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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Luglio 2010

FINI APRE LA VIA AL RITORNO DELLA DEMOCRAZIA

Post n°1372 pubblicato il 30 Luglio 2010 da albert.z
 

FINALMENTE FINI PUO' AVERE LE MANI LIBERE PER IMPEDIRE LA SEQUENZA DI LEGGI AD PERSONAM A FAVORE DEL SOLITO BERLUSCONI. FINALMENTE SI PUO' PENSARE CHE IL PERCORSO PER IL RITORNO ALLA VERA DEMOCRAZIA POSSA INIZIARE.

 I PARLAMENTARI DEVONO LAVORARE PER IL BENE COMUNE E NON FARE GLI INTERESSI DI UNO O DI POCHI. SI AL FEDERALISMO, NO ALLA LEGGE ALFANO, NO ALLA LEGGE CHE OSTACOLA LE INTERCETTAZIONI E METTE IL BAVAGLIO ALLA STAMPA E NO AL "LEGITTIMO"IMPEDIMENTO.

IN UNO STATO LA LEGALITA' E' LA BASE DELLA CONVIVENZA. BASTA EVASIONI FISCALI TOLLERATE E PREMIATE DA CONDONI. OCCORRE UNA LEGGE SERIA SUL CONFLITTO D'INTERESSI, PER IMPEDIRE DI CONCENTRARE IL POTERE ECONOMICO, MEDIATICO, LEGISLATIVO IN UNA SOLA PERSONA.

OCCORRE TOGLIERE AI SEGRETARI DEI PARTITI IL POTERE DI "ELEGGERE" I PARLAMENTARI. IL POPOLO DEVE SCEGLIERE NON SOLO IL PARTITO, MA ANCHE IL CANDIDATO.

Riporto un commento, non mio, che trovo molto significativo e giusto:

Berlusconi hai rotto ... vattene ... Tutti quelli che ti votano sono peggio di te.

QUANDO FINIRA' QUESTA LUNGA STORIA DI INCIUCI E CORRUZIONE?

 

 
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LA BP SI APPRESTA A PERFORARE VICINO ALLA SICILIA

Post n°1371 pubblicato il 29 Luglio 2010 da albert.z
 

GROSSO PERICOLO PER IL MEDITERRANEO. DISASTRO ANNUNCIATO

 Il gruppo petrolifero britannico British Petroleum ha annunciato oggi che inizierà “entro alcune settimane” una nuova perforazione nel Mare Mediterraneo, a nord delle coste libiche, confermando così un’anticipazione del Financial Times. “Prevediamo di iniziare la prima perforazione nelle prossime settimane”, ha detto David Nicholas, portavoce del gruppo BP a Londra.


Il portavoce ha ricordato che, in virtù di un accordo firmato nel 2007 con le autorità libiche, il gruppo ha ricevuto l’autorizzazione ad effettuare cinque perforazioni. “Non li abbiamo ancora calendarizzati”, ha aggiunto, precisando che una perforazione “richiede sei mesi o più”.


Queste nuove perforazioni avranno luogo nel Golfo di Sirte, al largo delle coste libiche, a “circa 5.700 piedi” (1.700 metri), ad una profondità leggermente superiore a quella di Deepwater Horizon, la piattaforma al largo delle coste della Louisiana, la cui esplosione è all’origine della marea nera nel Golfo del Messico.

 
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SALVIAMO IL TERRITORIO IN CUI VIVIAMO

Post n°1370 pubblicato il 28 Luglio 2010 da albert.z
 

Intervista a Marco Preve autore de "La Colata"
(11:48)
copertina-mediapolis.jpg

 

