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Messaggi del 29/09/2007

Deputati per tre giorni: 1700 euro di pensione

Post n°370 pubblicato il 29 Settembre 2007 da albert.z
 
Tag: sprechi

Marco Pannella dichiara di non aver mai saputo del vitalizioerogato da Camera e Senato a quattro radicali che si sono dimessi il giorno stesso della proclamazione: Piero Craveri, Luca Boneschi, Angelo Pezzana e René Andreani. Il leader radicale, in una lettera al quotidiano «Italia Oggi», che ha rivelato la faccenda, sostiene che l'intero gruppo radicale era all'oscuro di tutto.

Secondo il quotidiano, i quattro - per circa 'un'ora di legislatura nel 1987 - ricevono regolarmente un vitalizio mensile di 1.733 euro netti. In realtà, stando alla pubblicazione «I deputati della Repubblica dalla I alla XIV legislatura», edita dalla Camera dei deputati, solo René Andreani ha effettivamente lavorato a Montecitorio per una sola giornata (il 20 settembre 1984 è stato proclamato e nello stesso giorno si è dimesso), ma poi è rientrato alla Camera come deputato dal 19 giugno 1990. Boneschi è rimasto deputato per due giorni, dal 12 al 13 maggio 1982, e Pezzana per più di una settimana: dal 6 al 14 febbrai o 1979. Sempre troppo poco, evidentemente, per guadagnarsi una pensione.

E Pannella non ha difficoltà a riconoscerlo. Così, il leader radicale ringrazia «Italia Oggi» per averlo rivelato e per le inchieste sui costi della politica, un tema che i radicali hanno sempre condiviso in 55 anni di storia. Pannella puntualizza che il vertice radicale «certissimamente» ignorava la questione del vitalizio e aggiunge: «Più o meno da quella data di Piero Craveri e di Luca Boneschi il Partito non ha avuto più segnali di impegno, o anche solo di vicinanza fatti salvi, dopo vent'anni, sporadici diversi episodi. Mentre per quanto riguarda René Andreani e Angelo Pezzana, che indubbiamente hanno continuato in questi anni un loro impegno civile e politico riconducibili comunque alle nostre ispirazioni e ai nostri obiettivi, non ho ancora avuto modo di raggiungerli e di approfondire le loro ragioni».

L'elenco completo degli ex parlamentari aventi diritto a vitalizio è stato pubblicato dall'«Espresso» dell'8 febbrai o 2007. Comprende 2.238 nomi (1.377 ex deputati e 861 ex senatori). Secondo l'attuale normativa, che risale agli anni 1997-98 (e quindi posteriore alla questione denunciata da «Italia Oggi»), il parlamentare consegue il diritto al vitalizio al raggiungimento dei 65 anni di età se ha accumulato contributi per almeno cinque anni (pari ad una legislatura piena). Se la legislatura si interrompe, il parlamentare ottiene lo stesso il vitalizio all'età prescritta, se la legislatura è durata almeno 2 anni sei mesi e un giorno e pagando contributi volontari per i due anni e mezzo mancanti, da saldare a fine mandato in 60 comode rate. Il sottosegretario Enrico Letta - attualmente in corsa per la leadership del Pd - ha più volte sollecitato l'opportunità di rivedere la normativa sulle pensioni dei parlamentari, che costituisce un evidente priviliegio: sarebbe un buon modo, dice Letta, per iniziare a tagliare i costi della politica.

Un tema, questo, sempre spinoso. An e Idv stanno pensando a presentare assieme una propsta di legge e questo asse tra il partito di Fini e quello di Di Pietro scatena subito sospetti e illazioni. «Ad accomunarci con Di Pietro è solo un comune sentire, un rigorismo su temi specifici come giustizia e indulto», si difende Alemanno. Ma Morselli (ex An, oggi Destra con Storace) insinua: «L'accordo Alemanno-Di Pietro prevede anche l'incandidabilità di Silvio Berlusconi?». Per Fi, Maurizio Sacconi protesta: «La collaborazione tra An e Idv è sconcertante, perché essa si realizza tra un partito della Cdl ed un altro che a pieno titolo partecipa nel governo Prodi, concorrendo a quella crescente separazione tra istituzioni e Paese reale della quale è responsabile in tutto e per tutto la maggioranza parlamentare».

Da Il Gazzettino  R.R.

 
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