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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Luglio 2008

Referendum: si parte

Post n°715 pubblicato il 30 Luglio 2008 da albert.z
 

30 Luglio 2008

referemdum_cassazione.jpg

Pronti, via. Oggi inizia il conto alla rovescia per sapere se la legge è uguale per tutti o per tutti meno alcuni.

Siamo in Corte di Cassazione, noi dell'Italia dei Valori, per depositare il quesito referendario. Mentre vi sto parlando, altri amici insieme a me stanno facendo la fila per sottoscrivere una richiesta di referendum di una sola riga: volete voi che sia abrogata la legge “salva Premier”, quella che Berlusconi si è fatto per non farsi processare? O volete che sia giusto che quattro persone e soprattutto chi è già sotto processo si faccia una legge all'ultimo momento in modo da non farci sapere se alla Presidenza del Consiglio abbiamo una brava persona o un poco di buono?
Questo è un quesito di democrazia che rispetta l'articolo 3 della Costituzione. Il concetto “la legge è uguale per tutti” deve essere riaffermato.

Siccome noi siamo di parola, e siamo determinati nella nostra azione, non ci limitiamo soltanto ad abbaiare. Ci impegniamo a raccogliere le firme per il referendum affinché voi cittadini, voi datori di lavoro di noi dipendenti al Parlamento, possiate decidere se noi siamo uguali a voi o siamo piuttosto persone al di sopra della legge.

Cosa succederà prossimamente? Ci sono delle ferree regole che dobbiamo rispettare, che rendono molto difficile questo cammino. Abbiamo bisogno del vostro aiuto.

Oggi abbiamo depositato il quesito. Nelle prossime settimane, mentre gli altri vanno in vacanza, prepareremo la macchina organizzativa. In ogni provincia faremo un centro di raccolta e di coordinamento, che risponderanno ad un coordinamento generale a Roma e a Milano in sedi che vi indicheremo su questo sito. Abbiamo bisogno di persone che ci aiutino a raccogliere le firme, a preparare banchetti, a firmare e a far firmare questo quesito referendario.

Abbiamo due mesi e mezzo, massimo tre mesi di tempo. Inizieremo la raccolta ufficiale delle firme il 12 settembre con il lancio dell'iniziativa a Vasto. Da adesso al 12 settembre prepareremo tutta la macchina organizzativa, vi faremo sapere nelle prossime settimane dove ci saranno i centri di raccolta e tutto il materiale a disposizione, e soprattutto dove sarà il centro informazioni di tutti gli eventi che si svolgeranno in tutte le province d'Italia.

Dal 12 settembre al 12 dicembre ci saranno tre mesi di fuoco in cui tutti i giorni, soprattutto nei fine settimana, faremo eventi in tutte le piazze d'Italia grazie a voi, grazie a tutti quelli che vogliono darci una mano. In questo sito troverete la mail (info@antoniodipietro.com) con la quale mettervi in contatto con l'organizzazione per dare la vostra disponibilità e allo stesso tempo per aiutarci anche nella raccolta delle firme.
In questi tre mesi raccoglieremo le firme, che non possiamo depositare prima del primo gennaio. Abbiamo già fissato la data di deposito delle firme in Cassazione l'8 gennaio dell'anno prossimo.

Come vedete vogliamo fare sul serio. Chiediamo il vostro aiuto, la vostra collaborazione, affinché questo atto di democrazia possa compiersi, affinché i cittadini possano essere messi in condizione di esprimersi liberamente ed essere giudici dell'operato del Parlamento e del governo, e non lasciare che dipendenti del Parlamento nominati da capi partito diano l'impunità a chi è sottoposto a processo.

Appuntamento tramite mail all'organizzazione nazionale, ed in seguito alle organizzazioni provinciali, per la raccolta delle firme. Si parte.

Antonio, io ci sarò!

 
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VECCHI ALLA FAME TRANNE UNO

Post n°714 pubblicato il 30 Luglio 2008 da albert.z
 

pensione_sociale.jpg
Taglio delle pensioni sociali

 
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NON DIMENTICATE LA FREGATURA  DELLA LEGGE BERSANI SUI MUTUI 

Post n°713 pubblicato il 30 Luglio 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

Nell'ultimo anno sono cresciute le difficoltà delle famiglie a star dietro alle rate del mutuo variabile. Al momento della sottoscrizione tanti hanno sottovalutato i rischi di un possibile aumento dei tassi di mercato.

Il Presidente dell'ANTITRUST Antonio Catricalà, durante il suo intervento  sulla trasparenza delle banche, organizzato a Roma da Altroconsumo, ha dichiarato che sono oltre mezzo milione le famiglie a reddito fisso che sono in sofferenza e 110.000 sono ad un passo dell'insolvenza.

La finanziaria 2008 si è occupata del problema, inserendo una norma ( di cui non è stato emanato il decreto attuativo), che dovrebbe venire incontro a chi è in difficoltà a ripagare il mutuo per l'abitazione principale: cioè chi è in difficoltà potrà chiedere la sospensione del pagamento delle rate per NON PIU' DI DUE VOLTE E PER NON PIU' DI 18 MESI.

Il famoso provvedimento Bersani sulla portabilità del mutuo a costo zero, che doveva essere il cavallo di Troia da introdurre nel mercato dei mutui per spingere le banche alla concorrenza, è stato ignorato sistematicamente dalle banche.

Un'inchiesta rivela che su 40 sportelli visitati, tra Milano e Roma, solo due permettono il trasferimento del mutuo a costo zero. Gli altri 38 preferiscono non rispettare la legge, IMPUNEMENTE.

L'Antistrust ha lamentato l'inesistenza di sanzioni specifiche per la mancata applicazione delle norme.

Ci auguriamo che la norma possa essere migliorata introducendo sanzioni vere, dato che le multe che può infliggere 'Antitrust fanno un baffo al sistema bancario.

Facciamo notare che Bersani, non introducendo le sanzioni, ha fatto il gioco delle banche. Mentre propagandava la sua legge a favore dei poveri mutuatari, in realtà, non mettendo le sanzioni, li prendeva per i fondelli.

Bersani e Prodi si sono rivelati degli amici delle banche e dei traditori del popolo.  

Tutte le banche, per norma comunitaria,dovrebbero fornire l'ESIS, cioè le notizie sul mutuo: costo, interessi, istruttoria, assicurazione. In realtà fanno finta che questa informazione non esista, anche perché né Berlusconi, né Prodi l'hanno mai tradotta in legge.

 ATTENTI AI FALSI DEMOCRATICI, CIOE' QUELLI CHE DICONO DI STARE DALLA PARTE DEL CONSUMATORE, MA POI STANNO DALLA PARTE DEL POTERE FORTE, DEI FINANZIATORI DEI PARTITI E CHIEDONO IL VOSTRO VOTO PER FREGARVI, COME CON IL FAMOSO DECRETO BERSANI, SENZA LE SANZIONI PER LE BANCHE!!!