La distruzione del territorio avviene grazie a tre soggetti: le banche, i partiti, gli speculatori immobiliari. Le banche finanziano i progetti, i partiti danno le concessioni, realizzano le infrastrutture, gli speculatori incassano. Nel caso di Mediapolis, un mostro commerciale che distruggerà l'area morenica ai piedi della Serra nel Canavese, le banche si chiamano IntesaSanPaolo e Unicredit, i partiti sono indifferentemente Pdl e Pdmenoelle nella loro alternanza alla Regione Piemonte e gli imprenditori quasi ignoti. Parte della proprietà della società Mediapolis fa riferimento a una società del Lussemburgo i cui azionisti sono sconosciuti, come spiegato dal giornalista Marco Preve autore della "Colata". L'area destinata a Mediapolis è di proprietà della Olivetti, quindi di Telecom Italia, che non si è opposta. Bernabè è del Trentino, a lui non interessa.
Il trucco per "fare andare avanti il progetto" è sempre lo stesso: "lavoro, lavoro, lavoro". Il Canavese, che con l'Olivetti ha fatto concorrenza ai colossi dell'informatica mondiale, si è ridotto a sperare in un centro commerciale e a cancellare il più spettacolare anfiteatro di origine morenica d'Europa.
La Regione Piemonte, se ha soldi da buttare in queste cazzate, li usi per promuovere piccole e medie aziende di carattere tecnologico. Pensi al futuro dei ragazzi e preservi il Canavese. Nel frattempo, sino a quando non ritireranno i finanziamenti a Mediapolis, invito i lettori del blog a chiudere i loro conti correnti in Unicredit e in IntesaSanPaolo. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

Intervista a Marco Preve, autore de "La Colata"


Cos'è Mediapolis?
- Cos’è Mediapolis? Sono prima di tutto 600.000 m² di aree verdi, là in fondo alle mie spalle, in una zona assolutamente ancora incontaminata dal punto di vista ambientale, soprattutto ai piedi della Serra Morenica che è uno dei luoghi più noti come bellezze naturali in Italia.Cos’è Mediapolis? Era tante cose, ultimamente dovrebbe essere un grande parco a tema sulla comunicazione, soltanto che se poi uno va un po’ a vedere bene nel progetto, va a leggere, si accorge che sostanzialmente oltre a una serie di fumose ipotesi su centri, laboratori che avrebbero a che fare con la comunicazione, poi non si sa bene se è mass media o comunicazione come televisioni, intrattenimento tout-court, soprattutto Mediapolis è un grandissimo centro commerciale. I milioni di visitatori che si augurano i proprietari e ideatori del progetto debbano venire, andranno soprattutto a arricchire tutta una catena commerciale. Per venire incontro a questa valanga, a questa torma di possibili e auspicabili visitatori. Il progetto prevede la realizzazione di una serie di infrastrutture enormi, svincoli autostradali, strade, viadotti, opere per il contenimento delle acque e addirittura un eliporto.Di chi è Mediapolis? Scopriamo che è difficile scoprire chi siano i reali proprietari, in questo caso la società promotrice è Mediapolis Spa, all’interno troviamo una trentina di soggetti, alcuni sono singoli dei privati proprietari delle aree della zona che hanno venduto, altri sono soggetti, signori, persone di Ivrea che hanno deciso di partecipare all’operazione. E poi immancabili troviamo tre società straniere, una delle quali si chiama anche essa Mediapolis, soltanto che ha sede in Lussemburgo, un’altra ha sede a Londra Brainspark e un’altra ha sede in Olanda. Come molti di voi sapranno queste sono sedi geografiche, territoriali che consentono dei benefici fiscali, non solo ma consentono anche a chi vuole di occultare eventualmente a chi in Italia volesse saperne di più, chi sono i reali proprietari, questo attraverso un gioco di i fondi, azioni, obbligazioni, di partecipazioni, di fatto è impossibile al momento dire chi ci sia effettivamente dietro a queste società.
Addirittura in questa intricatissima compagine societaria, a un certo punto andiamo a arrivare addirittura a una società, la Paradigm Financials che è un’altra societè anonyme intestata e guardate sembra davvero l’inizio di una barzelletta, a un’ucraina, a uno svizzero residente nel principato di Andorra e a un siciliano residente in Lussemburgo. Inoltre poi in questa compagine troviamo anche personaggi che poi hanno avuto direttamente a che fare anche con le vicende amministrative e urbanistiche del progetto Mediapolis, come per esempio Massimo Teppa che fu Assessore al commercio di Ivrea e oggi è project leader di Mediapolis. Inoltre ripercorrendo sempre la compagine societaria, troviamo anche un nome importante come quello dello studio Gabrielli Associati, uno studio di commercialisti della Lombardia, il titolare è Mario Gabrielli che è un personaggio che ha avuto un ruolo importante nella storia finanziaria italiana, perché nel 1985, ricorderete il venerdì nero della lira, si chiamò all’epoca, la grande svalutazione che subì la lira, Gabrielli era uno dei manager, dirigenti dell’Eni che ebbe comunque un ruolo importante in quella crisi finanziaria poi superata, poi ci sono altri personaggi, commercialisti svizzeri. Tutto un assetto societario che comunque è fondamentalmente sostenuto dai finanziamenti delle banche e tra i finanziatori troviamo banche importantissime come Banca Intesa, San Paolo oppure altri soggetti economici di prima grandezza in Italia, come Telecom.


