Creato da albert.z il 31/08/2006
Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi del 01/02/2008

Rifondare la Repubblica

Post n°497 pubblicato il 01 Febbraio 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

                                                                                  
 Per fare in modo che siano eliminati i privilegi dei politici occorre:
RIFONDARE LA SOCIETA' SU REGOLE CERTE CHE PREVEDANO ANCHE REGOLE PER I PARTITI E I POLITICI. QUESTE REGOLE DEVONO ESSERE SCRITTE DA UN'ASSEMBLEA COSTITUENTE DI CITTADINI ESPERTI, MA NON DA POLITICI O DA CHI VUOLE, POI, ENTRARE IN POLITICA, ALTRIMENTI CONTINUERANNO A LASCIARE AI POLITICI LA SOVRANITA' SU TUTTO.

Occorre che questa Assemblea Costituente decida:
1) legge lettorale utile sia per la stabilità del governo che per la rappresentatività dei vari gruppi politici: proporzionale alla tedesca con scalino del 4%


2) i finanziamenti ai partiti, non presenti in Parlamento, devono essere solo privati, mentre i finanziamenti ai partiti presenti in Parlamento devono essere SOLO PUBBLICI, per non dipendere dalle lobby, dalle potenze economiche, a danno dei cittadini normali.


3) Occorre stabilre chiaramente che il deputato o senatore che cambia partito, per andare nel campo avverso, decade automaticamente ed al suo posto subentra il primo dei non eletti.


4) Occorre un giusto ricambio nei vari organi elettivi stabilendo che il numero di legislature possono essere da 2 o più,( solo se superiori al 33% delle preferenze ottenute), con un massimo di 3 legislature.


5) Occorre stabilire gli stipendi e i vari tipi di rimborsi sui viaggi, sull'ufficio, sulla distanza da casa. Una apposita Authority ( Corte dei Conti) dovrà vagliare che gli stipendi siano nella media europea, con massimo del 5% di scarto.


6) Abolizione delle province. Il numero dei componenti dei vari organi elettivi devono essere in media con quelli europei: 450 deputati, 120 senatori. I consiglieri regionali e comunali almeno il 25% meno di adesso. Consiglieri di Circoscrizioni solo oltre i 200.000 abitanti e pagati solo con gettone, sempre in media europea.


7) La Corte Costituzionale deve bloccare veramente le leggi anticostituzionali, pena la decadenza dei membri e l'elezione di nuovi componenti.
Eventualmente si può introdurre un nuovo organo di controllo: Il TRIBUNALE DEL POPOLO, COMPOSTO DA 11 CITTADINI , NON POLITICI, ESPERTI, A LIVELLO UNIVERSITARIO, CHE DURANO IN CARICA UNO O DUE ANNI. Questo tribunale controllerà l'operato della Corte Costituzionale, in modo che non ci possano essere casi in cui essa approvi leggi antidemocratiche, come la legge elettorale attuale.


8) Gli stipendi degli amministratori di Società pubbliche o Enti devono essere composti da due parti: una parte prevede un compenso in media con gli stipendi dei corrispondenti europei, una parte prevede un premio per eventuali meriti.Questi stipendi non possono mai superare un tetto prefissato.


9) Regola base: nessun politico e nessun amministratore pubblico deve legiferare sul proprio stipendio.


10) Gli stipendi dei Magistrati devono essere sganciati da quelli dei politici, devono essere in media con quelli europei e decisi da un organo terzo: il Parlamento, con il controllo della Corte dei Conti.

11) Federalismo fiscale e abolizione delle regioni a statuto speciale.

12 Nessun candidato sotto processo o condannato per reati con pena superiore ad un anno.

SO BENE, CHE QUESTE REGOLE NON SARANNO MAI APPROVATE, PERCHE' IL PARLAMENTO NON INDIRA' MAI L'ELEZIONE DI UNA ASSEMBLEA COSTITUENTE DI SOLI CITTADINI, E CHE POI, SONO OBBLIGATI A RESTARE CITTADINI.
Solo una RIVOLUZIONE DEMOCRATICA potrà arrivare a queste mete.

 

 
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VELTRONI RILANCIA IL CAVALIERE

Post n°496 pubblicato il 01 Febbraio 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

A novembre il Cavaliere era  un uomo politicamente defunto. Bossi flirtava con la sinistra in cambio di uno straccio di 'federalismo', An e Udc picconavano la Cdl e parlavano financo di conflitto d'interessi,  i Fini Boys schifavano "gli amici del mafioso Vittorio Mangano" e riscoprivano antiche affinità con Paolo Borsellino. Lo statista di Milanello, detronizzato dai partner, in picchiata nei sondaggi, fallite una dozzina di 'spallate' al governo, tentava di intercettare l''antipolitica' inventandosi un Avatar al femminile, Michela Vittoria Brambilla, fondando partiti dai nomi cangianti sul predellino di una Mercedes e millantando 10 milioni di baionette nei gazebo semideserti delle finte primarie. Un caso umano.

A quel punto entrò in scena Walter Veltroni, legittimato da tre milioni di voti veri. Anziché incunearsi  nelle divisioni del centrodestra, dialogando con Fini, Casini e Bossi su un unico tavolo che comprendesse legge elettorale, conflitto d'interessi e tv, scelse il Cavaliere come interlocutore privilegiato e lo riportò sul trono, isolandone gli alleati in fuga. Sordina
al conflitto d'interessi e al problema tv, dialogo su una riforma elettorale e addirittura costituzionale che consentisse ai due partiti maggiori di scrollarsi di dosso gli alleati.

