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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi del 27/01/2010

COME SI E' ARRICCHITO S. BERLUSCONI?

Post n°1106 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da albert.z
 

Sui modi e i soldi con cui Silvio Berlusconi ha costruito la sua fortuna e il suo impero televisivo aleggiano da sempre molti dubbi e sospetti. Nella sentenza della II sezione del tribunale di Palermo, che ha condannato Marcello Dell'Utri, storico braccio destro del Cavaliere, si legge: «Non è stato possibile, da parte dei consulenti (del pubblico ministero e della difesa), risalire in termini di assoluta certezza e chiarezza all'origine, qualunque essa fosse, lecita od illecita, dei flussi di denaro investiti nella creazione delle holding Fininvest». E sulla vicenda il premier non ha mai sentito la necessità di fare chiarezza, anzi, interrogato sui fatti nel 2002 si avvalse di fronte ai giudici della facoltà di non rispondere.

Ma le perplessità non riguardano solo le origini della fortuna, ma la sua stessa gestione nel corso degli anni, tanto che è ormai quasi scontata la richiesta di un rinvio a giudizio per i vertici Mediaset, Berlusconi compreso, in merito alla compravendita dei diritti televisivi degli ultimi vent'anni. Il sistema truffaldino era, secondo la ricostruzione dei pm, molto semplice: Fininvest e Mediaset poi acquistavano a prezzi gonfiati - circa il doppio del valore di mercato - i diritti di programmi televisivi americani, poi tramite un mediatore di fiducia, tale Frank Agrama, il sovrappiù pagato veniva dirottato in fondi neri messi a disposizione di Silvio Berlusconi, sfuggendo completamente agli azionisti e al fisco.

SE A QUALCUNO INTERESSA VEDERE LE PROPRIETA' DI BERLUSCONI:

http://ale1980italy.wordpress.com/2007/06/14/proprieta-di-berlusconi/

 

 
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PREMIER E MAGGIORANZA OFFENDONO IL POPOLO

Post n°1105 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da albert.z

27 Gennaio 2010La Famigghia

imputamediasetelenco.jpg

L'estensione del legittimo impedimento a figli e amici sara' l'argomento con cui il Parlamento verra' messo a ferro e fuoco nei prossimi giorni dal Nerone nostrano.

Quest'uomo ha costretto gli italiani ad ingoiare di tutto, leggi ad personam per i suoi processi, leggi ad aziendam per i suoi soldi ed ora leggi ad familiam. L’accezione latina, in questo caso, la lascerei da parte e attribuirei al termine “familia” la venatura mafiosa: si vuole porre un clan di individui al di sopra della legge, una nuova categoria di intoccabili. Ma c’è una differenza rispetto alle precedenti norme, si è compiuto un salto in avanti con la proposta di oggi.

Le numerose precedenti leggi avevano finalità individuali ma benefici allargati (penso all’amnistia fiscale, al lodo Alfano), ora si punta ad una legge su misura per una cerchia ristretta di cittadini, politici e non. Dove vuole arrivare il Presidente del Consiglio?

Questa è da considerarsi attività sovversiva ed istigazione a delinquere che altera gli equilibri democratici e soffia sul fuoco dell’estremismo politico. Di chi è la colpa del clima d’odio? Di quale amore parla il governo? Di quello che porta vallette ed escort alle luci della ribalta o di quello che genera armonia e sana competizione politica per il bene del Paese?

Signor Presidente della Camera, Gianfranco Fini, chiedo oggi a lei: è ancora convinto che l’Italia debba scongiurare una democrazia giudiziaria piuttosto che il delirio di onnipotenza di un uomo senza più freni inibitori? Ed è sicuro che non sia meglio una democrazia giudiziaria ad un’oligarchia massonica?

Mi auguro che gli avvocati del Premier, pagati dai contribuenti, non comincino neanche a lavorare su questa indecente estensione di una norma altrettanto indecente. Infatti, questa volta, non aspetteremo né il dibattito in Aula, né l’intervento delle istituzioni o l’ultimo salvagente della Consulta, faremo subito appello alla comunità internazionale, portando il messaggio di emergenza democratica oltre i confini nazionali, perché di questo stiamo parlando.