600.000m² di ordinarie attrazioni
Quello che noi nel nostro libro, nella “Colata” abbiamo voluto anche sottolineare è quella che secondo noi, proprio in merito a questi grandi finanziatori, è una contraddizione, non vogliamo dire ipocrisia perché il soggetto di cui parliamo è un soggetto altamente importante e che contro Mediapolis sta conducendo una battaglia durissima, stiamo parlando del FAI (Fondo Ambiente Italia).Il FAI si è impegnato duramente contro il progetto Mediapolis, addirittura spendendo delle parole da parte anche di Giulia Mozzoni Crespi, assolutamente durissime, però quello che noi abbiamo rilevato è come proprio con gli stessi finanziatori di questo progetto, quindi con Banca Intesa, per esempio, con San Paolo, con Telecom. Il FAI porti avanti dei progetti comuni, la salvaguardia di aree di particolare valore ambientale o architettonico, storico o comunque culturale in altre parti d’Italia. Secondo noi per queste grandi società, queste grandi banche, a volte queste collaborazioni sono un po’… potrebbero essere interpretate come un lavarsi la coscienza con qualche spicciolo ci si sistema e si acquisiscono delle benemerenze in questo campo, però poi è qui, ai piedi della Serra Morenica che si fanno i grandi affari. Allora quello che forse sarebbe anche giusto chiedere è prendere delle decisioni nette: con certi soggetti o ci si tratta o non ci si tratta, non è che si può andare a braccetto magari per sviluppare un progetto in un determinato luogo e poi ci si dimentica chi sono quando invece devono compiere uno scempio ambientale, sono parole del FAI, in un’area importante come questa. La gestazione del progetto Mediapolis è stata particolarmente lunga e si è sbloccata solo negli ultimi anni con l’arrivo di una serie di autorizzazioni e soprattutto anche con il nullaosta per quanto riguarda l’impatto di valutazione ambientale, è una concessione che è stata fortemente criticata dal FAI e dalle altre associazioni ambientaliste. Quello che è oggi o quello che dovrebbe diventare Mediapolis nelle idee, nelle intenzioni dei suoi proprietari è questo: 600.000m², 90.000 m² coperti, 22 attrazioni meccaniche, 5 sale cinematografiche, 3 aree gioco per bambini, un’area concerti, un lago di 12.000 m², attrazioni tecnologiche, teatro multimediale, discoteca, studi televisivi, ristoranti, centri commerciali, genericamente, un albergo con 342 stanze e quindi 7800 parcheggi e 140 posti autobus, un eliporto, assomiglierà più a Los Angeles che alla campagna di Ivrea. Il progetto è particolarmente criticato anche per quella che dovrebbe essere la sua resa in termini economici. Sempre nelle intenzioni dei proprietari dovrebbe portare almeno 15 mila visitatori al giorno, quindi con forti incassi, con un grosso consumo anche per quanto riguarda i prodotti messi in vendita, ma le associazioni ambientaliste sottolineano che potrebbe poi anche rivelarsi un flop, allora qualcuno ci rimetterebbe? Qui salta fuori il trucco perché il rischio è che se questa operazione non dovesse neppure partire e quindi si dovesse iniziare solo con un cantiere che sistema i terreni e demolisce tutto quello che è il terreno, quello che è verde, quello che sono gli alberi, comunque un domani cosa potrebbe succedere? Che visto che ci sono già state delle autorizzazioni, sono venuto meno i vincoli che riguardavano la parte ambientale, vedi mai che qualcuno si potesse inventare a quel punto una trasformazione dei vincoli in senso residenziale e quindi ci ritroveremmo ad una pura e semplice speculazione immobiliare. Tenete conto che in realtà questa speculazione è già iniziata perché i paesi confinanti con le aree della futura Mediapolis, hanno già iniziato a rivedere i loro piani regolatori, modificando alcune aree in funzione proprio residenziale, quindi con concessioni a nuove costruzioni, proprio perché si auspicano il traino di Mediapolis. La questione è che comunque vada Mediapolis, se avrà successo come progetto a sé, come parco di divertimenti, c’è il megacentro commerciale, comunque farà arricchire attraverso il consumo, i biglietti di ingresso, se invece si dovesse risolvere in un flop fin dall’inizio c’è sempre alla fine il santo mattone delle case a risolvere la situazione, a garantire comunque un successo economico.

