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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi del 10/08/2007

UN PAESE ALLO SBANDO

Post n°330 pubblicato il 10 Agosto 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

Che paese è quello in cui, i processi sono lunghissimi, i tempi di prescrizione ridotti, le pene sono minori rispetto a quelle dei principali paesi europei ed  ha la condizionale, cioè non fai nemmeno un giorno di galera, se la pena è inferiore a 3 (TRE) anni?

E' il paese della più grande evasione fiscale, del maggior numero di morti sulle strade e sul lavoro, rispetto agli altri paesi europei. E' il paese che ha i condannati o gli indagati che possono legiferare sui reati sui cui sono stati condannati o indagati, con la possibilità di modificarsi la legge depenalizzando il reato e facendola valere retroattivamente!!! E chiamano questo abuso :"garanzia".

E' l'Italia, il paese di Andreotti, Berlusconi, Previti, Selva, Mele e dei vari condannati per strage, messi in parlamento perché un segretario di partito li ha " fatti eleggere", con una legge che gli stessi autori la definiscono una "porcata", fatta per disturbare i futuri governanti, sapendo di perdere, creando danno al Paese, che aspetta leggi per regolare le pensioni, il debito pubblico, la sanità, le autostrade, i servizi, il controllo dei prezzi: telefoni, energia elettrica e gas sempre più cari, ed i più cari d'Europa, con prezzi della benzina sempre oltre i limiti e che già una volta l'Antistrust ha sanzionato, ma che poi, per cavilli vari, la multa è stata annullata. Un paese che aspetta leggi per regolamentare a favore di tutti, cioè dei consumatori, degli ammalati, degli investitori, le garanzie di non essere frodato dalle banche, dagli imprenditori, dai dirigenti delle regioni, che gestiscono la sanità, che ti fa un esame dopo un anno dalla richiesta e che spreca anche 500.000 euro per arredare l'ufficio di un primario. l'Italia, il paese degli avvocati, che ti aspettano al varco e non puoi nemmeno associarti nella CLASS ACTION, per fare valere il diritto dei truffati.

Un bel paese, ancora per poco, perché sempre più assalito dalla mafia dei rifiuti tossici, gettati nelle campagne e perfino vicino alle fonti degli acquedotti. Un paese mal gestito, che nemmeno un governo di centrosinistra ha ha le qualità per salvarlo, dimostrando sin dalla sua nascita, che la meta sono le 102 poltrone con i relativi privilegi, che gridano vendetta agli occhi del cittadino, che vive con la modesta pensione e deve privarsi di molte cose per poter mangiare anche domani.

 
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Sprechi veneti

Post n°329 pubblicato il 10 Agosto 2007 da albert.z
 
Tag: sprechi
Foto di albert.z

                                                           VENETO

Contributi e finanziamenti

Nel 1996 Regione Veneto ha versato 4.000.000.000 di Lire quale contributo a enti culturali e per lo spettacolo. Tra i beneficiari:

  • l'Istituto di ricerche economiche e sociali del Veneto;
  • l'Istituto di ricerche di storia sociale e religiosa;
  • il Centro studi l'uomo e l'ambiente di Padova;
  • la Comunità per le libere attività culturali; l'Istituto veneto per la storia della resistenza;
  • l'Istituto bellunese di ricerche culturali e sociali.

Non poteva mancare l’Istituto Gramsci di Venezia, che ha ricevuto 65 milioni di lire, e tra una tavola rotonda su Togliatti e una conferenza su Lenin è stato anche organizzato, insieme ai comitati Prodi, un convegno dal titolo "Berlusconi visto da vicino". Ovvero propaganda di parte con i soldi dei contribuenti;

  • L’Assodonna ha ricevuto 971.000.000 di lire per il corso “Chiave maestra per una nuova cultura imprenditoriale nel turismo”;
  • 100.000.000 di lire sono stati utilizzati per interventi per i veneti nel mondo;
  • 200.000.000 di lire per la promozione di una cultura europeista in Veneto;
  • Le iniziative culturali per il cinquantesimo anniversario dei moti 1948/1949, sono state finanziate dalla regione, con 1.000.000.000 di lire (legge regionale 27 gennaio 1998 n. 1.
  • Con una delibera del 3 dicembre 1996 la giunta regionale ha stanziato, a favore dell'Associazione veronesi nel mondo, 60.000.000 di lire per organizzare uno "stage formativo nel settore agricolo per giovani discendenti di emigrati veneti

Soldi a chi osserva i volatili

La regione aveva previsto una spesa di 700.000 euro per “iniziative mirate a proteggere e ripopolare le specie in via di estinzione”. Una delibera è stata approvata il 23 luglio del 2004 per finanziare con 221.500 euro associazioni come:

  • L’associazione amici sella festa degli osei con 5.314 euro ad Annone veneto;
  • Anche a Tambre si organizza un’altra festa degli osei con 1.842 euro;
  • L’associazione di Sanfiorese con 6.187 euro;
  • Quella di Jesolo con 3.461 euro;
  • Un’altra associazione è quella di Basso Piave con 8.208 euro;
  • Infine c’è quella di Godeva Sant’urbano con 8.208 euro.
  • Poi ci sono gli allevatori di uccelli che si riconoscono nell’associazione “La Rotonda” con 1.487,90 euro;

Ogni comune ha una sua associazione ornitologica.