 
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UNA LUNGA STORIA DI INCIUCI E LEGGI AD PERSONAM

Post n°712 pubblicato il 25 Luglio 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

È il 1984, anno cruciale che sarà a lungo ricordato nella storia d’Italia. Il premier Bettino Craxi, con un decreto legge permette alle televisioni di Silvio Berlusconi di continuare la loro attività, aggirando il divieto per le tv locali di trasmettere a livello nazionale. È l’inizio di una pagina di storia attualissima ancora oggi, fatta di leggi ad personam, conflitto di interessi, televisioni che trasmettono violando leggi e sentenze. L’inizio dell’ “immortalità” politica e economica di Berlusconi. Da questo momento in poi si correrà in soccorso delle tv di Berlusconi ogni qualvolta la Corte Costituzionale, la Corte Europea, ecc… cercheranno di far valere le norme che regolano il mercato televisivo e il pluralismo.

In quello stesso anno Walter Veltroni è responsabile Comunicazioni di massa del PCI. Da questo curioso riscontro Michele De Lucia ha preso spunto per scrivere il suo “Il baratto. Il Pci e le televisioni. Le intese e gli scambi tra il comunista Veltroni e l'affarista Berlusconi negli anni Ottanta” (Kaos, 2008). Davanti al fasullo oscuramento delle proprie reti da parte di Berlusconi (gli schermi furono oscurati non per ordine dei pretori ma per scelta aziendale), Veltroni dichiarò « Ci sono poi anche le abitudini degli utenti, consolidate in anni di utenza televisiva, che non possono essere ignorate». Dopo il cosiddetto “decreto Berlusconi”, il Partito comunista gridò allo scandalo, ma al momento della conversione in legge garantì il numero legale, rinunciando all’ostruzionismo nonostante la scadenza del decreto a poche ore dalla discussione parlamentare che avvenne in aula il 4 febbraio del 1985. Il perché di questa scelta del PCI è molto semplice. Per il PCI queste nuove norme aprivano la porta dell’occupazione di Rai Tre, la possibilità di sedersi al tavolo della lottizzazione. Ma, appunto, il baratto del 1984 è solo l’inizio. De Lucia ripercorre il fitto dialogo che si instaura negli anni successivi tra Veltroni e Berlusconi. A partire dalla Festa dell’Unità di Milano del 1986, in cui Veltroni definisce Berlusconi una vittima della Dc e del Partito socialista, per essersi sottoposto al loro padrinato politico. Due anni dopo inizia la discussione su quella che nel 1990 sarà la Legge Mammì. In questa occasione, in un’audizione alla Commissione cultura alla Camera, Veltroni si rivolge a Berlusconi in questi termini: «Intendo rivolgere a Berlusconi due complimenti sinceri, di stima. Il primo per la sua capacità di imprenditore che è riuscito a "inventare" un settore. Il secondo complimento va alla sua capacità di aver imposto, attraverso un alto grado di egemonia, i tempi della decisione politica in un settore così delicato come quello nel quale opera». Segue a ruota una nuova legge ad personam, la Legge Mammì, piegata alle esigenze della committenza normativa.  Poi la discesa in campo, nonostante le leggi risalenti agli anni Cinquanta vietassero a un detentore di concessioni statali di ricoprire cariche pubbliche. Ma Berlusconi poté presentarsi senza alcun problema alle elezioni nel 1994 e poi nel 1996, poiché in entrambi i casi la Giunta per le elezioni dà via libera alla sua eleggibilità.  

Altro passo verso la sicurezza delle tv di Berlusconi e verso un radioso successo politico, è la vittoria de L’Ulivo alla politiche del 1996. Nei tre governi di centro-sinistra che seguiranno vedranno la vita la Legge Maccanico (così pericolosa per il Partito di Berlusconi che i suoi parlamentari si asterranno dalla votazione), il referendum sulle televisioni (e i tentativi di D’Alema di trovare un accordo con Berlusconi per evitarlo), le prime sentenze sul caso di Europa 7. Proprio in questo periodo, inoltre, Berlusconi, riesce a superare la grave crisi di Fininvest portando la sua azienda in borsa con il benestare di D’Alema. Presidente della Commissione speciale per il riordino del sistema radiotelevisivo era l’attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. De Lucia ricorda questo ruolo ricoperto da Napolitano per raccontare la vicenda della rivista della corrente migliorista del PCI, “Il moderno”, che, come testimoniano le riproduzioni all’interno del libro, ospitava numerose pagine di pubblicità pagate da Berlusconi.

A partire dal 2001, poi, le leggi ad personam, non saranno più commissionate da Berlusconi, che si troverà a ricoprire il fortunato ruolo di committente e realizzatore della committenza. Il suo secondo governo partorirà la Legge Gasparri, gli editti bulgari, la legge sul conflitto di interessi firmata Frattini, mentre il nuovo governo Berlusconi si è già occupato di televisione con il cosiddetto “Salva Rete4”. A legare passato e presente, la farsa della Riforma Gentiloni, evidentemente creata dal centro-sinistra senza nessuna volontà di trasformarla in una legge.

Michele De Lucia accompagna la sua ricerca con un’enorme mole di documenti, sia capillarmente citati nel testo, sia nell’approfondita appendice. Ancora una volta un libro così scomodo e importante per capire il nostro paese, non nasce da uno scoop o da nuove scoperte. Vengono utilizzati documenti già pubblicati, De Lucia compie un’operazione di cronaca, mette insieme fatti. E grazie a questo sistema rileva anche la storia che si ripete. Il copione del dibattito degli ultimi giorni sul “decreto salva Rete4” è stato riscritto sulla falsa riga della votazione del “decreto Berlusconi” degli anni Ottanta. La sinistra grida allo scandalo, promette ostruzionismo a oltranza. Ma non appena il governo ritira il decreto, per poi ripresentarne una variante, l’opposizione, a parte l’Italia dei valori, rinuncia all’ostruzionismo e chiede scusa. 1984-2008: dai complimenti all’innominabilità del «capo dello schieramento avversario» sembra che la linea della sinistra, e di Walter Veltroni, nei confronti di Silvio Berlusconi sia sempre stata la stessa: «il baratto non è un fatto, è un sistema di  potere, un metodo attraverso il quale la partitocrazia ha ucciso il diritto all’informazione». In questo modo, secondo De Lucia, è stato tolto agli italiani il diritto di conoscere per deliberare, nella totale connivenza dei politici della Prima e della Seconda Repubblica. Dopo Fiat quanto ci costi? Come la grande industria privatizza i profitti e socializza le perdite a spese dei contribuenti (Stampa Alternativa, 2002) e “Siamo alla frutta. Ritratto di Marcello Pera” (Kaos, 2005), ne “Il baratto” De Lucia si scaglia contro la partitocrazia, perché in Italia non c’è stata solo la P2, ma anche il PC, la PVeltroni, la PBerlusconi.

