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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi del 19/12/2007

La carica dei 700 telefonini per la Regione Campania

Post n°433 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da albert.z
 
Tag: sprechi

Bassolino_180 Quella della Regione Campania di sicuro è una macchina complessa, che svolge molte funzioni ma che ha anche accumulato debiti mostruosi. Per questo in una stagione di tagli ai bilanci pubblici non può non sorprendere la notizia del nuovo appalto per l'acquisto di cellulari deciso dalla giunta guidata da Antonio Bassolino. Sorprende soprattutto il numero di nuovi telefonini previsti dal capitolato: ben settecento. Che dovrebbero andare agli assessori, ai dirigenti e al personale con particolari esigenze di reperibilità. C'è bisogno di così tante persone sempre reperibili tramite cellulare? Il numero appare alto. Così come la spesa ipotizzata per la telefonia mobile: 116 mila euro in un anno. Il fatto che alcuni di questi apparati, come specifica il capitolato d'appalto, siano definiti "modello top con lettore mp3" o che l'elenco includa 60 apparati Blackberry con tanto di navigatore Gps diventa quasi secondario. Tutti questi navigatori Gps andranno alla Protezione civile o qualcuno diventerà un gadget per notabili a spese del contribuente?
L'ufficio stampa della Regione ha replicato spiegando che gli apparati serviranno "per ragioni" di servizio. E che la giunta Bassolino ha già dimezzato le spese per la telefonia mobile. Ma siamo sicuri che di telefonini ne servissero proprio settecento?

 
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Quer pasticciaccio brutto de Piazza Kennedy

Post n°432 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da albert.z
 



Il Movimento Politico dei Cittadini segue con attenzione la grave situazione di stallo che contrappone i ricercatori precari al Ministro dell'Universita' Fabio Mussi.
Quest'ultimo infatti, dopo aver impiegato ben quattro mesi per accogliere la richiesta di incontro avanzata dalle Organizzazioni della
docenza, e nonostante essersi impegnato a un confronto serrato su tutte le questioni universitarie, ha smesso da mesi di incontrarre le stesse Organizzazioni.

In seguito, dopo le false speranze legate alla stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione inserita in finanziaria, non applicabile alle Universita', il Ministro pare stia chiudendo le porte alla tanto attesa apertura dei concorsi.
Al contempo le tanto annunciate riforme tardano anche solo ad essere annunciate, mentre gli unici risultati conseguiti di recente sono l'emanazione di un nuovi regolamenti per i ricercatori ed i dottorati di ricerca (peraltro non scevri da critiche e dubbi).

Il MPC ritiene vi sia bisogno di una riforma dell'Universita' che ne affronti i problemi strutturali in modo complessivo, riconoscendo nei giovani ricercatori la chiave di volta del futuro dei Saperi italiani.
Pertanto appoggia come base di partenza le richieste dell'Associazione Nazionale Docenti Universitari (ANDU), sintetizzate in:

- Stato giuridico nazionale dei docenti collocati in un ruolo unico;
- Ingresso nel ruolo docente per concorso nazionale e passaggio di fascia per idoneita' nazionale individuale;
- Commissioni interamente sorteggiate e composte di soli ordinari;
- Distinzione tra tempo pieno e tempo definito;
- Trasformazione del ruolo dei ricercatori in terza fascia di professore;
- Periodo pre-ruolo massimo di 3 anni con adeguata retribuzione, diritti e liberta' di ricerca;
- Bando nei prossimi anni di almeno 20.000 posti di terza fascia.
- Atenei governati da strutture interamente elettive. La composizione e i compiti delle strutture degli Atenei devono essere normati dalla legge.
- Universita' rappresentate da un unico Organo di autogoverno;
- Riconoscimento di specifici ruoli alle Conferenze nazionali dei Rettori, dei Presidi e dei Direttori di Dipartimento.

 
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 CORTE CONTI: SU COSTI POLITICA SI POTEVA FARE DI PIU'

Post n°431 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da albert.z
 

"Taglio ministeri è simbolico. Consulenze andrebbero dimezzate"  postato 3 giorni fa da APCOM

Roma, 16 dic. (Apcom) - La Corte dei conti giudica insufficienti le misure della Finanziaria per ridurre i costi della politica. "Qualcosa si è fatto - ha affermato il procuratore generale Furio Pasqualucci nel corso della trasmissione 'In mezz'ora' - ma si poteva fare di più, a cominciare dalle consulenze. La riduzione del numero dei ministeri non è una gran cosa, anche se ha un valore simbolico".

Le consulenze della pubblica amministrazione, ha spiegato il pg, sono 250mila, con una spesa di 1,5 miliardi. "Credo - ha detto Pasqualucci - che potrebbero essere dimezzate, come numero e come spesa", mentre "le misure introdotte in Finanziaria non hanno un peso così notevole per ridurle. Era stato anche previsto un controllo preventivo della Corte dei conti, almeno per le amministrazioni dello Stato", ma poi la misura è saltata.