  • Quella di Feltre ha percepito 1.797 euro:
  • Quella di Castelfranco5.229 euro;
  • L’associazione che copre la marca trevigiana;
  • Quella di Monselice 4,487 euro;
  • Quella di Portogruaro 5.878 euro;
  • Ancora quella di Arzignano 1.050 euro;
  • L’associazione migratoristi italianisezione di Arzignano 2.154 euro;Gli amici dell’Arricciato una particolare razza di canarino con 2.768 euro;
  • Gli amici dell’Hrtz-Roller un’altra specie di canarino sponsorizzati dalla regione con 2.425 euro;
  • Poi ci sono gli amici del Gheppio ovvero “Falco Tinununculus” con 1.368 euro;
  • E ancora, ci sono gli amanti del Frullino, alias “Lymocriptes Minimum” di Portogruaro, con 899 euro;
  • Sempre a Portogruaro Il Club degli amici del Passero ha ottenuto 907 euro;
  • In fine non potevano mancare finanziamenti agli amici del Beccaccino? 886 euro.

La riconversione a spese dei cittadini

la Cariplo ha incassato 2.352.000.000 di lire per la “Riconversione del personale a rischio”;

il Centro italiano di solidarietà si è guadagnato un premio di 330.000.000 per un “Corso di formazione per operatori nel campo delle nuove crisi sociali”;

La consulta delle donne

Con legge regionale del 29 aprile 1997 n. 13, è stata istituita la consulta delle elette del Veneto, con sede presso il Consiglio regionale. Essa è costituita dalle donne elette e nominate negli organismi istituzionali a livello comunale, provinciale, regionale e nazionale ed europeo, dalle presidenti delle consulte femminili e delle commissioni pari opportunità e dalle consigliere di parità. La Consulta ha funzioni diverse, vaghe, o scontate, o propagandistiche. Eccole: sviluppare in tutte le donne il senso della responsabilità verso la società, favorire l'incremento della presenza femminile nelle assemblee elettive, realizzare iniziative per favorire l'informazione sul ruolo della donna nella società civile e nelle istituzioni, valorizzare ruolo e iniziative delle elette. A fare tutte queste cose, le elette ci riusciranno spendendo 50.000.000 di lire dei contribuenti?

Le incompiute

Per costruire l'idrovia Padova­Venezia spesi 103.000.000 000 di lire e 30 anni di lavori: ma nuotano solo le anatre. Sono stati realizzati solo 17 chilometri su 27, gettando una montagna di denaro pubblico

Consulenze, studi, collaborazioni

Per l'anno 1997 15.387.000.000 di lire per collaborazioni studi, ricerche ed indagini. Ricordiamo che i dipendenti della regione sono 2.800.

I MAGISTRATI A CHI DANNO LA CACCIA? AI LADRI DI POLLI? E LA CORTE DEI CONTI?

IL FEDERALISMO, CON LE COMPETENZE TOTALMENTE IN MANO AI POLITICI LOCALI, PORTERA' AD UN SERVIZIO MIGLIORE O  AD UN ARBITRIO MAGGIORE E A SPESE FOLLI?

SONO STATO FEDERALISTA, MA NON INTENDO CHE IL FEDERALISMO SERVA AI POLITICI LOCALI PER FARE CIO' CHE VOGLIONO, SENZA CONTROLLI E SENZA REGOLE CHIARE.  

 IL FEDERALISMO DEVE SERVIRE A DARE SERVIZI MIGLIORI E NON ALLARGARE LE SPESE SU MATERIE EXTRA-COMPETENZA, A DISCREZIONE DEL POLITICO.

IL FEDERALISMO ATTUALE HA  LA DATO LA LICENZA AI POLITICI LOCALI DI DECIDERE SU COSE MOLTO VAGHE E MAL DELIMITATE, OLTRE AL POTERE DI DECIDERE SUI PROPRI STIPENDI, CHE DOVREBBERO ESSERE DECISI DAL PARLAMENTO E SOTTOPOSTI AL CONTROLLO DELLA CORTE DEI CONTI PER IMPEDIRE STIPENDI ECCESSIVI.

