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Messaggi del 18/12/2009

 
 

Lettera a Vittorio Feltri

Post n°1078 pubblicato il 18 Dicembre 2009 da albert.z
 

 

la replica di Marco Travaglio a Gian Marco Chiocci de Il Giornale

 

Signor direttore,

ho letto l’articolo del collega Gian Marco Chiocci (ma il titolo lascia pensare che sia opera di Marcello Dell’Utri: “Dell’Utri sbugiarda Travaglio”) sulle presunte “inesattezze, omissioni e imprecisioni documentate processualmente” in cui sarei incorso nell’ultima puntata di Annozero. Di solito non replico agli attacchi dei giornali, ma stavolta faccio un’eccezione perché si mette in dubbio la cosa più preziosa che ho: la mia credibilità di giornalista documentato. Se il punto di riferimento, come scrive Chiocci, è il processo Dell’Utri conclusosi (per ora) con la sentenza di condanna in primo grado a 9 anni, mi dispiace, ma allora il disinformato è Chiocci (o Dell’Utri).

1. Nel 1974, quando fu assunto ad Arcore, Mangano faceva la spola fra Palermo e Milano da un paio d’anni, ma lo stesso Dell’Utri ha più volte dichiarato di averlo incontrato a Palermo, dove glielo presentò Gaetano Cinà.

2. La famiglia mafiosa di Porta Nuova non è affatto “nata solo nel 1983”: esisteva da ben prima, se è vero che Pippo Calò ne divenne il boss nel 1969 e ne faceva parte Tommaso Buscetta, che raccontò di esservi entrato nel 1945 a 17 anni.

3. Ho detto che Stefano Bontate era “capomafia” perché era il primus inter pares del triumvirato (insieme a Badalamenti e Liggio) che reggeva Cosa Nostra negli anni 70. Mangano era uno dei suoi pupilli, tant’è che nella sentenza Dell’Utri si legge che Bontate salì a Milano per incontrare Dell’Utri e Berlusconi per suggellare l’assunzione di Mangano ad Arcore; nel 1990, quando fu scarcerato,Riina ricordò minacciosamente a Mangano di non aver dimenticato che aveva regalato una pistola Bontate.

4. Quando fu assunto ad Arcore, Mangano aveva già subìto 6 arresti e 4 condanne in primo grado (tre per assegni a vuoto e una per truffa). Non ho mai detto che fosse già stato condannato per mafia. Del resto l’ha detto lo stesso Berlusconi il 26 giugno 1987 davanti al giudice istruttore milanese Giorgio Della Lucia: “Nell’ambito delle indagini seguite a questo sequestro (D’Angerio, 6 dicembre 1974, ndr) emerse che Mangano era un pregiudicato”.

5. Non ho mai detto che Mangano fu indagato per il sequestro D’Angerio (presunto “principe di Sant’Agata”). Ma che i carabinieri ritenevano che ne fosse il basista, come poi ha confermato il mafioso pentito Salvatore Cucuzza. Del resto, è stato lo stesso Berlusconi a raccontare il coinvolgimento di Mangano nel sequestro: “Lo licenziammo non appena scoprimmo che si stava adoperando per organizzare il rapimento di un mio ospite, il principe di Sant’Agata” (Corriere della sera, 20 marzo 1994).

6. Fra il luglio del 1974 e l’ottobre del 1976, quando risulta residente nella villa di Arcore, Mangano viene arrestato due volte, e per due volte, quando esce, elegge domicilio in “via San Martino n. 42, Arcore”, cioè a casa Berlusconi. Lo stesso Dell’Utri ha dichiarato al Corriere della sera (21 marzo 1994): “Mangano rimase ad Arcore due anni”. Mangano conferma. Se, come scrive Chiocci, fosse stato “licenziato nel dicembre 1974”, sarebbe rimasto ad Arcore pochi mesi, non due anni.

7. Dopo l’attentato del 1975 in via Rovani, Berlusconi – proprietario della villa – non sporge denuncia. Chiocci scrive che la denuncia la sporse tale “Walter Danotti” (in realtà era Walter Donati, un prestanome). Appunto. Non Berlusconi, non il proprietario della villa.