 

Tommaso Martini

Questi criminali hanno venduto la Democrazia per una trentina di miliardi, qualche posto nel TG3 e qualche carica importante. Fanno finta di litigare, ma tra loro si accordano sempre a danno nostro.

albert.z

 
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Lodo Alfano: verso il Referendum

Post n°711 pubblicato il 24 Luglio 2008 da albert.z
 

alfano_referendum.jpg

Da ieri, con la promulgazione del Capo dello Stato della legge, il Lodo Alfano è operante nel nostro Paese.

L'abbiamo detto in tutti i modi che questa legge ci rende ridicoli e allo stesso tempo non credibili. Non è possibile che quattro persone in Italia possano fare quello che a loro piace e non possono essere processate. Non so se vi è chiaro, ma il Lodo Alfano permette a quattro persone, il Capo del Governo, il Capo dello Stato, il Presidente della Camera e il Presidente del Senato, di fare quello che vogliono durante i loro mandati.

Hanno una moglie che non va più bene? L'ammazzano e non li possiamo processare. Hanno una ragazzina da stuprare? La stuprano e non li possiamo processare. Vogliono spacciare qualche chilo di droga? Vanno a fare un viaggio di lavoro in Colombia per visitare il Parlamento colombiano e di ritorno si portano una valigia di cocaina che nessuno può dire niente.

E' chiaro che sto estremizzando il concetto per dire che è bene che tutti siano uguali davanti alla legge, e soprattutto se nei confronti di qualcuno c'è un dubbio di reato proprio per la funzione che ha è meglio saperlo prima, non dopo. Se il mio vicino di casa stupra i bambini e io ho un bambino lo voglio sapere subito, non aspettare dieci anni. Mi potranno anche dire che quello fa un lavoro particolare, ma mio figlio poi chi glielo racconta?

Stabilito questo concetto, noi riteniamo che questa legge sia incostituzionale. Il Capo dello Stato ha detto no. Rispettiamo la sua decisione, ma non la condividiamo per niente. Cento costituzionalisti hanno già firmato un documento in questo senso.

Cosa c'entra la incostituzionalità con la immoralità? Non è che se si scrive nella Costituzione che si possono ammazzare tutti quelli con i capelli biondi noi li ammazziamo. E' immorale farlo.
Riteniamo che questa sia comunque una norma immorale, che non è bene che stia nella nostra Costituzione, e lo dico perché gli amici del Partito Democratico, si fa per dire “amici”, hanno detto al centrodestra: “Avete sbagliato. Non dovevate fare questa legge per via ordinaria. Bisognava farla con legge costituzionale”. Noi invece riteniamo che ne con l'una ne con l'altra si deve fare, perché immorale, perché ingiusta sul piano del diritto naturale.

Che facciamo a questo punto che la frittata è fatta? Dobbiamo cancellarla, e l'unica arma che abbiamo è il Referendum. E come si fa? Con la legge che prevede i Referendum, la quale ha delle “finestre” particolari: le firme di presentazioni devono essere almeno 500 mila e per ogni persona che firma deve essere raccolto il suo certificato elettorale. Non è una cosa facile, non basta solo trovarci in piazza a firmare, qualcuno poi deve andare a raccogliere i certificati nei comuni. Ce ne vogliono almeno 500 mila, ma per non sbagliare bisogna raccoglierne 600, 700 mila. La legge dice che le firme devono essere raccolte in una data che va dal primo di gennaio al 30 settembre. Le dobbiamo raccogliere in questo tempo perché la legge dice cosi.
Se non le raccogliamo entro il 30 settembre queste 500 mila firme, con tutti i certificati allegati, bisogna aspettare il primo gennaio prossimo. Inoltre, non si può depositare la raccolta delle firme prima del 7 agosto, e nel caso nostro non è un problema.

Da adesso al 30 settembre ce la facciamo? Ce la facciamo se si muovono le organizzazioni strutturate, perché il problema non siete voi che dovete firmare, ma chi opera nella raccolta dei vostri certificati elettorali.
Per questo stiamo facendo un appello a tutte le altre forze politiche, sindacali, associative e culturali: se ci uniamo tutti insieme e dimostriamo che non facciamo solo parole, rinunciando alle ferie, e noi dell'Italia dei Valori siamo da subito disponibili a rinunciare alle ferie, e uniamo le nostre forze ed entro il 30 settembre depositiamo 500, 600, 700 mila firme. Si può fare.

Il Partito Democratico vuole fare le petizioni di 5 milioni di firme, ma con la petizione che ci fai? Te la mangi? Questo è un atto che serve perché produce un Referendum, mentre la petizione dice soltanto “quanto sei brutto e cattivo brutto lupo” e quello dice “chi se ne frega, io intanto faccio il lupo”. Vogliamo, nei prossimi giorni, prima supplicare, e poi se necessario mettere in mora tutti coloro che hanno detto fino ad ora che questa legge non andava bene, di darsi con noi da fare. Insieme ce la possiamo fare.

Ce la faremo? Ve lo diremo alla prossima puntata, ma una cosa è certa: che se ci dovessero dire di no non ci arrenderemo lo stesso, perché partiremo prima e subito dalla prima settimana di agosto. Tra qualche giorno troverete su questo Blog tutte le procedure, come fare per dare la vostra firma e soprattutto per chi di voi vuole aiutarci a raccogliere le firme ed essere a nostra disposizione.

E' un po complicato, ma ce la faremo. Ce la faremo perché è possibile se tutti voi ci date una mano. Leggerete a breve tutte le indicazioni per la raccolta di queste firme, la tempistica e le modalità.

Insieme possiamo fermare il diavolo.

 
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VELTRONI INCIUCISTA PRO-CASTA

Post n°710 pubblicato il 24 Luglio 2008 da albert.z
 

"Sono convinto che il Presidente Napolitano in tutta la vicenda del cosiddetto 'lodo Alfano' abbia svolto con il consueto equilibrio il suo compito in una fase certamente non facile. Cosi' come penso che, dopo l'approvazione delle Camere, la firma del provvedimento sia stata un atto dovuto". E' quanto afferma in una nota il leader Pd, Walter Veltroni. "Al Presidente nella nostra Costituzione viene riservato in casi come questo - sottolinea - una sola valutazione di 'manifesta incostituzionalita'' del provvedimento. E in questo caso il testo approvato teneva conto di molti dei rilievi di costituzionalita' sollevati dalla Corte in occasione della precedente bocciatura di quello che allora si chiamava lodo Schifani". "Manteniamo questa ferma convinzione sull'operato del Presidente, senza con questo - rileva ancora - rinunciare in alcun modo al nostro giudizio negativo sul lodo Alfano, e anche all'idea che, una materia di questa delicatezza, la maggioranza avrebbe fatto bene ad affrontarla con una legge costituzionale e non con un provvedimento ordinario fatto approvare in maniera tanto frettolosa da apparire autoritaria".