 

 
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PREVENZIONE E GIUSTIZIA SOCIALE

Post n°328 pubblicato il 10 Agosto 2007 da albert.z
 

                   3.757.000   PRECARI

            3.000.000   LAVORATORI IN NERO

                    1000   MORTI ALL’ ANNO SUL POSTO DI LAVORO

               900.000   FERITI IN AZIENDA

 

NELLE AZIENDE COMBATTIAMO OGNI GIORNO UNA GUERRA CHE MIETE MORTI E SFRUTTA I LAVORATORI ITALIANI E STRANIERI.

 

UN PAESE CIVILE CHE HA UN QUARTO DELLA PROPRIA FORZA LAVORO CHE NON HA SICUREZZE NON PUO’ RITENERSI TALE .

 

ABBIAMO BISOGNO DI TE PER CAMBIARE IL PAESE . SOLO COSI’ NON SAREMO PIU’ SCHIAVI  DEI NOSTRI PADRONI E VITTIME DI QUESTA SOCIETA’ CREATA DA POLITICI AVIDI DI POTERE .

 

UNA DESTRA POCO NAZIONALISTA  E UNA SINISTRA MOLTO POCO DALLA PARTE DEI LAVORATORI E PENSIONATI  HANNO DELUSO E POI TRADITO I LORO ELETTORI.

 

ORA BASTA. FERMIAMOLI E DIAMO VOCE ALLA VOCE DEL POPOLO CHE VUOLE RISPOSTE PRECISE AI LORO PROBLEMI.

NOI NON PROMETTIAMO

NOI LAVORIAMO PER NOI E  PER VOI

NOI COMBATTIAMO PER I NOSTRI ED I VOSTRI DIRITTI

NOI CREDIAMO NELLA GIUSTIZIA SOCIALE.

GIUSTIZIA SOCIALE GRIDATA NELLE PIAZZE DA SINDACATI SPESSO D’ACCORDO CON CHI CI HA FATTO DEL MALE.

 http://www.movimentoantisprechieprivilegi.com/

 
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Mastella: il potere dei politici contro l'informazione

Post n°327 pubblicato il 10 Agosto 2007 da albert.z
 

Al Cittadino non far Sapere
di Marco Travaglio

Cari lettori, quando il Parlamento approva una legge all’unanimità, di solito bisogna preoccuparsi. Indulto docet. Questa volta è anche peggio. L’altroieri, in poche ore, con i voti della destra, del centro e della sinistra (447 sì e 7 astenuti, tra cui Giulietti, Carra, De Zulueta, Zaccaria e Caldarola), la Camera ha dato il via libera alla legge Mastella che di fatto cancella la cronaca giudiziaria. Nessuno si lasci ingannare dall’uso furbetto delle parole: non è una legge “in difesa della privacy” (che esiste da 15 anni) nè contro “la gogna delle intercettazioni”. Questa è una legge che, se passerà pure al Senato, impedirà ai giornalisti di raccontare - e ai cittadini di conoscere - le indagini della magistratura e in certi casi persino i processi di primo e secondo grado. Non è una legge contro i giornalisti. È una legge contro i cittadini ansiosi di essere informati sugli scandali del potere, ma anche sul vicino di casa sospettato di pedofilia. Vediamo perché.
Oggi gli atti d’indagine sono coperti dal segreto investigativo finché diventano “conoscibili dall’indagato”.
Da allora non sono più segreti e se ne può parlare. Per chi li pubblica integralmente, c’è un blando divieto di pubblicazione, la cui violazione è sanzionata con una multa da 51 a 258 euro, talmente lieve da essere sopportabile quando le carte investono il diritto-dovere di cronaca. Dunque i verbali d’interrogatorio, le ordinanze di custodia, i verbali di perquisizione e sequestro, che per definizione vengono consegnati all’indagato e al difensore, non sono segreti e si possono raccontare e, di fatto, citare testualmente (alla peggio si paga la mini-multa). È per questo che, ai tempi di Mani Pulite, gli italiani han potuto sapere in tempo reale i nomi dei politici e degli imprenditori indagati, e di cosa erano accusati. È per questo che, di recente, abbiamo potuto conoscere subito molti particolari di Bancopoli, Furbettopoli, Calciopoli, Vallettopoli, dei crac Cirio e Parmalat, degli spionaggi di Telecom e Sismi.
Fosse stata già in vigore la legge Mastella, Fazio sarebbe ancora al suo posto, Moggi seguiterebbe a truccare i campionati, Fiorani a derubare i correntisti Bpl, Gnutti e Consorte ad accumulare fortune in barba alle regole, Pollari e Pompa a spiare a destra e manca. Per la semplice ragione che, al momento, costoro non sono stati arrestati né processati: dunque non sapremmo ancora nulla delle accuse a loro carico. Lo stesso vale per i sospetti serial killer e pedofili, che potrebbero agire indisturbati senza che i vicini di casa sappiano di cosa sono sospettati.
La nuova legge,infatti,da un lato aggrava a dismisura le sanzioni per chi infrange il divieto di pubblicazione: arresto fino a 30 giorni o, in alternativa, ammenda da 10 mila a 100 mila euro (cifre che nessun cronista è disposto a pagare pur di dare una notizia). Dall’altro allarga à gogò il novero degli atti non più pubblicabili. Anzitutto “è vietata la pubblicazione, anche parziale o per riassunto, degli atti di indagine contenuti nel fascicolo del pm o delle investigazioni difensive, anche se non più coperti da segreto, fino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”. La notizia è vera e non é segreta, ma è vietato pubblicarla: i giornalisti la sapranno, ma non potranno più raccontarla. A meno che non vogliano rovinarsi, sborsando decine di migliaia di euro.
È pure vietato pubblicare, anche solo nel contenuto, “la documentazione e gli atti relativi a conversazioni, anche telefoniche, o a comunicazioni informatiche o telematiche ovvero ai dati sul traffico telefonico e telematico, anche se non più coperti da segreto”. Le intercettazioni che hanno il pregio di fotografare in diretta un comportamento illecito, o comunque immorale, o deontologicamente grave sono sempre top secret.