8. Che Mangano fosse un esperto di cani e non di cavalli lo dichiara Dell’Utri al processo, come ricordano i giudici nella sentenza: “(Dell’Utri) sminuisce il ruolo di Mangano come persona esperta nell’allevamento dei cavalli, dichiarando anzi di non esser stato a conoscenza di questo particolare, e sottolineando piuttosto la particolare esperienza del Mangano con i cani da guardia (mastini napoletani, per l’esattezza)… Non ha richiamato tanto la passione del Mangano per i cavalli, che anzi l’imputato ha dichiarato di avere ignorato in quel momento (cosí smentendo lui stesso la circostanza secondo la quale Mangano avrebbe dovuto occuparsi delle scuderie), ma piuttosto la passione per i cani da guardia”.

9. Al processo Spatola, Mangano viene condannato per mafia (all’epoca il reato contestato era associazione per delinquere, non essendo stato ancora introdotto nel codice penale il 416-bis, cioè l’associazione per delinquere di stampo mafioso, creata solo nel 1982); al maxiprocesso alla Cupola, invece, viene giudicato responsabile di 416-bis ma è possibile condannarlo “solo” per traffico di droga a causa del “ne bis in idem” (per mafia era già stato condannato nell’altro processo). L’ho detto ad Annozero e lo confermo.

10. Paolo Borsellino dice più volte, nell’intervista ai due giornalisti francesi che gli chiedono dei rapporti fra Mangano, Dell’Utri e Berlusconi, di non poter rispondere perché sui loro rapporti “c’è ancora un’inchiesta aperta con il vecchio rito”, cioè col vecchio codice di procedura penale, gestita dal giudice istruttore Leonardo Guarnotta.

11. So bene che i Graviano nascono come fedelissimi di Riina. Ma il pentito Spatuzza, che dei fratelli Graviano era il factotum, ha rivelato ai magistrati che, dopo l’arresto di Riina il 15 gennaio 1993, i Graviano passarono nell’orbita di Provenzano. Io infatti mi riferivo “alla fine del 1993”.

Grato per la pubblicazione di questa mia replica sul suo Giornale, ti saluto cordialmente.

                                                 Marco Travaglio

 
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LA STORIA DI MILANO2

Post n°1077 pubblicato il 18 Dicembre 2009 da albert.z

DAL LIBRO:" GLI AFFARI DEL PRESIDENTE" DI GIOVANNI RUGGERI

Secondo la menzognera agiografia berlusconiana, la costruzione della “città satellite” Milano 2, nei primissimi anni Settanta, sarebbe stato il primo “miracolo” compiuto dal Superimprenditore self made man, il quale, senza disporre di capitali e col solo ausilio della sua straordinaria genialità, sarebbe riuscito a edificare dal nulla l'avveniristica cittadella.

La realtà dei fatti è assai diversa: quella di Milano 2 e dintorni è una vicenda originata da misteriosi capitali provenienti dalla Svizzera, scandita da prestanome e espedienti, da irregolarità e abusi una vicenda accompagnata dal forte sentore dì tangenti e corruttele, e impregnata di collusioni col potere politico.

* * *

Il 9 luglio 1963, il conte Leonardo Bonzi, proprietario di un'area di 712.000 metri quadrati a Segrate (zona est dell'hinterland milanese), stipula col Comune una convenzione edilizia di urbanizzazione: 485.964 mq dell'area vengono destinati a zona residenziale, 114.200 mq a zona industriale, 105.667 mq riservati a verde; 30.000 mq vengono ceduti dal conte Bonzi al Comune. Successivamente ("Non è stato possibile rilevare la data", scriverà in un rapporto la Guardia di Finanza1), il Comune stipula una seconda convenzione, in base alla quale il conte Bonzi si impegna a cedere al Comune di Segrate, "senza corrispettivo in denaro", ulteriori 97.995 mq dell'area. In base alle due convenzioni, dunque, il conte Bonzi cede gratuitamente al Comune segratese 127.995 mq dell'area da urbanizzare.