VELTRONI E' PRO CASTA, IL LODO GLI ANDAVA BENE SE MESSO IN COSTITUZIONE!

ABERRANTE!!!

 
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Zitto tu, poliziotto

Post n°709 pubblicato il 23 Luglio 2008 da albert.z
 

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L'Italia dei Valori è un partito fuori dalle logiche della corruzione, e per questo rappresenta una piaga per gli atri partiti.
Quanto sta accadendo in Abruzzo è già accaduto nel Lazio e più recentemente nelle cliniche lombarde. Nulla di nuovo sotto il sole e nulla cambierà, statene certi, finchè non si rinnoveranno le facce della politica.
Durante tangentopoli gli imprenditori edili pagavano mazzette ai politici per poter lavorare, ora i politici dispongono dei soldi, quelli del sistema sanitario, affidati alle autonomie di ciascuna regione, e con quei soldi comprano favori e voti affinché il sistema reiteri e garantisca la loro permanenza al potere.
L'Italia dei Valori ripudia questo modo di fare politica. E' un partito che vuole invece denunciare il marcio della politica perchè non ne accetta i suoi compromessi. Questo comportamento "virtuoso", che noi definiamo "normale", infastidisce centrodestra e centrosinistra e attira su di noi e sulla mia persona attacchi di ogni genere da parte di politici, che spesso utilizzano l'informazione pubblica da loro manovrata.
L'opera assidua volta a screditarci è vanificata dai fatti che vedono la classe dirigente ogni giorno coinvolta in ruberie e atti di malcostume di ogni sorta.
La nostra protesta è sempre più forte perchè ogni giorno i cittadini si accorgono di essere oggetto di vergognosi raggiri e si uniscono a noi. L'Italia dei Valori non ha i giornali, non ha le televisioni di cui dispongono questi signori, noi dalla nostra abbiamo solo l'etica, la moralità, la competenza e il senso civico.
C'è voglia di cambiare nel paese, l'Italia dei Valori rappresenta l'unica, reale alternativa per una riforma radicale della politica italiana.

In questa intervista rilasciata alla stampa estera ho illustrato le vere riforme di cui c'è urgenza per riformare il sistema giudiziario e metterlo nelle condizioni di funzionare efficacemente. Riforme ben lontane dei vili attacchi, dai decreti, dalle leggi vergogna che questo governo sta mettendo in atto dal giorno dopo le elezioni con l'unico obiettivo di liberarsi della macchina della giustizia per poter agire indisturbato.

 
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Il processo degli impunibili

Post n°708 pubblicato il 23 Luglio 2008 da albert.z
 

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Il 9 luglio ho pubblicato il primo resoconto d'aula del nostro inviato Daniele Martinelli al processo Mills. Con l'udienza di ieri, 18 luglio, a Milano sembra sfumare la possibilità che i cittadini sappiano la verità sui trasferimenti di denaro tra il Presidente del Consiglio e l'avvocato David Mills. Infatti tra Lodo-Alfano ed emendamenti dell'ultimo minuto, come ho spiegato nel mio articolo "Silvio libera tutti" del 16 luglio entrambi gli imputati vanificheranno gli sforzi dei giudici per imporre la giustizia.
Silvio Berlusconi ha svolto egregiamente il lavoro per cui si è fatto eleggere dai cittadini, evitare i conti con la giustizia. I cittadini però lo avevano eletto per altri motivi, e stanno pagando un altissimo prezzo per le sue menzogne elettorali.

Milano, 18 luglio 2008, Daniele Martinelli:

A palazzo di giustizia di Milano è andata in scena l'ultima udienza del processo Berlusconi-Mills con la deposizione della consulente fiscale del premier, che ha cercato di spiegare che quei milioni di dollari transitati sui conti esteri di tutta Europa non c'entravano nulla con i rapporti fra i due imputati.
L'udienza è l'ultima perché martedì il Senato voterà il Lodo-Alfano, che renderà immune Berlusconi da qualunque processo e l'incompatibilità del collegio giudicante presieduto da Nicoletta Gandus.
Mercoledì è prevista la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e giovedì la fulminea approvazione senza attendere i 15 giorni canonici.
Silvio Berlusconi, da imputato per corruzione in atti giudiziari, diventerà impunito. I
l suo coimputato David Mills la farà franca a sua volta dopo l'emendamento che il governo ha inserito nel cosiddetto pacchetto sicurezza all'ultimo minuto, che di fatto creerà maggiore insicurezza poiché renderà impuniti tutti i criminali che si macchiano di reati condannabili fino a 7 anni e mezzo di carcere.

Per David Mills basterà patteggiare, ossia ammettere le proprie colpe, per ottenere le attenuanti generiche, oltre che uno sconto di pena di un terzo, che ne caso di 7 anni di condanna per corruzione si ridurrebbe a 5 anni per lo sconto derivato dal pattegtiamento e a 2 anni con gli ulteriori 3 anni sottratti per l'indulto. Alla fine, 2 anni di condanna, essendo meno di 3, farebbero evitare il carcere al prestanome britannico di Silvio Berlusconi e una sentenza senza spiegazione delle motivazioni di colpevolezza, che nel caso di David Mills coinvolgerebbero per forza l'immune Silvio Berlusconi che se da un lato scamperà alla condanna penale, dall'altro non la farebbe franca sul piano morale e di immagine all'estero. Con l'emendamento dell'ultimo minuto si chiuderà un processo senza far luce sui reati commessi.
David Mills è stato l'inventore delle società estere riconducibili a Berlusconi e artefice dei giri di danaro transitati su di esse, tra cui All Iberian, utilizzata dal premier per finanziare con 22 miliardi di lire il partito socialista di Bettino Craxi alla vigilia dello scoppio di Tangentopoli.

Una ragnatela di società estere sulle quali, secondo calcoli non azzardati, sono transitati almeno 2 mila miliardi di lire tutti sottratti al controllo del fisco italiano e quindi ai cittadini stessi.
Per salvare 2 imputati destinati a sicura condanna, il governo Berlusconi sfascia la giustizia lasciando per la strada migliaia di malavitosi.
Alla faccia della sicurezza.

 
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NO ALLA LEGGE BAVAGLIO

Post n°707 pubblicato il 23 Luglio 2008 da albert.z
 

IL GOVERNO E LA CASTA ( CIOE' LA MAGGIORANZA DI BERLUSCONI),VUOLE CHE I CITTADINI NON SAPPIANO NIENTE DELLE LORO PORCHERIE, COSI' PROIBISCONO MOLTE INTERCETTAZIONI E PROIBISCONO ANCHE LA LORO PUBBLICAZIONE.

NEL SEGRETO COMBINANO I LORO SPORCHI AFFARI AI DANNI DEI CITTADINI.

GUAI A CHI LO SCOPRE!

