Quella della Regione Campania di sicuro è una macchina complessa, che svolge molte funzioni ma che ha anche accumulato debiti mostruosi. Per questo in una stagione di tagli ai bilanci pubblici non può non sorprendere la notizia del nuovo appalto per l'acquisto di cellulari deciso dalla giunta guidata da Antonio Bassolino. Sorprende soprattutto il numero di nuovi telefonini previsti dal capitolato: ben settecento. Che dovrebbero andare agli assessori, ai dirigenti e al personale con particolari esigenze di reperibilità. C'è bisogno di così tante persone sempre reperibili tramite cellulare? Il numero appare alto. Così come la spesa ipotizzata per la telefonia mobile: 116 mila euro in un anno. Il fatto che alcuni di questi apparati, come specifica il capitolato d'appalto, siano definiti "modello top con lettore mp3" o che l'elenco includa 60 apparati Blackberry con tanto di navigatore Gps diventa quasi secondario. Tutti questi navigatori Gps andranno alla Protezione civile o qualcuno diventerà un gadget per notabili a spese del contribuente?
L'ufficio stampa della Regione ha replicato spiegando che gli apparati serviranno "per ragioni" di servizio. E che la giunta Bassolino ha già dimezzato le spese per la telefonia mobile. Ma siamo sicuri che di telefonini ne servissero proprio settecento?
Roma, 16 dic. (Apcom) - La Corte dei conti giudica insufficienti le misure della Finanziaria per ridurre i costi della politica. "Qualcosa si è fatto - ha affermato il procuratore generale Furio Pasqualucci nel corso della trasmissione 'In mezz'ora' - ma si poteva fare di più, a cominciare dalle consulenze. La riduzione del numero dei ministeri non è una gran cosa, anche se ha un valore simbolico".
Le consulenze della pubblica amministrazione, ha spiegato il pg, sono 250mila, con una spesa di 1,5 miliardi. "Credo - ha detto Pasqualucci - che potrebbero essere dimezzate, come numero e come spesa", mentre "le misure introdotte in Finanziaria non hanno un peso così notevole per ridurle. Era stato anche previsto un controllo preventivo della Corte dei conti, almeno per le amministrazioni dello Stato", ma poi la misura è saltata.
Nella manovra c'è anche l'introduzione di un tetto agli stipendi dei manager pubblici. In questo campo, secondo il magistrato, "le norme sono sempre molto complicate e ho notato con piacere che si è tornati al testo del Senato. Nel testo della Camera, infatti, era passato un comma per cui le nuove norme non si sarebbero applicate ai rapporti in corso".
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