Creato da albert.z il 31/08/2006
Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi del 12/03/2008

Prepariamoci pwer il 25 aprile: V2 DAY

Post n°556 pubblicato il 12 Marzo 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

Il 25 aprile si terrà il V2 Day per la raccolta delle firme per tre referendum per una “Libera informazione in libero Stato” in tutte le piazze d'Italia. Abolizione della legge Gasparri, per l’eliminazione del duopolio Mediaset/partiti politici, abolizione del finanziamento all'editoria e dell’ordine fascista dei giornalisti.

 
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Calo del PIL

Post n°555 pubblicato il 12 Marzo 2008 da albert.z
 


 Il PIL sta calando al livello di 0,6 annuo. La colpa è del prezzo del petrolio e quindi del gasolio.
O si fa qualcosa a livello internazionale per neutralizzare la speculazione che porta il petrolio alle stelle o il governo deve diminuire le tasse sul GASOLIO, in modo che i costi di produzione dei prodotti ittici e della agricoltura siano contenuti. Inoltre, bisogna  evitare che aumenti il gasolio per tenere fermi i prezzi dei trasporti, altrimenti tutti i prodotti aumenteranno, dato che per trasportarli si usa il gasolio. Il governo deve agire immediatamente  riducendo le tasse sul gasolio almeno al livello della Spagna: 0,30 euro al litro. Se non lo farà ci sarà una crisi dei consumi.


 
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Berlusconi si aggrappa a Ciarrapico: ha i giornali per battere Storace nel Lazio! 

Post n°554 pubblicato il 12 Marzo 2008 da albert.z
 

Berlusconi:"Ha i giornali, allora deve essere dei nostri."

D'Alema:" Le tv ed i giornali non contano niente" disse qualche tempo fa!!!!!!!!!

Se c’è qualcosa di veramente sbalorditivo in questi giorni è la cecità selettiva di tutti i mezzi di informazione sulla vicenda Ciarrapico. Tutti si sono soffermati sulla nostalgia per il ventennio di Ciarrapico che, per quanto triste, appare più che altro un fatto di colore. Ma nessuno si è preso la briga di dire che questo signore è stato condannato a tre anni per la bancarotta di una sua società; che è stato nuovamente condannato con sentenza penale passata in giudicato per finanziamento illecito ai partiti (Aprile '93: Di Pietro lo fa arrestare per una stecca di 250 milioni al segretario del Psdi Cariglia su ri­chiesta di Andreotti. «Era vero, li diedi per arruo­lare Modugno alle feste del Psdi», dirà lui anni do­po) e che, ciliegina sulla torta, è stato condannato a quattro anni e mezzo di carcere per il crack del Banco Ambrosiano e che, come risulta da alcuni mezzi di informazione, non avrebbe mai risarcito un solo centesimo dei danni arrecati alle parti civili, continuando per tutti questi anni ad sottrarsi all’esecuzione delle sentenze.

Detto questo, è vero che le due coalizioni vanno giudicate per i programmi, ma è vero anche che vanno giudicate per gli uomini che questi programmi dovranno portare avanti. Proviamo orrore al solo pensiero di quello che l’accoppiata Berlusconi-Ciarrapico avrà come programma in materia di Giustizia.

Avete visto Casini che dice “il nuovo”, poi candida Cuffaro

 Berlusconi che dice ”rialzati Italia”, poi ha fatto rialzare Sciascia, direttore finanziario del suo gruppo editoriale, che era quello che creava i fondi per pagare le mazzette tramite Berruti alla Guardia di Finanza: sono stati condannati entrambi, Berruti e Sciascia. Berruti è già stato in Parlamento, Sciascia ce lo mandano adesso.

 
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COSA HA FATTO IL GOVERNO BERLUSCONI DAL 2001 AL 2006

Post n°553 pubblicato il 12 Marzo 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