La fine di un anfiteatro morenico
Come fermare il progetto Mediapolis, come fermare questo e tanti altri progetti? La battaglia non è per nulla facile. Ci sono già stati due ricorsi al Tar e sono stati respinti, nelle motivazioni i giudici spiegano in buona sostanza come pur di fronte a dubbi e a perplessità che forse sono anche qualcosa di più di perplessità,Come fermare il progetto Mediapolis, come fermare questo e tanti altri progetti? La battaglia non è per nulla facile. Ci sono già stati due ricorsi al Tar e sono stati respinti, nelle motivazioni i giudici spiegano in buona sostanza come pur di fronte a dubbi e a perplessità che forse sono anche qualcosa di più di perplessità, la giustizia si sia dovuta fermare perché le procedure urbanistiche, le procedure amministrative per arrivare alla prima fase dell’apertura del cantiere sono state blindate perché questo è il segreto oggi, non dovete pensare a abusi, a reati, a complotti. No! Quando si vogliono fare le grandi operazioni di speculazione, il lavoro inizia molto prima, inizia con la preparazione di un iter, di un percorso amministrativo blindato, si inizia a mettere mattone dopo mattone per arrivare poi il giorno del progetto dell’approvazione a presentare un progetto che cozza con la logica e con il buonsenso etc., però formalmente è a posto. Quindi cosa resta da fare? Resta da fare soprattutto una grossa pressione a livello politico, all’interno della compagine societaria probabilmente c’è qualcuno che dubita, il FAI ha invitato Olivetti che è proprietario dei terreni a ritirare l’appoggio a questo progetto, quindi magari in questo caso una moral suasion potrebbe avere un valore, si può ancora tentare qualche ricorso al Tar motivandolo in particolare con gli aspetti ambientali. Quello che a questo punto è assolutamente fondamentale è che i cittadini si muovano. Noi abbiamo anche voluto mettere proprio in chiusura del libro una frase che ha pronunciato Luca Mercalli, il climatologo, quando ha partecipato a un convegno proprio su Mediapolis qua a Ivrea. Vi leggo questa frase perché è fondamentale e servirà, ci si augura per vincere questa battaglia, ma comunque per le battaglie del futuro. Luca Mercalli dice: “indignatevi rapidamente, non lasciate che deturpino il vostro bene più prezioso, il territorio, chiamate a raccolta tutti!” Credo che l’appello di Luca Mercalli sia assolutamente da condividere!
Marco Preve - giornalista


Post precedenti su Mediapolis:
- Mediapolis o Magnapolis? 13/5/2005
- Mediapolis, un anno dopo 19/5/2006

 
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AMICI INAFFIDABILI

Post n°1369 pubblicato il 27 Luglio 2010 da albert.z
 

WASHINGTON - È la più grande fuga di notizie della storia militare americana: notizie che parlano di civili morti e di cui non si è saputo nulla, di un'unità segreta incaricata di 'uccidere o fermare' qualsiasi talebano anche senza processo, delle basi di partenza in Nevada dei droni Reaper (aerei senza piloti), della collaborazione tra i servizi segreti pakistani (Isi) e i talebani. Questo e molto di più, sugli archivi segreti della guerra in Afghanistan, è svelato da Wikileaks - il portale Internet creato per pubblicare documenti riservati - al New York Times, al Guardian e al Der Spiegel.

