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SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

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Messaggi del 23/02/2007

Un altro pò di Giustizia

Post n°164 pubblicato il 23 Febbraio 2007 da albert.z
 

 Cesare Previti è stato condannato a un anno e mezzo di reclusione al termine del secondo processo d'appello celebrato a Milano nell'ambito del caso lodo-Mondadori. La condanna per il parlamentare di Forza Italia ed ex ministro della Difesa, va a sommarsi a quella già divenuta definitiva di 6 anni, in relazione alla causa Imi-Sir.

La Terza corte d'appello di Milano (presieduta da Sergio Silocchi), ha accolto tutte le richieste di condanna avanzate dal sostituto pg Pietro De Petris anche per gli altri imputati. La pena più alta è per il giudice Vittorio Metta, condannato a 2 anni e 9 mesi di reclusione in continuazione con i 6 anni riportati per Imi-Sir. L'avvocato Attilio Pacifico ha invece subito la stessa condanna di Cesare Previti, mentre l'avvocato Giovanni Acampora è stato condannato a 1 anno e 6 mesi da aggiungere ai 3 anni e 8 mesi riportati per la vicenda Imi-Sir. L'assoluzione dei quattro imputati dal parte della Corte d'appello di Milano era stata annullata dalla Cassazione che aveva disposto un nuovo processo.

In particolare il giudice Metta, secondo l'accusa, sarebbe stato corrotto dagli altri imputati per annullare, attraverso una sentenza di cui fu relatore, il lodo arbitrale che assegnava a Carlo De Benedetti il controllo azionario della Mondadori, a favore di Silvio Berlusconi. Non a caso, all'inizio del processo l'ex presidente del Consiglio figurava tra gli imputati, ma nel 2001 la Cassazione stabilì nei suoi confronti la prescrizione dei reati contestati.



L'avvocato Giuliano Pisapia, rappresentante di parte civile per la Cir di Carlo De Benedetti. Secondo il legale "la sentenza è aderente alle emergenze processuali dalle quali derivano la gravità e l'univocità di indizi a carico degli imputati".

 
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Un pò di Giustizia

Post n°163 pubblicato il 23 Febbraio 2007 da albert.z
 

La Corte di Cassazione ha dato il via libera al PM per ricorrere in appello contro la sentenza di assoluzione di Silvio Berlusconi, relativamente alle accuse di avere corrotto i giudici, per la sentenza SME.

 Breve storia del processo a Silvio Berlusconi e della legge Pecoella:

10 dicembre 2004. In relazione alla  vicenda SME , Sivio  Berlusconi è stato assolto «per non avere commesso il fatto» dall'accusa di avere comprato la sentenza sulla Sme. Assolto e prescritto, dopo avere ottenuto le attenuanti generiche, per altri  episodi di corruzione che gli erano stati contestati dalla procura.

20 febbraio  2006. Su iniziativa del deputato Gaetano Pecorella, deputato di Forza Italia e presidente della Commissione Giustizia della Camera e difensore del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi,  viene promulgata la legge (cosiddetta “legge Pecorella”)  che modifica il codice di procedura penale, nella parte che prevede l'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento di primo grado.

 24 gennaio 2007. La Corte costituzionale boccia la legge sull'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, perché incostituzionale (cosiddetta legge Pecorella). In particolare, i giudici della Consulta hanno dichiarato illegittimo l'art. 1 della legge 20 febbraio 2006 (modifiche al codice di procedura penale in materia di inappellabilità delle sentenze di proscioglimento) nella parte in cui esclude che il pm possa proporre appello contro le sentenze di proscioglimento e dell'art.10, nella parte in cui prevede che sia dichiarato inammissibile l'appello proposto dal pm contro una sentenza di proscioglimento prima dell'entrata in vigore della legge Pecorella.

 Oggi 16 febbraio 2007 la Cassazione ha  deciso e ha dichiarato  che il processo di appello a carico di  Silvio Berlusconi si può fare. Pertanto, la suprema corte ha disposto la trasmissione degli atti alla corte d'appello di Milano, annullando senza rinvio l'ordinanza con cui i giudici milanesi avevano dichiarato inammissibile l'appello (legge Pecorella)  proposto dalla procura contro la sentenza di primo grado.

A prescindere dai torti e dalle ragioni di Silvio Berlusconi, è stata finalmente cancellata una delle tante leggi  vergogna cosiddette “ad personam”(depenalizzazione del falso in bilancio, legge sulle rogatorie internazionali, legge che prevede il divieto di sottoporre a processo le cinque più alte cariche dello Stato, tra le quali il Presidente del consiglio, legge Cirami, legge sulla riduzione dei tempi di prescrizione, etc..etc..)  per la stesura,’appraovazione e promulgazione delle quali il “cavaliere di arcore” , nel 1994  e poi nel 2001 è “sceso in campo” affiancato da  avvocati di vaglia (Nello Ghedini, Gaetano Pecorella sono serviti per scrivere le leggi che hanno fatto  più comodo a Silvio Berlusconi) che ha fatto eleggere in Parlamento.

 

 
da: Aldus_r
 
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