Il 18 luglio 1967, il Consiglio comunale approva il Piano regolatore generale del Comune di Segrate, nell'ambito del quale l'area Bonzi destinata a zona industriale (114.200 mq) viene modificata da area verde. Ma il 27 giugno 1968, il Consiglio comunale torna sulle proprie decisioni e delibera che l'area verde ex industriale di 144.200 mq venga destinata anch'essa ad area residenziale. Intanto, l'organismo consultivo Pim (Piano intercomunale milanese) esprime parere negativo in merito alla lottizzazione Bonzi, poiché "l'insediamento compromette una zona delicatissima e di importanza strategica dal punto di vista intercomunale" - l'area, tra l'altro, sorge infatti a poca distanza dall'aeroporto di Linate.

Il conte Leonardo Bonzi non si occupa di edilizia, né intende occuparsene: stipulando la convenzione col Comune, mira a “valorizzare” i suoi terreni di Segrate per venderli poi a un prezzo maggiorato. Dei resto, l'area è disgraziata: confina da un lato col cimitero di Lambrate, dall'altro con un immondezzaio, e soprattutto è sorvolata dalle fragorose rotte degli aerei che decollano dal vicino aeroporto di Linate - nessuno al mondo costruirebbe abitazioni in un luogo simile.

Il 25 settembre 1968, nello studio di un notaio milanese, viene costituita la società Edilnord Centri Residenziali sas di Lidia Borsani & C., capitale sociale di 6 milioni di lire, oggetto dell'attività "operazioni immobiliari": la Borsani (cugina trentunenne del trentaduenne Silvio Berlusconi, e sua prestanome) ne è la socia accomandataria, con firma libera per somme inferiori a un milione - per somme superiori, occorre la preventiva autorizzazione scritta del socio accomandante. Il socio accomandante, cioè chi conferisce alla società i capitali, è la finanziaria Aktiengesellschaft fúr Immobilienlagen Ag con sede a Lugano; gli anonimi capitali della finanziaria svizzera sono in parte depositati presso la International Bank di Zurigo, e pervengono alla Edilnord Centri Residenziali attraverso la Banca Rasini2.

Il giorno dopo, 26 settembre 1968, la società Edilnord Centri Residenziali sas di Lidia Borsani & C. acquista dal conte Leonardo Bonzi, pagando la somma di oltre 3 miliardi di lire, l'area di 712.000 metri quadrati situata a Segrate, comprensiva delle convenzioni edilizie col Comune per la costruzione di 2,5 milioni di metri cubi di "opere di urbanizzazione primaria e secondaria"3.

Coi capitali forniti dalla Aktiengeselìschaft fúr Immobilienlagen Ag4, sull'area segratese (vendutagli dai Bonzi attraverso la cugina Lidia Borsani) il palazzinaro Berlusconi intende edificare una cittadella sul modello dell'avveniristica edilizia nordeuropea - una “città satellite” che verrà chiamata “Milano 2”5.

La Edilnord di Lidia Borsani & C. comunica al Comune di Segrate di avere acquisito la proprietà dell'area Bonzi, e inoltra subito la proposta di una nuova soluzione planivolumetrica dell'area.

Il 12 maggio 1969, dopo il parere favorevole della Commissione edilizia, il sindaco di Segrate - il socialista “autonomista”6 Renato Turri - approva il nuovo piano di lottizzazione dell'area ex Bonzi proposto dalla Edilnord; del resto, già dal precedente 30 aprile il sindaco Turri ha cominciato a firmare le prime licenze edilizie alla Edilnord Centri Residenziali sas. Ma il 16 settembre 1969, la Giunta provinciale amministrativa respinge la delibera del 12 maggio; il Consiglio comunale segratese, revocando la delibera del sindaco, ripristina la convenzione originaria, e perdipiù limitatamente alla sola parte dell'area in origine a destinazione residenziale (cioè 485.964 mq) - per la Edilnord e per i suoi piani speculativi è un grave smacco.

Il 15 aprile 1970, Lidia Borsani cessa nelle sue funzioni di prestanome-accomandataria della “società svizzera” Edilnord; le subentra sua madre Maria Bossi vedova Borsani, zia di Berlusconi. Il cambiamento di prestanome sembra propiziatorio per il costruttore milanese che si muove nell'ombra: cinque giorni dopo, il Consiglio comunale, modificando la convenzione Bonzi del luglio 1963, delibera che i 30.000 mq regalati al Comune divengano di proprietà della Edilnord, la quale si impegna in cambio a costruire nel complesso Milano 2 "opere edilizie scolastiche".