Pakistan, amico-nemico. Dai documenti emerge, tra l'altro, che "il Pakistan, ostentatamente alleato degli Stati Uniti, ha permesso a funzionari dei suoi servizi segreti di incontrare direttamente i capi talebani in riunioni segrete per organizzare reti di gruppi militanti per combattere contro i soldati americani, e perfino per mettere a punto complotti per eliminare leader afghani". Ma c'è di più: nei documenti si legge che "l'intelligence pakistana (Directorate for Inter-Services-Intelligence) lavorava al fianco di al Qaeda per progettare attacchi" e "faceva il doppio gioco". Lontano dai riflettori mediatici, scrive il New York Times, sia l'amministrazione guidata da George W. Bush, sia quella dell'attuale presidente Usa Barak Obama hanno accusato i servizi di intelligence pakistani di complicità negli attacchi in Afghanistan. Funzionari dell'esercito americano hanno anche redatto una lista dei militari e degli agenti segreti pakistani che, a loro avviso, collaboravano con i Talebani. Uno scenario, quindi, completamente in contrasto con l'immagine dell'alleato pakistano presentato al pubblico americano.

La Turchia, ex amica

La Turchia sta abbandonando l’Occidente? Se lo chiede Soner Cagaptay su “Foreign Affairs” (ottobre 2009), ma se lo chiedono in molti, in Europa e in Israele. L’ultimo, problematico episodio, è l’esclusione di Israele dalle esercitazioni militari aeree annuali a Konya, in Anatolia, condotte dalla metà degli anni Novanta dalla Turchia con la Nato, gli Usa, e altri alleati, tra cui appunto Israele. Fatto ancor più stridente, se si aggiunge che il giorno dopo la Turchia ha annunciato la nascita di una cooperazione strategica con la Siria.

 
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AL POPOLO LA DEMOCRAZIA NON INTERESSA

Post n°1368 pubblicato il 24 Luglio 2010 da albert.z
 

PREFERISCE FARSI UN BIDE'

 

 
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Un leader contro Berlusconi

Post n°1367 pubblicato il 23 Luglio 2010 da albert.z
 
Foto di albert.z

Per battere Berlusconi, prima di tutto, bisogna lasciarlo governare, che continui a fare le sue porcate, fino alla fine della legislatura, così la gente capirà chi è.

Poi bisogna avere un leader, quindi niente gente come Violante, Veltroni, che leader non sono. Poi bisogna che non abbia fatto inciuci, quindi niente D'Alema e la sua banda,altrimenti faranno come sono soliti fare, cioè quello che vuole Berlusconi.

Bisogna che sia un politico che non gli abbia messo a disposizione i suoi deputati per farsi leggi ad persona, quindi niente Casini, che quando ha governato con lui, gli permesso moltissime leggi ad personam e privilegi di ogni tipo.

Occorre uno deciso a fare cose anche contro gli interessi di Berlusconi, quindi niente gente come Rutelli.

Restano solo Di Pietro e Vendola. Di Pietro, quando parla spaventa le vecchiette, perché sembra pronto a mettere in galera, e oscurare le tv del loro prediletto, che le coccola con tante telenovelas. Per esclusione resta Vendola, che è intelligente e telegenico più di me, ......altrimenti mi candidavo io.

Occorre un programma di sinistra: GIUSTIZIA EFFICIENTE, UGUAGLIANZA DI FRONTE ALLA LEGGE, LOTTA VERA ALL'EVASIONE FISCALE, RECUPERO DEL POTERE D'ACQUISTO DEI LAVORATORI,  WELFARE PER DISOCCUPATI ED INVALIDI, LAVORO AI GIOVANI, MENO TASSE AI PENSIONATI E PIU' TASSE AGLI SPECULATORI, INCREMENTARE LA RICERCA, INTEGRAZIONE SENZA LASCIARSI INVADERE, FEDERALISMO PER RESPONSABILIZZARE GLI AMMINISTRATORI, UNA LEGGE EFFICACE SUL CONFLITTO DI INTERESSE.

 

 

 
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Un giovane spiega la situazione dei giovani nell'era di Berlusconi

Post n°1365 pubblicato il 23 Luglio 2010 da albert.z
 

Giovani, comprate che conquisterete!

Consumatori, non cittadini.

Una massa di pecoroni al servizio dei piduisti

 
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Intercettazioni: Favorite le associazioni a delinquere

Post n°1364 pubblicato il 23 Luglio 2010 da albert.z
 

INTERCETTAZIONI

Norma Falcone.  Bocciata la "norma Falcone", che garantiva anche per le organizzazioni criminali non mafiose le stesse procedure di indagine agevolate previste per le associazioni mafiose. La decisione di non far valere "i sufficienti indizi di reato" per i reati di criminalità organizzata non mafiosa, era stata presa al Senato durante l'esame in seconda lettura del testo.