Bontà loro, gli unanimi legislatori consentiranno ancora ai giornalisti di raccontare che Tizio è stato arrestato (anche per evitare strani fenomeni di desaparecidos, come nel vecchio Sudamerica o nella Russia e nell’Iraq di oggi). Si potranno ancora riferire, ma solo nel contenuto e non nel testo, le misure cautelari, eccetto “le parti che riproducono il contenuto di intercettazioni”. Troppo chiare per farle sapere alla gente.
E i dibattimenti? Almeno quelli sono pubblici, ma fino a un certo punto: “non possono essere pubblicati gli atti del fascicolo del pm, se non dopo la pronuncia della sentenza d’appello”. Le accuse raccolte (esempio, nei processi Tanzi, Wanna Marchi, Cuffaro, Cogne, Berlusconi etc.) si potranno conoscere dopo una decina d’anni da quando sono state raccolte: alla fine dell’appello. Non è meraviglioso?
L’ultima parte della legge è una minaccia ai magistrati che indagano e intercettano ”troppo”, come se l’obbligatorietà dell’ azione penale fosse compatibile con criteri quantitativi o di convenienza economica: le spese delle Procure per intercettazioni (che peraltro vengono poi pagate dagli imputati condannati, ma questo nessuno lo ricorda mai) saranno vagliate dalla Corte dei Conti per eventuali responsabilità contabili. Così, per non rischiare di risponderne di tasca propria, nessun pm si spingerà troppo in là, soprattutto per gli indagati eccellenti.
A parte «Il Giornale», nessun quotidiano ha finora compreso la gravità del provvedimento. L’Ordine dei giornalisti continua a concentrarsi su un falso problema: quello del “carcere per i giornalisti”, che è un’ipotesi puramente teorica, in un paese in cui bisogna totalizzare più di 3 anni di reclusione per rischiare di finire dentro. Qui la questione non è il carcere: sono le multe. Molto meglio una o più condanne (perlopiù virtuali) a qualche mese di galera, che una multa che nessun giornalista sarà mai disposto a pagare. Se esistessero editori seri, sarebbero in prima fila contro la legge Mastella. A costo di lanciare un referendum abrogativo. Invece se ne infischiano: meno notizie “scomode” portano i cronisti, meno grane e cause giudiziarie avrà l’azienda. Mastella, comprensibilmente, esulta: «Un grande ed esaltante momento della nostra attività parlamentare». Pecorella pure: «Una buona riforma, varata col contributo fondamentale dell’opposizione». Vivi applausi da tutto l’emiciclo, che è riuscito finalmente là dove persino Berlusconi aveva fallito: imbavagliare i cronisti. Ma a stupire non è la cosiddetta Casa delle Libertà, che facendo onore alla sua ragione sociale ha tentato fino all’ultimo di aumentare le pene detentive e le multe (fino al 500 mila euro!) per i giornalisti. È l’Unione, che nell’elefantiaco programma elettorale aveva promesso di allargare la libertà di stampa. Invece l’ha allegramente limitata con la gentile collaborazione del centrodestra. Ma chi sostiene che nell’ultimo anno non è cambiato nulla, ha torto marcio. Quando le leggi-vergogna le faceva Berlusconi, l’opposizione strillava e votava contro. Ora che le fa l’Unione, l’ opposizione non strilla, anzi le vota. In vista del passaggio al Senato, cari lettori, facciamoci sentire almeno noi, giornalisti e cittadini.