Intanto, sono in corso serrate e riservate “trattative” per approdare a una nuova convenzione che consenta alla Edilnord sas di attuare i suoi progetti speculativi. "Occorre avere contatti con le segreterie provinciali dei partiti, con la Regione... Le segreterie provinciali dei partiti acquistano una grande importanza nella definizione di queste decisioni... Il potere decisionale reale è delegato agli organi politici, che hanno potere superiore agli organi tecnici, dì cui possono anche scavalcare le indicazioni... Le strutture dei partiti diventano i canali reali di mediazione fra i livelli decisionali locali e intercomunali"7.

Nel gennaio 1971 la Giunta comunale di Segrate (PciPsi, sindaco Turri) entra in crisi, ma la Edilnord sembra aver già trovato la strada maestra da percorrere per superare le difficoltà che si frappongono ai suoi disegni. Il 26 marzo 1971, il ministero dei Lavori Pubblici invita il Comune di Segrate a modificare il Piano regolatore8, e il mese successivo un decreto dei ministero vieta di edificare la zona segratese ex Bonzi già prevista a verde e modificata in abitativa dal Consiglio comunale il 27 giugno 1968: ma l'invito del ministero cade nel vuoto, e al decreto ministeriale "tocca una sorte misteriosa: nei registri del Comune non risulta protocollato e, secondo alcuni consiglieri, “deve essersi smarrito”"9.

Nel settembre 1971 si insedia la nuova Giunta comunale segratese, di centrosinistra (DcPsi, sindaco il democristiano Gianfranco Rosa, vicesindaco e assessore all'Urbanistica l'ex sindaco Psi Renato Turri), e il 29 marzo 1972 "in una sola seduta il Consiglio comunale di Segrate approva tutto: la nuova Convenzione [proposta dalla Edilnord] e le necessarie varianti del Piano regolatore generale e del piano di fabbricazione. Rimane sempre in sospeso la questione della Giunta provinciale amministrativa [organo burocratico, NdA], che ha il potere di bloccare tutto e che già in passato è stata poco favorevole. Niente paura: pochi giorni dopo, esattamente il lo aprile 1972, la Giunta provinciale amministrativa cessa di avere competenza sulla materia perché essa viene trasferita alla Commissione regionale di controllo [organo politico, Nd,4], che in poche settimane approva ogni cosa senza modifiche e senza inutili discussioni"10.

Nella sala del Consiglio comunale di Segrate sì parla di appartamenti in regalo a socialisti e democristiani, e del regalo di una villa in Svizzera. Secondo Umberto Dragone (all'epoca capogruppo del Psi nel Consiglio comunale di Milano), la Edilnord paga alla Dc e al Psi milanesi tangenti tra il 5 e il 10 per cento sull'ammontare dell'operazione Milano 2. "Vengono concesse alla Edilnord licenze edilizie in cambio di sostanziose somme di denaro... Qualche appartamento arredato [di Milano 2] pare sia stato dato gratis ad assessori e tecnici Dc e socialisti. E' certo che questo regalo lo ha avuto un tecnico del Psi che vive a Milano 2 con una fotomodella11. "L'Edilnord ha ottenuto la revisione dell'originaria Convenzione ereditata dal Bonzi, sottoscrivendo il 29 marzo 1972 una vantaggiosissima Convenzione che legittima ogni sua mira speculativa: si è significativamente appena iniziata la campagna elettorale per le politiche del maggio, e i gruppi politici dei vari partiti appetiscono, più del solito, finanziamenti e sovvenzioni... [Nella società Edilnord] vi sono gli interessi del Monte dei Paschi di Siena, serbatoio e feudo del potente gruppo democristiano capeggiato da Andreotti, e di finanziamenti svizzeri della Aktiengesellschaft für Immobilienlagen in Residenzzentren Ag, leggi Banca Rasini... Berlusconi capeggia l'Edilnord sas"12.