Pur di non farsi intercettare, questi politici favoriscono i criminali! Che siano amici?

Scrivete a Fini, alla on. Bongiorno, a Bocchino, a Granata.... la vostra indignazione.

 
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Democrazia

Post n°1363 pubblicato il 23 Luglio 2010 da albert.z
 

Qui ad Atene noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.

Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.

Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.

A Roma, invece , c'è Berlusconi che si è fatto approvare una quarantina di leggi a suo favore. Vedi il libro AD PERSONAM, di MARCO TRAVAGLIO.

Questa non è democrazia. E' associazione a delinquere!!!!!!!

 
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Governo indecente!!!!!

Post n°1362 pubblicato il 22 Luglio 2010 da albert.z
 

Leggete..... non c'è limite all'indecenza di chi ci governa.
Vorrei prendere lo spunto da questo argomento e lanciare una sorta di sondaggio al quale dovrebbero rispondere tutti quelli che hanno votato Berlusconi e la destra alle elezioni e che in questi due anni si sono ricreduti....... Contarvi e trovarvi tanto numerosi  da risollevarsi il morale e continuare a combattere 
DIFFONDETE SE POTETE
Digitale terrestre: lo Stato non incasserà 4 miliardi di euro.
Tenetevi forte. Quello che leggerete può avere serie controindicazioni sul vostro stato di salute. Soprattutto se siete insegnanti e nei prossimi tre anni vi sarà bloccato l’aumento automatico delle retribuzioni. Oppure medici precari a cui presto non sarà rinnovato il contratto. I circa 900 milioni di euro che Tremonti conta di recuperare con i tagli al personale della sanità e il miliardo scarso che si dovrebbe ottenere dal blocco delle carriere nella scuola potevano arrivare nelle casse dello stato con un’operazione semplice e già collaudata da paesi come Stati Uniti, Germania e perfino India: un’asta pubblica per l’attribuzione delle frequenze televisive liberate dalla tecnologia digitale. Un procedimento semplice, che l’Italia ha però scelto di non seguire. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire di che cosa si tratta.
L’innovazione tecnologica ha rapidamente cambiato il modo in cui si trasmettono i segnali televisivi. Dalla tecnologia analogica si sta passando a quella digitale, che permette di comprimere i dati, riducendo la banda di frequenze utilizzate per la trasmissione. In pratica si liberano spazi, che possono essere occupati da altri segnali. Tutti i paesi europei si stanno organizzando per gestire quello che si chiama switchover, il passaggio da analogico a digitale, cercando di sfruttare al meglio il “dividendo digitale“, e cioè la parte di frequenze che si liberano. Gli Stati Uniti si sono mossi prima di tutti. Già nel marzo del 2008 hanno messo all’asta frequenze per 19,6 miliardi di dollari. Se le sono spartite grandi nomi della telefonia come Verizon Wireless e AT&T, ma anche operatori di nicchia, come Triad 700, una start-up della Silicon Valley o Cavalier Wireless. Il mercato si è aperto e lo stato ha incassato risorse preziose.

