Creato da albert.z il 31/08/2006
Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi del 23/07/2008

Zitto tu, poliziotto

Post n°709 pubblicato il 23 Luglio 2008 da albert.z
 

Zitto%20tu%20poliziotto.jpg

L'Italia dei Valori è un partito fuori dalle logiche della corruzione, e per questo rappresenta una piaga per gli atri partiti.
Quanto sta accadendo in Abruzzo è già accaduto nel Lazio e più recentemente nelle cliniche lombarde. Nulla di nuovo sotto il sole e nulla cambierà, statene certi, finchè non si rinnoveranno le facce della politica.
Durante tangentopoli gli imprenditori edili pagavano mazzette ai politici per poter lavorare, ora i politici dispongono dei soldi, quelli del sistema sanitario, affidati alle autonomie di ciascuna regione, e con quei soldi comprano favori e voti affinché il sistema reiteri e garantisca la loro permanenza al potere.
L'Italia dei Valori ripudia questo modo di fare politica. E' un partito che vuole invece denunciare il marcio della politica perchè non ne accetta i suoi compromessi. Questo comportamento "virtuoso", che noi definiamo "normale", infastidisce centrodestra e centrosinistra e attira su di noi e sulla mia persona attacchi di ogni genere da parte di politici, che spesso utilizzano l'informazione pubblica da loro manovrata.
L'opera assidua volta a screditarci è vanificata dai fatti che vedono la classe dirigente ogni giorno coinvolta in ruberie e atti di malcostume di ogni sorta.
La nostra protesta è sempre più forte perchè ogni giorno i cittadini si accorgono di essere oggetto di vergognosi raggiri e si uniscono a noi. L'Italia dei Valori non ha i giornali, non ha le televisioni di cui dispongono questi signori, noi dalla nostra abbiamo solo l'etica, la moralità, la competenza e il senso civico.
C'è voglia di cambiare nel paese, l'Italia dei Valori rappresenta l'unica, reale alternativa per una riforma radicale della politica italiana.

In questa intervista rilasciata alla stampa estera ho illustrato le vere riforme di cui c'è urgenza per riformare il sistema giudiziario e metterlo nelle condizioni di funzionare efficacemente. Riforme ben lontane dei vili attacchi, dai decreti, dalle leggi vergogna che questo governo sta mettendo in atto dal giorno dopo le elezioni con l'unico obiettivo di liberarsi della macchina della giustizia per poter agire indisturbato.

 
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Il processo degli impunibili

Post n°708 pubblicato il 23 Luglio 2008 da albert.z
 

Processo%20impuniti.jpg

Il 9 luglio ho pubblicato il primo resoconto d'aula del nostro inviato Daniele Martinelli al processo Mills. Con l'udienza di ieri, 18 luglio, a Milano sembra sfumare la possibilità che i cittadini sappiano la verità sui trasferimenti di denaro tra il Presidente del Consiglio e l'avvocato David Mills. Infatti tra Lodo-Alfano ed emendamenti dell'ultimo minuto, come ho spiegato nel mio articolo "Silvio libera tutti" del 16 luglio entrambi gli imputati vanificheranno gli sforzi dei giudici per imporre la giustizia.
Silvio Berlusconi ha svolto egregiamente il lavoro per cui si è fatto eleggere dai cittadini, evitare i conti con la giustizia. I cittadini però lo avevano eletto per altri motivi, e stanno pagando un altissimo prezzo per le sue menzogne elettorali.

Milano, 18 luglio 2008, Daniele Martinelli:

A palazzo di giustizia di Milano è andata in scena l'ultima udienza del processo Berlusconi-Mills con la deposizione della consulente fiscale del premier, che ha cercato di spiegare che quei milioni di dollari transitati sui conti esteri di tutta Europa non c'entravano nulla con i rapporti fra i due imputati.
L'udienza è l'ultima perché martedì il Senato voterà il Lodo-Alfano, che renderà immune Berlusconi da qualunque processo e l'incompatibilità del collegio giudicante presieduto da Nicoletta Gandus.
Mercoledì è prevista la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e giovedì la fulminea approvazione senza attendere i 15 giorni canonici.
Silvio Berlusconi, da imputato per corruzione in atti giudiziari, diventerà impunito. I
l suo coimputato David Mills la farà franca a sua volta dopo l'emendamento che il governo ha inserito nel cosiddetto pacchetto sicurezza all'ultimo minuto, che di fatto creerà maggiore insicurezza poiché renderà impuniti tutti i criminali che si macchiano di reati condannabili fino a 7 anni e mezzo di carcere.