 
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IN PUGLIA VINCE LA BASE DEL PD E BOCCIA BOCCIA

Post n°1104 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da albert.z

Il Pdmenoelle è un partito pieno di domande. Boccia (who is Boccia?) mi chiede se ho mai letto le cose che ha scritto. Lo confesso, non le ho mai lette, ma forse le hanno lette i pugliesi prima delle Primarie. "Pretendo che le famiglie del San Paolo di Bari non paghino nulla e i benestanti come me e Vendola paghino di più. E, per farlo, occorre aprire le porte della gestione dell'acquedotto pugliese alla competizione tra privati". Chi l'ha detto? Proprio lui, Boccia. E l'alleanza con l'Udc di Caltagirone, possibile candidato alla gestione dell'acquedotto chi l'ha voluta? Sempre lui, Boccia. La Puglia ha preso atto e lo ha mandato a fanculo.
In realtà Boccia è un falso bersaglio. Il trio delle meraviglie D'Alema, Enrico Letta (il nipote di suo zio Gianni) e Bersani (il portavoce di D'Alema) lo ha mandato allo sbaraglio, come Corrado ai bei tempi della Corrida.
Valium Prodi chiede chi comanda nel PDmenoelle. Una domanda retorica, lo sanno tutti che comanda Berlusconi. D'Alema, Violante e Fassino sono da tre lustri i suoi migliori alleati. Più fedeli della Lega, meno rompicoglioni di Fini, più allineati di Casini. Gli hanno dato tutto: la concessione delle frequenze televisive in cambio dell'uno per cento dei ricavi, non hanno cancellato le leggi ad personam, non sono intervenuti sui conflitti di interesse. Hanno un presidente pidimenoelino che ha firmato con la velocità di Usain Bolt il Lodo Alfano, lo Scudo Fiscale e la lettera di commemorazione di Bottino Craxi che: "Pagò con durezza senza eguali". D'Alema è stato eletto oggi presidente del Copasir, il premio post primarie di Gianni Letta. Il Pdl non era riuscito a farlo eleggere mister Pesc, responsabile degli esteri per l'Europa, e ha saldato il debito.
Nel Pdmenoelle forse non si sa chi comanda, anche se tutti i sospetti portano alla "Volpe del Tavoliere". Di certo si sa chi NON comanda: gli elettori. Il Pdmenoelle è in costante competizione con il Pdl, il suo ispiratore, tenta sempre di superarlo nelle politiche sociali e del territorio e qualche volta ci riesce. Gli abitanti della Val di Susa non vogliono la TAV, un mostro che costerà decine di miliardi, sarà finito tra vent'anni, inutile, in quanto il traffico merci è in costante diminuzione da un decennio. La TAV distruggerà la Valle e ingrasserà partiti e costruttori. Domenica 40.000 persone hanno protestato pacificamente (volantino). Bresso e il lombrosiano Chiamparino hanno organizzato a Torino una contro manifestazione del Si Tav con poche centinaia di duri e puri del cemento. Il Pdl non si è fatto vedere e Bossi ha dichiarato che la Tav è forse inutile. Se il Pdl costruisce tre inceneritori in Liguria, il Pdmenoelle ne fa otto in Emilia Romagna. E' una continua rincorsa. Quando Di Pietro lanciò il referendum contro il Lodo Alfano, Topo Gigio Veltroni si dissociò e gli chiese, perentorio, di rientrare nel recinto razionale e riformista del Pdmenoelle. Il compianto Mike Bongiorno, quando faceva la pubblicità del prosciutto Rovagnati, si immedesimava a tal punto da diventare lui stesso un prosciutto. Il vertice disconnesso del Pdmenoelle è andato oltre, per fare l'imitazione del prosciutto Pdl, è diventato un intero maiale.

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L'ITALIA DIVENTA LADROPOLI

Post n°1103 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da albert.z

Giustizia, la legge diventa "ad familiam"
Impedimento esteso anche ai coimputati

Di LIANA MILELLA

ROMA - Da legge "ad personam" a legge "ad familiam". Estesa pure ai coimputati. Per sospendere il processo non solo per Berlusconi ma, giusto quando l'inchiesta Mediatrade marcia verso il dibattimento, anche al figlio Pier Silvio e a Confalonie. Il Cavaliere ha buon cuore e le sue teste d'uovo giuridiche sono pronte ad "allargare" il legittimo impedimento. Questione di ore per la modifica. Che oggi passerà il vaglio della consulta Pdl per la giustizia.