MARCO TRAVAGLIO

 

 

 
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DISASTRO GENERALE

Post n°495 pubblicato il 01 Febbraio 2008 da albert.z
 

 Secondo me il marcio è generale e ormai siamo in una situazione insanabile. Il clientelismo, il lobbysmo, la partitocrazia, l'industriale concessionario di frequenze tv, che lavora in monopolio, protetto dalle leggi fatte da lui stesso, i giornalisti asserviti, la Giustizia resa inefficiente, la certezza dell' impunità per i reati dei colletti bianchi... sono le cause prime del disastro italiano.Inoltre è evidente che a molti cittadini va bene questa situazione e voteranno ancora questi banditi organizzati per fare i propri sporchi interessi e non quelli generali dello Stato. La democrazia è finta: il potere è in mano ai poteri forti che dominano, con l'informazione asservita, come ben sapeva Licio Gelli. LA DEMOCRAZIA è MORTA CON LA CONCESSIONE AD UN SINGOLO UOMO DI BEN TRE RETI TV. CRAXI E D'ALEMA SONO I PRINCIPALI RESPONSABILI.

 
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NO A CONDANNATI IN PARLAMENTO

Post n°494 pubblicato il 01 Febbraio 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

Mi auguro che al piu' presto si possa andare alle elezioni e che possano contribuire al ricambio generazionale della classe politica. L'Italia dei Valori dira' che se la coalizione che si deve formare deve prendere due o tre senatori in piu' per fare soltanto una maggioranza numerica occasionale per tirare a campare noi non ci stiamo.
Se si devono fare davvero le riforme ci deve essere la condivisione di centrodestra e centrosinistra o di un qualche partito del centrodestra e del centrosinistra non di qualche personaggio in cerca d'autore che passa da una parte e dall'altra.

Noi come Italia dei Valori porremo una sola condizione alla legge elettorale.
Dovra' recepire almeno una delle tre condizioni contenute nella proposta di legge popolare lanciate da Grillo: coloro che sono stati condannati con sentenza penale passata in giudicato non possono essere candidati, i criminali accertati non possono essere piu' candidati.
Se il presidente del Consiglio incaricato non si impegna a fare questa legge elettorale non avra' il nostro appoggio.

ANTONIO DI PIETRO

 
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Al voto, così evito la galera»

Post n°493 pubblicato il 01 Febbraio 2008 da albert.z
 

Clemente Mastella illustra i motivi che lo spingono a dire no a Marini e sì alle elezioni.

 La crisi di Governo l'ha scatenata lui, perché non sentiva la solidarietà della maggioranza sul caso giudiziario che ha coinvolto lui e la moglie. E ora vuole portarla ai suoi estremi, evitando il governo transitorio di Marini e andando dritto al voto (senza sbarramenti rischiosi). Tutto legittimo, sia chiaro, ma tra le motivazioni addotte da Clemente Mastella per tornare alle urne ce n'è una che fa drizzare i peli: «Prima si vota meglio è, vogliono fare una legge elettorale a favore di qualcuno. Rischiando io pure la galera, forse prima si va al voto e forse c'è qualche garanzia di evitare pure la galera».

 
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UNA SENTENZA CHE OBBLIGA RETE4 SUL SATELLITE

Post n°492 pubblicato il 01 Febbraio 2008 da albert.z
 

BRUXELLES - Il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione radiotelevisiva "é contrario al diritto comunitario". Lo affermano i giudici della Corte di giustizia Ue del Lussemburgo, confermando le conclusioni dell'avvocato generale. "Tale regime - sostiene la Corte - non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati".

La sentenza fa riferimento ad una causa intentata da Centro Europa 7, società attiva nel settore delle trasmissioni radiotelevisive che nel 1999 aveva ottenuto dalle competenti autorità italiane un'autorizzazione a trasmettere a livello nazionale in tecnica analogica, ma non è mai stata in grado di trasmettere, in mancanza di assegnazione di radiofrequenze. Una domanda della Centro Europa 7 diretta all'accertamento del suo diritto ad ottenere l'assegnazione di frequenze, nonché il risarcimento del danno subito, è stata respinta dal giudice amministrativo. Il Consiglio di Stato, dinanzi al quale la causa pende attualmente, ha quindi interrogato la Corte di giustizia delle Comunità europee sull'interpretazione delle disposizioni di diritto comunitario relative ai criteri di assegnazione di radiofrequenze al fine di operare sul mercato delle trasmissioni radiotelevisive. Il giudice del rinvio ha sottolineato che in Italia il piano nazionale di assegnazione delle frequenze non è mai stato attuato per ragioni essenzialmente normative, che hanno consentito agli occupanti di fatto delle frequenze di continuare le loro trasmissioni, nonostante i diritti dei nuovi titolari di concessioni. Le leggi succedutesi, che hanno perpetuato un regime transitorio, hanno avuto l'effetto di non liberare le frequenze destinate ad essere assegnate ai titolari di concessioni in tecnica analogica e di impedire ad altri operatori di partecipare alla sperimentazione della televisione digitale.

 
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