Per David Mills basterà patteggiare, ossia ammettere le proprie colpe, per ottenere le attenuanti generiche, oltre che uno sconto di pena di un terzo, che ne caso di 7 anni di condanna per corruzione si ridurrebbe a 5 anni per lo sconto derivato dal pattegtiamento e a 2 anni con gli ulteriori 3 anni sottratti per l'indulto. Alla fine, 2 anni di condanna, essendo meno di 3, farebbero evitare il carcere al prestanome britannico di Silvio Berlusconi e una sentenza senza spiegazione delle motivazioni di colpevolezza, che nel caso di David Mills coinvolgerebbero per forza l'immune Silvio Berlusconi che se da un lato scamperà alla condanna penale, dall'altro non la farebbe franca sul piano morale e di immagine all'estero. Con l'emendamento dell'ultimo minuto si chiuderà un processo senza far luce sui reati commessi.
David Mills è stato l'inventore delle società estere riconducibili a Berlusconi e artefice dei giri di danaro transitati su di esse, tra cui All Iberian, utilizzata dal premier per finanziare con 22 miliardi di lire il partito socialista di Bettino Craxi alla vigilia dello scoppio di Tangentopoli.

Una ragnatela di società estere sulle quali, secondo calcoli non azzardati, sono transitati almeno 2 mila miliardi di lire tutti sottratti al controllo del fisco italiano e quindi ai cittadini stessi.
Per salvare 2 imputati destinati a sicura condanna, il governo Berlusconi sfascia la giustizia lasciando per la strada migliaia di malavitosi.
Alla faccia della sicurezza.

 
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NO ALLA LEGGE BAVAGLIO

Post n°707 pubblicato il 23 Luglio 2008 da albert.z
 

IL GOVERNO E LA CASTA ( CIOE' LA MAGGIORANZA DI BERLUSCONI),VUOLE CHE I CITTADINI NON SAPPIANO NIENTE DELLE LORO PORCHERIE, COSI' PROIBISCONO MOLTE INTERCETTAZIONI E PROIBISCONO ANCHE LA LORO PUBBLICAZIONE.

NEL SEGRETO COMBINANO I LORO SPORCHI AFFARI AI DANNI DEI CITTADINI.

GUAI A CHI LO SCOPRE!

RIBELLIAMOCI

 
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Post N° 706

Post n°706 pubblicato il 23 Luglio 2008 da albert.z
 

'NDRANGHETA: TRA I FERMATI ANCHE ALDO MICCICHE'

REGGIO CALABRIA - Le teste pensanti delle cosche Piromalli e Molé di Gioia Tauro, le più potenti della 'ndrangheta, sono state decapitate da un'operazione coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato al fermo di 21 persone tra presunti affiliati, imprenditori e professionisti accusate di associazione mafiosa.

Nel provvedimento di oltre 1026 pagine, firmato dal procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone, e dai suoi sostituti Boemi, Di Palma, Pennisi, Prestipino, e Miranda, c'é praticamente tutta la storia delle due famiglie una volta strettamente legate, anche per vincoli di parentela, ma che gli affari milionari del porto di Gioia Tauro hanno portato, negli ultimi mesi, a dividersi ed entrare in contrasto negli ultimi mesi.

L'accelerata all'inchiesta, iniziata oltre un anno fa, è stata data per il pericolo che l'omicidio del boss Rocco Molé, ucciso il primo febbraio scorso, potesse aprire una stagione di sangue nella piana di Gioia Tauro. I fermi sono stati eseguiti dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dai Ros dei carabinieri tra la Calabria, Roma e Milano.

Nell'elenco delle persone fermate figura anche il nome di Aldo Micciché, un faccendiere originario di Marapoti, un centro poco distante da Gioia Tauro, in passato (negli anni '80) dirigente della Democrazia cristiana.

Da anni si e' rifugiato in Venezuela ed è al centro di una inchiesta della Dda reggina, che nasce da quella che ha portato ai fermi, su presunti brogli degli italiani all'estero alle ultime elezioni. Brogli che, secondo l'accusa, avrebbero dovuto portare ad un'attenuazione del regime detentivo del 41 bis che Micciché avrebbe cercato di ottenere mettendosi in contatto con il senatore Marcello Dell'Utri. Alcune telefonate sono riportate nel provvedimento di fermo dei magistrati della Dda di Reggio Calabria di 1.026 pagine.