 
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Le Banche andrebbero regolamentate meglio

Post n°326 pubblicato il 10 Agosto 2007 da albert.z
 
Tag: banche

Prima di fare una cosa tipo CDO, qualcuno dovrebbe intervenire per impedire un disastro in caso di insolvenza dei sottoscrittori dei mutui.

C'è troppo liberismo. In questo mondo, in cui, qualunque mafioso può diventare un manager, il popolo degli investitori è esposto alla perdita dei capitali investiti, con gravi contraccolpi sull'economia mondiale e sulla vita di milioni di persone.

Occorre un organismo internazionale che controlli meglio le attività delle banche. Ora il FMI non mette alcun limite all'inventiva da rapinatori dei banchieri americani.

Le borse risentono di ciò che avviene nel mondo. I disastri diventano planetari.

Occorre mettere un freno ai capistalisti da rapina e da sconquasso, che lucrano sul danno degli altri.

 

 
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LE BANCHE

Post n°325 pubblicato il 10 Agosto 2007 da albert.z
 

Le banche possono essere meglio dei magliari e molto meglio della mafia. Non c’è limite alla loro finanza creativa. O, meglio, il limite c’è, è il crack, la bolla, la crisi dei mercati. Quando i risparmiatori perdono tutto, allora la creatività lascia il posto alle analisi degli economisti che spiegano bene e in dettaglio, ma sempre dopo. Chi ha perso tutto, mentre li legge, sente sempre il desiderio di incontrarli di sera con una mazza ferrata.
Le banche, soprattutto americane, applicano da anni un meccanismo infernale sui mutui. Funziona così. La banca concede il mutuo a persone a rischio. Mutui “subprime” per i quali non si verifica la fonte di reddito di chi li chiede. Mutui “Alt-a” dati con una semplice dichiarazione. Più mutui, più soldi per le banche. La banca guadagna sugli interessi del mutuo, ma il rischio è alto. Perchè chi ha contratto il mutuo potrebbe non pagare. La banca allora impacchetta i mutui in fondi di investimento, un po’ come trasformare la m..da in oro.
I mutui in vendita sono chiamati Cdo, obbligazioni collateralizzate di debito. In pratica le banche vendono i debiti di persone spesso insolvibili. Con un triplo guadagno: dal mutuo, dal fondo e dall’eliminazione del rischio. I Cdo possono essere stati inseriti in teoria in qualunque fondo. L’ignaro acquirente potrebbe scoprirlo nei prossimi giorni. Infatti, il valore del mercato immobiliare statunitense è in caduta libera da mesi, gli americani non riescono a pagare più le rate, i fondi vanno a picco.
Il Cdo non si sa dove è andato a finire. In quali banche, in quali Paesi, in quali fondi. A chi tocca, tocca. E’ il capitalismo del debito, bellezza. Quello che inventa le ricchezze e distrugge i risparmiatori.

V-day:
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borse in fibrillazione per mutui americani

Post n°324 pubblicato il 10 Agosto 2007 da albert.z
 

Roma, 9 ago. (Adnkronos/Ign) - Timori dalla Bce per la crisi dei mutui Usa. I banchieri centrali, infatti, sono preoccupati che possano esserci ripercussioni anche in Europa. ''Il mercato mondiale dei prestiti a elevata leva finanziaria, ivi compreso un ampio segmento europeo, - sottolinea la Bce nel bollettino di agosto - mostra alcune analogie con il mercato statunitense dei mutui ipotecari di qualità non primaria che potrebbero dar adito a timori per la stabilità finanziaria nel caso di una svolta avversa nel ciclo del credito.

In ogni caso, la Bce corre ai ripari per scongiurare un 'credit crunch' che potrebbe avere serie ripercussioni sul settore bancario del Vecchio Continente. Per questo motivo l'istituto di Francoforte ha emesso sul sistema bancario europeo liquidità per un totale di 94,841 miliardi di euro. Si tratta della maggiore emissione singola mai effettuata e la seconda dopo l'11 settembre 2001, quando nei due giorni successivi vennero immessi 109 miliardi di euro.

