Creato da albert.z il 31/08/2006
Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

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Messaggi del 28/11/2007

SE I GIOVANI INVECE DI SBAGLIARE BERSAGLIO...

Post n°417 pubblicato il 28 Novembre 2007 da albert.z
 

ED INVECE DI INTERESSARSI SOLO DI CALCIO O DI VELINE, COMINCIASSERO A RAGIONARE E A CAPIRE CHE LA SITUAZIONE POLITICA ITALIANA LI PENALIZZA E CHE SE LORO NON SI DARANNO DA FARE, NON AVRANNO NEMMENO LA POSSIBILITA' DI FARSI UNA FAMIGLIA, DI COMPRARSI UNA CASA, DI VIVERE UNA VITA NORMALE.

SE I RICERCATORI UNIVERSITARI SI UNISSERO CON UNA LOTTA COMUNE PER AVERE ALMENO DI CHE VIVERE E PER AVERE IL DIRITTO AL RICONOSCIMENTO DEI LORO MERITI.

SE QUESTI "BAMBOCCIONI", CHE SONO OBBLIGATI A VIVERE IN CASA DEI GENITORI, COMINCIASSERO A PENSARE COME CAMBIARE LA SITUAZIONE, FORSE RIUSCIREMO A SPAZZARE VIA TUTTO QUESTO VECCHIUME DI POLITICI ITALIANI, CHE CI GOVERNANO DA DECENNI, PER FARE GLI INTERESSI PROPRI E DELLE ALTRE CASTE.

QUANDO CAPIRANNO CHE DEVONO MUOVERSI FORSE SARA' TROPPO TARDI ?

 
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I moniti del presidente

Post n°416 pubblicato il 28 Novembre 2007 da albert.z
 

Dal Colle, di tanto in tanto, arriva un monito. E’ il famoso “monito del Colle”. Da lassù il presidente della Repubblica è sempre in osservazione e, quando serve, “monita”.
Monitare è quella particolare attenzione dedicata ai magistrati e alle intercettazioni telefoniche. Il monito è, di norma, un appello ad abbassare i toni, a proteggere la privacy dei politici, a condannare il protagonismo di giudici ciarlieri. Il monito è una battaglia di civiltà, un appello per una convivenza civile. E’ come una folgore di Zeus che colpisce sempre gli stessi alberi e risparmia le discariche.
Il presidente, oltre a monitare, di solito dorme, non sugli allori, ma sulla onorabilità del Parlamento e dei suoi condannati e prescritti, sulle frequentazioni mafiose e palesi di alcuni partiti, sull’informazione scomparsa. Fa sonni profondi. Se nomini D’Alema/Unipol, Berlusconi/Mondadori o Mastella/Why Not ha un leggero trasalimento. Piccolo, piccolo. Impercettibile. Prende i sali e poi si riprende. Ai nomi di De Magistris e della Forleo però monita subito, senza tentennamenti.
Il presidente è eletto dai partiti, fa il suo dovere, li accudisce teneramente. L’età lo nobilita, con quegli anni può dire quello che vuole. Come il nonno a tavola quando arriva il dolce. Una volta c’era la bocca di Virna Lisi, oggi la dentiera presidenziale. Il presidente va eletto dagli italiani, non dai nostri dipendenti. Non deve avere più di cinquant’anni. Non serve un presidente da ospizio di garanzia dello status quo partitico. Voglio una persona giovane, della società civile, non legata ai partiti. Chiedo troppo? Dobbiamo chiedere troppo! Ci stiamo giocando un futuro che questi settantenni e ottuagenari non vedranno mai.

Beppe Grillo

 
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BERNABE' torna dopo la cacciata del 1999, ad opera di D'Alema

Post n°415 pubblicato il 28 Novembre 2007 da albert.z
 
Tag: D'Alema

"Caro dott. Franco Bernabè,
ho saputo della sua nomina ad amministratore delegato di Telecom Italia e ho deciso di scriverle una lettera aperta.
Lei fu cacciato nel 1999 dalla poltrona che ora va di nuovo ad occupare. Voleva allora un’alleanza con Deutsche Telecom e impedire che Telecom Italia si indebitasse per decine di miliardi di euro con i “capitani coraggiosi” Gnutti e Colaninno che “comprarono” a debito l’azienda. Il suo tentativo fallì per l’opposizione di Massimo D’Alema, allora presidente del consiglio, che favorì l’ingresso nella più grande azienda del Paese di capitalisti con le pezze al culo. In seguito Colaninno è stato condannato per bancarotta preferenziale per Italcase, Gnutti per insider trading e D’Alema è alle prese con il caso Unipol per cui sono stati condannati Consorte e Sacchetti.
Lei trova un’azienda più indebitata, con meno risorse, con una presenza internazionale ridotta, con decine di migliaia di dipendenti in meno, società vendute, esternalizzate, chiuse. Che ha perso tutti i treni negli ultimi otto anni e che è sopravvissuta solo grazie a un sostanziale monopolio favorito dalla politica.
BEPPE GRILLO

D'Alema, oltre ad aver acconsentito l'entrata di Berlusconi in Parlamento, nonostante una legge ( 361 del 1957) lo impedisse, oltre a non aver voluto affrontare il conflittto di interessi di Berlusconi proprietario di reti TV, e capo di governo, ha anche dato in pasto ai "capitani coraggiosi",Gnutti e Colaninno la Telecom. NONOSTANTE TUTTO D'ALEMA E' SEMPRE IN PARLAMENTO ED ADDIRITTURA E' MINISTRO!!!

 
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