PM, REFERENTE BOSS CONTATTO' MASTELLA - La cosca Piromalli, per risolvere il problema del regime detentivo del 41 bis, era arrivata a "contattare vertici dello Stato nella sua espressione riguardante la organizzazione della giustizia". Lo scrivono i magistrati nel provvedimento di fermo riferendosi ad alcune intercettazioni di Aldo Micciché in cui parla dell'ex ministro Clemente Mastella.

Parlando con Antonio Piromalli, figlio del boss Giuseppe, Micciché, nell'ottobre scorso, riferisce di un colloquio avuto con una persona che, spiega, ha dato disposizioni ad altre persone di cui fa il nome e aggiunge di averli già contattati.

Gli investigatori hanno identificato i nomi in due componenti la segreteria al Ministero di Mastella e di un esponente del movimento giovanile dell'Udeur. Successivamente gli investigatori hanno intercettato una telefonata fatta da Mastella a Micciché dopo che quest'ultimo aveva tentato invano di contattare il ministro.

"Va detto - hanno scritto i magistrati - che la conversazione non affrontava alcun tema specifico e anzi Mastella si affrettava ad interromperla dopo aver compreso l'identità del suo interlocutore che gli parlava di possibili appoggi elettorali". "Poiché - proseguono i magistrati - sia Piromalli che Micciché erano consci delle difficoltà dovute al particolare momento in cui si viveva e che limitava obbiettivamente l'ambito di operatività dei loro referenti, nonostante tutta la buona volontà degli stessi, già pensava Micciché ad ulteriori vie per la soluzione del problema".

"Ho l'impressione però - dice  nel colloquio - che non si riesce a manovrare bene. Qua dovremo forse a mio avviso fare un altro tipo di rapporto e lo devo fare in Lombardia". Ovvero, secondo i magistrati alla "Massoneria".

IL TG3 DICE:" Micciché AVREBBE CONTATTATO MARCELLO DELL'UTRI!!!"

 
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APPROVATA LEGGE A FAVORE DEI PRINCIPI

Post n°705 pubblicato il 23 Luglio 2008 da albert.z
 

Quando il presidente e la signora Clinton sono finiti sotto inchiesta per bancarotta - su una piccola proprietà dell'Arkansas gestita insieme con soci infidi - l'America non si è fermata un istante. Non c'è stato alcun convegno. Il Presidente ha fatto la spola tra la Casa Bianca e il Gran Giurì - l'organo istruttorio dove doveva essere interrogato - e ci è anche andato di corsa - altrimenti sarebbe scattato l'impeachment, se avesse ritardato l'audizione davanti ai magistrati - e alla fine si è ben guardato dal denunciare persecuzioni". Eppure il procuratore che lo aveva convocato era Kenneth Starr, un esponente del partito Repubblicano a lui avverso. "Quando i Clinton sono poi stati assolti, nessuno ha parlato di teorema svuotato come una bolla di sapone - come dice il portavoce di Berlusconi, Bonaiuti, a proposito dei processi di Berlusconi che tra l'altro non si sono mai svuotati come bolle di sapone - hanno semplicemente detto - i Clinton - 'è finita bene'". Hanno ricominciato e sono stati poi sottoposti ad altre sette inchieste.

In Italia, invece, se la Magistratura indaga i politici, questi e i loro servi gridano che c'è una persecuzione. Così hanno pensato a mettere in salvo dai giudici il loro re: Silvio Berlusconi, con il lodo Alfano.

IL LODO ALFANO, SERVE A IMPEDIRE AI 4 PRINCIPI DELLA REPUBBLICA DI ESSERE PROCESSATI. E' STATO APPROVATO DALLA MAGGIORANZA, CIOE' DAI SERVI DI BERLUSCONI.

ORA SIAMO DIVEN TATI MENO UGUALI. SIAMO SOLO DEI SUDDITI. NOI DOBBIAMO RIGARE DRITTO, LORO POSSONO AVER RUBATO , MA GUAI A PROCESSARLI!

Questo è un diktat, per di più ipocrita, perché si promette a vantaggio di quattro cariche e in realtà funziona per una sola. Leopoldo Elia, nel corso di un'audizione in Commissione, ha insistito sull'unicità di questa norma nel panorama giuridico conosciuto, tant'è che sono protetti i capi di Stato e non i capi di Governo.

OCCORRE OPPORSI, CON UN REFERENDUM, CONTRO QUESTI VERGOGNOSI PRIVILEGI.

 ANCHE LE PREDE, SE SI ORGANIZZANO, RIESCONO AD OPPORSI AI PREDATORI.

ORGANIZZIAMOCI

IMPEGNIAMOCI PER LA RACCOLTA DELLE FIRME

 
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