L'Istituto di Francoforte invita poi a ''intervenire con tempestività e fermezza per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio periodo''. Il rincaro del petrolio, il profilarsi di vincoli di capacità e il potenziale rafforzamento della dinamica dei salari e dei costi, rileva Francoforte, ''avvalorano, unitamente ad altri fattori, la precedente valutazione del Consiglio direttivo secondo cui vi sono rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi nel medio-periodo''. Pertanto ''è essenziale vigilare con molta attenzione per evitare che si concretizzino rischi per la stabilità dei prezzi nel medio periodo. Ciò, a sua volta, concorrerà ad assicurare che le aspettative d'inflazione a medio-lungo termine nell'area dell'euro restino saldamente ancorate su livelli coerenti con la stabilità dei prezzi''.

I governi dei paesi dell'euro, in questo contesto economico positivo, devono inoltre evitare ''politiche procicliche'' e accelerare ''il ritmo di risanamento dei conti pubblici'', ribadisce la Bce che nel bollettino di agosto evidenzia come ''gli obiettivi di bilancio, che in alcuni paesi non sono ambiziosi, non vanno ridimensionati'' mentre ''gli introiti straordinari dovrebbero essere destinati alla riduzione del disavanzo''. Il ridimensionamento dei piani di risanamento in presenza di risultati di bilancio inaspettatamente positivi comporta il rischio che si ripeta l'esperienza del 2000-2001, quando una insufficiente preparazione a un rallentamento dell'economia ha portato in breve tempo a disavanzi eccessivi''.

Nell'area dell'euro, in ogni caso, ''è proseguita una robusta crescita dell'economia nel corso del secondo trimestre'' e le prospettive ''nel medio periodo restano favorevoli''. Per quanto riguarda il contesto esterno, evidenzia l'istituto di Francoforte, ''l'espansione dell'economia è divenuta più equilibrata tra le regioni del mondo e seguita a essere vigorosa. Le condizioni esterne continuano, dunque, a sostenere le esportazioni dell'area dell'euro''. Anche la domanda interna dell'area, sottolinea la Bce, ''dovrebbe preservare il suo slancio relativamente vivace. Gli investimenti dovrebbero restare dinamici, beneficiando di condizioni di finanziamento complessivamente favorevoli, utili societari che sono stati e permangono elevati, ristrutturazione dei bilanci, nonché guadagni di efficienza delle imprese su un periodo prolungato''. I consumi, si rileva, ''saranno sostenuti dell'evoluzione del reddito disponibile reale, in un contesto caratterizzato dal perdurare di una forte crescita dell'occupazione''.

Quanto alle aspettative per la crescita del pil in termini reali nella zona euro sono state riviste al rialzo di 0,2% per il 2007 e indicano ora un'espansione del 2,7%. Per il 2008 la previsione di crescita del pil resta invece invariata al 2,3%. Le aspettative per la crescita a più lungo termine, per il 2012, sono state riviste verso l'alto di 0,1% e ora si collocano al 2,2%. I partecipanti all'Spf, inoltre, hanno rivisto al rialzo le aspettative di inflazione per il 2007 e il 2008, al 2% dall'1,9% della precedente indagine. Per il il 2009 gli intervistati prevedono che l'inflazione rimarrà al 2%.

 
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Borse sull'altalena

Post n°323 pubblicato il 10 Agosto 2007 da albert.z
 

I timori per la crisi dei mutui 'subprime' hanno contagiato anche le borse di Asia e Pacifico, che hanno reagito con un giorno di ritardo, per ragioni di fuso orario, agli sviluppi della vicenda negli Usa e in Europa. Pesanti tutti gli indici con perdite generalizzate in tutti i comparti. Sotto pressione i listini di Tokyo (-2,37%), Hong Kong (-3,15%) e Seul (-4,2%) che è apparsa come la piazza più scottata dal problema insieme a Sidney (-3,72%). Relativamente al riparo Shanghai, dove il calo è pari allo 0,8% per l'indice di riferimento.

Brivido sui mercati
MILANO - Il fantasma dei mutui 'subprime' è tornato a colpire sulle borse del Vecchio e del Nuovo Continente dopo due giorni di tranquillità che avevano fatto recuperare terreno ai vari listini. In chiusura le maggiori piazze finanziarie europee hanno recuperato parzialmente le perdite dimezzando in alcuni casi i valori negativi che a Parigi e  Stoccolma avevano superato i tre punti percentuali, 'bruciando' comunque 160 miliardi di capitalizzazione.

Nella mattinata le borse asiatiche avevano chiuso con il segno positivo con Tokyo in rialzo dello 0,83% e Hong Kong dello 0,91%, allentando le tensioni sulla crisi dei mutui 'subprime', ma già all'apertura le Borse europee avevano mostrato segnali di nervosismo anche se le previsioni peggiori su Wall Street (che tuttavia cede un punto percentuale) nel pomeriggio non si sono avverate e gli indici hanno recuperato in parte il terreno.