In Italia, invece, le aste sulle frequenze televisive non si fanno. Si procede per delibere emesse dall’Autorità garante nelle Comunicazioni. L’8 aprile del 2009 una delibera Agcom ha stabilito la suddivisione delle 21 (oggi 25) reti nazionali accese dalla tecnologia digitale. Venti reti sono andate di diritto, e praticamente a titolo gratuito, a chi aveva già le frequenze analogiche. Di queste, cinque sono state assegnate rispettivamente a Rai e Mediaset, tre a Telecom Italia e le rimanenti agli altri “network nazionali”: da Rete A (Gruppo L’Espresso) a Telecapri a Europa 7. Le cinque reti rimanenti, il nostro “dividendo digitale interno” (frequenze da assegnare a operatori televisivi alternativi, come ha intimato Bruxelles con una procedura d’infrazione) non saranno soggette ad asta pubblica ma, come ama dire Corrado Calabrò, presidente Agcom, a un “beauty contest” (procedura comparativa): un concorso di bellezza nella cui giuria siederà il governo, che sceglierà in base a parametri autonomamente determinati. A decidere sarà alla fine il Ministero per lo Sviluppo Economico, guidato ad interim dallo stesso Berlusconi. Il concorso di bellezza non sarà però riservato solo a nuovi operatori, ma potranno parteciparvi anche Rai e Mediaset, che potrebbero portarsi a casa due delle cinque reti (ognuna delle quali, come le altre, permette di irradiare fino a sei canali).
In sostanza si conserva lo status quo, ribaltando sul digitale il duopolio Rai-Mediaset. Con lo stato che incasserà solo le briciole: l’1% del fatturato annuo degli operatori (contro il 4-5% medio europeo) a titolo di canone di affitto delle frequenze.
Se si prendono per buoni i dati di uno studio pubblicato in giugno da Carlo Cambini, Antonio Sassano e Tommaso Valletti su lavoce.info, lo spettro di frequenze italiano regalato alle emittenti nazionali e locali varrebbe circa 12 miliardi di euro di fatturato annuo totale per gli operatori. Da cui lo stato ricaverebbe 120 milioni all’anno di canoni (1%). Che potrebbero però diventare già 600 applicando canoni più “europei” (5%) e molti di più se si decidesse di attribuire il “dividendo digitale” con aste competitive.

Porte chiuse a internet. Precedenza alle TV
L’aspetto ancora più grave della lottizzazione televisiva del digitale è l’esclusione degli operatori di telefonia dalla spartizione delle frequenze. Telecom e gli altri operatori di telecomunicazioni, potrebbero usare la parte di banda liberata dal digitale per portare Internet mobile veloce in quelle zone del Paese non ancora raggiunte dalla rete fissa in fibra o in rame, aiutando a superare il “digital divide“. Ma, almeno per ora, non potranno farlo. Perché tutta la banda che si è liberata è stata destinata alle televisioni.
Dal 12 aprile al 20 maggio 2010 la Germania ha messo all’asta frequenze precedentemente occupate dalle emittenti televisive offrendole agli operatori telefonici. Dopo 224 round le frequenze sono state assegnate in gran parte a Vodafone, Deutsche Telekom e O2 per un totale di 4,38 miliardi di euro incassati dallo stato, dei quali 3,68 miliardi, sono stati ottenuti dall’assegnazione di frequenze sugli 800 Mhz, le stesse che l’Agcom ha riservato agli operatori televisivi locali in Italia. Se nel nostro paese si decidesse di mettere all’asta per gli operatori telefonici anche solo un terzo di questo spettro, si potrebbero recuperare – sempre secondo i calcoli de lavoce.info – almeno 4 miliardi di euro.

Si può ancora intervenire? A quanto pare sì. Prima di tutto assegnando con una gara seria, e non tramite “beauty contest”, le cinque reti destinate ai “nuovi” entranti, ma non ancora attribuite. In secondo luogo chiedendo che una parte delle frequenze liberate dal digitale e regalate alle TV locali e nazionali (che risultano sottoutilizzate), venga messa all’asta a favore degli operatori di telefonia, per la diffusione della banda larga mobile. A tale proposito il Pd, guidato dall’ex ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, la settimana scorsa ha presentato una mozione per correggere la manovra economica. Mentre l’Idv ha presentato una proposta di legge, ribattezzata “Contromanovra”, che chiede di mettere all’asta le frequenze del dividendo digitale per “incassare fino a 3 miliardi di euro”. Martedì si è mosso perfino il presidente dell’Authority Corrado Calabrò, preoccupato per la diffusione degli smartphone, che potrebbero presto portare la rete mobile italiana al collasso. “L’Agcom sta portando avanti una politica finalizzata alla liberazione in tempi brevi delle frequenze radio”, ha dichiarato il garante. “Contiamo di rendere disponibili circa 300 Mhz da mettere all’asta per la banda larga”. Avete capito bene: ha detto “asta”. La stessa con cui lo stato tedesco, mettendo a gara un quinto dei Mhz proposti da Calabrò, ha guadagnato 3,68 miliardi. Se il presidente dell’autorità di garanzia manterrà le promesse, i medici e gli insegnanti italiani un giorno potrebbero essergliene grati. Forse anche i governatori delle regioni.

fonte: ilfattoquotidiano.it

 
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A favore del partito dominante

Post n°1361 pubblicato il 22 Luglio 2010 da albert.z
 

Pietro Calamandrei spiega come instaurare una dittatura senza farla apparire tale

 

 
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Mafia: pm, vicini a verita'

Post n°1360 pubblicato il 22 Luglio 2010 da albert.z
 

Verità secretata.

