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« SOLO D'ALEMA NON LO SAPEVASCIOGLIERE IL PARLAMENTO »

NO AL NUCLEARE DI TERZA GENERAZIONE

Post n°1035 pubblicato il 12 Novembre 2009 da albert.z
 

« La risposta dell’Europa ...Libertà di stampa: l'It... »
Scajola ha appena firmato un accordo di cooperazione PER COSTRUIRE CENTRALI NUCLEARI NON SICURE!!!!!!!!
Post n°577 pubblicato il 20 Ottobre 2009 da milionidieuro
 

I reattori westinghouse sono poco sicuri in caso di eventi climatici estremi e terremoti. La Nuclear regolatory commission li boccia. Ma Scajola ha appena firmato un accordo di cooperazione.

L' agenzia nucleare statunitense boccia i nuovi reattori Westinghouse perché non sono in grado di reggere agli eventi climatici estremi, oltre che ai terremoti. Insomma, è soprattutto il cambiamento climatico a rompere le uova nel paniere dell'industria americana, che con questa condanna pendente sulla testa è costretta a rivedere tutti i suoi piani sul reattore Ap1000 (il numero sta per i megawatt prodotti) e a bloccare ben 14 progetti di costruzione negli Stati Uniti. Ma a fare i conti con la bocciatura della Nuclear regulatory commission è anche l'Italia. Neanche a farlo apposta, con raro tempismo, il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha firmato appena a fine settembre un accordo di cooperazione con il ministro Usa dell'Energia, Steven Chu, che rappresenta sostanzialmente il prologo all'apertura al mercato americano di una parte degli appalti per il neo nucleare all'italiana. In buona sostanza, nelle intenzioni del governo italiano c'è il mantenimento della collaborazione con i francesi di Edf e Areva, che sostanzialmente premia l'Enel, mentre si vorrebbe riservare una quota importante (uno o due impianti di quelli che sono stati programmati) all'accoppiata Westinghouse-Ansaldo. A non andare, nei reattori di terza generazione della Westinghouse (ormai nippoamericana, visto che è controllata da Toshiba) è proprio il sistema di protezione che lo contraddistingue: Ap sta infatti per Advanced passive.

Secondo quanto affermato alla fine della scorsa settimana in una conferenza stampa che si è tenuta a Washington dall'agenzia nucleare statunitense, il cosiddetto "scudo" esterno non proteggerebbe la centrale da eventi destinati a ripetersi con sempre maggiore forza e frequenza, come tornado e forti venti, oltre a non superare il collaudo sismico. Lo "scudo" è stato pensato soprattutto per resistere ad attacchi aerei, ma questo rinforzo antiterrorismo rischia di crollare secondo i pareri tecnici della Nuclear regulatory commission - sotto le diverse tensioni cui verrebbe sottoposto da un uragano o dalla terra che si muove. Gli Stati Uniti sono sulla strada di includere il nucleare tra le opzioni energetiche per far fronte all'effetto serra, soprattutto sotto la spinta e la forte pressione dei Repubblicani al Congresso. L'atomo diventerebbe insomma la contropartita per il via libera alla legge Boxer-Kerry, l'atto legislativo che dà la possibilità all'amministrazione Obama di firmare un qualunque accordo mondiale sul cambiamento climatico. Ma il controllo tecnico Usa sulla resistenza degli impianti rappresenta un colpo abbastanza duro all'immagine che si è voluta costruire in questi ultimi anni sul nucleare sicuro di terza generazione.

Questo non toglie che i reattori Ap1000 siano in costruzione in altre parti del mondo, a partire dalla Cina, dove certo gli eventi climatici estremi non scarseggiano. Nella visita che il ministro Scajola ha fatto all'inizio del mese all'impianto Westinghouse di Pittsburgh, i responsabili dell'azienda avevano magnificato le potenzialità dell'ultimo modello di impianto: per farlo funzionare bastano le metà delle valvole e la metà dei volumi antisismici rispetto ai vecchi reattori. Come si è visto, è proprio su quest'ultimo punto che le cose non paiono funzionare. Un bell'ostacolo, quello del clima impazzito, non tanto sui progetti nucleari del governo Berlusconi quanto sul meccanismo di scelta delle sigle imprenditoriali che possono sedersi alla tavola apparecchiata dei 20 miliardi di euro necessari per costruire in casa nostra le quattro previste centrali. Infatti, a rimanere a secco, dopo l'alt dell'agenzia nucleare americana, potrebbe essere il partner nostrano di Westinghouse, cioè Ansaldo, che sulla partita francese in Italia deve fare i conti con l'ingombrante e imbarazzante presenza di Areva.
FONTE:verdi.it

 
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