Nel Vecchio Continente la scintilla alle vendite è scoppiata con la notizia che la francese Bnp ha congelato 3 fondi esposti nel settore, a cui sono seguiti gli allarmi lanciati dalla Bce. L'istituto di Francoforte nel bollettino mensile diffuso oggi, ha indicato per il mercato europeo dei prestiti "alcune analogie con il mercato statunitense dei mutui ipotecari di qualità non primari che potrebbero dar adito a timori per la stabilità finanziaria nel caso di una svolta avversa nel ciclo del credito". La Bce ha inoltre immesso liquidità sui mercati per 94 miliardi di euro allo scopo di fronteggiare la crisi, mentre la Fed ha fornito 12 miliardi di dollari.  

Le parole della Banca centrale sono state interpretate dagli investitori come un invito a vendere, soprattutto i titoli del comparto bancario ed assicurativo. E così è stato, con vendite concentrate in Europa, dove l'indice Stoxx è sceso dell'1,9% e l'Euro Stoxx del 2%. I bancari sono stati maggiormente esposti alla cessione con Dexia (-5,42%), Bnp (-4,6%) e Natixis (-5,57%).

"Gli investitori  rimarranno scettici fino a quando non sarà ben chiaro se il problema, legato al mercato creditizio, che ha colpito alcune compagnie come  Bnp, avrà delle reali conseguenze economiche", ha spiegato un operatore alla Bloomberg. A Francoforte arretrano Commerzbank (-4,5%),  nonostante il raddoppio degli utili nel secondo trimestere e Deutsche Bank (-3,5%). Il calo di Ing (-3,47%) ad Amsterdam ha di fatto azzerato il guadagno della vigilia sui dati trimestrali favorevoli.

Oltre alle banche, poi, hanno sofferto i titoli assicurativi, tradizionalmente legati a doppio filo con l'andamento degli indici di Borsa, che hanno scontato l'elevata esposizione sui mercati azionari dei loro portafogli titoli. Scendono Standard Life (-6,52%) e Royal & Sun Alliance (-3,83%).  

Difficoltà anche per la svizzera Nobel Biocare (-8,4%), International Power (-4,2%) e la svedese Orkla (-12%). A Stoccolma ha chiuso in rialzo Omx (+6,5%) la società che gestisce la borsa svedese, che beneficia dell'offerta da parte del mercato finanziario di Dubai per acquistare il 25% del suo  capitale. In calo anche i titoli delle materie prime, con a Londra, dopo i recenti rialzi, sulla scia delle quotazioni dei metalli, con Salzgitter (-7,66%), Bhp Billiton (-4,18%) e Rio Tinto (-3,61%), penalizzate da vendite inferiori alle attese.   Di seguito, l'andamento dei titoli guida delle principali  borse europee.


- Londra               -1,91%
- Parigi               -2,17%
- Francoforte          -2,00%
- Madrid               -1,11%
- Milano               -1,45%
- Amsterdam            -2,47%
- Stoccolma            -2,70%
- Zurigo               -1,77%
- New York (in corso)  -1,17%
NOTIZIE ANSA

 
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COSTI ESAGERATI DELLA POLITICA

Post n°322 pubblicato il 10 Agosto 2007 da albert.z
 

Costi della politica: all'assessore 11 mila euro al mese Stipendi della Giunta, il governatore arriva a 14 mila

Undicimila euro netti al mese: questo lo stipendio medio di un assessore della Giunta regionale. Mentre il presidente, secondo nella speciale classifica nazionale dei governatori regionali, guadagna poco più di 14 mila euro, netti, per quattordici mensilità. Il viaggio dentro i costi della politica arriva in viale Trento, sede della Giunta, e tocca i vertici degli assessorati. L'autista e uno staff di sette persone fra i privilegi concessi agli assessori, mentre è ben più corposo l'ufficio del capo dell'esecutivo. Nel confronto con i rappresentanti del parlamento regionali, gli assessori perdono qualche migliaio di euro, ma certamente non possono lamentarsi.

I consiglieri regionali possono sorridere e guardare dall'alto in basso i poveri assessori. Seppure lo staff di Renato Soru se la passi abbastanza bene, con una busta paga di oltre 11 mila euro al mese, lo scalino che divide la retribuzione fra gli eletti dal popolo e gli eletti dal governatore è alto circa 5 mila euro. Al mese, si intende, e la cifra è netta, a favore dei consiglieri. E quando l'assessore è politico, nel senso che è espressione di un partito, arriva la mannaia della quota - fissa - da devolvere al partito. Regola che non valeva per Gianvalerio Sanna e ora per Eliseo Secci (la Margherita non pretende, ma non finanzia la campagna elettorale), mentre Massimo Dadea, e fino a un anno fa Tonino Dessì, targati Ds, in base ad accordi interni girano alla Quercia 2.325 euro al mese. Più forte, numeri alla mano, la trattenuta imposta dal partito della Rifondazione comunista: il 55 per cento della busta paga che ritirava Maddalena Salerno e oggi Romina Congera va al partito, regola che vale per qualsiasi altro emolumento. Rispetto ai consiglieri regionali, gli assessori non hanno i contributi previdenziali pagati e non possono contare sulle tre mensilità straordinarie concesse in via Roma, seppure la busta paga arrivi quattordici volte in un anno. Ma hanno - vedremo - la possibilità di crearsi un robusto staff personale. Autista compreso con auto blu al seguito. 