RIBELLIAMOCI

 
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Post N° 706

Post n°706 pubblicato il 23 Luglio 2008 da albert.z
 

'NDRANGHETA: TRA I FERMATI ANCHE ALDO MICCICHE'

REGGIO CALABRIA - Le teste pensanti delle cosche Piromalli e Molé di Gioia Tauro, le più potenti della 'ndrangheta, sono state decapitate da un'operazione coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato al fermo di 21 persone tra presunti affiliati, imprenditori e professionisti accusate di associazione mafiosa.

Nel provvedimento di oltre 1026 pagine, firmato dal procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone, e dai suoi sostituti Boemi, Di Palma, Pennisi, Prestipino, e Miranda, c'é praticamente tutta la storia delle due famiglie una volta strettamente legate, anche per vincoli di parentela, ma che gli affari milionari del porto di Gioia Tauro hanno portato, negli ultimi mesi, a dividersi ed entrare in contrasto negli ultimi mesi.

L'accelerata all'inchiesta, iniziata oltre un anno fa, è stata data per il pericolo che l'omicidio del boss Rocco Molé, ucciso il primo febbraio scorso, potesse aprire una stagione di sangue nella piana di Gioia Tauro. I fermi sono stati eseguiti dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dai Ros dei carabinieri tra la Calabria, Roma e Milano.

Nell'elenco delle persone fermate figura anche il nome di Aldo Micciché, un faccendiere originario di Marapoti, un centro poco distante da Gioia Tauro, in passato (negli anni '80) dirigente della Democrazia cristiana.

Da anni si e' rifugiato in Venezuela ed è al centro di una inchiesta della Dda reggina, che nasce da quella che ha portato ai fermi, su presunti brogli degli italiani all'estero alle ultime elezioni. Brogli che, secondo l'accusa, avrebbero dovuto portare ad un'attenuazione del regime detentivo del 41 bis che Micciché avrebbe cercato di ottenere mettendosi in contatto con il senatore Marcello Dell'Utri. Alcune telefonate sono riportate nel provvedimento di fermo dei magistrati della Dda di Reggio Calabria di 1.026 pagine.

PM, REFERENTE BOSS CONTATTO' MASTELLA - La cosca Piromalli, per risolvere il problema del regime detentivo del 41 bis, era arrivata a "contattare vertici dello Stato nella sua espressione riguardante la organizzazione della giustizia". Lo scrivono i magistrati nel provvedimento di fermo riferendosi ad alcune intercettazioni di Aldo Micciché in cui parla dell'ex ministro Clemente Mastella.

Parlando con Antonio Piromalli, figlio del boss Giuseppe, Micciché, nell'ottobre scorso, riferisce di un colloquio avuto con una persona che, spiega, ha dato disposizioni ad altre persone di cui fa il nome e aggiunge di averli già contattati.

Gli investigatori hanno identificato i nomi in due componenti la segreteria al Ministero di Mastella e di un esponente del movimento giovanile dell'Udeur. Successivamente gli investigatori hanno intercettato una telefonata fatta da Mastella a Micciché dopo che quest'ultimo aveva tentato invano di contattare il ministro.

"Va detto - hanno scritto i magistrati - che la conversazione non affrontava alcun tema specifico e anzi Mastella si affrettava ad interromperla dopo aver compreso l'identità del suo interlocutore che gli parlava di possibili appoggi elettorali". "Poiché - proseguono i magistrati - sia Piromalli che Micciché erano consci delle difficoltà dovute al particolare momento in cui si viveva e che limitava obbiettivamente l'ambito di operatività dei loro referenti, nonostante tutta la buona volontà degli stessi, già pensava Micciché ad ulteriori vie per la soluzione del problema".

"Ho l'impressione però - dice  nel colloquio - che non si riesce a manovrare bene. Qua dovremo forse a mio avviso fare un altro tipo di rapporto e lo devo fare in Lombardia". Ovvero, secondo i magistrati alla "Massoneria".

IL TG3 DICE:" Micciché AVREBBE CONTATTATO MARCELLO DELL'UTRI!!!"

 
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APPROVATA LEGGE A FAVORE DEI PRINCIPI

Post n°705 pubblicato il 23 Luglio 2008 da albert.z
 

Quando il presidente e la signora Clinton sono finiti sotto inchiesta per bancarotta - su una piccola proprietà dell'Arkansas gestita insieme con soci infidi - l'America non si è fermata un istante. Non c'è stato alcun convegno. Il Presidente ha fatto la spola tra la Casa Bianca e il Gran Giurì - l'organo istruttorio dove doveva essere interrogato - e ci è anche andato di corsa - altrimenti sarebbe scattato l'impeachment, se avesse ritardato l'audizione davanti ai magistrati - e alla fine si è ben guardato dal denunciare persecuzioni". Eppure il procuratore che lo aveva convocato era Kenneth Starr, un esponente del partito Repubblicano a lui avverso. "Quando i Clinton sono poi stati assolti, nessuno ha parlato di teorema svuotato come una bolla di sapone - come dice il portavoce di Berlusconi, Bonaiuti, a proposito dei processi di Berlusconi che tra l'altro non si sono mai svuotati come bolle di sapone - hanno semplicemente detto - i Clinton - 'è finita bene'". Hanno ricominciato e sono stati poi sottoposti ad altre sette inchieste.

In Italia, invece, se la Magistratura indaga i politici, questi e i loro servi gridano che c'è una persecuzione. Così hanno pensato a mettere in salvo dai giudici il loro re: Silvio Berlusconi, con il lodo Alfano.

IL LODO ALFANO, SERVE A IMPEDIRE AI 4 PRINCIPI DELLA REPUBBLICA DI ESSERE PROCESSATI. E' STATO APPROVATO DALLA MAGGIORANZA, CIOE' DAI SERVI DI BERLUSCONI.

ORA SIAMO DIVEN TATI MENO UGUALI. SIAMO SOLO DEI SUDDITI. NOI DOBBIAMO RIGARE DRITTO, LORO POSSONO AVER RUBATO , MA GUAI A PROCESSARLI!

Questo è un diktat, per di più ipocrita, perché si promette a vantaggio di quattro cariche e in realtà funziona per una sola. Leopoldo Elia, nel corso di un'audizione in Commissione, ha insistito sull'unicità di questa norma nel panorama giuridico conosciuto, tant'è che sono protetti i capi di Stato e non i capi di Governo.

OCCORRE OPPORSI, CON UN REFERENDUM, CONTRO QUESTI VERGOGNOSI PRIVILEGI.

 ANCHE LE PREDE, SE SI ORGANIZZANO, RIESCONO AD OPPORSI AI PREDATORI.

