tale termine.

Il Consiglio d’Europa composto da 45 Paesi, approva nel giugno del 2004 una risoluzione che deplora l’esclusione di un potenziale operatore televisivo, Europa 7, vincitore della gara pubblica per la diffusione televisiva sulle frequenze occupate da Retequattro del Gruppo Mediaset. Il 19 luglio 2005 il Consiglio di Stato, con un dispositivo di ben 61 pagine, riconosce tutti i diritti e le ragioni di Europa 7 e invia alla Corte di Giustizia dieci quesiti nei quali ravvisa che la legge Gasparri e il decreto legge Berlusconi non rispettano le direttive Europee. Il 31 gennaio 2008 la Corte di Giustizia Europea stabilisce che i regimi transitori susseguitisi con la legge Maccanico, il decreto legge “salva Retequattro” e la legge Gasparri non rispettano le direttive europee e che, quindi, il lungo periodo transitorio di cui ha beneficiato Retequattro è illegittimo e, riconosce ad Europa 7 il diritto ad avere le frequenze per trasmettere
 
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