Alcuni consiglieri comunali dell'opposizione, e lo stesso capogruppo Dc Filippo Accinni, denunciano alla Procura della Repubblica il sindaco Rosa e il vicesindaco Turri per "l'uso continuato di un Programma di Fabbricazione non conforme a quello vigente, e di un Piano Regolatore generale non conforme a quello in itinere; rilascio di licenze edilizie in contrasto col P.d.F. veramente vigente; formazione di delibere consiliari con allegati e facenti parte integrante i citati strumenti urbanistici irregolari; occultamento di atti pubblici". Il capogruppo consiliare democristiano Filippo Accinni rassegnerà le dimissioni dalla DC "in segno di polemica" per le corruttele13.

Scossa dal turbine di polemiche sintetizzate nell'espostodenuncia dei consiglieri comunali, la giunta DcPsi rassegnerà le dimissioni, e a partire dal maggio 1974 l'amministrazione comunale di Segrate verrà affidata a un commissario prefettizio.

Con la truffaldina delibera della Giunta comunale segratese Dc-Psi del marzo 1972, grazie alla quale "con un colpo di mano la nuova Giunta [ha portato l'area edificabile della Edilnord] dagli iniziali 400.000 metri quadrati a 700.000"14, la speculazione edilizia di Milano 2 può dispiegarsi secondo i piani di Berlusconi e dei suoi anonimi finanziatori. La stessa Giunta esecutiva del Piano intercomunale milanese, che a suo tempo aveva espresso parere negativo circa la lottizzazione della zona (ritenuta "di importanza strategica dal punto di vista intercomunale"), l'8 giugno 1972 ratificherà il fatto compiuto: "Non si può che tener conto dell'esistente, e garantirne il completamento al miglior livello possibile"15.

Forte dei capitali che affluiscono dalla Svizzera, dietro lo schermo societario prima della cugina e poi della ziaprestanome, protetto dal potere politico milanese (DC e PSI), il palazzinaro Silvio Berlusconi appalta la costruzione materiale della “cittadella satellite” ad alcune note imprese edili (le quali spesso subappaltano a loro volta i lavori a piccole imprese e a cottimisti, ricorrendo anche al “lavoro nero”); colui che diverrà celebre come “costruttore di città”, in realtà non costruisce nulla: compra aree con capitali “svizzeri”, ottiene licenze, e dopo averne appaltata la realizzazione si occupa della commercializzazione degli immobili.

E' proprio con la vicenda di Milano 2 (che segue il Centro residenziale di Brugherio16 e precede Milano 3) che Berlusconi esprime per la prima volta il suo vero, formidabile talento di “persuasivo interlocutore” del potere politico: non tanto e non solo di sindaci e assessori locali, ma anche e soprattutto delle segreterie provinciali dei partiti di governo essenzialmente DC e PSI e le loro “correnti” interne che si sostentano di tangenti ricavate principalmente dall'edilizia (licenze e appalti). E sono ancora i “contatti eccellenti” col potere politico, anche attraverso il sodalizio con un losco prete spretato, che consentiranno a Berlusconi di risolvere il grave inconveniente che grava sulla sua ambiziosa speculazione segratese: le rotte aeree dei velivoli che, decollando dal vicino aeroporto di Linate, transitano con fragore sul cielo di Milano 2, e rischiano di comprometterne la commercializzazione.

 
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LA CLINICA PRIVATA SAN RAFFAELE DI DON LUIGI VERZE'

Post n°1076 pubblicato il 18 Dicembre 2009 da albert.z
 

DAL LIBRO: " GLI AFFARI DEL PRESIDENTE" DI GIOVANNI RUGGERI

Con l'aiuto di Dio

 

La convenzione stipulata nel 1963 dal conte Bonzi col Comune di Segrate era comprensiva di un'area di 46.000 mq che il conte aveva venduto, nel 1966, a un oscuro Centro assistenza ospedaliera Monte Tabor di don Luigi Maria Verzé; nel luglio 1967, il compiacente sindaco segratese Turri aveva poi rilasciato a don Verzé licenza edilizia per la costruzione sull'area di una clinica geriatrica privata (“Ospedale San Raffaele”). La losca vicenda della clinica segratese e del suo spregiudicato promotore don Verzé si salda subito con quella di Milano 2 e del suo spregiudicato (e occulto) promotore Berlusconi, dando luogo a uno scandalo nello scandalo a colpi di abusi, irregolarità, e soprattutto collusioni politiche.

 
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