ORGANIZZIAMOCI

IMPEGNIAMOCI PER LA RACCOLTA DELLE FIRME

 
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VELTRONI TRADITORE E INCIUCISTA

Post n°704 pubblicato il 19 Luglio 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

VEDI VIDEO DEL BOX CON IMMAGINE DI FUNARI IN FRONTE IN ALTO: "VELTRONI TRADITORE DEL POPOLO".

http://it.youtube.com/watch?v=VhCIz0oG_hU

VEDI "IL BARATTO" SU: http://www.sindromedistendhal.com/Cinematelevisione/baratto-de-lucia-televisioni-veltroni-berlusconi.htm

VELTRONI, SEI PEGGIO DI CRAXI. VELTRONI E D'ALEMA DANDO LE TRE RETI TV A BERLUSCONI HANNO DATO A UN PRIVATO, UN INDUSTRIALE, A UN PADRONE IL POTERE DI INFLUENZARE IN MODO DETERMINANTE L'OPINIONE PUBBLICA. NON DIRE CHE NON L'AVEVI CAPITO, PERCHE' ALLORA SEI UN DEFICIENTE!MALEDETTI! CHE DIO VI FULMINI : AVETE TRADITO LA DEMOCRAZIA!!!

 
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AL SERVIZIO DEL PRESIDENTE-PADRONE-SATRAPO

Post n°700 pubblicato il 18 Luglio 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

ROMA - Il già tristemente noto Maurizio Gasparri,  per la famigerata legge Gasparri sulle tv, ha sparato una delle sue pensate contro i "nemici" di Silvio.

Una frase di Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, accende una miccia nel gia' acceso dibattito sulla Giustizia e all'interno dello scontro ormai quotidiano tra politica e magistratura. "La cloaca del Csm correntizzato, partitizzato e parcellizzato è uno scandalo che offende gli italiani", ha detto a Radio Radicale Gasparri.

SEMBRA CHE GLI ANDREBBE BENE SE FOSSERO TUTTI SCHIERATI CON SILVIO, AL SERVIZIO DI SILVIO E DELLA SUA BANDA.

Lo avete notato? Un risultato lo abbiamo ottenuto: i nostri dipendenti non ridono più e Berlusconi non racconta più barzellette. Sembra divorato dal fuoco di Sant’Antonio. Loro non si arrenderanno mai, noi neppure.


Ps: il muro ha delle crepe. Ripeto: il muro ha delle crepe.

 
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ABITAZIONI: PREZZI DROGATI

Post n°699 pubblicato il 17 Luglio 2008 da albert.z
 

Tempo fa i costruttori edili si accontentavano di guadagnare circa il 40%. Oggi raddoppiano il prezzo degli immobili nuovi per guadagnare il 100% e quindi, per imitazione, salgono i prezzi anche di quelli vecchi. I  prezzi delle case sono aumentati notevolmente nel periodo del Governo Berlusconi, tra il 2001 ed il 2005, a seguito del massiccio rientro dei capitali usciti illegalmente  e rientrati, grazie ad una specie di indulto, voluto da Tremonti. I capitali diventavano legali al modico prezzo di una tassa del 2,5 % . Tremonti assicurava che questi capitali sarebbero stati impiegati nelll'industria, invece li impegnarono in case. Inoltre, il fatidico governo Berlusconi 2001-2005 , smise di costruire case popolari. (La meta era il PONTE SULLO STRETTO, giudicato negativamente dagli esperti ingegneri giapponesi,  troppo lungo, non avrebbe potuto permettere il transito dei treni. Però la costruzione accontentava molti amici, specie siciliani.)

I prezzi degli immobili in Italia sono drogati da un cartello di società immobiliari. Il centro delle città non ha più scopi abitativi, ma di lucro. Il prezzo degli appartamenti non ha alcun legame con la realtà. Le società immobiliari stanno da tempo, in uno strano silenzio dei media, perdendo il loro valore in Borsa. Da gennaio 2008 le prime nove società del settore hanno perso 2,4 miliardi di euro, circa la metà della loro capitalizzazione. Pirelli Real Estate, un po’ di più della media: il 57,82%. Il crollo del mercato immobiliare in parte c’è già stato. Chi aveva un euro di azione a Natale, si ritrova con 50 centesimi prima delle vacanze.
Il valore delle case è mantenuto alto in modo artificiale. Le grandi città sono invase da cartelli di vendita e di affitto e intanto si costruiscono sempre nuovi alloggi in periferia.
La cosa strabiliante è che la crisi vera non è ancora arrivata. Qualche consiglio: non comprate immobili, non fate debiti, non accendete nuovi mutui, se potete estinguete i mutui che avete, non comprate titoli di società immobiliari, non comprate fondi con titoli di società immobiliari. La crisi americana arriverà anche da noi.

 
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Da “Roma Ladrona” a “Roma Capitale”.

Post n°698 pubblicato il 16 Luglio 2008 da albert.z
 

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Sic transit gloria mundi. Dopo aver per anni riempito il Nord di manifesti contro “Roma Ladrona” ora la Lega Nord regala a Roma un finanziamento straordinario di 500 milioni di Euro.
E’ evidente l’involuzione della Lega Nord, pronta ormai a dire di “si” a qualunque cosa in cambio di un mitico “federalismo fiscale”, che con gli atti di questo governo si allontana invece sempre di più. Dobbiamo registrare oggi che la Lega ha approvato 300 milioni di Euro ad un’azienda pubblica decotta come Alitalia, 500 milioni di Euro a Napoli per i rifiuti (che comunque verranno trasferiti anche al Nord nonostante le loro affermazioni contrarie) ed ora 500 milioni di Euro a Roma per i suoi debiti. Non si capisce tuttavia perché per Roma si possa fare e non si possa fare per Venezia o per Torino o per Milano. Ma tant’è. La Lega Nord ieri ha approvato anche la ripresa delle estrazioni di idrocarburi in Alto Adriatico (dove è in atto un pericoloso fenomeno di subsidenza, cioè di abbassamento del suolo sulle coste veneziane e del Polesine). Per farlo ha addirittura votato contro un  emendamento che lei stessa aveva proposto.  La Lega ha anche votato a favore di un emendamento che invece di liberalizzare i servizi pubblici locali (per creare per i cittadini attraverso la concorrenza prezzi più bassi del gas, dell’elettricità, ecc.) permette nuovamente di conservare le municipalizzate (da sempre fonti di corruzione, posti nei consigli di amministrazione, posti di lavoro per gli amici). E’ evidente che anche Bossi vuole difendere la sua “mangiatoia”.

 
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Del Turco arrestato, tangenti per milioni.

Post n°697 pubblicato il 16 Luglio 2008 da albert.z
 

Scontro Berlusconi-Anm
Ottaviano Del Turco
Ottaviano Del Turco
Arrestato il presidente della regione Abruzzo Ottaviano Del Turco (di T. Lisanti)

Associazione per delinquere, corruzione e concussione per gestione privata nella sanita'. Queste le accuse che hanno portato la Guardia di Finanza di Pescara ad arrestare il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, nell'ambito di una vasta operazione che ha interessato anche le regioni Marche e Lazio.