Nella manovra c'è anche l'introduzione di un tetto agli stipendi dei manager pubblici. In questo campo, secondo il magistrato, "le norme sono sempre molto complicate e ho notato con piacere che si è tornati al testo del Senato. Nel testo della Camera, infatti, era passato un comma per cui le nuove norme non si sarebbero applicate ai rapporti in corso".

 
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CITTADINI ATTVI IN TV

Post n°430 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da albert.z
 

SABATO 22 dicembre 2007, DALLE ORE 6.00 ALLE ORE 8.00, L’ASSOCIAZIONE ‘CITTADINI ATTIVI’ IN DIRETTA TV A CANALE ITALIA

 

 

SABATO 22 DICEMBRE 2007, il nostro coordinatore Armando Della Bella è stato invitato in televisione a CANALE ITALIA, ospite, in diretta televisiva, del talk show "NOTIZIE OGGI" condotto in studio da Angelo Morini.

La trasmissione inizierà alle ore 6.00 e terminerà alle ore 8.00. Per notizie più dettagliate circa l'evento, vi preghiamo di consultare il nostro sito web www.cittadiniattivi.it con e-mail info@cittadiniattivi.it.

 

Buona visione a tutti.

 
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Cittadini attivi alla radio o in tv

Post n°429 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da albert.z
 

DOMENICA 23 dicembre 2007, DALLE ORE 9.00 ALLE ORE 12.00, L’ASSOCIAZIONE ‘CITTADINI ATTIVI’ IN DIRETTA RADIOFONICA A RADIO GAMMA 5

 

 

DOMENICA 23 DICEMBRE 2007, il nostro coordinatore Armando Della Bella è stato invitato a RADIO GAMMA 5 (FM 94,00 MHZ), ospite, in diretta radiofonica, del programma "RASSEGNA STAMPA" condotto in studio da Sandro Bianda.

 
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Per cambiare. Difesa dei deboli

Post n°428 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da albert.z
 

Se vogliamo che le cose cambino, occorre occupare le banche e far saltare la televisione. Non c'è altra possibile soluzione rivoluzionaria
Luciano Bianciardi

 
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 DOPO LE DIMISSIONI DEL GENERALE SPECIALE

Post n°427 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da albert.z
 

Il primo quotidiano italiano dei cittadini
Il giornale che scrivi TU!

www.comincialitalia.net



Una Guardia di Finanza amica che non ficca il naso dentro ceri conti, certe aziende, certi traffici mica si trova tutti i giorni. Ma che lo fa invece coi poveracci. Non solo. Una Guardia di Finanza che ti ospita pure sui suoi voli e che ti dà un passaggio gratis. Mentre il Paese fa venti ore di Eurostar sul Lecce-Roma. Al freddo e al gelo....

VIA I POLITICI DEI VIAGGI GRATIS


leggi su
www.comincialitalia.net

 
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I deputati sopprimono il tetto agli «stipendi d'oro» dei manager pubblici

Post n°426 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da albert.z
 

 

Taglia, taglia, scusate il bisticcio, stanno tagliando i tagli. L'ultimo a essere soppresso è stato il tetto agli «stipendi d'oro». Passato al Senato, è stato cancellato alla Camera. Anzi, d'ora in avanti i «grand commis» pubblici potranno guadagnare anche di più. Alla faccia di tutte le promesse intorno al bisogno di sobrietà. E di tutti gli italiani che faticano ad arrivare a fine mese.

Eppure, dopo tante retromarce nella sbandierata moralizzazione avviata solo per placare l'indignazione popolare, pareva che almeno questo principio fosse acquisito: chi lavora per la sfera pubblica (dai ministeri alle Regioni, dalle aziende di Stato alle municipalizzate) non deve avere buste paga, liquidazioni e pensioni troppo alte. Per mille motivi. Perché le nomine sono spesso dovute non alle capacità professionali ma alle amicizie giuste. Perché in cambio di certi appannaggi non viene chiesta talora efficienza ma piuttosto «gentilezze» al partito di riferimento. Perché nel mondo privato, tirato in ballo a sproposito, chi guadagna molti soldi deve anche render conto agli azionisti del proprio operato (nei Paesi seri) e non mangia contemporaneamente a due greppie: i contratti deluxe del libero mercato e le sicurezze del sistema pubblico.