ECONOMIA E FINANZA.
Nel passaggio dalla lira all'euro ha lasciato del tutto libera, cioè senza controlli e interventi punitivi, l'ondata speculativa che ha portato alla falsificazione del rapporto "un euro-mille lire" consentendo in tal modo di falcidiare il potere d'acquisto delle famiglie. Ha lasciato senza supporto alcuno lo sviluppo della produzione, tanto che l'Italia è precipitata, unica in Europa, allo "sviluppo zero", cioè all'immobilità del PIL. Ha amministrato la pubblica finanza in modo a dir poco irresponsabile toccando il primato storico del debito pubblico accompagnato dalla lievitazione della spesa senza copertura; ha liquidato il cosiddetto "attivo primario" cioè il segno positivo delle entrate al netto degli interessi sul debito (per questo insieme di fallimenti ha provocato l'apertura di una "procedura d'infrazione" da parte dell'Unione Europea); ha emanato una ventina di condoni a beneficio di evasori ed elusori fiscali vantandosi di "non aver messo le mani nelle tasche degli italiani" per aver consentito riduzioni fiscali e perdoni ai ricchi e ai malfattori; non ha realizzato nessuna delle gigantesche opere pubbliche promesse come la TAV e l'adorato "ponte sullo stretto".
POLITICA ESTERA.
E' stato il capitolo più grave: ha portato l'Italia in guerra per favorire l'amico Bush nella sua avventura pretestuosa in Iraq cercando di trarre un beneficio retorico dai "martiri di Nassiryia", cioè dalle vittime della sua folle scelta servile.
POLITICHE SOCIALI.
Ha operato una vera e propria controstrategia: ha azzerato la concertazione tra le forze sociali che tanti benefici aveva realizzato nel decennio precedente; ha imposto una controriforma del sistema previdenziale il cui emblema era il famoso "scalone" che rubava indiscriminatamente tre anni ai pensionandi; è rimasto insensibile al blocco dei salari che nel frattempo erano aggrediti dal carovita (la CGIL ha valutato che nel quinquennio berlusconiano il potere reale dei redditi da lavoro ha subito un salasso del 20%, pari a 2.000 euro per una paga lorda di 25.000). E coerentemente si è opposto quest'anno alla distribuzione del sopragettito fiscale (lotta all'evasione) realizzato da Prodi a favore dei lavoratori e dei pensionati opponendosi all'accordo governo-parti sociali sul Welfare approvato da cinque milioni di lavoratori.
LEGALITA'.
E' questo l'aspetto che più ha sdegnato gli stessi alleati dell'UE: da un lato i condoni fiscali, dall'altro un profluvio di "leggi ad personam" per vanificare l'opera della magistratura consentendo al cavaliere di sfuggire ad almeno sette processi, l'ultimo dei quali per "falso in bilancio" appositamente depenalizzato; si è fatto approvare una legge sul sistema televisivo per rafforzare il duopolio RAI-Mediaset da lui dominato bloccando un vero pluralismo informativo; si è assunta la responsabilità per il "macello di Genova" supervisionato dal suo collega Fini in occasione del G8 come risulta dal processo in corso ai torturatori di giovani e ragazze; non ha realizzato una efficace strategia contro i santuari delle mafie come invece si è fatto nei due anni del governo Prodi.
SISTEMA ISTITUZIONALE E POLITICO.
Ha imposto l'attuale "legge porcata" che falsifica il risultato del voto mettendo di fatto il Senato contro la Camera; ha impedito, bocciando il tentativo Marini, una riforma decente del voto e modifiche essenziali di sistema come la riduzione del numero dei parlamentari, la fine del bicameralismo ripetitivo, la moralizzazione dei partiti con ciò incoraggiando la frantumazione della rappresentanza e il ricatto dei partitini; ha votato contro la degna personalità del presidente Napolitano; ha vantato la stabilità del suo governo mentre, in realtà, ha dovuto cambiare in corso d'opera i principali ministri: Esteri, Interni, Economia, Sanità; ha perso tutte le elezioni regionali e locali del quinquennio. Si è inventato da solo, senza congressi e vere trattative, un nuovo partito personale riuscendo a incorporare l'ex ribelle AN ma perdendo l'UDC e la Destra di Storace.
Questo è solo un bilancio parziale meritevole di ulteriori specificazioni ma che consente un giudizio d'insieme: nella società i ricchi più ricchi e i poveri più poveri, nello Stato immobilismo e spreco; nella politica un personalismo tirannico. E ora dovremmo credere alle promesse di un bengodi (tasse giù, aiuti alle famiglie, grandi opere, riforme che si è rifiutato di fare finora, e quant'altro) per un costo di 80 miliardi di euro senza dire dove potrà trovare tanto danaro (unica possibilità sarebbe far crescere ancora patologicamente il debito pubblico, cioè il debito di ciascuno di noi da riversare sulla vita dei nostri figli e nipoti futuri contribuenti).