Oltre al presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, condotto in carcere, sono stati arrestati l'assessore alla Sanita', Bernardo Mazzotta, il segretario generale della presidenza, Lamberto Quarta, l'assessore Antonio Boschetti, l'ex assessore alla Sanità del centrodestra Vito Domenici e l'ex presidente della finanziaria regionale Masciarelli.

Secondo quanto si è appreso l'inchiesta sarebbe la seconda parte di quella avviata due anni fa sulla cartolarizzazione dei debiti della sanità abruzzese per la quale finì in carcere Masciarelli, ex presidente della Finanziaria regionale ritenuto l'artefice di un sistema per un pagamento di tangenti.

Se si calcola per approssimazione l’entità delle tangenti date ai partiti negli ultimi venti anni si arriva per largo difetto a 1661 miliardi di euro che corrisponde al debito pubblico attuale.

 
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Il processo rischia di slittare

Post n°696 pubblicato il 16 Luglio 2008 da albert.z

Il testimone Il banchiere italo-elvetico potrebbe opporsi alla trasmissione degli atti a MilanoCaso Mills, missione a Lugano Trasferta per sentire Del Bue: un suo ricorso rinvierebbe la sentenza

MILANO — La domanda più importante, alla fine della trasferta odierna a Lugano del Tribunale del processo Mills per ascoltare la deposizione come ultimo teste della difesa Berlusconi del banchiere italo-elvetico Paolo Del Bue, paradossalmente sarà l'ultima, in apparenza la più banale e ovvia per chi (dopo aver preteso di essere ascoltato in Svizzera e non in Italia) sia stato sino a quel momento interrogato con tutte le garanzie e nel contraddittorio delle parti: sarà la domanda con la quale il procuratore elvetico che condurrà la rogatoria, non aperta al pubblico in base alle norme svizzere e dunque off limits per i giornalisti, chiederà al testimone del processo Mills (ma indagato a Milano per l'ipotesi di riciclaggio nel connesso procedimento sui diritti tv Mediaset) se intende acconsentire alla trasmissione in via semplificata del verbale della sua audizione.

Basterà che Del Bue risponda (come sua facoltà) che ci deve pensare, e che magari in un secondo tempo risponda di no, perché sui tempi di prosecuzione del processo Mills si accenda un'altra notevole ipoteca. Perché? Il dibattimento nel quale il collegio Gandus-Dorigo-Caccialanza sta giudicando se Silvio Berlusconi sia o meno colpevole di aver corrotto con 600 mila dollari nel 1997/2000 il teste David Mills, in relazione a deposizioni mendaci o reticenti rese nel 1997 e '98 in due processi milanesi al premier dall'avvocato inglese «architetto» delle società offshore della Fininvest, sta per esaurire la propria fase istruttoria: dopo la rogatoria rifissata oggi nella speranza che si riesca a sentire Del Bue (è dal 9 maggio che si cerca il modo, il banchiere aveva dato la sua disponibilità per giugno, ma all'ultimo momento comunicò di essere in Brasile bloccato da «dolori toracici»), venerdì toccherà alla consulente contabile di Berlusconi, il 19 settembre le parti potranno chiedere eventuali prove straordinarie, e poi si andrà alla requisitoria e alle arringhe.

Nel frattempo è probabile che per la ripresa post-estiva sia stata già approvata la legge Alfano che intende rendere immune da qualunque processo (sospendendolo per la durata della carica) il presidente del Consiglio. Tuttavia la pur fulminea approvazione anche al Senato (dopo quella alla Camera giovedì scorso) può sempre celare insidie e imprevisti; e in ogni caso, anche a legge in vigore, di riflesso Berlusconi sarà interessato dal prosieguo del processo per il solo Mills. Ebbene, nel caso in cui Del Bue dovesse fare ricorso contro la trasmissione semplificata in Italia del verbale dell'audizione che renderà oggi a Lugano, l'istruttoria dibattimentale milanese non potrà essere dichiarata chiusa fino a quando questo ricorso non sarà deciso dal Tribunale federale svizzero. E per poco che sia il tempo impiegato dalla procedura svizzera, non sarà certamente inferiore ai 3/4 mesi. Per questo l'ultima domanda oggi a Del Bue finirà per essere importante: se egli deciderà di opporsi alla trasmissione semplificata del suo verbale, la sentenza del processo Berlusconi-Mills (qualora il testo Alfano non dovesse diventare legge in tempo per metà settembre) o il futuro verdetto del processo Mills (se il testo Alfano diventasse legge e quindi proseguisse solo il processo all'avvocato inglese) non potrebbero comunque essere emessi prima dell'autunno/inverno. lferrarella@corriere.it

Luigi Ferrarella

 
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Lettera di un  leghista

Post n°695 pubblicato il 16 Luglio 2008 da albert.z
 



"Gentile Beppe Grillo, le invio questa lettera aperta per Umberto Bossi, se lei la pubblica probabilmente Bossi la leggerà. Grazie in anticipo." Dante.