Ed ecco che Palazzo Madama aveva approvato, all'articolo 144 della Finanziaria, le seguenti regole: «Il trattamento economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali (...) agenzie, enti pubblici anche economici, enti di ricerca, università, società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica nonché le loro controllate, ovvero sia titolare di incarichi o mandati di qualsiasi natura nel territorio metropolitano, non può superare quello del primo presidente della Corte di cassazione». Cioè 275 mila euro l'anno. Chiaro? Chiarissimo: il limite valeva per tutti (tutti) gli stipendi pagati con soldi pubblici. Compresi «i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, i presidenti e componenti di collegi e organi di governo e di controllo di società non quotate, i dirigenti». E se per trattenere Fiorello o strappare Gerry Scotti a Mediaset la Rai fosse costretta a offrire più della concorrenza? Previsto anche questo: «Il limite non si applica alle attività di natura professionale e ai contratti d'opera» se si tratta di «una prestazione artistica o professionale indispensabile per competere sul mercato in condizioni dì effettiva concorrenza ». E se invece si trattasse di strappare alla concorrenza non un cantante ma un grande manager che sul libero mercato potrebbe guadagnare tre, quattro o cinque volte di più? Anche queste eccezioni erano previste. Come eccezioni, però. Le nuove regole infatti, diceva l'articolo 144, «non possono essere derogate se non per motivate esigenze di carattere eccezionale e per un periodo non superiore a tre anni». Di più: dovevano ottenere la firma del capo del governo e rientrare «nel limite massimo di 25 unità. Corrispondenti alle posizione di più elevato livello di responsabilità». Riassumendo: solo venticinque altissimi dirigenti pubblici in tutto il Paese e per un periodo limitato (quindi niente pensioni d'oro e niente liquidazioni stratosferiche) potevano guadagnare più di 275 mila euro l'anno. Tutti gli altri, sotto. E guai a chi faceva il furbo perché ogni contratto doveva d'ora in avanti essere trasparente. Di più: «In caso di violazione, l'amministratore che abbia disposto il pagamento e il destinatario del medesimo sono tenuti al rimborso, a titolo di danno erariale, di una somma pari a dieci volte l'ammontare eccedente la cifra consentita».

Non bastasse, l'articolo fortissimamente voluto soprattutto da Massimo Villone e Cesare Salvi, autori del libro «I costi della democrazia», metteva un altro candelotto sotto i privilegi di certi boiardi di Stato: il divieto del cumulo di poltrone, a meno che non accompagnato da una robusta decurtazione delle prebende. Insomma: una piccola grande rivoluzione. Che per la prima volta cercava di mettere ordine in un sistema che negli ultimi anni aveva lasciato i cittadini basiti davanti a casi clamorosi. Come quello di Giancarlo Cimoli, che guadagnava alle Ferrovie circa 1,5 milioni di euro l'anno e se ne andò, per andare a guadagnarne 2,7 all'Alitalia, con una liquidazione per «raggiungimento risultati » (il pareggio) di 6,7 milioni. O del suo successore Elio Catania, che per un paio di anni alle Ferrovie (lasciate con un buco di 2 miliardi e 155 milioni) incassò una buonuscita di 7 milioni. O ancora quello di Massimo Sarmi che alle Poste prende un milione e mezzo di euro l'anno cumulando le buste paga da amministratore delegato e di direttore generale. Per non dire di certi arbitrati, compensati con parcelle da capogiro. Tre per tutte? Quella spartita (in tre) dal collegio guidato dall'ex presidente del Consiglio di Stato Mario Egidio Schinaia (1,4 milioni), quella finita al collegio presieduto dall'avvocato dello Stato Giuseppe Stipo (1,3 milioni per due verdetti), quella incassata dal collegio pilotato da Marcello Arredi, capo del dipartimento Infrastrutture stradali del ministero delle Infrastrutture e presidente nel 2006 di un collegio incaricato di regolare una controversia fra l'Anas e l'Impregilo: 1,2 milioni. Soldi in più, oltre lo stipendio. Potevano i potentissimi Grand Commis accettare una sforbiciata del genere? No. E così, subito dopo l'approvazione in Senato, talpe sapienti hanno cominciato a rosicchiare l'articolo 144, a partire dai trattamenti alla Banca d'Italia, comma per comma, riga per riga. Risultato: la Commissione Bilancio della Camera, tra le proteste di una pattuglia di indignati guidata da Villone, ha praticamente fatto saltare tutti, ma proprio tutti, i punti centrali. E a meno che non intervenga il governo, tutto continuerà come prima. Anzi, peggio. Perché il messaggio all'opinione pubblica, dopo tante promesse, è uno solo: marameo.

Lo stesso marameo che, dalle bianche spiagge di Bali, lanciano agli italiani i componenti della affollatissima delegazione italiana al vertice mondiale sul clima:

Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella
13 dicembre 2007

52 persone. Dicono Alfonso Pecoraro Scanio e il suo staff che altre delegazioni sono ancora più numerose. E che l'altra volta, a Montreal, l'allora ministro Altero Matteoli si portò perfino due agenti di scorta. Sarà. Ma ci restano alcune curiosità: come mai, nel mucchio, oltre a tre rappresentanti del Comune di Milano, due della Regione Lazio, un assessore della Toscana e l'assessore all'Ambiente della Campania Luigi Nocera, riemerso per l'occasione dai cumuli di immondizia napoletana, ci sono solo due sindacalisti della Cgil e della Uil e nessuno della Cisl? Possibile che nessuno della Cisl, con una collana di orchidee al collo, avesse da dire qualcosa sul pianeta?

 
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