 
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NESSUNO LO  PUO' GIUDICARE

Post n°552 pubblicato il 12 Marzo 2008 da albert.z
 

Riporto un brano tratto da "Mani Sporche", libro pubblicato da Chiarelettere e scritto da Barbacetto, Gomez e Travaglio, dal titolo "Nessuno lo puo' giudicare" (pag. 106).

"Il 2003 è forse l'anno più nero della politica italiana in tutta la storia della Repubblica. Mai si era assistito a tali e tante lesioni delle libertà fondamentali e dei principi costituzionali. Con il pretesto della sua imminente promozione a presidente di turno dell'Unione Europea, Silvio Berlusconi manomette la Carta fondamentale e i Codici penale e procedurale, oltre a piegare continuamente il Parlamento alle sue personali esigenze processuali e affaristiche e a produrre una catena interminabile di censure ed epurazioni nel mondo dell'informazione.
L'anno si apre con dodici condoni fiscali (per gli evasori dell’Irpef, dell'Ici e così via) varati dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti nella finanziaria appena approvata, per «fare cassa» e tentare di mantenere la promessa di non aumentare le tasse. «Le mie aziende non si avvarranno del condono», giura il premier. Bugia. Per mettersi in regola con il fisco, che reclama da lei 197 miliardi di lire, la Fininvest approfitta del condono e ne paga solo 35. Un affarone. Anche perché il vantaggio resta tutto in famiglia. La Fininvest infatti appartiene al 100 per cento ai Berlusconi e si era impegnata, al momento della quotazione di Mediaset, a pagare tutte le tasse dovute dalla nuova holding televisiva (che, essendo quotata, ha anche altri soci) per i fatti precedenti all'entrata in Borsa. La stessa strada del condono viene poi battuta da altre società personali del Cavaliere, come, l'Immobiliare Idra che controlla le sue ville sparse per l'Italia. Non contento, il premier usa il condono per cancellare le sue ulteriori pendenze col fisco, versando appena 1850 euro in due comode rate per evitare ogni accertamento sulle sue presunte evasioni (contestate dalla Procura di Milano nel processo sui bilanci di Mediaset) relative al periodo 1997-2002. Nel 2005 arriverà addirittura il condono erariale, per consentire ai politici e ai pubblici amministratori condannati in primo grado dalla Corte dei conti di sistemare le loro pendenze pagando dal 10 a1 20 per cento del danno quantificato dalla sentenza. Un danno, per le casse dello Stato, da centinaia di milioni di euro.
Ma il 2003 è soprattutto fanno del lodo Maccanico-Schifani, che immunizza le alte cariche dello Stato dai processi e rende invulnerabili i parlamentari, grazie all'annessa legge Boato, anche dalle intercettazioni indirette. È l’anno della legge Gasparri e del decreto salva-Rete4, che perpetuano il monopolio di Mediaset sulla tv commerciale e il suo oligopolio sul mercato pubblicitario. È l’anno della controriforma della seconda parte della Costituzione, pilata in estate da quattro «saggi» (il forzista Andrea Pastore, Francesco D'Onofrio, il leghista Roberto Calderoli e Domenico Nania di An) in una baita di Lorenzago del Cadore (Belluno), per rompere l'unità nazionale in nome di un federalismo in salsa padana e dotare il premier di poteri di vita o di morte sul Parlamento (la riforma sarà sonoramente bocciata dai cittadini italiani referendum confermativo dell'estate 2006).
Sempre nel 2003 il creativo Tremonti vara una riforma fiscale che detassa le plusvalenze da partecipazione, subito utilizzata da Berlusconi quando, nel 2005, cederà il 16,88 per cento di Mediaset detenuto da Fininvest per 2,2 miliardi di euro, risparmiando milioni di tasse. E un'altra legge à la carte del 2003 è il decreto «salva calcio», che è anche «salva-Milan»: i club indebitati potranno ammortizzare sui bilanci 2002 e «spalmare» nei dieci anni successivi la «svalutazione» del cartellino dei calciatori conseguente al generale stato di crisi in cui versano quasi tutte le società (tra serie serie B, il deficit sfiora i 4 mila miliardi di lire). Il risultato è ottenuto grazie a un doppio conflitto d'interessi: quello tra il Berlusconi presidente del Consiglio e il Berlusconi presidente del Milan; e quello tra il Galliani vicepresidente del Milan e il Galliani presite della Lega Calcio. Il decreto del presidente del Consiglio fa risparmiare al presidente del Milan 242 milioni di euro."

 
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