Umberto,
mi permetto di darti del tu, ti ho seguito dal 1987 da quando disegnavi le galline per i manifesti di Roma Ladrona, oggi sei scappato di casa, ma io comunque ti aspetto. La porta è aperta. Non ti voto più da quando sei andato con Berlusconi, quello che chiamavi il mafioso di Arcore e allora, se ricordi, tutta la base era d’accordo con te. Non so perché lo hai fatto, non credo per i soldi, per i miliardi che avrebbe usato per comprarti e non credo neanche che tu abbia avuto paura di minacce di morte per te e per la tua famiglia da parte della mafia. Sono cose che si dicono. Sono convinto che abbiano cercato di comprarti e di intimidirti, ma per me tu non sei uno in vendita e hai sempre avuto un certo coraggio.
Io credo che tu abbia abbandonato la Lega delle origini per motivi tattici, per arrivare più presto al federalismo e per questo hai fatto un patto con il diavolo, con chi rappresenta l’esatto contrario della Lega, l’uomo di Dell’Utri e di Licio Gelli, il figlio di Bettino Craxi, l’erede di quell’Andreotti che abbiamo mandato a fanculo nel prato di Pontida in quarantamila quando al vaffanculo Beppe Grillo non ci pensava ancora. Il vaffanculo lo ha inventato la Lega, lo hai inventato tu.
Io penso che Berlusconi, scusa il termine, abbia fottuto te e la Lega e abbia incassato solo lui. Gli hai regalato cinque anni di governo senza cavare un ragno dal buco. Mentre lui ha fatto le leggi per sé, la Lega non ha ottenuto niente, meno di zero. Adesso hai promesso che porterai a casa il federalismo fiscale, se lo otterrai avrai avuto ragione tu. Ma non te lo faranno fare. Non possono chiudere per fallimento il Centro Sud che vive delle tasse della produzione del Nord, ci sarebbe la rivoluzione in Sicilia, in Calabria, in Campania dove le uniche imprese importanti sono la Regione, le province e i comuni. Morirebbero di fame. Il federalismo fiscale avrebbe come conseguenze la rivoluzione e la secessione. Tu lo sai benissimo, e lo sanno anche loro.
Da quando sei con Berlusconi la base ha dovuto ingoiare dei rospi, ma in questa legislatura sono rospi giganti: i sussidi pubblici all’Alitalia, il Ponte di Messina, la spazzatura di Napoli portata al Nord. In tre mesi avete discusso solo di leggi per evitare i processi a Berlusconi, la sicurezza dei cittadini della campagna elettorale è stata sacrificata all’impunità di Berlusconi. I rom c’erano prima e ci sono adesso. I clandestini sbarcavano prima e ora pure. L’unica tassa che rimaneva ai comuni del Nord, l’ICI, è stata cancellata. Le imprese del Nord chiudono, la Lega lo sa bene, per la pressione fiscale, gli anticipi dell’IVA mai rimborsati, l’IRAP e per le mille rotture di balle della burocrazia italiana.
Le nostre aziende chiudono, Umberto, e tu passi il tempo a parare il culo a Berlusconi sperando nel federalismo. Una volta che Berlusconi avrà sistemato i suoi problemi giudiziari potrai scordarti il federalismo fiscale. Spero (lo spero veramente) di sbagliarmi, ma ti troverai con un pugno di mosche in mano e il movimento sfasciato. Se alzerai la voce, Berlusconi ti scaricherà e imbarcherà Veltroni o Casini o tutti e due. E tratterà te e la Lega sulle sue televisioni come oggi tratta Di Pietro.
Mi ricordo una volta nell’Oltrepò Pavese eravamo in trenta ad ascoltarti, parlasti per quelle poche persone per ben due ore. Ci spiegasti come la Chiesa intimidiva i liberi pensatori e come bruciava gli eretici. Sabina Guzzanti avrebbe preso appunti, al tuo posto rimane un’educanda. Non è mai troppo tardi per ritornare indietro da una strada sbagliata.” Dante

CONDIVIDO: BOSSI SI E' FATTO FREGARE DA BERLUSCONI.

BOSSI HA TRADITO LO SPIRITO DELLA LEGA.

 
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HO SCRITTO A BEPPE GRILLO

Post n°694 pubblicato il 16 Luglio 2008 da albert.z
 


IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO
Ho letto la lettera di Nadia, e mi sono decisa a scrivere, fino ad ora non ho parlato
della
mia malattia , non mi piace farmi commiserare, ma adesso mi sono veramente
arrabbiata. A gennaio ho scoperto di avere un tumore alle ovaie e all'utero, sono
stata operata a marzo, poi ho fatto la Kemioterapia. Ora ho scoperto di avere un
tumore anche al seno, e visto che ho ancora metastasi al ventre, mi opereranno
a tutti e due. Fino a quì tutto normale, si fà per dire, ma non è così, perchè per
l'INPS io ho finito il mio periodo di malattia, dopo sei mesi all'INPS hanno deciso
che il tumore passa, oppure che la persona sia morta, perchè altrimenti non mi
spiego perchè solo sei mesi.,e visto che ho il ferro quasi a zero io non mi reggo in
piedi, devo salire e scendere le scale sempre con un aiuto.
Ma della serie il male non viene mai da solo, è successa un'altra cosa.
Tre anni fà, in tempi non sospetti della mia malattia, ho fatto la richiesta dell'ascen-
sore alle case popolari dove abito. io oltre a quello che mi è venuto ora, ho un'insuf-
ficienza respiratoria , il diabete, e l'ipertensione, con queste patologie ci avevano
accordato l'ascensore, (non solo per me, ma anche per molte persone anziane del
palazzo), erano anche stati stanziati i fondi, dalla lettera dell'ATER si diceva che
stavano solo aspettando di fare la gara d'appalto, e che entro la fine dell'anno,
sarebbero cominciati i lavori dell'ascensore.
Invece neanche per sogno, hanno fatto sindaco il giustiziere della notte Alemanno,
che ha deciso di risanare il buco che c'è a Roma, e invece di bloccare la pulizia dei
giardini, o delle scale, ha bloccato gli ascensori, non gli è venuto in mente che
magari le scale ce le possiamo pulire da soli, ma l'ascensore serve ai malati, agli
andicappati, agli anziani, insomma ai più deboli, lui ha punito proprio noi. Caro
Alemanno è dal tempo degli antichi romani che c'è il BUCO a Roma, e tu hai
deciso di tapparlo proprio ora, e in questo modo? - Silvia

 
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IL POTERE DEL PRINCIPE

Post n°693 pubblicato il 16 Luglio 2008 da albert.z

Il potere non è nel consiglio comunale di Palermo. Il potere non è nel parlamento della Repubblica. Il potere è sempre altrove. Lo Stato per me è la costituzione e la costituzione non esiste più" - Leonardo Sciascia. Non è vero che la mafia è quella che si vede in tv, e che i corrotti e i criminali sono una malattia della nostra società. Qui, in Italia, la corruzione e la mafia sembrano essere costitutivi del potere, a parte poche eccezioni (la Costituente, Mani pulite, il maxiprocesso a Cosa nostra). Ricordate il Principe di Machiavelli? In politica qualsiasi mezzo è lecito. C’è un braccio armato (anche le stragi sono utili alla politica del Principe), ci sono i volti impresentabili di Riina, Provenzano, Lo Piccolo, e poi c’è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in Parlamento. Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa. Il libro è questo: racconta il fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi. Ci avviamo verso una democrazia mafiosa? Gli italiani possono reagire, è già successo.

ROBERTO SCARPINATO

Il giudice Roberto Scarpinato nel suo ultimo libro, "Il ritorno del Principe", afferma: "alcuni dei più noti processi celebrati in questi ultimi anni hanno dimostrato che l'occulta trasversalità della gestione del potere del nostro Paese non è storia del passato, determinata da patologie transitorie, ma realtà strutturale… Il potere visibile rischia così di divenire il figlio bastardo di quello invisibile, generato a sua volta da una miriade di segreti matrimoni di interessi o di transazioni sottobanco… Un sistema integrato di soggetti individuali e collettivi. Una sorta di tavola dove siedono figure diverse, non tutte necessariamente dotate di specifica professionalità criminale: il politico, l'alto dirigente pubblico, l'imprenditore, il finanziare, il faccendiere, esponenti delle istituzioni e, non di rado, il portavoce delle mafie…"
Ma visto che il Potere è ben attento a non far vedere la realtà, offrendo meravigliosi colpi di teatro, occorre un esempio concreto, altrimenti l'inganno del Potere continuerà a far pensare che ci siano una Maggioranza ed una Opposizione alternative, quando invece sono complementari.

 
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