Fra trent'anni la sapremo.

 
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SULLA SERVITU' MODERNA

Post n°1357 pubblicato il 22 Luglio 2010 da albert.z
 

IL MONDO VIENE ROVINATO DA URBANSTI AL SERVIZIO DEL SISTEMA

LE TELEVISIONI, CON LA PUBBLICITA', DIFFONDONO LE NUOVE NECESSITA'

NON E' PIU' LA DOMANDA A CREARE L'OFFERTA, MA L'OFFERTA A CREARE LA DOMANDA

 

 
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SERVITU' MODERNA

Post n°1356 pubblicato il 22 Luglio 2010 da albert.z
 

PER SETE DI PROFITTO DISTRUGGONO LA NATURA.

PER PROFITTO DIFFONDONO SOSTANZE CANCEROGENE.

PER IL PROFITTO DI POCHI, L'UMANITA' ROVINA LA SUA VITA CON

 UN LAVORO DISUMANIZZANTE E DANNOSO

 
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SCHIAVITU' MODERNA

Post n°1355 pubblicato il 22 Luglio 2010 da albert.z
 

LA MEDICINA CURA L'UOMO FACENDOLO MORIRE MOLTE VOLTE

HANNO MERCIFICATO LA NOSTRA SALUTE E SI SONO IMPOSSESSATI

DEL NOSTRO GENOMA.

LA OBBEDIENZA ALLE REGOLE E' LA MIGLIOR VIRTU', INCULCATA

DAI PADRONI DEL SISTEMA.

CHI SI RIBELLA E' PUNITO.

SOLO I PADRONI, o i loro incaricati, POSSONO USARE LA VIOLENZA

 
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SCHIAVI MODERNI

Post n°1354 pubblicato il 22 Luglio 2010 da albert.z
 

IL SISTEMA MERCANTILE TOTALITARIO DOMINA CON LE IMMAGINI

I BAMBINI SONO I PRIMI AD ESSERNE ASSERVITI.

VENGONO EDUCATI AD OBBEDIRE ALLE REGOLE DEL SISTEMA

 
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PRIGIONIERI DEL SISTEMA TOTALITARIO MERCANTILE

Post n°1353 pubblicato il 22 Luglio 2010 da albert.z
 

LAVORARE, VENDERE, CONSUMARE, E' IL CREDO DEI PADRONI DEL SISTEMA

IL POTERE CENTRALIZZATO FAVORISCE IL TOTALITARISMO MERCANTILE.

BISOGNA IMPEDIRE O RIDURRE IL VENTRALISMO PERCHE' E' SUCCUBE

DEL MERCATO E DEI MERCANTI.

OCCORRE FAVORIRE IL DECENTRAMENTO, IL FEDERALISMO, I REFERENDUM.

OCCORRE RIDURRE IL NUMERO E LA DURATA DEGLI SPOT PUBBLICITARI A LIVELLO NAZIONALE , FAVORIRE LA PUBBLICITA' A LIVELLO LOCALE

OCCORRE IMPEDIRE I MONOPOLI, IMPEDIRE CHE LA PUBBLICITA' SIA NELLE MANI DI POCHI PADRONI DELLE RETI TV. 

IMPEDIRE NEL MODO PIU' ASSOLUTO IL SUPERTOTALIRASMO, CIOE' LA CONCENTRAZIONE DEL POTERE PRODUTTIVO, PUBBLICITARIO, LEGISLATIVO NELLE MANI DI UNA SOLA SOCIETA', DI UNA SOLA FAMIGLIA, DI UN SOLO UOMO.

OCCORRE RIBELLARSI AL TIRANNO TOTALE.

 

 
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SQUALLORE ITALIANO

Post n°1352 pubblicato il 21 Luglio 2010 da albert.z
 

SQUALLORE DA SOCIETA' IN DISGREGAZIONE

 
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