Vogliono il "concorso di persone", quindi udienze sospese quando il premier, i ministri (e loro vorrebbero pure i sottosegretari), hanno impegni istituzionali. Certificati dagli uffici. Udienze bloccate fino a sei mesi visto che il testo di Enrico Costa, il capogruppo Pdl in commissione giustizia relatore del ddl, già prevede la novità del "legittimo impegno continuativo". Di sei mesi in sei mesi il processo non si farà più, almeno per 18 mesi, tanto dura la legge-ponte proposta dal leader dei centristi Casini per far retrocedere Berlusconi dallo "sterminio", come lo chiamano le toghe, del processo breve.

E proprio nell'Udc si respirava ieri sera forte preoccupazione. Ecco Michele Vietti, autore della sua versione di impedimento e in attesa delle modifiche, dire: "Se fanno i furbi e pensano di far passare un tir sul ponte tibetano, il ponte crolla e tanti saluti". L'aveva battezzato così Vietti, per lui il legittimo impedimento per coprire il premier fino al nuovo lodo Alfano costituzionale, era un esile "ponte tibetano". Che adesso rischia d'essere gravato da un peso troppo forte.


Anzi, dalle prime indiscrezioni sugli emendamenti, da molti pesi. Tant'è che i tecnici del Quirinale seguono con apprensione lo sviluppo legislativo alla luce di quanto è accaduto al lodo Alfano. Firmato da Napolitano, è stato bocciato dalla Consulta. E ora, il legittimo impedimento, si sta trasformando in un nuovo lodo varato con legge ordinaria, addirittura con una copertura più ampia del primo che sospendeva i processi solo per i quattro più alti presidenti. Qui rientrano il premier, i ministri, e utilizzando la dizione "membri del governo" si vorrebbero comprendere vice ministri e sottosegretari. Perché non sospendere i futuri processi su Nicola Cosentino e Guido Bertolaso? Meglio dentro che fuori, devono aver ragionato. Anche se la Costituzione, cui rinvia il testo non ancora presentato lodo costituzionale, all'articolo 96 parla solo di ministri e non fa cenno ai vice e ai sottosegretari. Per cui l'estensione sarebbe un'innegabile forzatura.

Una nuova legge "salva casta". Una "prerogativa", com'è scritto nel testo, che passa per legge ordinaria e rischia i fulmini della Consulta. Costa, l'alter ego di Niccolò Ghedini in commissione Giustizia, la difende. "Principio sacrosanto" dice. Ne segue e ne tratta le modifiche. Per esempio quella di inserire puntigliosamente i riferimenti di tutte le leggi che parlano di impegni del premier in modo da non saltarne neppure uno. Non solo i singoli appuntamenti nazionali ed esteri, ma "ogni attività comunque connessa alle funzioni di governo". Con il certificato degli uffici della presidenza, e su richiesta di parte, "il giudice rinvia il processo ad altra udienza".

Via dunque ogni valutazione discrezionale del giudice, perché la legge diventa imperativa. Le toghe "devono" prendere atto degli impegni e rinviare. Se passa anche il "concorso di persone" quel rinvio varrà per tutti i coimputati. E quello che era nato, nella mente di Casini e Vietti, come un istituto processuale, diventa di fatto una super immunità che comprende, tra attività prima e dopo ogni singolo impegno, una maxi sospensione indeterminata e continuativa.

In questa versione dirompente, il legittimo impedimento "salva casta" è destinato a diventare un'occasione di scontro nella partita delle riforme costituzionali. Che Berlusconi vuole accelerare, tant'è che oggi se ne riparla in un vertice del Pdl, mentre il ministro per la Semplificazione Calderoli studia il coté elettorale e il Guardasigilli Alfano quello della giustizia. Compresa la via da scegliere tra lodo e immunità. Su cui arriva un niet definitivo da Bersani. "L'immunità è una legge che non ci riguarda. Finché io resterò segretario non è e non sarà mai potabile per il Pd" dice il segretario che quindi apre la porta a un inevitabile referendum "pesante" per Berlusconi. È un niet che potrebbe spingerlo a rifare solo il lodo Alfano dove giocare la sua faccia, senza proteggere la casta.
DA  REPUBBLICA
RIBELLIAMOCI!!!
NON E' TOLLERABILE CHE I POLITICI
DIVENTINO INGIUDICABILI E TANTOMENO
I LORO FAMILIARI E AMICI.
DEVONO RISPETTARE IL PRINCIPIO DELL'UGUAGLIANZA
SANCITO DALLA COSTITUZIONE
 O SARA' RIVOLTA CONTRO LA CASTA.
DIO E' CON IL POPOLO OPPRESSO!!!
 
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