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SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

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Messaggi del 16/04/2008

DUE AMICI ED IL LORO EROE

Post n°597 pubblicato il 16 Aprile 2008 da albert.z
 
Foto di albert.z

I rapporti  di Berlusconi con Dell’Utri e Mangano

Nella prima metà degli anni settanta diverse organizzazioni criminali (non ultima la mafia) usavano, per autofinanziarsi, ricorrere alla pratica del sequestro di persona nei confronti di imprenditori (o di loro familiari) non molto noti al grande pubblico e Berlusconi, all’epoca già padre di due figli, era tra questi: il 7 luglio 1974 l’avvocato palermitano Marcello Dell'Utri (all’epoca collaboratore di Berlusconi e che in seguito fu eletto senatore per il partito da quest’ultimo fondato), mise in contatto Berlusconi con Vittorio Mangano. L’incontro avvenne nella neoacquistata villa San Martino ad Arcore, e il motivo ufficiale della presenza di Mangano fu quello di assumere le mansioni di fattore e stalliere. In realtà, Mangano si occupò anche della sicurezza della villa e dell’incolumità dei figli di Berlusconi, che usava anche accompagnare a scuola. Disse anni dopo Dell’Utri: «Berlusconi ha assunto Mangano, gliel’ho presentato io, è verissimo, tra tante persone che c’erano in concorso per quella posizione, e ai quali Berlusconi ha addirittura affidato la casa, e il signor Mangano accompagnava anche i figli di Berlusconi a scuola. Non vedo niente di strano nel fatto che io abbia frequentato in questa maniera il signor Mangano, e lo frequenterei ancora adesso».[47] Vittorio Mangano si licenziò nel 1976. A suo carico, nel periodo successivo all’impiego a villa San Martino, una condanna per traffico di droga e un’altra per associazione mafiosa semplice. Fu inoltre sospettato del rapimento di Luigi D’Angerio, che avvenne nella notte di S. Ambrogio del 1974, subito dopo una cena ad Arcore. La procura della repubblica di Palermo sostiene che Marcello Dell’Utri era a conoscenza dei precedenti penali di Mangano. Al tempo in cui Dell’Utri, infatti, lasciò l’impiego in banca per diventare collaboratore di Berlusconi, e successivamente chiamò Mangano ad Arcore, la locale stazione dei Carabinieri ricevette un’informativa dai loro colleghi palermitani che segnalava Mangano quale persona con precedenti giudiziari e Dell’Utri quale persona che era informato di ciò.[48]

Il 26 maggio 1975 una bomba esplose nella villa di Berlusconi in via Rovani a Milano, provocando ingenti danni con lo sfondamento dei muri perimetrali e il crollo del pianerottolo del primo piano.

Berlusconi, dopo aver ricevuto varie minacce, si trasferì per qualche mese con la famiglia in Svizzera e successivamente in Spagna.

Il 28 novembre 1986 un altro attentato alla villa milanese creò unicamente danni alla cancellata esterna. Berlusconi, nel mezzo di un’intercettazione telefonica, commentò con Dell’Utri l’attentato definendolo scherzosamente un atto fatto «con affetto», proseguendo sullo stesso tono che «secondo me, come un altro manderebbe una lettera o farebbe una telefonata, lui metterebbe una bomba» e sottolineando che la natura del gesto è da ricercarsi nel fatto «che non sa scrivere».[49] Contrariamente a quanto Berlusconi pensava, invece, l’attentato non è attribuibile a Mangano in quanto all’epoca del fatto era detenuto. Esso è ascrivibile altresì (come risulta dalle dichiarazioni di Galliano Antonino) alla mafia catanese: una volta raccordatosi con il suo sodale Nitto Santapaola di Catania, Totò Riina, il capo di Cosa nostra, aveva, come si suol dire, «preso in mano la situazione» relativa a Berlusconi e Dell’Utri, che, come si è visto (per concorde dichiarazione di Ganci, Anzelmo e Galliano), sarebbe stata sfruttata non soltanto per fini prettamente estorsivi, ma anche per potere “agganciare” politicamente Bettino Craxi.

Un rapporto della Criminalpol del 13 aprile 1981 recita che «L’aver accertato attraverso la citata intercettazione telefonica il contatto tra Mangano Vittorio, di cui è bene ricordare sempre la sua particolare pericolosità criminale, e Dell’Utri Marcello ne consegue necessariamente che anche la Inim spa e la Raca spa (società per le quali il Dell’Utri svolge la propria attività), operanti in Milano, sono società commerciali gestite anch’esse dalla mafia e di cui la mafia si serve per riciclare il denaro sporco, provento di illeciti».[50]

Sull’attività di Mangano nello stesso periodo in cui prestava servizio come stalliere di Berlusconi il giudice Paolo Borsellino rilasciò, poco prima di morire, un’intervista a un giornalista francese nella quale definiva il Mangano come una delle teste di ponte di cosa nostra nel nord Italia.[51]

 
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REGALI AGLI STRANIERI !

Post n°595 pubblicato il 16 Aprile 2008 da albert.z
 

Scrive un lettore sul Gazzettino:

"Noto, con sconcerto, la disinvoltura dell'attuale Governo Prodi nell'elargire agli immigrati cospicue somme di denaro, mentre al cittadino italiano lesina addirittura la giusta e sudata pensione. Mi riferisco al recente provvedimento del Consiglio dei Ministri che riconosce al genitore dell'immigrato, se richiamato in Italia dal figlio residente in Italia, una somma di denaro equivalente all'importo della pensione minima di un italiano. La somma è aumentata di circa 150 Euro mensili se l'età dello straniero ricongiunto alla famiglia supera i 65 anni. Si riconosce allo straniero, una pensione superiore a quella pagata al cittadino italiano che ha versato, per lunghi anni, i contributi previdenziali e nonostante ciò non gode dei medesimi benefici.

Non voglio negare la solidarietà allo straniero richiamato in Italia e in cattive condizioni economiche, ma il cittadino italiano non riceve la stessa attenzione riconosciuta all'immigrato. E' uno sbilanciamento eccessivo a favore dell'ospite straniero che si vede riconosciuti "super diritti" negati al cittadino italiano. Risulta evidente la contrastante applicazione delle norme costituzionali, le garanzie sono applicate al contrario: il cittadino italianonon è nemmeno equiparato, nell'evidenza dei fatti, allo straniero! "

Con la vittoria della LEGA NORD, si è voluto anche punire questa sinistra, molto attente ai diritti degli stranieri e infingarda con quelli dei poveri italiani.

E' logico che siano stati espulsi dal Parlamento a toccare con mano le difficoltà della gente.

 
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