IL PRESIDENTE. Il capo della Giunta regionale guadagna di più, forte dell'indennità di consigliere regionale. La busta paga di Renato Soru "pesa" 14.644 euro, cifra netta, e nella speciale classifica fra i presidenti di Regione il nostro si piazza al secondo posto, dietro l'inarrivabile Nichi Vendola - governatore della Puglia - che si becca quasi 19 mila euro al mese. Seppure la metà va al partito, non è certo un brutto vivere. 

I DETTAGLI. Lo stipendio base di un assessore regionale è di 2.902 euro. L'indennità consiliare è di poco maggiore a quella dei consiglieri - 9.605 euro - poi c'è la diaria, 4.000 euro, alla quale si aggiungono indennità varie per circa 600 euro. Su uno stipendio lordo di quasi 18 mila euro, le trattenute superano di poco il 40 per cento, toccando quota 6700: un assessore della giunta guidata da Soru si porta a casa, al netto delle imposte, poco più di 11 mila euro al mese. 

I PRIVILEGI. Il presidente della Giunta può contare su uno staff dal numero non definito: ci sono il capo ufficio stampa e i suoi collaboratori, l'ufficio di Gabinetto è composto da nove persone, un solo dirigente è inquadrato nella squadra del governatore. Diversa è la situazione che regna negli assessorati: l'ufficio di Gabinetto di ogni assessore può contare al massimo su un capo dell'ufficio, un segretario particolare e un consulente. Tre funzionari, ai quali si possono aggiungere due addetti di segreteria e due addetti all'ufficio di gabinetto. Le nomina può deciderle direttamente l'assessore di turno, pescando all'esterno dell'amministrazione solo per i primi tre incarichi. I quattro addetti, invece, devono arrivare dalla Regione o - ma questo accade raramente - essere comandati da altri enti regionali. Se la presidenza può decidere autonomamente sulle convenzioni - tema che non ha mancato di scatenare apsre polemiche in questa legislatura fra maggioranza e opposizione - gli assessorati non possono nominare consulenti estranei al proprio staff. C'è chi ha preferito lasciare, tre assessori uno dopo l'altro, o chi si è imposto cinque anni di fedeltà al governatore. La dura - e dorata - vita dell'assessore.
ENRICO PILIA

 
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PIRATI DELLA FINANZA?

Post n°321 pubblicato il 10 Agosto 2007 da albert.z
 

Il potere finanziario è oggi più forte di quanto sia mai stato.

25 anni di aumenti dei tassi di interesse bancari superiori agli indici dell'inflazione, hanno determinato uno spostamento di ricchezza dalla produzione di beni e servizi (salari e stipendi; imprese piccole e medie) alla economia di carta, concentrando ricchezza verso il sistema bancario.

Draghi, per ridurre il debito pubblico, vuole insegnare come fare sacrifici ai precari, ai lavoratori, ai pensionati ed alle tante aziende in difficoltà, ma pensa di fare ciò che vuole delle ricchezze da loro accumulate (trattenute nelle disponibilità della Banca d'Italia, che contrariamente all'opinione diffusa non è pubblica).

Il Presidente di Bankitalia lancia strali sui compensi dei parlamentari (che sono eccessivi) ma non ci dice quello che lui guadagna ed ha guadagnato con Goldman Sachs. Noi però sappiamo che Matteo Arpe (attualmente indagato nell'ambito dell'inchiesta sul crack Parmalat), come ex amministratore di Capitalia, si è visto recapitare da Cesare Geronzi una liquidazione (TFR !?) di 50 milioni di EURO.

Alessandro Profumo, alla guida di Unicredit ha uno Stipendiuccio di circa 13,2 milioni di EURO all'anno; 1.100.000 EURO al mese, cioè 36.000 EURO al
giorno, ovvero 1527 EURO all'ora (comprese anche quelle in cui dorme,
mangia, vive e si diverte): praticamente in 1 ora di sonno guadagna il 30% in più del salario mensile di un metalmeccanico ed il doppio di un lavoratore precario.

Fernando Rossi

 
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